Nessun assegno pensionistico integrativo per i giovani di oggi

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 A lanciare questo drammatico monito è Alberto Brambilla, docente dell’Università Cattolica e fino al dicembre 2011 presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del ministero del Lavoro, che cerca di mettere in guardia i giovani sulle prospettive che si aprono loro a fine carriera.

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Con l’entrata in vigore della riforma pensionistico voluta dal Ministro Fornero, infatti, l’Istituto di Previdenza Nazionale non potrà più emettere gli assegni pensionistici integrativi che finora erano elargiti a coloro che andavano in pensione senza aver raggiunto i requisiti necessari.

Ad oggi lo Stato integra circa il 40% degli assegni pensionistici erogati, ma è un beneficio del quale tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 non potranno più godere.

Dal 1996 sono entrate nel mondo del lavoro circa 7 milioni di persone. Secondo i dati relativi al 2011, 6,9 milioni di pensionati ricevono un’integrazione, su un totale di 16,7 milioni di pensionati.

Per questo il docente invita tutti i giovani a provvedere al più presto a costruirsi la propria pensione: se la percentuale di coloro che avrebbe necessità di una integrazione dovesse mantenersi simile o uguale a quella attuale, sarà il 40% dei giovani di oggi a trovarsi senza una pensione adeguata per sopravvivere e non potranno neanche contare sull’aiuto dello Stato. Secondo Brambilla i potenziali bisognosi di integrazione saranno circa 3 milioni.

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Quello che preoccupa è l’accesso alle forme di pensione integrativa: ad oggi meno di un terzo di questi potenziali poveri ha iniziato a costruirsi la propria pensione.

 

 

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