Pil, come sarà dopo l’estate?

Home > News > Italia > Pil, come sarà dopo l’estate?

Gli uffici statistici statunitense e italiano vanno, da un po’ di tempo a questa parte, di pari passo nella pubblicazione della seconda stima dei rispettivi Pil del trimestre.

Così venerdì scorso l’Istat ha confermato il dato della prima stima della variazione trimestrale del Pil dello 0,3 per cento rispetto al quarto trimestre e, in conseguenza di una leggera revisione del profilo trimestrale dei dati del 2014, la variazione tendenziale rispetto al primo trimestre dello scorso anno è stimata ora positiva dello 0,1 per cento. Contemporaneamente, nel pomeriggio di venerdì il Bureau of Economic Analysis ha comunicato che la variazione del Pil americano nel primo trimestre di quest’anno è stata rivista dal +0,1 per cento al -0,7, entrambi espressi in ragione d’anno. In termini tra loro confrontabili il Pil del primo trimestre è caduto dello 0,7 per cento negli Usa. Ed è cresciuto dell’1,2 per cento in l’Italia. Inizio di un preoccupante rallentamento in America e ripresa conclamata in Italia? Entrambi i dati vanno considerati con cautela. Innanzitutto, negli Usa si valuta che vi siano stati fattori stagionali che hanno distorto in negativo gli andamenti. Infatti, la caduta è generalizzata a tutte le componenti del Pil, tranne le scorte che hanno contribuito a sostenere il Pil di 0,3 punti percentuali, in ragione d’anno. Questo contributo positivo potrebbe essere interpretato come involontario per ragioni atmosferiche che hanno bloccato i trasporti, ma i primi indicatori per

il secondo trimestre sembrano anticipare il ritorno, sì, a tassi di crescita positivi, ma non particolarmente soddisfacenti e quindi il tutto potrebbe essere considerato come un segno premonitore di una ripresa che comincia a essere un po’ matura. In Italia, invece, gli indicatori anticipatori del secondo trimestre sono migliori di quelli del primo (il +0,3 per cento trimestrale è, in realtà, andato oltre le aspettative) e quindi il contributo di 0,5 punti percentuali fornito dall’accumulo di scorte, nel nostro caso, potrebbe interpretarsi come un accumulo desiderato in vista del recupero della domanda finale che potrebbe essere in corso di manifestazione in questi mesi. Non tutto è, però, così roseo.

I consumi delle famiglie, dopo sei trimestri di piccole variazioni positive hanno fatto registrare questa volta un piccolo segno negativo (-0,1 per cento); importante, invece, il dato positivo per gli investimenti e in particolare di quelli in costruzione, probabilmente per la corsa finale fatta per l’Expo (+0,5 per cento).

 

 

Lascia un commento