La situazione geopolitica influisce sui mercati finanziari

Home > Strumenti > Gestione portafoglio > La situazione geopolitica influisce sui mercati finanziari

 Nelle ultime ore si è aggiunto l’ennesimo fronte da tenere sotto stretto controllo. Dopo gli scontri nella striscia di Gaza tra Hamas e truppe di Tel Aviv, nelle regioni orientali dell’Ucraina tra esercito governativo e paramilitari filo-russi, in Iraq tra i ribelli sunniti dell’ISIS e l’esercito di Baghdad, si è riaperto un nuovo fronte in Libia dove si stanno affrontando per il controllo dell’aeroporto internazionale di Tripoli due fazioni islamiche che avevano combattuto assieme contro il Governo di Gheddafi. Le vittime soprattutto tra la popolazione civile continuano ad aumentare e le crisi potrebbero inasprirsi nei prossimi giorni. Al momento le tensioni hanno solo limitatamente coinvolto i mercati. Riteniamo, spiega Filippo A Diodovich di Ig, che se non si troverà una soluzione diplomatica nel breve periodo le conseguenze sulle piazze finanziarie potrebbero essere molto più pesanti. Da tenere sotto controllo l’andamento dell’oro, del petrolio, del bund tedesco, dello yen e del franco svizzero, assets molto appetibili se i mercati si dovessero porre in una fase di risk-off.

Wall Street in frenata dopo le parole della Yellen

Ritornata la volatilità sui mercati azionari ma non sul cambio euro/dollaro dove rimane stabile sui minimi storici. Il cross tra la moneta unica e il biglietto verde ha mostrato dopo la rottura del supporto a 1,35 un’estensione della discesa fino a 1,3420, bottom da novembre 2013. L’eventuale cedimento del suddetto sostegno darebbe ulteriore forza alle pressioni ribassiste spingendo il cambio a scendere almeno verso 1,3295, minimo del 7 novembre 2013. Indicazioni di ripresa giungeranno invece solamente al di sopra di 1,35, preludio a un possibile allungo verso 1,3575.

Settimana molto ricca di dati macroeconomici. In Europa avremo la pubblicazione dei dati sull’andamento dei prezzi al consumo (stima preliminare per il mese di luglio). Un dato molto importante per le prossime mosse della banca centrale europea. Le aspettative sono per una crescita dell’indice CPI dello 0,5% su base annuale, cifre superiori allenterebbero le tensioni su un ulteriore intervento della BCE, cifre inferiori, invece, spingerebbero il Consiglio Direttivo dell’Istituto di Francoforte a lanciare nuove misure non convenzionali per sostenere l’inflazione. Il tanto desiderato piano di QE in salsa mediterranea potrebbe non essere un miraggio.

 

 

 

 

Lascia un commento