Nel 2013 si potrà investire tranquillamente sulle commodities

 Il 2012 si è finalmente concluso, portando via con sé le paure e le incertezze legate alla crisi economica che ha investito tutte le economie dei paesi sviluppati. Molti analisti sono concordi nel dire che questo nuovo anno si aprirà con un clima diverso che dovrebbe riportare i mercati alla normalità anche nel caso delle commodities, uno dei settori di investimento maggiormente colpiti in questo recente passato.

Il prezzo del petrolio continuerà a crescere nel corso dell’anno, soprattutto grazie all’aumento della produzione statunitense, che porterà il Brent in aumento del 4% e l’olio combustibile del 2% rispetto allo scorso anno.

La crescita dell’economia cinese, che quest’anno dovrebbe far registrare una crescita del Pil di almeno l’8%, si ripercuoterà sui prezzi dei metalli: in discesa quelli di ferro e acciai, in salita, invece, le quotazioni di rame, l’alluminio, il piombo, lo zinco, lo stagno e il nickel.

L’agricoltura rimane sempre un settore ad alto rischio, non solo per le congiunture economiche, ma soprattutto per quelle naturali. Tendenzialmente, comunque, per l’anno a venire, è previsto un lieve incremento dei cereali USA e del legname di conifere, mentre variazioni negative sono attese per la a lana e il cotone e, soprattutto, per la gomma.

Produzione agroalimentare in calo

 I dati parlano chiaro: negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un aumento “esponenziale” della produzione agroalimentare, benché l’ascesa sia stata in qualche modo non uniforme e talvolta poco sostenibile. Adesso gli analisti dicono che si è giunti ad una fase di rottura quindi ci sarà un’inversione di tendenza.

Entro il 2021 la produzione agroalimentare nel mondo è destinata a rallentare. Un dato che impone delle scelte politiche molto nette: occorre infatti che i paesi favoriscano gli investimenti delle aziende in alcune zone del mondo che dal punto di vista agricolo sono rimaste inesplorate.

La FAO, nella presentazione del suo Rapporto sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2012, ha spiegato che gli investimenti delle aziende hanno un duplice obiettivo, da un lato quello di ridurre la game nel mondo e dall’altra quello di essere sostenibili nel lungo periodo quindi sostenibili a livello ambientale.

Gli investitori, quelli che scommettono sul settore produttivo, a questo punto vogliono conoscere i dati presentati dal rapporto FAO: si stima che entro il 2021 ci sarà una riduzione della produzione agricola mondiale pari all’1,7 per cento che è meglio del trend del 2,6 per cento registrato negli ultimi 10 anni.

Peccato che lo sviluppo sia stato un po’ disordinato e quindi ci siano paesi in cui la produzione agricola è aumentata anche del 50 o del 70 per cento come Brasile e America Latina e paesi in cui la crescita è stata contenuta sotto il 10 per cento.

 

Accordo Erario-CIA sui servizi online

 L’Agenzia delle Entrate ha siglato un accordo con la Confederazione italiana agricoltori, con Coldiretti e con Confagricoltura al fine di monitorare l’attività sul territorio, promuovere l’uso dei servizi online tra gli agricoltori e offrire loro in cambio un canale privilegiato di contatto con l’Erario.

L’obiettivo principale, dunque, è quello di generare meno fila agli sportelli e rispondere più velocemente alle domande poste dagli agricoltori, attraverso l’incentivazione degli strumenti informatici online. Tra tutti gli strumenti deve essere sicuramente spinto quello relativo alla registrazione dei contratti d’affitto dei fondi rustici.

E’ questo il nucleo dell’accordo tra Agenzia delle Entrate, CIA, Coldiretti e Confagricoltura. L’Erario ha preso un impegno con questa categoria di lavoratori: analizzare tutte le istanze di riesame in autotutela, fornite tramite Civis e tramite PEC, e fornire una risposta alle stesse entro 10 giorni. Le Entrate si sono impegnate anche nel miglioramento della procedura di registrazione telematica del contratto di affitto dei fondi rustici ed ha aperto un canale privilegiato di dialogo con gli agricoltori per far sì che usino gli strumenti telematici ed evitino le file agli sportelli.

La CIA, la Coldiretti e Confagricoltura hanno aderito totalmente ai principi dell’accordo e si sono impegnate a promuovere tra gli iscritti l’uso dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, sensibilizzando tutti all’uso di canali Civis e Pec per la richiesta di assistenza su cartelle esattoriali e comunicazioni varie. 

Commodities: a volte ritornano

 Siete alla ricerca di un investimento sicuro, di quelli che vi garantiscano un bel gruzzoletto nel breve periodo? Allora dovete puntare tutto sulle commodities. Partendo dal presupposto che anche Jim Rogers, che di recente si è espresso sulle tendenza del 2013, ha parlato di aumento dei prezzi, prendiamo ora in esame i vaticini della Goldman Sachs.

Jim Rogers sarà contento che grazie a Goldman Sachs si torna a parlare delle materie prime e si sottolinea il trend di aumento dei prezzi, lui lo ripete da diversi mesi ed ha addirittura emanato degli ETF a suo nome legati alle commodities.

Gli esperti di Goldman Sachs ritengono che nel breve periodo i consumi di materie prime subiranno una forte impennata, ma il fatto che molte materie prime scarseggino, determinerà nel breve periodo un aumento importante dei prezzi delle commodities.

Il dato di partenza è la presa di coscienza dell’aumento della popolazione che si lega ad un’altra constatazione, quella per cui quanto c’è di coltivato nel mondo non basta a sfamare tutti, visto che anche l’attività agricola è in declino ed è esercitata da persone sempre più anziane. Goldman Sachs inserisce tra le variabili anche gli eventi atmosferici e i disordini civili che ci sono in alcune parti del mondo.

Nella nota pubblicata si valutano tutti questi elementi e si prevede che nel 2013 ci sarà un aumento dei prezzi delle materie prime del 7 per cento. 

Cala l’occupazione anche nel settore agricolo

 L’agricoltura è stato l’unico comparto dell’economia in cui i posti di lavoro sono aumentati nella prima parte del 2012, ma il trend positivo si è, purtroppo, arrestato nel terzo trimestre del 2012 con una flessione tendenziale del 4,3 per cento, che corrisponde a 38 mila lavoratori in meno tra luglio e settembre.

Secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori) questo calo sarebbe dovuto all’aumento esponenziale degli oneri fiscali, all’impennata dei costi produttivi che si sommano alle difficoltà del comparto causate dalla siccità che ha bruciato interi raccolti.

Più precisamente, la classe più colpita da questa emorragia di posti di lavoro sono stati gli autonomi (-9,8 per cento), soprattutto nelle zone del centro Italia. La Cia vede il settore agricolo in affanno a causa della mancanza di interventi adeguati che hanno provocato un appesantimento della gestione aziendale, soprattutto a discapito delle piccole imprese.

La situazione dell’agricoltura sta profondamente cambiando: la crisi e le difficoltà legate all’aumento della pressione fiscale rende impossibile la sopravvivenza delle realtà minori che o si trovano costrette a chiudere o si piegano all’assorbimento da parte di aziende più grandi, le quali, quindi, possono assumere manodopera, ma non ai ritmi tenuti nella prima parte dell’anno.

Eccellenze agricole all’asta

 Prodotti agricoli di pregio saranno oggetto di un’asta di Christie’s che ha deciso di far confluire il ricavato di questa particolare vendita nella costruzione di un asilo nell’Emilia Romagna sconvolta dal terremoto.

In genere siamo abituati a sentire cifre da capogiro nelle aste di Christie’s, ma soltanto in relazione ad opere d’arte, quasi o anche gioielli. Niente di tutto questo nella prossima asta che invece vedrà protagonisti i prodotti agricoli di pregio.

Il progetto è stato promosso da Confagricoltura che ha pensato di contribuire alla promozione del patrimonio agricolo nostrano e allo stesso tempo alla ricostruzione di un territorio che deve ancora affrontare tutti i problemi legati al sisma prima e alla crisi economica dopo.

L’iniziativa si chiama “Ripartiamo dal nido” – perché i soldi saranno proprio usati per la costruzione di un asilo – ed è stata presentata a Roma nella sede della Confederazione agricola.

Cosa ci sarà dunque all’asta? In primo luogo i prodotti tipici del comparto agroalimentare, quindi forme di Parmigiano Reggiano, Prosciutti con il marchio DOP ma anche dei pacchetti vacanze negli agriturismi di questa zona.

I soldi hanno già una destinazione: la ricostruzione dell’asilo parrocchiale di Mortizzuolo, una frazione di Mirandola, in provincia di Modena. Un impegno diretto che piacerà sicuramente anche agli astanti.

Il salvataggio del Reggiano

 Il Parmigiano Reggiano, in seguito al sisma che ha sconvolto in maggio l’Emilia Romagna, si è trovato a fare i conti con una crisi degli acquisti e con una serie di forme del prodotto, rovinate, quindi difficili da piazzare sul mercato.

Un salvataggio in extremis di questa eccellenza italiana, è stato possibile attraverso la corsa all’acquisto degli italiani che riconoscendo la bontà del prodotto nostrano e riscoprendo una solidarietà ante litteram, hanno salvato diversi caseifici.

In pericolo nel periodo post sisma ben 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Bologna, più di 600 allevamenti e qualcosa come 60o mila forme di parmigiano danneggiate. I numeri arrivano direttamente da un’indagine della Coldiretti.

L’associazione, a sei mesi dal sisma, ha ricordato che il 10 per cento del PIL agricolo dell’Italia parte proprio dall’indotto emiliano e prodotti quali il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano, ma anche l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma a il Lambrusco, ce li invidiano – e talvolta ce li copiano, in tutto il mondo.

Le vendite solidali hanno arginato la crisi. Coldiretti si è spesa molto in questa iniziativa solidale insieme a Campagna Amica e al Consorzio di Tutela che hanno organizzato una rete distributiva su base locale, nazionale ed internazionale.

Rinnovato il contratto nazionale per gli agricoltori

 Il contratto nazionale del lavoro per gli impiegati agricoli è stato firmato CiaColdirettiConfagricoltura,Flai-CgilFai-Cisl, l’Uila-Uil Confederdia. A darne notizia Giorgio Carra, segretario nazionale della Uila.

Nella nota rilasciata da Carra dopo la firma del contratto si legge:

In questo contesto è apprezzabile il risultato economico che prevede un aumento retributivo del 5,5% (2,6% dal 1/12/2012, 2,9% dal 1/9/2013), da calcolarsi sulle retribuzioni contrattate sia a livello nazionale che provinciale.
Ancor più significativo è il miglioramento di alcune tutele contrattuali, come la maternità obbligatoria che verrà integrata al 100% (era al 90%) e la possibilità di usufruire di periodi di aspettativa non retribuita di 6 mesi, anche nelle aziende con almeno tre impiegati (prima erano cinque).

Carra sottolinea, inoltre, che l’accordo è nato dopo una lunga trattativa con le parti coinvolte, trattativa che si è prolungata oltre i termini a causa della profonda crisi in cui versa il settore e che ha portato a diverse richieste sulle quali è stato necessario trovare un compromesso:

La situazione negativa del settore ha spinto le controparti a chiedere il ridimensionamento di alcuni istituti contrattualiRichiesta respinta, mentre sono stati ritoccati, marginalmente e solo per i nuovi assunti, i termini contrattuali previsti per il periodo di prova e di preavviso in caso di licenziamento.

Questo rinnovo si pone come un forte segnale a tutto il comparto agricolo italiano, in cui tutte le parti in causa hanno dimostrato di cercare il bene sia per i lavoratori che per le aziende, dimostrando quanto questo settore sia importante per l’economia italiana.

 

Fisco, le novità riguardanti l’agricoltura

Il comparto primario è sicuramente il settore che in questo periodo fa da traino all’economia italiana, posizionandosi davanti a comparti quali quello automobilistico e quello industriale.

Non vi è dubbio che l’agricoltura stia attraversando un buon momento di forma. Le novità fiscali approvate dall’emendamento presentato due giorni fa per quanto concerne il disegno di legge sulla stabilità, ne tengono conto e considerano molto il settore.

Parliamo, anzitutto, delle società agricole.

A decorrere dal 2013, Snc, Sas ed Srl agricole ritorneranno alla tassazione originaria: quella che si basa sulla differenza dei costi e dei ricavi. Confermate invece le previsioni contenute nel testo originario circa gli acconti d’impresa. Essi dovranno essere rideterminati tenendo in considerazione il bilancio e non con riferimento ai redditi catastali, a partire dal gennaio del prossimo anno.

Soffermiamoci su ditte individuali e società semplici. Queste due micro-categorie continueranno a determinazione il reddito sulla base dei criteri catastali.

Resta da considerare la nuova situazione fiscale relativa ai terreni agricoli.

La rivalutazione dei redditi dominicali e agrari dei terreni del 15% verrà applicata dal 2013 e non da quest’anno, come invece era stato inizialmente stabilito all’interno dell’originaria legge di stabilità.

Vi era infatti una rivalutazione del 15% che è ridotta al 5% se i terreni sono posseduti e coltivati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.

Aumenta l’occupazione nell’agricoltura

 In occasione del convegno su «Lavoro, occupazione, produttività» organizzato da Confagricoltura sono stati presentati i dati occupazionali del comparto riferiti al secondo trimestre del 2012, che mostrano come il settore agricolo, nonostante le difficoltà dell’economia italiana, sia una realtà in espansione in cui l’occupazione è in continua crescita.

Nel secondo trimestre del 2012 i dati Istat riportano un aumento del numero degli addetti all’agricoltura del 6,2%, che dimostra come il settore faccia da traino a tutti gli altri comparti economici che hanno fatto registrare, per lo stesso periodo, un calo tendenziale dell’occupazione dello 0,2%.

Circa un milione di lavoratori sono attualmente occupati nel comparto agricolo e si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, per un totale di cento milioni di giornate lavorative dichiarate e 9 miliardi di stipendi erogati, suddivisi in 935mila operai a tempo determinato, 117mila operai a tempo indeterminato e 35.500 impiegati.

Nel totale degli addetti all’agricoltura spiccano i giovani (il 28% sono persone di età compresa tra i 40 e i 49 anni, il 23% fino a 29 anni e il 6% che supera i 60 anni), che si concentrano, però, in un numero troppo esiguo di aziende: sono infatti solo 200mila le aziende del settore che sono riuscite ad impiegare nuova forza lavoro. Nello specifico un quarto della forza lavoro agricola si concentra nelle 500 aziende più grandi.