La Corte Appello sospende la multa per la Popolare di Bari

Le sanzioni che la Consob aveva comminato alla Banca Popolare di Bari sono sospese: si è pronunciata così ieri, 22 gennaio, la Corte d’Appello di Bari.

Le sanzioni pecuniarie amministrative per complessivi 2,6 milioni erano state disposte nei confronti di figure apicali della banca, manager, consiglieri di amministrazione e componenti del collegio sindacale dell’attuale e delle precedenti gestioni.

Il Presidente della Corte d’Appello aveva già sospeso le sanzioni il 16 e il 26 ottobre 2018, ieri la Corte ha confermato la sospensione con un provvedimento in cui ritiene ‘non pretestuosi’ gli argomenti addotti dalla Banca.

La notizia è stata resa nota dalla Popolare di Bari che ha anche comunicato che il merito sarà discusso nel prossimo mese di marzo.

La Consob contestava all’Istituto pugliese violazioni inerenti gli aumenti di capitale del 2014 e 2015 e la vendita di strumenti finanziari ai clienti e per questo aveva multato la Banca e dei suoi esponenti aziendali.

La Popolare di Bari aveva respinto i procedimenti sanzionatori, illustrando in un lungo elenco la sua posizione e sottolineando di aver operato correttamente, impugnando i provvedimenti davanti alla Corte d’Appello di Bari.

Banca Popolare di Bari: sospesa la multa della Consob

La multa della Consob nei confronti della Banca Popolare di Bari è stata sospesa dalla Corte d’Appello di Bari.

La Consob aveva approvato due delibere il 13 settembre, giorno delle dimissioni dell’ex presidente Mario Nava, in merito a presunte violazioni riscontrate nei periodi tra il 2014-16.

La Popolare di Bari non solo aveva respinto i provvedimenti con un lungo elenco di puntualizzazioni ma aveva anche reso noto che la Banca d’Italia aveva già effettuato un’ispezione “sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.

I contenuti delle due delibere della Consob erano stati resi noti dalla stampa e proprio su questo nei giorni scorsi la Banca Popolare di Bari aveva espresso “sorpresa e rammarico per la diffusione, con dovizia di particolari estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

Ieri è arrivata la decisione della Corte d’appello di Bari che ha disposto la sospensiva del provvedimento con il quale Consob, aveva multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’appello ha così accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

La Banca Popolare di Bari respinge le contestazioni della Consob

La Banca Popolare di Bari che tramite un comunicato respinge le contestazioni avanzate dalla Consob e diffuse dai media nei giorni scorsi.

“La Consob – precisa – non ha ‘bloccato la vendita di azioni’ e le sanzioni non sono state comminate alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis, ma a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa e si riferiscono a due distinti procedimenti”.

Qualche giorno fa è infatti circolato il contenuto di due delibere della Consob approvate il 13 settembre, giorno delle dimissioni dell’ex presidente Mario Nava, relative a presunte violazioni riscontrate presso la Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16. Si parla di sanzioni pari a 2,6 milioni per irregolarità sulle operazioni di aumento di capitale e omissioni di informazioni nei prospetti informativi.

La Banca barese non accetta queste accuse e chiarisce molti passaggi riportati negli articoli di stampa. Primo fra tutti che la contestazione è di 1,8 milioni anziché 2,6 milioni. Precisa inoltre le sanzioni non riguardano i componenti del collegio sindacale, il presidente Marco Jacobini, i manager Luigi e Gianluca Jacobini e anche l’ex direttore generale Vincenzo De Bustis.

Inoltre la Banca contesta l’applicazione integrale dei nuovi parametri sanzionatori: la normativa è entrata in vigore a marzo del 2016 e non potrebbe essere applicata a irregolarità avviate sin dal 2013.

Un’altra importante precisazione riguarda il fenomeno dei “finanziamenti baciati” che non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia.

In merito ai “finanziamenti baciati” la Banca Popolare di Bari evidenzia: “Le indagine interne hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.

Sull’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, la Popolare di Bari chiarisce: “Gli aumenti di capitale 2014 e 2015 sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

Anche sulle carenze segnalate da Consob sulla profilatura dei clienti gli ispettori (nel 2016) scrivono: “La Banca, come anticipato a giugno 2015, ha adottato un nuovo schema di questionario adeguandosi alle indicazioni dell’Esma in tema di adeguatezza”.

La Banca Popolare di Bari ricorda inoltre di aver subito una ispezione da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016, con esito positivo tanto da aver rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative.

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