Contributo a fondo perduto: chiarimenti sulla richiesta

Il contributo a fondo perduto è uno dei mezzi messi a disposizione dallo Stato per aiutare le partite Iva a fronteggiare i problemi nati durante e dopo il lockdown obbligato dalla pandemia di Covid 19: al fine di chiarire alcuni dubbi, l’Agenzia delle Entrate ha emesso una circolare dedicata.

Contributi volontari 2014: aliquote e importi

 La contribuzione volontaria all’Inps è uno strumento che l’Istituto ha messo a disposizione di alcune categorie di lavoratori per l’integrazione della pensione che verrà loro erogata quando si ritireranno dal lavoro.

Contributi volontari all’Inps, la guida

 In questi ultimi anni la pensione, tanto per i dipendenti che per i lavoratori autonomi, sta diventando sempre di più un miraggio. Tra le varie riforme dei mesi passati e quelle che potrebbero arrivare nei prossimi, il risultato è che serviranno sempre più anni di lavoro e di contribuzione per raggiungere i requisiti minimi per ottenere la pensione, che, inoltre, potrebbe essere anche più bassa di quanto ci si aspettava.

Per questo motivo è importante provvedere autonomamente, per quanto possibile, ad integrare quanto verrà erogato dall’Inps. Ci sono diversi modi per farlo, uno di questi è la contribuzione volontaria. Vediamo allora di cosa si tratta e chi può aderirvi.

Pagamento contributi collaboratori domestici, la guida

 La scadenza per il pagamento della prima tranche dei contributi per colf, badanti e collaboratori domestici è fissata al 10 aprile 2014. Ce ne saranno poi altre lungo il corso dell’anno.

Di seguito tutte le informazioni necessarie per essere in regola con l’Inps per questa e per le prossime scadenze.

Contributi colf e badanti: scadenza al 10 aprile con aumento

 In arrivo la prima scadenza fiscale per chi ha assunto una colf o una badante: il 10 aprile 2014, infatti, scadranno i termini per il pagamento dei contributi per i collaboratori domestici riferiti al primo trimestre di quest’anno.

Se la data era già nota a tutti coloro che hanno assunto del personale domestico, in molti probabilmente non sapevano che, a causa dell’adeguamento dei contributi e delle retribuzioni al costo della vita, si dovrà pagare qualcosa in più rispetto allo scorso anno. Ma ci sono anche delle altre novità, vediamo quali sono.

Si alza l’età pensionabile delle donne

 Si alza l’età in cui le donne potranno andare in pensione. Dal 1 gennaio 2014 serviranno 64 anni e 9 mesi. Un’innalzamento quello dell’età che prosegue da circa 10 anni, dalla riforma Amato del 1993 con l’età che è arrivata in maniera graduale fino ai 60 anni agli ultimi anni con la legge Fornero del governo Monti.
La riforma delle pensioni del governo Monti ha avvicinato l’età pensionabile delle donne a quella degli uomini. Il precedente governo Berlusconi aveva lavorato nella stessa direzione pensando a una equiparazione che iniziava nel 2014 e doveva arrivare al 2026. Poi la riforma è stata superata da quella del governo Monti.
Dal 1 gennaio 2012, l’età delle donne utile per andare in pensione è salita a 62 anni. Dal 2014 questa passerà a 63 anni e 9 mesi. Per le lavoratrici autonome, dal 1 gennaio 2014 l’età pensionabile si eleverà a 64 anni e 9 mesi. Per chi non ha raggiunto l’età si potrà andare in pensione se si sono versati 42 anni e 6 mesi di contributi.
Le donne possono scegliere di andare in pensione con le vecchie regole fino al 2015, che comprendono 57 anni di età e 35 anni di contributi. Questa però sarà una scelta esosa visto che il riferimento economico sarà basato sul sistema contributivo. Un aspetto meno vantaggioso rispetto a quello retributivo che si basa sugli stipendi degli ultimi anni. Per chi decide di andare in pensione con le vecchie regole si stima che la pensione sia minore di circa il 25%-30%.
Le pensioni delle donne sono più basse di quelle degli uomini perché c’è ancora una disparità nelle retribuzioni tra i due sessi. Verso l’equiparazione dell’età pensionabile, ma con retribuzioni ancora non simili.
La Commissione europea ha deciso di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per quanto riguarda le pensioni rosa. La legge che stabilisce una differenza tra i sessi negli anni di contributi necessari per andare in pensione in maniera anticipata sarebbe contro i regolamenti Ue in termini di parità tra i due sessi. In Italia, i contributi per la pensione anticipata sono 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne.

Guida alla rateazione dei debiti contributivi per accorpamenti Inpdap e Enpals

 L’Inps, con la Circolare 108/2013, ha dato notizia dell’entrata in vigore, a partire del 12 luglio 2013, delle nuove direttive per la rateizzazione dei debiti contributivi in fase amministrativa. Nella stessa circolare è specificata anche la procedura per la rateizzazione per i contribuenti debitori delle gestioni Inpdap e Enpals, ormai accorpate all’Inps.

► Le novità per i debiti contributivi, la rateizzazione breve

Quindi, per i contribuenti iscritti alle gestioni previdenziali Enpals e Inpdap, sussistono gli stessi principi di tutti gli altri contribuenti. Una volta che si sia verificata la presenza di debiti o sanzioni a carico del contribuente (che possono essere verificati anche con le nuove procedure telematiche dell’Inps), questi deve presentare una sola domanda telematica di rateizzazione, pena l’annullamento della richiesta, nella quale sono riassunti tutti i debiti accumulati.

È possibile rateizzare tutte le somme dovute per omissione o evasione, le somme dovute a titolo di ritenute previdenziali e assistenziali a carico dei lavoratori e anche gli eventuali crediti vantati dall’Inps.

 Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati

La rateizzazione standard ha durata di massima di 24 mesi. Nel caso in contribuente al quale siano stati contestati debiti contributivi in fase amministrativa non possa far fronte al pagamento in questo numero di rate, attraverso specifica domanda da inoltrare al Ministero del Lavoro, la rateizzazione può essere portata anche a 36 o 60 rate.