Tassi Bce, la spasmodica attesa degli investitori

 Non vogliamo dilungarci sull’analisi dei potenziali outcome di reazione, vuoi poiché ampiamente trattati durante i giorni scorsi, vuoi poiché rimaniamo fedeli al nostro credo che vuole che comandino gli occhi più che la mente.

Elezioni europee, nessuno scossone per l’Euro

 Scampati dunque i grandi timori sull’euro. Questo fine settimana portava con sé infatti aspettative importanti dal punto di vista politico dal momento che queste elezioni europee ponevano la stessa esistenza dell’euro come tema centrale, vista l’ampia presenza e popolarità delle forze antieuropeiste. L’apertura dei mercati non ha però messo in luce grandi novità sul fronte della moneta unica, così come sulla totalità degli altri benchmark di mercato.

Juncker Ue, si fa portavoce di serietà e crescita, non di austerità

 Dice Jean-Claude Juncker «Tutti i Paesi europei devono rispettare il patto di Stabilità». «A priori, non vedo alcuna ragione per cui debba essere concessa alla Francia, o all’Italia, una dilazione supplementare per ritornare entro i limiti del deficit. Ripeto: a priori, non la vedo».

I possibili interventi della Banca Centrale Europea nel corso del board di giugno 2014 – III

 In alcuni post pubblicati in precedenza abbiamo visto quali potrebbero essere i possibili interventi operati dalla Banca Centrale Europea in vista del prossimo consiglio direttivo del mese di giugno 2014. Due in particolare sono gli scenari che potrebbero presentarsi e l’Istituto di Francoforte prevede nel caso di un rialzo generale dei tassi di interesse un nuovo taglio dei tassi, dallo 0,25 attuale allo 0,10 per cento, e l’introduzione di un tasso di interesse negativo sui depositi, mentre nel caso di un peggioramento della morsa del credito un nuovo grande prestito alle banche che potrebbe prendere le forme di un ridotto quantitative easing per stimolare la concessione di prestiti alle imprese. 

La Banca Centrale Europea, si attende un’inflazione decrescente

 La Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse allo 0,25%.Le aspettative di inflazione peraltro permangono fortemente ancorate al ribasso e lo stesso Draghi ha evidenziato come il calo di un punto e mezzo percentuale nell’arco di un anno sia considerevole, sebbene legato per l’80% al calo dei prezzi dell’energia e dell’alimentare (e al crollo dei consumi, no?).

La Bce tra euro e disoccupazione

 L’euro delle 18 nazioni è sceso dello 0,6 per cento contro un paniere di valute di nove mercati sviluppati, poiché il presidente della banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha affermato il 13 marzo che il tasso di cambio è sempre più rilevante nella valutazione della stabilità dei prezzi.

La Bce, che si riunisce domani, è sotto pressione per arginare un anticipo di 20 mesi in euro che ha pesato sulla crescita e per l’inflazione che ha rallentato ad appena un quarto del suo obiettivo del 2 per cento. Tra le azioni che Draghi potrebbe prendere c’è tagliare i tassi di interesse ai minimi storici o interrompere il programma di acquisto di asset. I responsabili politici della Bce potrebbero mantenere il  tasso di riferimento a un record di 0,25 per cento, secondo molti.

 

La Bce prepara la riunione di giovedì

 

L’ euro si è rafforzato dell’8,1 per cento rispetto all’anno passato dopo quattro flessioni annuali dal 2009 al 2012. La valuta si è rafforzata dello 0,2 per cento contro il dollaro a 1,3769 nel primo trimestre. Alcuni economisti prevedono che la moneta comune possa crescere a 1,40 dollari quest’anno. L’euro è stato sostenuto dai segni di ripresa dell’economia della regione.

Mentre la forza dell’euro è un successo di Draghi al culmine della crisi del debito sovrano, il rischio concerne la disoccupazione quasi record.

Gli indici sugli acquisti rilasciati la scorsa settimana hanno mostrato che la produzione e i servizi di attività nel primo trimestre sono stati al livello più forte in quasi tre anni, e la fiducia in Europa è stata la più alto dal 2011. Nella zona euro, il tasso di disoccupazione era al 11,9 per cento nel mese di febbraio, mentre in Italia è salito al 13 per cento, sottolineando il dilemma funzionari della Bce.

Con l’euro la vita costa il doppio?

 La diffusa sensazione che  l’euro abbia comportato quasi il raddoppio dei prezzi, non è tanto lontano dalla realtà dei fatti. Lo certifica uno studio elaborato dal Comitato contro le Speculazioni e per il Risparmio (CASPER) in cui sono riunite le associazioni Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori. Secondo questa ricerca, infatti, dalla data di entrata in circolazione dell’euro, gli aumenti medi dei prezzi sono stati del 53,7% ed hanno ridotto il potere d’ acquisto delle famiglie di quasi il 40% (39,7%).

Benché la percentuale di perdita sia in parte imputabile anche agli effetti della crisi economica, resta il fatto che -nel dettaglio- una famiglia media composta da 4 persone, a livello di consumi inalterati, nel periodo di riferimento ha “perso” in totale 10.850 euro.

 

Draghi, Bce, vuole diminuire la forza dell’euro

 

Secondo la ricerca del CASPER, uno degli esempi più eclatanti di aumento riguarda il cono gelato, il cui prezzo medio, tradotto in euro, è salito da 0,77 centesimi a 2 euro, con un incremento del 159,7%. Anche il tramezzino da bar, partendo da 0,77 centesimi, è arrivato a 2,3 euro, segnando un crescita di costo pari al 192,2%.

La classica penna biro, il cui prezzo si aggira oggi attorno a 0,80 centesimi, nel dicembre 2001 veniva a costare 0,26 centesimi:in questo caso l’incremento percentuale è stato del 207,7%.

Nella top ten dei beni e servizi che hanno subìto quasi il raddoppio dei prezzi le Associazioni segnalano i blue jeans, la giocata minima del Lotto, i pomodori pelati,i biscotti, i biglietti dei trasporti urbani, e la pizza Margherita la cui quotazione media è cresciuta da 3,36 a 6,50 euro, con un incremento di 93 punti percentuali.