Le novità Imu per gli enti No Profit: versamenti in tre rate

 Numerose le novità introdotte dal Governo per quanto riguarda Imu ed Enti no Profit. Una delle più importanti concerne le modalità di versamento. I versamenti, secondo il Comma 721 della legge 147/2013, registrano una dilazionein tre rate. Le prime due rate andranno versate una il 16 giugno 2014 e una il 16 dicembre. L’importo per ciascuna rata è pari al 50 per cento dell’imposta complessivamente versata per l’anno precedente.

Le novità Imu per gli enti No Profit

 Numerose le novità Imu anche per ciò che concerne gli immobili degli Enti no Profito. Una di queste concerne l’allargamento dei casi di esenzione disciplinato in relazione al Decreto legge 102/2013. Il Dl ha aggiunto un’ulteriore ipotesi di esenzione a quelle già contemplate dall’articolo 7 del Dlgs 504/1992. Ora è prevista l’esenzione, a partire dal primo gennaio di quest’anno, anche per ciò che riguarda gli immobili finalizzati allo svolgimento di attività di ricerca di natura scientifica.

Imu: anche le dimore storiche vanno al catasto

 La nuova disciplina dell’Imu mette sotto scacco anche le case di lusso. La nuova normativa le esclude da ogni forma di agevolazione e le condanna al catasto. In altri termini, dovranno pagare la rata anche i soggetti che sono in possesso di abitazioni classificate nelle categorie catastali:

– A1 (ovvero le abitazioni signorili);

– a8 (le ville);

Imu: nuovi casi di esenzione per l’abitazione principale

 L’isitituzione della nuova imposta unica comunale, mediante la legge 147/2013 non implica variazioni importanti per l’Imu. L’imposta municipale unica, infatti, sarà ancora disciplinata mediante regole autonome. La legge di stabilità, però, ha portato dei cambiamenti, destinati a essere soggetti agli interventi legislativi approvati nel corso dello scorso anno.

Casa: il gettito fiscale torna al livello del 2012

 L’accoppiata Imu e Tasi implica degli aumenti sul gettito fiscale. L’obiettivo delle riforme è quello di raccogliere soldi tassando anche il 30% delle abitazioni con basso valore catastale che non erano soggette a Imu e Ici. La strategia porterà nelle case dello stato, se finalizzata, 1,7 miliardi. Resta da capire se, a seguito della nuova maggiorazione Tares, questi soldi serviranno per le detrazioni. Detrazioni che al momento sembrano non poter ‘godere’ dei 500 milioni messi a disposizione dalla legge di stabilità.

Chi può calcolare la mini Imu

 La mini Imu che va pagata entro il prossimo 24 gennaio continua a creare problemi per il suo calcolo, tanto che sono stati presi d’assalto Caf e commercialisti che dovranno occuparsi di calcolare quanto i contribuenti dovranno versare su prime case e terreni agricoli nei prossimi giorni.

Precisazioni sulla mini Imu

 Il 24 gennaio bisogna fare  il pagamento della mini Imu, tassa che è dovuta dai proprietari di prime case e terreni agricoli, appartenenti ai Comuni che hanno approvato l’aliquota Imu dal 4 al 5 o 6 per mille. La mini Imu va saldata anche sulle pertinenze delle prime case, come box e cantina.

Per la Mini Imu costa più la consulenza fiscale che l’imposta

 Tra pochi giorni un certo (gran) numero di italiani si troverà probabilmente a versare ai CAF più soldi di quanti ne dovrà versare allo Stato sotto forma di mini IMU.

 

► Mini Imu su box, prima casa e pertinenze

 

È questo il paradosso col quale si troveranno a fare i conti molti proprietari di prima casa che in questi giorni affollano i Centri di Assistenza Fiscale in vista della scadenza del prossimo 24 gennaio, che è stata confermata dal Ministero dell’Economia come scadenza non prorogabile, nonostante le insistenti richieste avanzate dai Caf stessi e dal Codacons per il rinvio di almeno un mese della data di pagamento.

Il paradosso nasce dal  “contrasto” tra le tariffe richieste dai fiscalisti per calcolare il residuo di imposta e l’esiguità dell’imposta stessa.

Per regolare la pratica Mini mu, la generalità dei Caf  e dei commercialisti chiedono una cifra che mediamente spazia dai 2 ai 30 euro: ciò comporta che la stragrande maggioranza dei cittadini spenderà più soldi per la consulenza che per la tassa in sé.

Il gettito complessivo derivante dall’imposta è calcolato in 440 milioni di euro.

La città in cui l’imposta peserà in media di più è Milano (59 euro), seguita da Torino con 58 euro, Napoli con 51 e Roma con 43.

Si versa il 40% della differenza dell’imposta dovuta in base all’aliquota nazionale (lo 0,4%), rispetto all’aliquota addizionale imposta dal comune, al netto della detrazione fissa di 200 euro e di 50 euro per figlio.

 

 Cancellare la Mini Imu? La storia continua e regna la confusione

 

Ammontano a 10 milioni i proprietari di prima casa che sono tenuti a versare l’imposta nei 2.377 Comuni che hanno alzato l’aliquota IMU nel 2013.