Il consumo di petrolio in aumento nei Paesi emergenti

 L’Agenzia internazionale per l’energia stima che nel 2014 i 34 Paesi più sviluppati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico consumeranno meno della metà del petrolio utilizzato nel mondo. Sarebbe la prima volta che questo accade. Nel 2004 la loro quota era superiore al 60% e nel 2013 è stato stimata al 50,5%.

Nello stesso periodo, la quota di mercato degli Stati Uniti è scesa al 21% dal 25%, mentre quella della Cina è salita all’11% rispetto al dato precedente che era a meno dell’8%.

 

Petrolio, quotazioni stabili e prezzo benzina scnde

 

Ma la quota americana è stato stimata in leggera crescita nello scorso anno, il primo aumento annuale dal 1999.

La tendenza è quindi di una crescita del consumo di petrolio nei Paesi emergenti.

L’aumento della produzione americana l’anno scorso ha superato l’aumento di 836 mila barili al giorno del 2012. In termini percentuali, l’aumento del 15,3% dello scorso anno è stato il più alto dal 18,9% del 1940.

La produzione di petrolio degli Stati Uniti è scesa costantemente dai primi anni novanta fino al 2008, ma da allora è aumentato per cinque anni consecutivi, in gran parte a causa di un aumento della produzione di olio di scisto.

Come risultato, la produzione di petrolio negli Stati Uniti è salito al livello più alto dal 1989, anche se rimane ben al di sotto della produzione record di 9,6 milioni di barili al giorno del 1970.

L’agenzia prevede che la produzione americana continuerà a crescere nel 2014 con l’aggiunta di 782.000 barili, a 8,3 milioni di barili al giorno.

Se tale previsione si rivelerà esatta, la produzione di petrolio negli Stati Uniti sarà aumentata del 46% nel triennio 2011-2014. Non c’è stato un aumento così alto in un  triennio dagli anni 1921-1924, esattamente nove decenni fa.

La produzione Usa del petrolio continua a salire

 L’Agenzia internazionale per l’energia ha affermato che la produzione di petrolio negli Stati Uniti è aumentata di un record di 992 mila barili al giorno nello scorso anno. L’aumento ha lasciato la produzione negli Stati Uniti a 7,5 milioni di barili al giorno, mentre la produzione stimata per novembre e dicembre è di più di otto milioni di barili al giorno.

 

Previsioni andamento prezzi petrolio 2014

 

Il consumo di petrolio negli Stati Uniti è aumentato lo scorso anno. L’agenzia ha aumentato la sua stima di crescita del consumo di petrolio americano nell’ultimo trimestre dell’anno, anche se ha abbassato la stima di crescita in alcuni altri Paesi, compresa la Cina. Oltretutto, il consumo mondiale è aumentato dell’1,4%, rendendo lo scorso anno il primo dal 1999 in cui l’uso di petrolio negli Stati Uniti è aumentato più rapidamente che nel resto del mondo.

L’agenzia ha detto che la domanda è stata forte nel settore petrolchimico degli Stati Uniti, che ha beneficiato del fatto che l’aumento dell’offerta ha portato agli americani i prezzi del petrolio greggio minori a quelli di molti altri paesi. L’agenzia stima che la domanda di benzina negli Stati Uniti è aumentata a causa della crescente fiducia dei consumatori e ale maggiori vendite di veicoli sport utility.

Il consumo di petrolio nella maggior parte dei Paesi sviluppati rimane ben al di sotto dei livelli del 2007, l’ultimo anno pre recessione. Gli Stati Uniti si stima abbia utilizzato l’8,5% in meno di petrolio nello scorso anno di quanto abbia fatto nel 2007, mentre la domanda è in calo di circa il 25% in Italia e Spagna, che sono i Paesi europei che sono stati duramente colpiti dai problemi della crisi nella zona dell’euro. Spicca la Germania, con 2.013 di utilizzo pari a quella del 2007.

Nei Paesi in via di sviluppo, il consumo di petrolio è stato in costante aumento. La domanda in Cina e in Brasile è più del 30% del 2007, e il consumo in India è del 17% superiore.

La ripresa sta incrementando la domanda di petrolio per l’Agenzia internazionale per l’energia

 La domanda globale di petrolio aumenterà più rapidamente di quanto previsto in precedenza per quest’anno, considerato che la crescita economica nei paesi industrializzati è in ripresa, come afferma l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie).

L’Aie, che consiglia la maggior parte dei grandi Paesi consumatori di energia sulla politica energetica, ha detto che la maggior parte delle principali economie del mondo sono oggi libere dai vincoli della recessione. La domanda quindi torna a crescere e a questo si lega anche il fatto che le economie emergenti richiedono sempre più petrolio per loro esigenze.

Le previsioni sono che il consumo di greggio aumenterà di 1,3 milioni di barili al giorno per quest’anno per un totale di 92,5 milioni di barili al giorno, rispetto ai 91,2 milioni di barili dello scorso anno e ai 90 milioni del 2012.

 

Come investire in materie prime

 

L’aumento della produzione di greggio degli Stati Uniti ha contribuito a bilanciare gli effetti delle interruzioni delle forniture che si sono avute in alcuni Paesi dell’Opec lo scorso anno. Negli Stati Uniti la produzione di olio di scisto ha raggiunto livelli record, ma quest’anno l’Opec dovrà anche aumentare la sua produzione per soddisfare la crescente domanda.

L’anno scorso, l’instabilità politica ha portato all’abbassamento delle esportazioni libiche, a volte a meno del 10% della capacità, e i barili iraniani sono scomparsi dal mercato a causa delle sanzioni. La Libia ha quindi interrotto le forniture di greggio per motivi che concernono la stabilità politica e le sanzioni internazionali.

L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti conducono l’aumento mentre la Libia ha visto un aumento modesto.

 

I vantaggi e gli svantaggi dell’investimento in materie prime

 Gli investimenti in materie prime o commodities riguardano le merci come quelle legate al cibo, all’energia e ai metalli. Il mais, il greggio, piuttosto che l’oro, l’argento, il platino o il palladio: sono queste alcune delle materie prime sulle quali si può investire.

Queste merci sono una importanti nella vita quotidiana e utili per diverse cose. Nello stesso tempo, queste materie prime possono essere la base di investimenti utili per diversificare oltre a quelli che si riferiscono alle azioni e alle obbligazioni.

 

► Come investire in materie prime

 

L’investimento in commodities si basa sulla possibilità di guadagni attraverso i movimenti di prezzo delle materie prime. Ad esempio, negli ultimi due anni l’oro è sceso molto di prezzo, passando dai circa 40 euro al grammo di più o meno due anni fa a meno di 30 euro al grammo di oggi. Gli investitori in oro hanno perso dei soldi, mentre chi invece ha investito in palladio, il materiale che è utilizzato per la produzione di smatphone e tablet, ha visto incrementare i suoi guadagni. Per i prossimi mesi le previsioni per l’oro sono ancora di calo e per il palladio di crescita.

Vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi degli investimenti in commodities.

Vantaggi

  • La semplicità in quanto l’investimento concerne la merce sottostante e il prezzo di questa;
  • L’azione della leva può permette grandi profitti se ci si inserisce bene negli investimenti commerciali;
  • I conti di deposito minimo consentono di controllare i contratti che normalmente non si è in grado di permettersi;
  • Si può aumentare rapidamente il proprio conto con i guadagni.

Svantaggi

  • I mercati dei futures possono essere molto volatili e l’investimento diretto in questi mercati può essere molto rischioso, soprattutto per gli investitori inesperti;
  • L’azione della può aumentare gli utili ma anche le perdite;
  • Il commercio di una materia prima può andare contro gli investimenti fatti e si potrebbe perdere il deposito iniziale prima di essere in grado di chiudere la posizione.

L’elemento fondamentale da considerare quando si vuole investire in commodities è l’esperienza e la conoscenza del mercato in modo da avere maggiori possibilità di seguire I trend dei prezzi e realizzare dei profitti.

Come investire in materie prime

 Le materie prime o commodities, siano essi legati al cibo, all’energia e ai metalli, sono una parte importante della vita quotidiana. Allo stesso modo, le materie prime possono essere un modo importante per gli investitori di diversificare i loro investimenti principalmente fatti in azioni e obbligazioni. L’investimento in commodities permette di trarre profitto dai movimenti di prezzo.

Molte persone non investono in materie prime perché scoraggiati dall’idea che ci voglia molto tempo, denaro e competenza. Oggi, ci sono una serie di percorsi diversi per i mercati delle materie prime, e alcuni di questi percorsi rendono facile anche l’investimento a medio termine.

 

Petrolio, quotazioni stabili e prezzo benzina scende

 

Tra gli strumenti si adattano meglio all’investimento in materie prime c’è il mercato dei futures. Un modo conosciuto per investire in materie prime è attraverso un contratto future, che è un accordo per acquistare o vendere, in futuro, una determinata quantità di un merce a un prezzo specifico. I contratti futures sono disponibili su materie prime come il greggio, l’oro e il gas naturale, e su prodotti agricoli, come i bovini o il mais.

La maggior parte degli investitori del mercato dei futures sono trader commerciali o istituzionali di merci che si basano sul commercio. Questi investono prendendo una posizione in grado di ridurre il rischio di perdite finanziarie a causa di una variazione di prezzo. Altri investitori, soprattutto individuali, sono gli speculatori che sperano di trarre profitto dalle variazioni del prezzo dei contratti futures. Gli speculatori in genere stabiliscono le loro posizioni prima che il contratto sia effettuato e non prendono mai in consegna effettiva la merce.

Per investire in contratti futures è necessario aprire un conto di intermediazione o avere un mediatore. Ogni contratto sulle commodiies richiede un deposito minimo variabile a seconda del broker, e il valore del conto aumenterà o diminuirà con il valore del contratto. Se il valore del contratto cala sarà richiesto di mettere più soldi nel conto per mantenere la posizione aperta. A causa delle enormi quantità di leva, i piccoli movimenti di prezzo possono significare enormi ritorni o perdite, e un conto futures può essere spazzato via o raddoppiato in pochi minuti. La maggior parte dei contratti futures considerano anche delle opzioni ad essi associate.

Petrolio, quotazioni stabili e prezzo benzina scende

 Le quotazioni internazionali del petrolio restano fondamentalmente stabili consentendo, così, una leggera diminuzione dei prezzi raccomandati sulla rete carburanti e a trarne vantaggi è soprattutto il diesel.

La produzione di petrolio in Arabia Saudita e la crescita degli Usa

 Secondo le ultime previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia degli Stati Uniti, grazie al boom di gas di scisto, gli Stati Uniti saranno quasi autosufficienti a livello energetico entro il 2015, superando sia la Russia sia  l’Arabia Saudita nella produzione di energia. Tutto questo potrebbe sembrare una cattiva notizia per l’Arabia Saudita , che potrebbe vedere la sua influenza in declino e il suo boom economico pluridecennale giunto al termine.

 

In calo la disoccupazione negli Stati Uniti

 

Ma l’abbondanza di petrolio negli Stati Uniti è in realtà una buona cosa per Riyadh. Negli ultimi decenni, i mercati petroliferi hanno registrato forti fluttuazioni dei prezzi, in particolare con la crescente domanda di petrolio nelle economie asiatiche emergenti. Il petrolio è la principale fonte d entrate per l’Arabia Saudita, quindi eventuali oscillazioni di prezzo creano grossi rischi per il regno.

 

Migliora l’occupazione negli Stati Uniti

 

Nei prossimi anni, l’aumento della produzione di energia in località diverse contribuirà a mitigare tali oscillazioni. Alla fine, l’aumento dell’offerta aiuterà anche a creare piani di prezzi del petrolio più stabili, che ora è stimato a circa 80 dollari al barile.

Nello stesso tempo, l’Arabia Saudita ha motivo di preoccuparsi per la sua posizione come fornitore mondiale. Storicamente, l’Arabia Saudita ha mantenuto oltre la metà della riserva del mondo. In futuro, la sua riserva di  due milioni di barili di petrolio si potrebbe rivelare cruciale in caso di crisi di approvvigionamento. I mercati che hanno sempre utilizzato l’Arabia Saudita continueranno a farlo, e nessun altro Paese è in grado di avere una capacità produttiva sufficiente per accumulare una grande riserva di questo tipo.

Dal momento che la domanda di petrolio è destinata a crescere , Riyadh non vede nella produzione degli Stati Uniti una concorrenza che può portare rischi.

Secondo l’Energy Information Agency, tra il 2010 e il 2040 la domanda da parte di Paesi che non sono membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico aumenterà di 19,3 milioni di barili. Tra il 2011 e il 2030, la Cina aumenterà il consumo di petrolio di ben il 66% e in l’India di oltre il 100%. Inoltre, secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, ci vorranno decenni prima che gli Usa raggiungano l’indipendenza energetica totale. A causa di tutto ciò, la domanda per le esportazioni energetiche saudite è destinata a crescere.

Petrolio Brent, la forte domanda dalla Cina

 In ripresa le quotazioni del petrolio Brent, che ha visto una forte discesa del prezzo nelle prime fasi delle contrattazioni  di gennaio. Ma dopo le news in arrivo da Cina e Iraq, i prezzi hanno ripreso a correre.

Tre società petrolifere da considerare

 Nel 2014 si attende la ripresa economica e l’uscita dalla crisi che ha contrassegnato gli  ultimi anni. Nel settore dell’energia, la richiesta è sempre alta e non mostra segni di crisi, e questo è un elemento che favorisce alcuni grossi gruppi petroliferi mondiali. Per gli investimenti, quindi, è bene considerare il rendimento della cedola garantito da questi gruppi e la possibilità di rialzo che contengono.

► Previsioni andamento prezzi petrolio 2014

Vediamo alcuni di questi gruppi.

Occidental Petroleum Corporation

Buoni guadagni per la compagnia petrolifera e del gas che è tra le più grandi. La capitalizzazione di mercato è di 76 miliardi di dollari e la società paga un dividendo di 2,56 dollari per azione con un rendimento del 2,7%. Il dividendo è garantito dai guadagni della società che ha un payout ratio del 45%.

 

► Prezzi di oro e petrolio, previsioni 2014

Marathon Oil Corporation

Questa è una società indipendente che si trova in tutto il mondo. La capitalizzazione di mercato è di 24,5 miliardi di dollari e il dividendo è di 76 centesimi per azione con un rendimento del 2,1%. Il payout ratio è del 31%. Il gruppo americano ha grandi margini di crescita in alcune zone come Bakken e sta sviluppando una politica che investe in zone che hanno più possibilità di sviluppo come il Kurdistan, il Gabon e il Golfo del Messico. Produzione prevista in crescita nel 2014 e redditività in aumento.

Exxon Mobil

La compagnia ha una quotazione che nel 2013 è aumentata del 16% e le previsioni sono di ulteriore crescita. Il dividendo è di 2,52 dollari con un rendimento del 2,50% e un payout ratio del 33%. I guadagno sostengono il rendimento e la società ha comunicato che potrà collaborare con Rosneft in Russia e operare quindi in Siberia occidentale. Gli esperti considerano puntare in questa società come un investimento a basso rischio e a dividendo alto.

Euro in calo e Spread attorno ai 200 punti. Borsa di Milano migliore in Europa

 La Borsa di Milano è la migliore d’Europa in questa giornata di festa per l’Epifania. Piazza Affari cresce di circa l’1%, migliore insieme a Madrid, grazie ai rialzi dei titoli bancari. Il Ftse Mib fa segnare un +0,77%. Le altre Borse europee sono in rialzo e non sembrano influenzate dalla chiusura negativa a -2,2% della Borsa di Tokyo. A Francoforte la crescita è dello 0,30%, a Parigi dello 0,15% e a Londra dello 0,01%.

► Piazza Affari non risente del calo di Tokyo

I mercati finaziari aspettano i dati di venerdì sul mercato del lavoro negli Stati Uniti e le mosse delle banche centrali. Si attendono le minute della Fed mercoledì e giovedì ci sarà la riunione della banca centrale europea (Bce). Questi elementi potrebbero modificare la cautela registrata oggi in diverse Borse europee.

► Per Saccomanni dal 2014 la ripresa economica

A Piazza affari bene i titoli bancari, con Mediobanca a +3,3%, Banco Popolare a+2,99%, Mps a +2,89%, Unicredit a +2,85% e Bpm a +1,41%. Oggi era il primo giorni di quotazione in Borsa per UnipolSai, nato dalla fusione di Unipol, Milano Assicurazioni e Premafin in Fonsai, che è in rialzo del +3%.

Tra gli altri titoli, Eni in rialzo a +0,80% e Telecom Italia negativa a -1,19% dopo le smentite di Telefonica sulle offerte su Tim Brasil.

L’euro è in calo a 1,3578 dollari e a 141,74 yen. Lo Spread a 202 punti.
Per quanto riguarda le commodities, in rialzo il petrolio sui mercati asiatici.Il Brent del mare del Nord è scambiato a 107,04 dollari al barile in crescita di 15 centesimi. In crescita anche l’oro dopo che nel 2013 è calato di molto. Il lingotto con consegna rapida è a 1.246,4 dollari l’oncia. Il rialzo è dello 0,8%.