Requisiti per l’assegno di invalidità civile

 Cos’è la prestazione di invalidità civile

L’assegno di invalidità civile è una prestazione che viene erogata dall’Inps ai contribuenti che ne facciano richiesta presentando la documentazione che attesta la sopraggiunta riduzione della capacità lavorativa per infermità fisica o mentale.

Chi ha diritto all’assegno per invalidità civile?

La prestazione di invalidità civile spetta a lavoratori dipendenti, autonomi anche se iscritti a fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.

I requisiti per avere l’assegno di invalidità civile

Per ottenere l’assegno di invalidità civile il soggetto

Deve aver subito riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo

Deve aver accumulato almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.

L’assegnazione della prestazione di invalidità civile non obbliga il soggetto a cessare l’attività lavorativa.

Come si presenta la domanda per l’assegno di invalidità civile?

Come si calcola l’importo dell’assegno di invalidità civile

Come le pensioni, anche l’importo dell’assegno di invalidità civile viene calcolato in base al sistema contributivo (in base all’ammontare dei contributi versati) se l’attività lavorativa del soggetto richiedente è iniziata dopo il 31 dicembre 1995 e con il sistema misto per i lavoratori che hanno iniziato prima di quella data. 

Erogazione e validità dell’assegno di invalidità civile

La prima erogazione dell’assegno di invalidità civile avviene ad un mese della presentazione della domanda, se il contribuente soddisfa tutti i requisiti.

Dopo tre anni è necessario fare nuova richiesta di invalidità civile, ma a partire dal terzo rinnovo diviene automatica e trasformata in pensione di vecchiaia quando si raggiunge l’età pensionabile.

Come si presenta la domanda per l’assegno di invalidità civile

 La domanda per l’assegno di invalidità civile deve essere presentata all’Inps per via telematica. Alla domanda deve essere allegata tutta la documentazione che certifica la sopraggiunta perdita di capacità lavorativa.

Il primo requisito per ottenere l’assegno di invalidità civile è la perdita di più di un terzo della capacità produttiva per sordità, cecità, handicap e disabilità.

Come si presenta la domanda per l’invalidità civile

La procedura per la presentazione della domanda di invalidità civile è stata completamente informatizzata – pur rimanendo una delle procedure più complicate – a partire dal 1 gennaio 2010.

Prima di procedere all’inoltro della richiesta, è necessario reperire tutta la documentazione necessaria per la certificazione del sopraggiunto stato di invalidità.

Visita presso un medico certificatore

Il soggetto che vuole fare richiesta dell’assegno di invalidità civile deve recarsi da un medico certificatore in possesso del Pin rilasciato dall’Inps per la compilazione dei certificati on line.

Lista dei medici certificatori dell’Inps

Il medico procederà ad una visita preventiva necessaria per attestare la natura dell’invalidità. Lo stesso medico invierà il certificato all’Inps e ne stamperà anche una copia per il paziente. Il certificato ha un numero identificativo che deve essere riportato nella domanda.

Richiesta della visita della Asl

Entro 30 giorni dal rilascio del certificato, il soggetto deve richiedere una visita alla Asl di competenza per il territorio. Al momento della visita dovrà essere esibito il certificato.

Se non si richiede la visita entro 30 giorni, il certificato scade e sarà necessario ripetere la visita.

Invio della domanda all’Inps

Il richiedente deve inviare la domanda all’Inps per via telematica (può procedere da solo se in possesso di un Pin personale o richiedere l’assistenza di un Caaf). Per farlo è necessario compilare il modello della domanda sul sito dell’Inps in tutte le sue parti, inserendo anche il codice identificativo del certificato.

All’invio della domanda il sistema propone una data per la visita di controllo.

 Esposto per falsi invalidi – Guardia di Finanza

La visita dell’Inps

La data proposta dal sistema può essere modificata temendo conto che la prima visita deve avvenire entro i 30 giorni dalla data della visita dell’Asl, periodo ridotto a 15 giorni per patologia oncologica. Il richiedente sarà avvertito della visita tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

Questa seconda visita avverrà in presenza di una commissione medica dell’Asl di riferimento (integrata da un medico dell’Inps), che ha il compito di redigere un verbale elettronico che deve essere approvato all’unanimità da tutti i componenti.

In caso di parere non unanime l’Inps acquisisce la documentazione per procede ad una ulteriore analisi, della quale darà responso, se positivo entro dieci giorni e, se negativo, ad una nuova visita entro 20 giorni.

Prorogata la validità dei certificati di esposizione all’amianto per gli esodati

 Con il Decreto del Fare è stato raggiunto un importante traguardo per gli esodati che durante la loro carriera lavorativa siano stati esposti all’amianto.

► Tiriamo le somme sugli esodati: il primo decreto

L’articolo 42-ter della legge di conversione al decreto legge del fare, infatti, ha previsto che i certificati rilasciati dall’Inail che accertano l’esposizione all’amianto restino validi anche per la definizione dell’ammontare del trattamento pensionistico anche per tutti i lavoratori che risultino cessati (mobilità, proseguimento volontario contributi e beneficiari di fondi di solidarietà) alla data del 23 giugno 2013, giorno di entrata in vigore del del D.L. 76/2013.

Quindi, per tutti questi lavoratori esodati il calcolo del trattamento pensionistico si effettuerà in base ai coefficienti di moltiplicazione definiti in base al grado di esposizione all’amianto, e sono invalidati tutti i provvedimenti di revoca delle certificazioni già rilasciate.

Cos’è il beneficio previdenziale per l’esposizione all’amianto

Il beneficio previdenziale che l’Inps ha accordato in relazione all’esposizione all’amianto consiste in una maggiorazione del trattamento pensionistico in base a dei coefficienti di moltiplicazione proporzionali al tempo di esposizione del lavoratore.

► Tiriamo le somme sugli esodati: il secondo e terzo decreto

I coefficienti di moltiplicazione delle pensioni per l’esposizione all’amianto

I coefficienti di moltiplicazione che si applicano ai trattamenti pensionistici erogato dall’Inps hai lavoratori che ne abbiano fatto richiesta tramite certificazione dell’Inail sono:

1. 1,5 per i periodi di prestazione lavorativa nelle miniere e nelle cave di amianto;

2. 1,5 al periodo di esposizione all’amianto, nel caso di contrazione di malattia professionale documentata dall’INAIL a causa della medesima esposizione;

3. 1,25 all’intero periodo di esposizione all’amianto soggetto alla relativa assicurazione INAIL, purché di durata superiore a 10 anni.

Guida alla rateazione dei debiti contributivi per accorpamenti Inpdap e Enpals

 L’Inps, con la Circolare 108/2013, ha dato notizia dell’entrata in vigore, a partire del 12 luglio 2013, delle nuove direttive per la rateizzazione dei debiti contributivi in fase amministrativa. Nella stessa circolare è specificata anche la procedura per la rateizzazione per i contribuenti debitori delle gestioni Inpdap e Enpals, ormai accorpate all’Inps.

► Le novità per i debiti contributivi, la rateizzazione breve

Quindi, per i contribuenti iscritti alle gestioni previdenziali Enpals e Inpdap, sussistono gli stessi principi di tutti gli altri contribuenti. Una volta che si sia verificata la presenza di debiti o sanzioni a carico del contribuente (che possono essere verificati anche con le nuove procedure telematiche dell’Inps), questi deve presentare una sola domanda telematica di rateizzazione, pena l’annullamento della richiesta, nella quale sono riassunti tutti i debiti accumulati.

È possibile rateizzare tutte le somme dovute per omissione o evasione, le somme dovute a titolo di ritenute previdenziali e assistenziali a carico dei lavoratori e anche gli eventuali crediti vantati dall’Inps.

 Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati

La rateizzazione standard ha durata di massima di 24 mesi. Nel caso in contribuente al quale siano stati contestati debiti contributivi in fase amministrativa non possa far fronte al pagamento in questo numero di rate, attraverso specifica domanda da inoltrare al Ministero del Lavoro, la rateizzazione può essere portata anche a 36 o 60 rate.

A quanto ammonteranno le pensioni tra 20 anni? Le proiezioni dell’Inps

 Chi è entrato nel mondo del lavoro da poco tempo non avrà accesso allo stesso trattamento pensionistico riservato ai lavoratori più anziani, in quanto il calcolo della pensione verrà effettuato solo in base al sistema contributivo (e non più, quindi, anche in base al sistema retributivo) ossia all’ammontare dei contributi previdenziali versati all’Inps.

Con le nuove regole si alza anche l’età pensionabile e, quindi, per andare in pensione si dovranno attendere anche i 70 anni. Inoltre, dal momento che la pensione viene calcolata solo in base al sistema contributivo, non è detto che l’assegna che si percepirà sia commisurato alle esigenze di vita.

A questo proposito l’Inps ha elaborato alcune proiezioni nelle quali è stato calcolato il valore della prestazione pensionistica alla quale si avrà diritto in base al tasso di sostituzione (il valore dell’ultima retribuzione percepita) sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi che abbiano effettuato la prima iscrizione all’Inps al compimento dei 25 anni di età e che abbiano una retribuzione annua lorda in termini reali (in valore di oggi) pari a 15 mila euro.

I calcoli sono stati effettuati per autonomi e dipendenti di tre diverse età: 40, 50 e 60 anni.

Secondo questi requisiti, quindi, l’Inps ha evidenziato che:

– il lavoratore di 40 anni che ha iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996 avrà diritto alla pensione calcolata solo in base al metodo contributivo;

– il lavoratore di 50 anni al 1996 ha già accumulato una quota di pensione con il metodo di calcolo contributivo;

il lavoratore di 60 anni, se al 31 dicembre 1995 ha già accumulato 18 anni di contribuzione, potrà accedere al calcolo in base al sistema retributivo per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 2011; il sistema contributivo verrà utilizzato sull’anzianità maturata a partire dal 1 gennaio 2012.

Nel calcolo del valore delle pensioni in base al tasso di sostituzione effettuato dall’Inps, inoltre, i lavoratori dipendenti sono stati analizzati per tre diverse tipologie di carriera e, quindi, di retribuzione: lavoratore dipendente di livello medio impiegatizio (retribuzione finale pari a 30mila euro); dipendente di livello medio, come un funzionario, con una retribuzione finale di 60 mila euro e, infine, il dipendente di livello alto con ruolo dirigenziale e retribuzione, al momento del pensionamento, di 120 mila euro.

La stessa suddivisione è stata fatta per i lavoratori autonomi, prendendo in considerazione diversi livelli di reddito derivanti da attività di commercio.

Per entrambe le categorie di lavoratori il è stato preso in considerazione il pensionamento a 68 anni o 70 a seconda della situazione individuale.

 A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

► A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

Dall’analisi dei risultati delle proiezioni fatte dall’Inps si nota come con l’introduzione del solo metodo contributivo per il calcolo della pensione, i redditi che saranno garantiti ai futuri pensionati che solo da poco affacciati nel mondo del lavoro sono nettamente inferiori a quelli garantiti con il calcolo della pensione in base al sistema retributivo o misto.

Emerge fortemente anche il fatto che la pensione diminuisce con il decrescere dell’età dei contribuenti, con la copertura offerta dal sistema si riduca al crescere della retribuzione percepita.

Situazione, questa, che si fa ancora più marcata per i lavoratori autonomi.

Gli elementi che influiscono sul calcolo della pensione

Sul calcolo della pensione per le nuove generazioni, influiscono in maniera determinante le seguenti circostanze:

evoluzione retributiva durante la carriera;

tipologia di inquadramento contrattuale (sempre dipendente, contratti alternativi o libero professionista; eventuali periodi di part time eccetera);

scelte operate dal contribuente come richiesta del riscatto dei periodi di laurea, ricongiunzione o totalizzazione dei periodi maturati in più gestioni, adesione alla previdenza complementare, utilizzo del Tfr come forma di risparmio previdenziale.

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei lavoratori autonomi?

 Lavoratore autonomo di 40 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 40 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 15 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 45,6%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 33,2%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 24,8%;

Lavoratore autonomo di 50 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 50 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 25 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 55,5%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 43,8%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 34,2%;

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

Lavoratore autonomo di 60 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 60 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 35 anni (pensione a 68 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 76,9%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 65%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 50,1%;

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

 Lavoratore dipendente di 40 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un dipendente di 40 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 15 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. 1. Impiegato di livello medio con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 66,7%;
  2. 2. Funzionario con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 47,9%;
  3. 3. Dirigente con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 35,4%;

► A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei lavoratori autonomi?

Lavoratore dipendente di 50 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un dipendente di 50 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 25 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Impiegato di livello medio con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 76,7%;
  2. Funzionario con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 60,6%;
  3. Dirigente con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 47,1%;

Lavoratore dipendente di 60 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un dipendente di 60 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 35 anni (pensione a 68 anni) sono tre:

  1. Impiegato di livello medio con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 80,2%;
  2. Funzionario con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 73,0%;
  3. Dirigente con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 58,6%;

Il contributo di solidarietà sulle super pensioni è illegittimo

 Non ci saranno più prelievi “forzati” sulle pensioni d’ oro d’ Italia.

Con una sentenza emessa il 5 giugno scorso, infatti, la numero 116 del 2013, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il cosiddetto contributo di solidarietà fino a questo momento chiesto alle super pensioni, ovvero alle pensioni di importo superiore a 90 mila euro lordi l’ anno. 

Prorogati i termini per le dichiarazioni di chi ha pensioni legate al reddito

 I pensionati italiani che percepiscono una pensione mensile legata al reddito, hanno ricevuto una lettera dell’Inps con l’invito a presentare le dichiarazioni reddituali.

Nel ‘bustone’ sono contiene documenti specifici come il modello RED italiano o estero; l’integrazione RED 2010 – campagna RED 2011; i modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali (ICRIC, ICRIC-indennità di frequenza, ICLAV e ACCAS-PS) e il modello per indennità di frequenza.

Ora, dato il periodo feriale e i tanti adempimenti fiscali di questo periodo, l’Istituto di Previdenza ha ritenuto opportuno prorogare i termini per la presentazione per le verifiche reddituali e dei requisiti delle prestazioni per i titolari di trattamenti pensionistici legati al reddito e i modelli relativi ai titolari di prestazioni assistenziali.

Con il messaggio n. 1157/2013, l’Inps fa slittare il termine per la presentazione delle dichiarazioni reddituali per i possessori di un trattamento pensionistico legato al reddito al 31 ottobre 2013.

Come si presentano le dichiarazioni reddituali all’Inps?

I titolari di una pensione legata al reddito possono trasmettere all’Inps i documenti che attestano la loro situazione reddituale rivolgendosi ad un Caf o ad un professionista abilitato o possono provvedere individualmente, se in possesso di Pin, dal sito dell’Inps.

I requisiti retributivi e anagrafici per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2013

 La Riforma Fornero ha cambiato totalmente le regole per l’accesso dei lavoratori alla pensione, regole e requisiti che continueranno a modificarsi anche nei prossimi anni. Per capire qual è la vostra condizione e vedere se avete la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia già dal 2013, di seguito potete trovare una tabella riassuntiva dei requisiti necessari – sia contributivi che anagrafici – per le diverse categorie di lavoratori.

► Come richiedere la pensione di vecchiaia

I requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia per il 2013 – Uomini

Privati e pubblici anche autonomi: 66 anni e 3 mesi + 20 anni di contributi

Pensione anticipata: 42 anni e 5 mesi di anzianità contributiva

Totalizzazione: 40 anni e 3 mesi di anzianità contributiva

I requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia per il 2013 – Donne

Dipendenti private: 62 anni e 3 mesi di età + 20 anni di contributi

Dipendenti pubbliche: 66 anni e 3 di età + 20 anni di contributi

Autonome: 63 anni e 9 mesi di età + 20 anni di contributi

Anticipata: 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva

Liquidazione della pensione con della pensione con sistema contributivo:

1. Dipendenti: 57 anni e 3 mesi di età

2. Autonome: 58 anni e 3 mesi di età

► Come si riceve la pensione in anticipo

I requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia per il 2013 – Tutte le altre categorie

Pensione di vecchiaia contributiva con almeno 5 anni di contributi: 70 anni e 3 mesi d’età

Pensione anticipata solo contributiva (con assegno pari ad almeno 2,8 volte quello sociale): 63 anni e 3 mesi + 20 anni di contributi

Pensione anticipata in deroga: 64 anni e 3 mesi di età

Pensione di vecchiaia in deroga: 64 anni e 3 mesi di età

Totalizzazione per pensione di vecchiaia: 65 anni e 3 mesi di età + almeno 20 anni di contribuzione

Totalizzazione per pensione di anzianità: 40 anni e 3 mesi di anzianità contributiva

► Guida alla pensione di vecchiaia

I requisiti anagrafici e contributivi per la pensione di vecchiaia per il 2013 – Salvaguardati

Pensione di vecchiaia

Uomini: 65 anni e 3 mesi + 20 anni di contributi

Donne: 60 anni e 3 mesi + 20 anni di contributi

Pensione di anzianità con quote

1. Dipendenti: quota 97,3 + 61 anni e 3 mesi di età + almeno 35 anni di contributi

2. Autonomi: quota 98,3 + 62 anni e 3 mesi di età + almeno 35 anni di contributi