In crescita l’evasione dei contributi lavorativi

 Nei primi sei mesi dell’ anno un fenomeno in particolare ha caratterizzato il mondo del lavoro italiano: è stato quello dell’ evasione dei contributi lavorativi, che ha subito un incremento del 117% rispetto all’ anno precedente. Lo rileva, infatti, il dossier risultante dalle indagini compiute tra il mese di gennaio e il mese di giugno 2013 dagli uomini della Guardia di Finanza Italiana e dai militari dell’ Arma. I dati, poi, sono stati diffusi dal Ministero del Lavoro.

Quali lavoratori devono iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps?

 Per i lavoratori autonomi che non hanno nessuna cassa di previdenza, perché per la loro professione non è previsto un albo o un ordine con la rispettiva cassa, l’Inps ne ha messa una a disposizione, la Gestione Separata.

Cos’è la Gestione Separata dell’Inps?

La Gestione separata è quindi un fondo pensionistico al quale si devono iscrivere i lavoratori autonomi e al quale loro stessi dovranno versare la quota per la copertura dei contributi previdenziali.

La nascita della Gestione Separata risale alla riforma pensionistica Dini (L. 335/95 (art. 2, c. 26) che prevedeva la possibilità anche per gli autonomi senza cassa previdenziale di avere le tutele necessarie.

Chi si deve iscrivere alla Gestione Separata?

In base alla Legge 335/95 e seguenti normative in materia di Gestione Separata, devono iscriversi questa a cassa previdenziale:

– lavoratori autonomi che non hanno una cassa previdenziale; compresi i professionisti con cassa previdenziale se la loro attività non è ascrivibile all’ordine (ingegnere che fa sia lavoro autonomo che da dipendente);

– lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (c.d. co-co-co);

– venditori a domicilio;

– spedizionieri doganali non dipendenti;

– assegni di ricerca;

– beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca;

– amministratori locali;

– lavoratori autonomi occasionali;

associati in partecipazione con apporto di solo lavoro;

– medici con contratto di formazione specialistica (dall’anno accademico 2006/2007);

– Volontari del Servizio Civile Nazionale;

– prestatori di lavoro occasionale accessorio.

Guida alla Gestione Separata dell’Inps

Quali lavoratori devono iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps?

I redditi esclusi ed esenti dalla Gestione Separata dell’Inps

Come si calcolano anzianità e contributi per la Gestione Separata

Le aliquote di finanziamento della Gestione Separata

Aliquote contributive e massimali per il 2013

Gestione Separata dell’Inps: aliquote contributive e massimali per il 2013

 L’Inps ha reso noti i dettagli per il calcolo dei contributi 2013 per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, la cassa previdenziale creata dalla Riforma Dini del 1996 per i lavoratori autonomi e i professionisti per i quali non sono previsti albi e ordini e relative casse.

Aumentano le aliquote della Gestione Separata per il 2013

Quello che si nota dalla circolare dell’Inps è che, rispetto alla scorso, con l’entrata in vigore della Legge Fornero, sono state aumentante di 2 punti percentuali le aliquote ridotte, ossia quelle riservate ai lavoratori autonomi che hanno già un’altra copertura previdenziale e assicurativa.

Per loro un’aliquota al 20% (dal 18% dello scorso anno), mentre rimane invariata l’aliquota piena, pari al 27,72%.

Massimali e minimali di reddito per la Gestione Separata

Per chi è iscritto alla Gestione Separata il calcolo della contribuzione previdenziale si fa in base alle aliquote decise anno per anno dal Governo, che si applicano, però, fino ad una determinata soglia di reddito, che per il 2013 è stato fissato a 99.034,00.

Allo stesso modo, per avere l’accredito dei contributi, il reddito percepito nel 2013 per gli autonomi iscritti alla Gestione Separata è di 15.357,00.

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Quali lavoratori devono iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps?

I redditi esclusi ed esenti dalla Gestione Separata dell’Inps

Come si calcolano anzianità e contributi per la Gestione Separata

Le aliquote di finanziamento della Gestione Separata

Aliquote contributive e massimali per il 2013

 

Le aliquote di finanziamento della Gestione Separata

 La Gestione Separata è la cassa previdenziale dell’Inps dedicata ai professionisti senza un albo o un ordine e la relativa cassa. Destinata a questa particolare categoria di lavoratori, ha delle regole specifiche di funzionamento, soprattutto per quanto riguarda il calcolo del reddito imponibile e la relativa contribuzione all’Inps.

Non prevedendo un minimale di contribuzione – come accade invece per la Gestione degli Agricoltori e dei Commercianti – per gli iscritti alla Gestione Separata l’importo da versare all’Inps si calcola in base a determinate aliquote di finanziamento, che  variano a seconda delle categorie di assicurato, del reddito e della titolarità di ulteriori rapporti assicurativi o pensionistici.

Aliquote di finanziamento della Gestione Separata: piena e ridotta

Dal 2007 queste aliquote sono due (da applicare a qualunque livello di reddito fino a concorrenza del massimale previsto per l’anno di riferimento):

1. aliquota piena, applicata a tutti i soggetti privi di altra copertura previdenziale obbligatoria e non pensionati;

2. aliquota ridotta, applicata ai soggetti già iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria o già titolari di pensione (diretta o indiretta).

Nel caso in cui il lavoratore abbia avuto nell’arco di un anno solare diverse situazioni previdenziali e assicurative, tali da variare la tipologia di aliquota da applicare, il totale sarà la somma dei diversi importi ottenuti dall’applicazione dell’aliquota di riferimento per ogni porzione di reddito.

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Come si calcolano anzianità e contributi per la Gestione Separata

Le aliquote di finanziamento della Gestione Separata

Aliquote contributive e massimali per il 2013

Come si calcolano anzianità e contributi per la Gestione Separata

 I lavoratori autonomi che si iscrivono alla Gestione Separata dell’Inps, accettano di provvedere autonomamente al versamento periodico dei contributi per maturare la pensione, ma le modalità di calcolo e di accredito dei contributi, essendo la Gestione Separata una cassa previdenziale particolare, sono un po’ diverse da quelle dei lavoratori autonomi.

Reddito e minimale contributivo nella Gestione Separata

Diversamente dalla Gestione Artigiani e Commercianti, per la Gestione Separata non esiste un minimale Inps da pagare, ma a somme che periodicamente viene stimata come parametro per gli artigiani e i commercianti, qui viene assunta come misura di riferimento per la copertura contributiva.

Infatti, la Gestione Separata dell’Inps prevede che i contributi versati vengano accreditati per mesi sulla base dell’importo corrisposto all’Istituto (che si calcola con ad aliquote diverse per tipologia di lavoratore): i redditi che superano il minimale saranno in grado di coprire i 12 mesi di contribuzione, mentre quelli sotto soglia contribuiranno in proporzione al loro importo totale.

In questo secondo caso i contributi versati saranno accreditati a decorrere dal mese di gennaio, indipendentemente dal mese o dai mesi dell’anno in cui i compensi vengono percepiti, tranne che per il primo anno di iscrizione alla Gestione Separata, quando l’accredito contributivo parte con il mese di iscrizione.

Quindi, per la Gestione Separata, diversamente da quanto accade per Agricoltori e Commercianti, non esiste un contributo minimo fisso uguale per tutti ma solo un reddito minimo di riferimento su cui calcolarlo.

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I redditi esclusi ed esenti dalla Gestione Separata dell’Inps

 La Gestione Separata dell’Inps nasce per dare ai lavoratori autonomi che non appartengono a specifici albi o ordini di avere una cassa dove poter versare e far maturare i contributi per la pensione e l’assicurazione.

Ma non tutti i redditi possono concorrere alla determinazione dell’imponibile e al relativo calcolo dell’importo da versare all’Inps.

In base al principio di cassa e all’equivalenza tra imponibile fiscale e contributivo, sono esclusi dall’assicurazione nella Gestione Separata, le seguenti tipologie di redditi:

– redditi da lavoro dipendente e assimilati;

– redditi d’impresa;

– redditi diversi.

I redditi esenti dalla Gestione Separata

Dal momento che la Gestione Separata dell’Inps è una cassa assicurativa e previdenziale a carattere residuale, i redditi che hanno già una tale copertura sono esenti. Tra questi ci sono i redditi per i quali si è già contribuito presso altri enti o casse previdenziali o presso altre gestioni pensionistiche Inps.

Con la riforma Dini, inoltre, sono state create apposite casse professionali per professioni che ne erano sprovviste, mentre alcune sono state incluse in quelle già esistenti. Quindi, non devono iscriversi alla Gestione Separata i lavoratori che percepiscono compensi per attività autonome come chimici, agronomi e dottori forestali, geologi, attuari, infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d’infanzia, psicologi, biologi, periti industriali, periti agrari ed agrotecnici, giornalisti professionisti e pubblicisti.

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Gestione Separata, principio di cassa ed equivalenza imponibile fiscale e previdenziale

 La Gestione Separata dell’Inps, la cassa previdenziale nata nel 1995 con la Riforma Dini per provvedere a dare una copertura previdenziale per i lavoratori autonomi e i professionisti che non hanno uno specifico album o ordine, e quindi la relativa cassa previdenziale.

Con l’iscrizione alla Gestione Separata il lavoratore autonomo si prende la responsabilità del versamento dei contributi previdenziali atti al raggiungimento dei requisiti per la pensione. La contribuzione e la relativa pensione per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata dell’Inps sono calcolati in base a due principi fondamentali: il principio di cassa e l’equivalenza tra l’imponibile fiscale e quello previdenziale.

Il principio di cassa

Il principio di cassa fa sì che i compensi del lavoratore che concorrono a formare il reddito imponibile sono quelli percepiti nell’anno solare nel quale sono stati percepiti, indipendente dal momento in cui sono stati inseriti.

Equivalenza fra imponibile fiscale e previdenziale

Per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata dell’Inps la base imponibile per il calcolo del contributo alla cassa previdenziale è calcolata secondo le stesse regole per l’individuazione dell’imponibile Irpef (l’importo che risulta dalla dichiarazione dei redditi e dagli accertamenti definitivi).

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Dall’INPS pensioni d’oro fino a 90 mila euro al mese

 Una interrogazione parlamentare è servita a svelare che dalle casse dell’ INPS vengono erogate, ogni mese, pensioni che superano ogni immaginazione. Se infatti il reddito annuo di una famiglia media italiana si aggira intorno ai 30 mila euro, quelle che ormai sono state definite le pensioni d’oro dell’ INPS prevedono l’ erogazione di un assegno pari fino al triplo ogni mese. 

Le 10 pensioni INPS più ricche d’Italia

 Non è uno scherzo o una notizia da quattro soldi. Anche l’ INPS, l’ Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, infatti, eroga ogni mese delle pensioni d’ oro che superano di gran lunga i 40 mila euro al mese. Anzi, ad essere precisi l’ assegno mensile più alti in assoluto supera i 91 mila euro mensili

Dall’Inps le istruzioni per il prepensionamento per eccedenza di personale

 L’Istituto di Previdenza Nazionale ha pubblicato la Circolare n 119 del 2013 con la quale dà le disposizioni per l’accesso al prepensionamento in caso di aziende con più di 15 dipendenti con eccedenza di lavoratori.

L’opportunità, prevista dalla Legge Fornero, prevede che in caso di personale in eccesso, i lavoratori che si trovano a meno di quattro anni dal raggiungimento dei requisiti per il pensionamento anticipato o di vecchiaia, possano accedere allo stesso trattamento economico che spetterebbe loro sulla base delle regole vigenti per l’accesso alla pensione.

►  I requisiti retributivi e anagrafici per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2013

La Legge Fornero prevede che sia l’azienda a farsi carico della prestazione finanziaria e dei contributi figurativi fino al raggiungimento del diritto al pensionamento per il lavoratore. Da quel momento sarà l’Inps a farsi carico del pagamento della pensione.

Con la circolare 110 l’Inps ha chiarito il procedimento per il prepensionamento del personale in eccedenza per le aziende con più di 15 dipendenti.

In primo luogo, per poter usufruire della pensione anticipata, l’azienda ne deve far richiesta all’Inps, dimostrando di aver già stipulato un accordo sindacale con i dettagli dell’operazione. Grazie all’indicazione del numero dei lavoratori coinvolti, l’Inps potrà definire l’importo della fideiussione che garantisce all’Istituto che l’azienda potrà farsi carico dell’impegno preso verso i lavoratori che vengono mandati in pensione.

L’ammontare dei contributi figurativi a carico del datore di lavoro sono determinati in base alle modalità di calcolo dell’Aspi, in base alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali percepita nel corso degli ultimi due anni, alla quale viene applicata l’aliquota prevista dal fondo previdenziale di appartenenza.

L’accordo tra l’azienda e i sindacati prevede anche la possibilità di includere il piano di pensionamento anticipato i lavoratori ai quali manca più di un anno per il raggiungimento dei requisiti pensionistici.

► Guida all’Aspi – Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Il calcolo della pensione che spetta al lavoratore eccedente è fatto in base alla data di accesso, senza considerare la contribuzione figurativa versata in futuro dal datore di lavoro. Solo quando il lavoratore avrà raggiunto i requisiti per l’accesso alla pensione, questa sarà nuovamente calcolata sulla base delle condizioni e della normativa in vigore al momento del pensionamento.

La pensione anticipata corrisposta dall’azienda ai lavoratori che vengono mandati in pensione per eccesso di personale non è soggetta a perequazione e non è reversibile. In caso di decesso del lavoratore sarà erogata dall’Inps la relativa prestazione indiretta.

► Che cos’è la pensione ai superstiti

La prestazione pensionistica erogata in caso di pensionamento anticipato per i lavoratori in eccedenza è cumulabile con eventuali redditi da lavoro dipendente o autonomo, quindi non ci saranno riduzioni in caso di rioccupazione del lavoratore.

In caso di decesso del dipendente infatti l’Inps (e non più la società) erogherà ai familiari aventi diritto la prestazione indiretta