Installazione dei pannelli solari

 Una casa più calda con un impegno economico ridotto e con un impatto ambientale contenuto, è questo il senso delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico previste dal governo.

Una volta considerati i destinatari delle agevolazioni, la cumulabilità degli stessi e una panoramica generale delle attività oggetto di sconto, abbiamo poi approfondito sia gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, sia gli interventi sugli involucri degli edifici.

Adesso passiamo in rassegna le detrazioni d’imposta previste per chi decide d’installare i pannelli solari. Per questo tipo d’interventi la detrazione fiscale massima prevista è di 60 mila euro.

Per pannelli solari s’intendono sia quelli per la produzione dell’acqua calda per usi domestici o industriali, sia quelli per la copertura del fabbisogno di acqua calda delle piscine o delle strutture sportive, sia quelli per le case di ricovero e cura, per gli istituti scolastici e per università.

E’ chiaro quindi che la produzione di acqua calda tramite pannelli solari può essere richiesta anche in ambito commerciale, ricreativo e socio assistenziale. 

Sono considerati assimilati ai pannelli solari i sistemi termodinamici a concentrazione solare usati per la produzione di acqua calda e quindi son anch’essi ammessi alla detrazione. Al contrario se s’installa un sistema per la produzione di energia elettrica ed energia termica si può chiedere la detrazione soltanto per la parte relativa all’energia termica.

Interventi sugli involucri degli edifici

 Chi s’impegna economicamente nell’ottimizzazione del consumo energetico della sua abitazione e quindi la rende più calda e risparmiosa, può chiedere l’accesso ad una serie di benefici. Gli ultimi previsti sono quelli per la riqualificazione energetica che consistono in una detrazione d’imposta del 55% della spesa sostenuta fino ad un massimo che varia in base al tipo d’intervento. 

Abbiamo visto in altri articoli le caratteristiche principali delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico, abbiamo valutato i destinatari di questi interventi ed abbiamo considerato che lo sconto sull’Irpef del 55% non può essere cumulato con altre detrazioni. 

Abbiamo quindi preso in esame gli interventi che possono ottenere detrazioni fino a 100.000 euro. Adesso passiamo in rassegna gli interventi sugli involucri degli edifici.

Per questo tipo di attività si possono ottenere detrazioni fiscali fino ad un massimo di 60.000 euro ma occorre rispettare alcuni requisiti. Per esempio è necessario intervenire su edifici esistenti, su parti di edifici esistenti, sulle strutture opache orizzontali, verticali, sulle finestre, gli infissi e via dicendo.

Rientrano negli interventi sugli involucri degli edifici, anche la sostituzione dei portoni d’ingresso affacciati all’esterno. E’ necessario che per ogni operazione un tecnico valuti il miglioramento in termini energetici per l’edificio. La detrazione massima per questi interventi è pari a 60 mila euro.

Interventi di riqualificazione energetica

 La legge individua le tipologie d’interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che possono essere incluse nelle richieste di agevolazione. Abbiamo già visto insieme una panoramica di tutti gli interventi ammessi al beneficio, i destinatari delle detrazioni e l’impossibilità di cumulare più di uno sconto.

Adesso, tra tutti gli interventi ammessi al beneficio, prendiamo in esame quelli di riqualificazione energetica di edifici esistenti.

Il valore massimo della detrazione per questo tipo d’interventi è stabilito in 100.000 euro, che è il 55 per cento di 181.818,18 euro. La cifra che eccede questo limite non può essere sottoposta ad ulteriori detrazioni. Nella categoria definita non sono stati ulteriormente specificati gli interventi di riqualificazione energetica ammessi al beneficio.

Quindi, sono compresi tutti quegli interventi che consentono il raggiungimento di un indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale non superiore ai valori definiti dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico dell’11 marzo 2008 – Allegato A.

Per ogni singolo intervento o per l’insieme degli interventi che influiscono sulle prestazione energetiche di un edificio, rendendolo maggiormente efficiente, può essere richiesta l’ammissione al beneficio.

C’è da ricordare che, come dice l’Erario:

“L’indice di risparmio per fruire della detrazione deve essere calcolato in riferimento al fabbisogno energetico dell’intero edificio e non a quello delle singole porzioni immobiliari che lo compongono.”

Cumulabilità delle agevolazioni

 Sono frequenti in questo periodo le richieste d’intervento per usufruire delle agevolazione fiscali per il risparmio energetico. A livello legislativo sono state definite delle quote percentuali rimborsate ai contribuenti che migliorano a livello energetico l’immobile che abitano.

Abbiamo già considerato la natura di questo incentivo o agevolazione che dir si voglia e abbiamo valutato insieme le tipologie di contribuenti che possono accedere al beneficio. Adesso cerchiamo di capire se la detrazione d’imposta al 55% è cumulabile con altre agevolazioni fiscali.

La risposta è negativa: la detrazione d’imposta al 55% non è cumulabile con le altre agevolazioni fiscali previste da altre leggi nazionali per le stesse tipologie d’interventi. Per esempio la detrazione al 55% non può essere cumulata con quella al 36% per il recupero del patrimonio edilizio.

Questo vuol dire che per un intervento che possa rientrare in entrambe le agevolazioni, è possibile chiedere uno solo dei benefici fiscali, rispettando termini e modi definiti dalla legge. Una modifica alla normativa ha introdotto un ulteriore approfondimento che determina che dal primo gennaio 2009, la detrazione non sia cumulabile con eventuali incentivi riconosciuti dalla Comunità Europea, dalle Regioni o dagli Enti locali.

Nella guida dell’Agenzia delle Entrate si specifica che non è stata definita una regola particolare in merito all’aliquota IVA applicabile.

Chi può usufruire delle agevolazioni

 Gli incentivi per la riqualificazione energetica riconoscono una detrazione d’imposta pari al 55 per cento delle spese sostenute per riqualificare gli edifici esistenti, per rinnovarne l’involucro, per installare i pannelli solari e per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Per legge è stato stabilito un limite massimo alle detrazioni che varia da 30 mila e 100 mila euro in base all’intervento richiesto dal contribuente. In una guida dell’Agenzia delle Entrate si spiega anche chi può usufruire di queste detrazioni: tutti i contribuenti e le imprese che possiedono l’immobile oggetto dell’intervento.

Quindi possono partecipare al bando per gli incentivi sia le persone fisiche, sia i contribuenti che conseguono un reddito d’impresa, sia le associazioni tra professionisti, sia gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

L’Erario ci tiene a precisare che non possono usufruire dell’agevolazione le imprese che svolgono come attività quella di costruzione, ristrutturazione edilizia e vendita, nel caso in cui gli interventi di riqualificazione energetica interessino i cosiddetti immobili merce.

Sono ammessi a fruire della detrazione sia i titolari di di un diritto reale sull’immobile, sia i condomini per gli interventi che riguardano le parti comuni, sia gli inquilini, sia coloro che detengono un immobile in comodato, nonché i famigliari conviventi con il possessore dell’immobile su cui è fatto l’intervento di riqualificazione, che sostengono le spese per lo stesso.

Incentivi per la riqualificazione energetica

 Chi sostiene delle spese per la propria abitazione, finalizzate alla riqualificazione energetica dell’edificio, può ottenere un incentivo sotto forma di riduzione dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche, se si tratta di un contribuente, o dall’Imposta sul reddito delle società per le imprese.

L’agevolazione o incentivo che dir si voglia, consiste in una detrazione d’imposta del 55% delle spese sostenute dal cittadino, da ripartire in rate annuali e fino ad un limite massimo che è diverso sulla base delle scelte e delle decisioni del governo.

La riduzione dall’Irpef o dall’Ires è concessa soltanto per le spese sostenute per: la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento; il miglioramento termico dell’edificio; l’istallazione dei pannelli solari e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Per ognuno di questi interventi sono stati definiti dei limiti d’importo su cui calcolare la detrazione. Per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti la detrazione massima è di 100.000 euro che è il 55% di 181.818,18 euro; è di 60.000 euro il limite sia per l’involucro degli edifici (pareti, finestre, compresi gli infissi su edifici esistenti), sia per l’installazione dei pannelli solari; è di 30.000 euro infine la detrazione massima per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

La condizione indispensabile per fruire della detrazione è che si operi su edifici esistenti e, in relazione agli interventi, che siano anche dotati d’impianto di riscaldamento; nel caso di frazionamento di unità immobiliari, che si realizzi impianto centralizzato; nel caso delle demolizioni solo se si ricostruisce e non per i lavori di ampliamento.

Diminuisce il risparmio, i giovani la categoria più colpita

 Il risparmio degli italiani ammonta alla sorprendente cifra di circa 8 mila miliardi di euro, il che rende le famiglie italiane tra le più ricche al mondo, al pari delle famiglie di altri paesi, come gli Stati Uniti e la Germania, le cui condizioni economiche sono state sempre considerate migliori di quelle italiane.

Nonostante le difficoltà attuali, infatti, il risparmio delle famiglie italiane è continuato a salire per molti anni consecutivi, il che ci ha messo al riparo, ora che la crisi si sta davvero facendo sentire, dalle conseguenze più pesanti della contrazione dell’economia mondiale, ma che ora inizia a perdere la sua forza sia per quanto riguarda la quantità di ricchezza posseduta che gli investimenti.

La ricchezza posseduta dalle famiglie è cresciuta a tassi costanti dal 1995 ad oggi (2,5% l’anno al netto dell’inflazione). Una percentuale media che comprende anche i periodi come quello tra il 2001 e il 2007, quando le attività sono cresciute ad un tasso medio del 5,3% e anche il periodo 2008-2011 durante il quale, invece, la ricchezza è diminuita dello 0,9% annuo. Per l’anno in corso è prevista un’ulteriore contrazione del -3%.

Anche nel settore della finanza si sentono i contraccolpi della crisi. Dopo il boom di investimenti tra il 1995 e il 2000 (+8,7% annuo), i mercati borsistici hanno visto un calo di investimenti dello 0,9% annuo tra il 2001 e il 2007, che si è trasformato in un -3,5% in questo ultimo periodo.

Dati che si trasformano, praticamente, in una diminuzione della ricchezza a disposizione dei giovani che, oltre a trovarsi a far fronte ad un periodo storicamente difficile, hanno anche meno mezzi a disposizione.

Mutuo Geniale con la Popolare di Cremona

 Il mercato immobiliare sta ripartendo anche se nel nostro paese continuano le anomalie riguardo la domanda di immobili (in calo) e i prezzi di vendita degli stessi (in aumento). Una correlazione inversa tra questi due indici non dà molta speranza a chi acquista di ottenere “uno sconto”.

Ecco allora che risulta fondamentale trovare un accordo con la banca che eroga il mutuo e sbirciando tra le offerte dei vari intermediari online, come lo sono Mutuionline o Mutuisupermarket, si scopre qualche proposta interessante. Oggi presentiamo il “Mutuo Geniale – Formula a tasso variabile con opzione” della Banca Popolare di Cremona, nella scheda proposta da Mutuionline.

Questo prodotto è riservato dall’istituto di credito a chi è in procinto di comprare la prima casa ed è un tasso misto che consente di finanziare fino al 50 per cento del minore tra valore certificato dalla perizia e prezzo di vendita indicato nel preliminare o nella proposta d’acquisto.

Il tasso misto prevede che nel primo anno si applichi un tasso fisso calcolato con la classica formula “IRS a 5 anni di periodo + spread 0,80%”.

Dal secondo anno in poi la banca propone un tasso variabile calcolato come “l’Euribor a 1 mese/365 media precedente + lo spread”, che sarà del 3,05% per i mutui rimborsati in 10 anni oppure del 3,15% per i mutui rimborsati in 15 anni.

Il mutuatario può comunque scegliere di passare al tasso fisso per una durata che non eccede quella del piano d’ammortamento, comunicando la scelta con 45 giorni d’anticipo alla banca e per un periodo che non può essere inferiore ai 3 anni. L’opzione può essere esercitata più di una volta. Scaduto il tempo dell’opzione, se non ci sono comunicazioni, la banca ricalcola la rata con il tasso variabile.

4 domande per aspiranti mutuatari

 Mutuisupermarket, un noto intermediario online per chi intende sottoscrivere un contratto di mutuo, propone un aiuto per chi di mutui, proprio è a digiuno. Il tentativo è quello di spiegare in poche parole cos’è un mutuo immobiliare, quali sono l’importo e la durata ideali di un mutuo, quale scegliere tra tasso fisso e tasso variabile e quali sono i costi del mutuo stesso.

Cos’è un mutuo immobiliare? A questa domanda si risponde in modo molto tecnico: si tratta di un prestito che la banca offre ai richiedenti, privati o famiglie, usando come garanzia l’immobile acquistato sul quale viene iscritta un’ipoteca di primo grado. Il prestito è rimborsato in un tempo variabile, generalmente, tra i 10 e i 30 anni, che comprende la restituzione della somma erogata e degli interessi calcolati con il tasso concordato dalla banca.

Importo e durata ideali di un mutuo? Secondo Mutuisupermarket il  miglior mutuo è quello “sostenibile”, quello la cui rata non supera il 35 per cento del reddito netto dei richiedenti, quello che non supera l’80 per cento del valore dell’immobile, generalmente rimborsato in 20 o 30 anni.

Tra tasso fisso e tasso variabile non si può sapere quale sia meglio, molto dipende dalla durata del piano d’ammortamento e dal momento della sottoscrizione del contratto. Sui costi del mutuo, invece, si può essere più precisi citando istruttoria, perizia e quant’altro. Il consiglio è sempre quello di riferirsi al TAEG che è comprensivo di tutte le spese.

Mutui: in aumento importi e scelte variabili

 Il mercato dei mutui sembra essere ripartito. Secondo le indagini dell’Osservatorio MutuiOnline.it sembra che siano aumentate le richieste di finanziamento finalizzate all’acquisto della Prima Casa che sono passate dall’81,4 all’81,7 per cento.

In aumento anche i mutui con finalità diversa, quelli per Sostituzione e Surroga che oggi si bloccano al 4,5 per cento con un aumento dello 0,9 per cento. In calo invece sia le domande di mutuo per l’acquisto della Seconda casa che passano dal 7,7 al 7,4 per cento e le domande di mutuo con finalità Ristrutturazione e Costruzione che diminuiscono dello 0,9 per cento e finiscono a quota 4,8 per cento.

Il tasso variabile è ancora tra i più quotati anche se gli aspiranti mutuatari che scelgono il tasso fisso sono un po’ di più nel mese di ottobre. Il tasso fisso è scelto dal 20,4 per cento delle persone contro il tasso variabile che è scelto dal 61,4 per cento degli italiani. Perdono appeal, al contrario, sia il mutuo a tasso variabile con Cap, sia il mutuo a tasso misto.

Per quanto riguarda durata dei mutui ed importo medio, l’Osservatorio di Mutui Online specifica che i piani d’ammortamento più frequenti sono ancora quelli tra 30 e 40 anni e gli importi sono aumentati da settembre ad ottobre passando da una media di 128.027 euro a 132.177 euro.