Italia ancora una volta leader mondiale nella vendemmia

L’Italia dell’uva e del vino sorride, ai danni degli amati/odiati cugini francesi. Anche quest’anno la Penisola ha confermato la leadership mondiale nella vendemmia. Il trend prosegue ormai dal 2014, primo anno in cui le bollicine italiane raggiunsero la vetta superando quelle d’Oltralpe.

Anno d’oro per il vino, i vitigni 2015 traineranno la ripresa

Il 2014 è stato un anno triste per l’agricoltura e i vini prodotti l’anno scorso sono stati penalizzati parecchio dal raccolto un po’ scarso. Il 2015 sarà l’anno della svolta e Confagricoltura parla già di un anno d’oro per il vino. Ecco di cosa stiamo parlando. 

Gli americani preferiscono il vino italiano

Da un anno a questa parte gli americani sono diventati i maggiori consumatori di vino al mondo, davanti a Francia e all’Italia, bevendo quasi 30 milioni di ettolitri. Un risultato importante nel Paese che con un quantitativo annuo vicino ai 30 milioni di ettolitri è uno dei maggiori esportatori per gli Usa.

Spumante italiano, brindano le aziende dopo aumento export

 Dopo il brillante risultato ottenuto nel 2013 l’export di spumante italiano ha fatto registrare, nel primo trimestre 2014, un aumento del 18% in quantità (+19% in termini monetari), grazie unicamente alla voce “altri spumanti Dop” (che contempla il Prosecco) in crescita del 38%.

Consumo di vino: frenata anche l’anno scorso

 Meno consumi, ma più qualità, e più fatturato: è questo il trend che ha registrato il consumo di vino in Italia l’anno scorso. Salgono in classifica i vini doc, quelli che nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) vengono a costare oltre i 5 euro a bottiglia, ma guadagnano quote di fatturato anche i vini di pronta beva, specialmente i frizzanti e i bianchi di ogni giorno.

Alla fine dello scorso anno le vendite nell’ambito della Gdo (che catalizza il 65% di tutto il vino venduto in Italia) sono diminuite del 6,5%, mentre nel 2012 erano calate del 3,7%.

 

Il vino europeo nel mirino della Cina

 

Il fatturato complessivo è tuttavia cresciuto del 3,1%, raggiungendo un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro, e ciò in virtù degli aumenti di costo della materia prima e dei ritocchi medi (+10%) apportati ai listini.
Complessivamente negli ultimi cinque anni i consumi di vino in Italia sono calati di 4 milioni di ettolitri, una diminuzione che si riflette sulla spesa mensile pro-capite scesa da 5,2 a 5 euro, contro la contestuale crescita registrata dalla spesa destinata alla birra, che tra il 2007 e il 2012 è aumentata da 2 a 2,5 euro pro-capite.

Secondo l’indagine Wine Monitor di Nomisma, le cause della contrazione vanno ricercate non solo nella crisi che ha investito i consumi in generale, ma anche e soprattutto nell’emergere di nuovi modelli di “fruizione del bere”, strettamente connessi alle fasce d’età dei consumatori. Infatti le quantità medie consumate in un anno dalle generazioni degli over 60 (soprattutto durante i pasti) superano di quattro volte il consumo dei giovani, quantitativamente meno rilevante in quanto legato più a specifiche occasioni e a momenti conviviali che non al pasteggio.

In Cina si beve più vino rosso che in Francia

 Lo scorso anno si è bevuto più vino rosso in Cina che in Francia. Con un consumo di oltre 155 milioni di casse, contenente ognuna 9 litri di vino, la Cina (compresa Hong Kong) ha scavalcato in classifica la Francia, diventando il primo consumatore mondiale di vino rosso: un totale di 1,865 miliardi di bottiglie, con un incremento del 136% rispetto al 2008.

Nel rank mondiale la Repubblica Popolare di Cina si piazza così davanti alla Francia (150 milioni di casse di vino), all’Italia (141) che è al terzo posto, agli Stati Uniti (134) al quarto posto e alla Germania (112) al quinto posto.

 

Francia, economia ancora in forte difficoltà

 

Data la grande differenza di popolazione residente nei paesi citati, il dato non ha un grande valore in termini assoluti ma attesta in modo chiaro il crescente interesse dei cinesi per questo prodotto. Infatti, secondo uno studio della IWSR (International Wine and Spirits Research), il consumo di vino in Cina è progressivamente aumentato a partire dal 2005, toccando tra il 2007 e lo scorso anno un incremento record del 175,4%: negli stessi anni i consumi italiani e francesi sono calati rispettivamente del 5,8% e del 18%.

La ricerca ha evidenziato comunque che il consumo di vino è in costante progressione in tutto il mondo: fra il 2008 ed il 2013 il tasso di crescita è stato del 3,23%, con una vendita totale di 2,663 miliardi di casse da 12 bottiglie ciascuna.

Un boom di consumi è previsto per gli Stati Uniti, che è stato il primo mercato mondiale del vino nell’anno 2011: con un incremento annuo del 14%, nei prossimi cinque anni il consumo in questo paese arriverà a quota 384 milioni di casse.

Il vino europeo nel mirino della Cina

 Il braccio di ferro tra la Cina e l’ Europa non è ancora concluso. Dopo l’ annosa vicenda dei pannelli solari e dei dazi molto alti che l’ Unione Europea ha deciso di imporre ai prodotti cinesi per evitare l’ eventuale dumping dei produttori asiatici, adesso la situazione tra i mercati europeo ed asiatico appare ribaltata, e il pomo della discordia è rappresentato dal vino.

Per Coldiretti l’aumento IVA potrebbe ricadere sui consumi di vino

 Dovrebbe scattare il prossimo primo luglio l’ incremento dell’ aliquota IVA, la quale passerà, per effetto di una misura del Governo Monti, dall’ attuale 21% al  futuro 22%. A meno che, ovviamente, il Governo Letta non decida di rinunciare in extremis al provvedimento: reperendo, tuttavia, le necessarie coperture.

Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

Da alcuni giorni a questa parte, quindi, si susseguono gli allarmi lanciati dalle diverse componenti del mondo produttivo italiano, che teme dalla revisione dell’ imposta un ulteriore effetto di depressione dei consumi.

> L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose

Tra queste voci spicca oggi quella di Coldiretti, che, dalla manifestazione Cantine Aperte, sottolinea i possibili effetti negativi dell’ aumento dell’ aliquota dell’ IVA sui consumi del vino in Italia.  Consumi che, nel primo trimestre del 2013 hanno già subito una drastica riduzione del 7%.

Ma il dato, in realtà, conferma una tendenza di più lungo periodo che ha caratterizzato il mercato interno italiano. Nel giro degli ultimi 10 anni, infatti, il consumo di vino da parte degli italiani si è ridotto di circa il 25%, cosa che ha ridotto gli stessi ad un totale di soli 22,6 milioni di ettolitri.

A fianco a questa riduzione interna, tuttavia, ha tenuto diversamente bene il settore dell’ export, di cui hanno beneficiato Paesi come la Cina e la Germania che hanno incrementato i loro consumi di vino Made in Italy.