Tfr in busta paga, l’ipotesi non piace ai sindacati

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Bocciata dai sindacati l’ipotesi – Tfr in busta paga. Matteo Renzi ha trovato in Cgil, Cisl e Uil validi avversari alla sua proposta. Nella giornata di ieri il Premier ha rilanciato durante la trasmissione televisiva “Ballarò”, ma Susanna Camusso, Anna Maria Furlan, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti non ci stanno. I leaders dei principali sindacati desiderano difendere i diritti dei lavoratori, e interpretano come una sorta di ‘bonus’ la rivisitazione del Trattamento di fine rapporto voluta da Renzi.

Spetterebbe dunque ai lavoratori, secondo Susanna Camusso, decidere cosa farne. Il segretario della Cgil ha inoltre aggiunto:

Nessuno si permetta di dire che i salari dei lavoratori incrementerebbero: parlare di Tfr vuol dire parlare di soldi dei lavoratori, del risultato di contratti e di contrattazioni. Pertanto, non si tratta di una elargizione del governo o di un nuovo bonus, altrimenti passeremmo alla disinformazione.

Secondo Susanna Camusso, dunque, il lavoratore deve essere libero di scegliere cosa fare del proprio Trattamento di fine rapporto. Se lo si mette in busta paga, invece, esso subisce una maggiore trattazione. Si verificherebbe dunque, secondo chi parla, un caso simile a quello del bonus Irpef tradotto con gli ottanta euro.

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Anna Maria Furlan, che presto succederà a Raffaele Bonanni sulla poltona della Cisl. La Furlan ammonisce: “Basta speculazioni sul lavoro”. Inoltre, secondo il segretario aggiunto il Trattamento di fine rapporto riceve una tassazione minore dello stipendio. Con la proposta formulata da Renzi, i lavoratori pagherebbero maggiori imposte anche su di esso.

Rimane dunque al vaglio del governo un provvedimento che in questi giorni sta facendo molto discutere.

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