Vendita auto Italia, retrocesso in serie C

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 Il mercato automobilistico italiano, considerato ancora uno dei principali, rischia di retrocedere in Serie C senza che si pensi da parte del governo a nessuna mossa per sciogliere le penalizzazioni come la pesante imposizione fiscale e, in generale, per dare slancio all’economia e alla ripresa.

A dare questo annuncio è il Centro Studi Promotor. Durante l’ incontro di fine anno con la stampa, che quest’anno per la prima volta si è svolto a Milano per la cancellazione del Motor Show di Bologna, il Csp ha anticipato che nel 2014 le immatricolazioni di autovetture saranno 1,33 milioni, con un incremento del 2,7% sul 2013 che dovrebbe chiudere il suo bilancio annuale con 1.295.000 immatricolazioni.

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Con un calo del 48,1% sui livelli ante-crisi, ha riportato il mercato italiano sugli standard della metà degli anni ’70. Il presidente Gian Primo Quagliano, ha dichiarato “Con una crescita così modesta sul livello infimo del 2013, il 2014 sarà un altro anno di passione per il mercato dell’auto, ma anche per l’economia italiana. Le condizioni per un arresto della caduta delle immatricolazioni sembrano essersi create, ma non vi sono certamente ancora le condizioni per una ripresa degna di questo nome”.

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Secondo il Csp, per migliorare la situazione, bisogna superare lo stallo politico così che l’Italia possa contare su un governo in grado di utilizzare per lo sviluppo tutto ciò che viene messo a disposizione dall’Europa e soprattutto che sia in grado di prospettare ai partner europei la necessità di rivedere i trattati per poter adottare una politica economica che dia risultati importanti in termini di crescita, così come stanno facendo le altre economie avanzate. Sennò ci si dovrà adattare a vivere in un Paese di serie B e ad avere un mercato dell’auto di serie C.

 

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