Volkswagen prova a lasciarsi alle spalle il Dieselgate

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Sarà difficile tornare a trovare la quiete dopo la tempesta, perché la tempesta è stata fortissima e violenta. Ma Volkswagen puo’ e deve provarci. Il ‘Dieselgate‘ pesa come un macigno sulla brand reputation della casa tedesca, ed è tempo di fare alcuni conti. Per verificare la fattibilità di andare avanti lasciandolo alle spalle una volta per tutte.

Matthias Mueller, ad del gruppo, ha dichiarato che gli ultimi risultati riportati dal gruppo sono da considerare rispettabili poiché raggiunti in difficili condizioni (riferendosi naturalmente allo scandalo delle emissioni truccate che ha coinvolto l’azienda). A prescindere dalle considerazioni personali e societarie, però, il primo trimestre dell’anno per la casa di Wolfsburg si è concluso con un calo dell’utile netto pari al 20% a quota 2,31 miliardi. Gli analisti avevano tuttavia programmato una discesa dell’utile, ma intorno a 2,42 miliardi. Il titolo è in ribasso alla Borsa di Francoforte.

Tuttavia non mancano alcuni elementi positivi dai conti. Maggiore stabilità dai ricavi, ad esempio, che sono scesi del 3,4% a 51 miliardi.

La casa automobilistica, travolta l’anno scorso dal Dieselgate, ha comunque confermato le previsioni sul fatturato 2016 che dovrebbe segnare una flessione “fino al 5%”. Nella nota di presentazione dei conti, si spiega la flessione dei ricavi alla luce di un andamento della vendita dei veicoli al ribasso e dell’effetto cambi.

Scendendo lungo il conto economico, la buona notizia giunge dall’utile operativo che si è attestato a 3,44 miliardi, in crescita del 3,4% in confronto allo stesso periodo dello scorso anno e con un’incidenza sulle vendite del 6,8%. Tra le altre cose, si registra un effetto positivo da 300 milioni connesso alla rivalutazione degli accantonamenti per il Dieselgate per ragioni di valuta.

Per la prima volta inoltre, Volkswagen non ha effettuato accantonamenti legati al Dieselgate e sta cercando di recuperare la fiducia dei clienti dopo l’ondata dello scandalo. La società ha già messo da parte 16,2 miliardi, lo scorso anno, per risolvere il problema del software delle emissioni per 11 milioni di veicoli.

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