Superbonus, Imprese e contenziosi: il punto di vista dell’Avv. Paolo Borrelli

I lavori di ristrutturazione con superbonus ed ecobonus rischiano di non avere una conclusione. Molte pratiche sono ferme in banca in attesa della cessione del credito e fino ad oggi non hanno avuto risposta. Inoltre se i lavori non sono completati alla scadenza dell’agevolazione, viene meno il contributo da parte dello Stato. La Confartigiano parla di 33.000 imprese a rischio per 150.000 lavoratori nella filiera delle costruzioni.

Superbonus, Imprese e contenziosi: il punto di vista dell’Avv. Paolo Borrelli

Le preoccupazioni non riguardano solo le imprese, ma anche i committenti. Tra i committenti in difficoltà con i lavori del 110% vi sono diversi Condomini. Fino a quando le banche non riprenderanno a concedere crediti di imposta agli intermediari il settore rimane in crisi con l’aggiunta che possono aprirsi contenziosi legali.

Abbiamo sentito il punto di vista dell’avvocato Paolo Borrelli, dell’omonimo studio legale, con sedi a Milano e Pescara, che segue sin dalla sua origine gli sviluppi della normativa del Superbonus 110%, affiancando Imprese e Condomini:“stiamo riscontrando problemi tra General Contractor e subappaltatori sull’esecuzione degli stessi; problemi tra Condomini e General Contractor per il blocco della cessione dei crediti intervenuto a seguito delle recenti modifiche normative e conseguente sospensione dei lavori, infine i committenti – prosegue – non sono soddisfatti dei lavori svolti e intentano cause ai fini dell’accertamento dei vizi e riconoscimento del danno”.

Tutto questo genera a catena l’insorgere di contenziosi. Molte imprese si sono avventurate in questo settore con la speranza di facili guadagni ma senza organizzazione e strutture adeguate è facile incontrare difficoltà, anche alla luce delle continue modifiche normative.

Prima di arrivare ad un contenzioso il consiglio dell’avvocato Borrelli è di rivolgersi ad uno studio legale nella fase preparatoria, così da ridurre fortemente il rischio.

In ogni caso laddove sono sorte delle difficoltà è importante intervenire subito per cercare di risolvere le problematiche negli stretti termini a disposizione per completare i lavori.

“È fondamentale per imprese, contribuenti e professionisti – conclude l’avv. Paolo Borrelli – farsi assistere durante tutto il percorso legato alla fruizione dell’agevolazione fiscale”.

Avv. Borrelli: fondamentale rivolgersi ad un legale prima di costituire una startup

L’avvocato esperto e specializzato in startup è una figura fondamentale sia all’inizio sia dopo che la startup ha già preso forma.

Il legale deve fare un’attenta valutazione dei rischi possibili in merito alla situazione, valutare – insieme a chi fonda la società – quali rapporti intrattenere con gli investitori e stabilire quale sia l’occasione migliore per stilare un accordo con loro.

La startup è a tutti gli effetti un’impresa. Per conferirle un’esistenza giuridica deve essere seguita la procedura prevista dal nostro ordinamento per aprire una qualsiasi impresa a partire dalla scelta della forma giuridica.

“La consulenza – spiega l’avvocato Paolo Borrelli, fondatore dello Studio Legale Borrelli – va adattata in base alle esigenze specifiche di ciascuna realtà. Bisogna fornire un’architettura legale ad hoc, ogni realtà è a sé e bisogna aiutarla a costruire il miglior modello societario”.

L’avvocato Borrelli sottolinea che “bisogna rivolgersi a uno studio legale prima ancora di costituire la startup”.

“Il team con un’idea – ha aggiunto – può trovare nel legale un valido aiuto per capire la fattibilità del progetto rispetto all’ordinamento; può identificare la forma societaria più adatta e sopratutto se ci sono già degli investitori, occuparsi della negoziazione con gli stessi”.

Lo Studio legale Borrelli si avvale di un team multidisciplinare di professionisti in grado di affrontare con efficacia situazioni estremamente complesse e risolvere problemi che richiedono un approccio innovativo. Assiste imprese industriali e commerciali, nella strutturazione e nell’attivazione di ogni operazione societaria a carattere straordinario. Si occupa anche di operazioni straordinarie, acquisizioni e startup.

“Consulenza legale e startup – aggiunge Borrelli – sono concetti che costituiscono un binomio che oggi rappresenta un fattore chiave in modo da creare i presupposti per il lancio di un’impresa caratterizzata da innovazione, che per sua natura, si distingue da imprese già affermate”.

Anche per le startup online occorre tuttavia seguire un iter preciso e rispettare determinate norme di legge. Ecco perché anche in questo caso è bene poter contare su un’assistenza legale consolidata.

Studi legali dell’anno 2020: lo Studio Borrelli nella ricerca del Sole 24Ore

È online l’indagine del Sole 24Ore sui migliori “Studi legali dell’anno 2020”. La ricerca promossa dal quotidiano economico-finanziario in collaborazione con Guida al Diritto, settimanale specializzato sul mondo giuridico-legale, è stata condotta da Statista, società tedesca leader nel settore delle analisi di mercato ed elaborazione dati.

Sono 14 i settori presi in esame: Corporate; M&A e restructuring; Diritto bancario e finanziario; Proprietà e real estate; Privacy e cibersecurity; Life science e healthcare; Lavoro e welfare; Tributario; Amministrativo e appalti; Contenzioso e arbitrato; Famiglia e successioni; Penale; Proprietà intellettuale e tmt; Ambientale, energia e infrastrutture.

Sono cinque le macro regioni su cui si è focalizzata l’attenzione: Nord, Centro e Sud-Isole, a cui si sono aggiunte Milano e Roma.

L’indagine che è alla sua seconda edizione, quest’anno si è ampliata e rispetto al 2019 le realtà segnalate sono aumentate di oltre il 20%.

Alla fine le segnalazioni sono state oltre 20mila e 725 i riconoscimenti complessivi destinati a 337 studi legali di eccellenza. La metodologia utilizzata è stata quella ‘peer to peer’ (tra pari) e quindi le segnalazioni sono arrivate da avvocati, giuristi d’impresa e clienti di studi legali, i quali hanno indicato le realtà migliori, escludendo ovviamente gli studi legali di appartenenza.

La ricerca del Sole 24Ore può essere considerata come una mappa del settore della consulenza e dell’assistenza giuridico-legale in Italia.

Nell’elenco degli studi legali di eccellenza, per il settore M&A e restructuring, nell’area Centro Italia, c’è lo Studio Legale Borrelli, fondato nel 2008 dall’avv. Paolo Borrelli.

Con sedi a Pescara, Crotone e Milano, lo Studio legale ha una elevata competenza ed esperienza in profili legali relativi a operazioni societarie straordinarie, redazione di contratti, concordati preventivi, fallimentari e procedure di ristrutturazione del debito, di risanamento e sovraindebitamento, nonché di pianificazione e protezione patrimoniale.

Le Piccole e Medie Imprese sono i principali clienti dello Studio Borrelli, oltre a società quotate, enti pubblici e privati e studi professionali che si rivolgono a questo team di professionisti per la concretezza nel raggiungimento degli obiettivi.

Piemonte: l’ospedale di Verduno diventa ‘Covid Hospital’

L’ospedale di Verduno, in provincia di Cuneo, è stato un centro di riferimento di tutto il Piemonte per l’emergenza coronavirus.

La struttura era ancora in fase di completamento e l’apertura era in programma a fine maggio, ma in piena emergenza Covid-19 c’è stata una accelerazione dei lavori e il 30 marzo il nuovo ospedale era già in funzione e ha ospitato i primi pazienti positivi.

La Direzione Lavori guidata da AICOM, società di ingegneria privata, ha lavorato intensamente, con il supporto di tutti gli stakeholder interessati, per garantire lo start up operativo dell’Ospedale nel rispetto del progetto e della normativa vigente.

“L’attività – è il commento di AICOM – è stata particolarmente complessa in quanto il progetto è stato adeguato alle nuove norme nazionali ed europee, tra cui adeguamento del lay-out sanitario agli attuali requisiti minimi strutturali; adeguamento alla normativa sismica e alle nuove norme del settore impiantistico”.

Il complesso ospedaliero, di otto piani, è costruito su un’area di 220.000 mq per un totale 3.200 ambienti e 1.020 posti auto ed ha una superficie coperta complessiva di circa 110.000 mq. I posti letto predisposti in fase di emergenza sono stati circa 30 in terapia intensiva e circa 130 in sub-intensiva, con potenzialità di ampliamento.

La Regione Piemonte ha messo in campo tutte le energie e le professionalità per garantire l’apertura in tempi brevissimi dell’Ospedale.

Il nuovo complesso ospedaliero dispone di tutte le più moderne ed innovative soluzioni tecnologiche: è dotato di un sistema di trasporto automatizzato pesante (AGV) a guida laser per la movimentazione di materiale sanitario, pasti, stoviglie, lenzuola dai magazzini centrali ai reparti ospedalieri ubicati ai vari livelli attraverso i montacarichi. Questo consente al personale di trascorrere più tempo con i pazienti.

La struttura è stata realizzata grazie alla grande generosità degli imprenditori e dei cittadini di Langhe e Roero che, attraverso la Fondazione nata per il nuovo ospedale, hanno investito milioni di euro e lavoro perché potesse essere finalmente completata.

Soddisfazione di Fincantieri per il completamento “in sicurezza” del nuovo ponte di Genova

Il completamento del nuovo Ponte di Genova ha riempito di orgoglio tutta l’Italia. Si tratta di un’opera lunga i 1.067 metri e realizzata in un anno. Grazie a questo nuovo viadotto è stato possibile ricongiungere di nuovo i tronconi della A10, interrotti il 14 agosto del 2018 dal disastroso crollo del ponte Morandi.

Le utilizzate 17.400 tonnellate d’acciaio utilizzate per la sua costruzione, sono state forgiate negli stabilimenti Fincantieri di tutta Italia e hanno visto al lavoro più di 800 persone.

In una intervista rilasciata al “Il Secolo XIX”, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono in merito alla tempistica sostiene: “È vero: fare le cose per bene dovrebbe essere la normalità, e lo è per molti. Guardiamo cosa stanno facendo in questo momento tutti i professionisti della sanità. Certo, curare le persone è la loro responsabilità, ma siamo senza parole per lo spirito di abnegazione e per la cura verso il prossimo con cui lo stanno facendo”.

“Il miracolo – prosegue – non è stato fare bene il ponte, ma farlo rapidamente, senza per questo venir meno agli standard di qualità e di sicurezza. È stato necessario semplificare le procedure ordinarie e affidarsi a una azienda solida come la nostra, che ha un patrimonio di risorse gestionali, ingegneristiche e tecnologiche in grado di sostenere questa e altre responsabilità. La costruzione di navi non lascia spazio a nemmeno un giorno di ritardo”.

Proprio nel settore della cantieristica navale Fincantieri è il più importante e complesso cantiere navale d’Europa e il 4º del mondo. Solo nel 2019, come ha dichiarato l’Amministratore delegato, Fincantieri ha consegnato 26, tra cui 8 tra navi da crociera ed expedition cruise, e 3 navi militari, oltre ad averne varate altrettante per la Marina militare italiana.

“Questi standard operativi traslati nella realizzazione del ponte – dice Bono – hanno fatto gridare al miracolo in un paese abituato ad aspettare anni e anni per il compimento di infrastrutture strategiche”.

“Un’opera simile – aggiunge – è di per sé stessa molto complessa, ma non ci sono stati aspetti che ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo fatto fronte a imprevisti e rallentamenti esogeni, dall’attesa delle aree dove è stato demolito quel che rimaneva del Morandi al maltempo, che talvolta ha impedito di effettuare determinate lavorazioni o ha influenzato il ritmo dei trasporti via mare dallo stabilimento di Stabia e, non ultima, l’emergenza pandemica. In ogni caso, ogni giorno, si è lavorato per far sì che nessuno di questi elementi incidesse sui tempi di realizzazione”.

Il ponte di Genova può essere un esempio per far ripartire le opere in Italia e realizzarle in tempi brevi. Su questo Giuseppe Bono precisa: “Le regole, nella maggior parte dei casi, nascono con un buon intento. Tutte devono però confrontarsi con la realtà su cui vanno a incidere. Guardiamo alla disciplina europea sulla concorrenza: quand’è nata era ispirata a principi condivisibili, ora rischia di essere un ostacolo alla nascita dei campioni industriali europei, un handicap sul piano geo-economico per l’intero continente”.

“Quello che stiamo vivendo in queste settimane – aggiunge – ci ha insegnato cosa significa per un paese la mancanza di produzioni strategiche. Il modello Genova è stato testato sul campo, in condizioni straordinarie, e indica la strada da seguire per semplificare, anche in situazioni più ordinarie”.

L’attività di Fincantieri ha dato chiara prova che il Gruppo si sta affermando anche in settori che non fanno parte della navalmeccanica e su questo la risposta di Bono è stata: “Se un gruppo industriale solido come il nostro sviluppa con serietà e competenza nuove tecnologie, ha poi la possibilità di esportarle in altri settori. E’ quello che abbiamo fatto con l’acciaio, dalle navi alle infrastrutture, e anche con le tecnologie del ponte: sensori, robotica per la manutenzione, pannelli fotovoltaici che lo alimentano, tutti sistemi sviluppati a chilometro zero dalle nostre controllate genovesi Seastema e Cetena”.

Fincantieri: continua l’impegno per il nuovo ponte di Genova

Varata l’ultima maxi-campata da 100 metri che ha portato il nuovo ponte di Genova a scavalcare la ferrovia.

La costruzione di tutto l’impalcato in acciaio, con lo sviluppo delle sue componenti tecnologiche, è stata affidata a Fincantieri Infrastructure e alle società del gruppo Fincantieri.

In poco più di un mese l’infrastruttura progettata da Renzo Piano ha raggiunto circa 800 metri di lunghezza delle campate, quasi l’80% dell’intera struttura, per 6.000 tonnellate d’acciaio lavorato e modellato negli stabilimenti del gruppo Fincantieri.

Le operazioni per portare quest’ultima imponente campata del peso di 1.800 tonnellate a oltre 40 metri di altezza sono iniziate sabato e, fra attività propedeutiche e sollevamento vero e proprio, hanno richiesto circa 48 ore e il lavoro di una squadra di quasi 50 persone.

Il loro impegno è simboleggiato da una foto con la scritta: “Noi al lavoro per Genova e per l’Italia”, seguita dall’hashtag #VOISTATEACASA.

L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, dopo il varo della maxi-campata ha dichiarato: “Un risultato importante nel percorso che porta verso il completamento del nuovo ponte e che vogliamo dedicare a tutto il Paese, che oggi fronteggia un’emergenza senza precedenti, seconda solo al periodo post bellico. Fincantieri metterà a disposizione tutte le proprie competenze affinché questo sforzo sia produttivo nel più breve tempo possibile, e nell’immaginare con tutte le persone responsabili il nuovo modello di sviluppo economico che ne dovrà derivare”.

“Una volta ancora dobbiamo ringraziare tutti i nostri tecnici e operai – ha proseguito – che con il loro saper fare e con spirito di abnegazione hanno permesso al cantiere di restare operativo, rispettando gli obiettivi fissati, in un contesto sfidante per la loro salute, che continueremo a tutelare in ogni modo e ad ogni costo, perché prioritaria e imprescindibile”.

Come la precedente maxi-campata, anche questa, per mole e posizione, ha richiesto il coordinamento di attività complesse, che sono state realizzate dai tecnici e dai saldatori di Fincantieri Infrastructure, che hanno adottato ulteriori misure di sicurezza per far fronte alla grave emergenza sanitaria che condiziona il Paese.

In linea con le azioni specifiche messe in campo da Fincantieri in relazione all’emergenza Covid-19: assicurazione sanitaria integrativa ad hoc per tutti i dipendenti e chiusura dei propri stabilimenti, con l’impegno di riprendere le attività solo quando sarà possibile garantirne lo svolgimento nella piena sicurezza dei lavoratori.

Un approccio come sempre sobrio, responsabile, improntato al fare, prima che al dire.

Prosegue quindi lo sforzo del Gruppo, leader mondiale nella navalmeccanica e prima azienda della città, che è impegnato nella costruzione del nuovo Ponte di Genova nel duplice ruolo di socio e affidatario per un valore pari al 70% dell’intera commessa.

Uilm: corretto e coraggioso il comportamento di Fincantieri di fermare attività

Fincantieri aveva deciso di fermare l’attività su tutto il territorio nazionale dal 14 al 29 marzo prima ancora del Decreto ‘Cura Italia’, prima ancora che venisse introdotta la cig per l’emergenza coronavirus. Una decisione condivisa dalla Uilm, che reputa il comportamento di Fincantieri “corretto e coraggioso” nonostante la preoccupazione per la situazione del Paese.

“Chiediamo all’azienda – afferma il segretario generale Uilm Rocco Palombella – di continuare a rappresentare, nonostante la grave crisi, un punto di riferimento nella salvaguardia di migliaia di posti di lavoro e in uno dei settori fondamentali per il nostro Paese”.

“Mentre la situazione del Paese continua ad aggravarsi – osserva il leader dell’Unione italiana lavoratori metalmeccanici -, con oltre quarantamila persone contagiate e oltre tremila morti in un mese, superando perfino i decessi della Cina, e il sistema produttivo al collasso che rischia una fermata generalizzata, non è il momento di polemiche assurde”.

“Fincantieri – aggiunge -, fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, è stata immediatamente disponibile a fermare tutti i cantieri italiani dal 14 al 29 marzo, salvaguardando gli oltre 9mila dipendenti e i circa 18mila lavoratori di tutto il complesso sistema degli appalti, senza nemmeno attendere, come hanno fatto molte altre, che il Decreto ‘Cura Italia’ introducesse la cig per Covid-19, che come noto non ha nessun costo per le imprese, essendo a totale carico dell’Inps, e comporta una decurtazione per il salario dei lavoratori pari a circa 200 euro per 15 giorni. Fincantieri, invece, si è fatta carico di anticipare il periodo di fermata con una retribuzione piena chiedendo il piccolo sacrificio di modificare il normale programma delle ferie annuali”.

Secondo Palombella: “La decisione di Fincantieri di fermare le attività fino al 29 marzo era basata sulla speranza di ritorno alla normalità entro quella data e quindi della necessità di non perdere le scadenze degli ordini. Purtroppo la situazione nel frattempo è precipitata e non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze sul mercato del turismo, ma anche sulla cantieristica e crocieristica, e sulle migliaia di lavoratori interessati”.

La richiesta che la Uilm avanza a Fincantieri è “di intervenire con tutti gli strumenti che riterrà opportuno per contribuire a risolvere questa drammatica situazione insieme alle organizzazioni che stanno combattendo in prima linea contro l’emergenza, continuando ad avere un approccio costruttivo nel rispetto delle migliaia di lavoratori che rischiano gravi conseguenze”.

“Al contempo – sottolinea in una nota Palombella – riteniamo non solo stucchevole ma addirittura assurda la preoccupazione di qualcuno, che in questi giorni tragici per l’Italia continua a preoccuparsi solo della programmazione delle ferie estive. Diciamo a costoro di tornare alla realtà, perché altri e ben più gravi problemi attanagliano oggi i lavoratori italiani, problemi che come sindacato dobbiamo contribuire a fronteggiare, facendo fronte comune”.

Fattore I e PMI di successo: Banca IFIS presenta a Bologna i risultati dell’ultimo web listening

Fattore I” è il progetto avviato da Banca IFIS con l’obiettivo di scoprire qual è il “fattore” che determina il successo di una impresa.

Banca IFIS in un viaggio – lungo l’Italia – ha incontrato e ascoltato le storie di eccellenza della piccola e media impresa italiana e ha deciso di raccontarle attraverso uno storytelling transmediale fatto di racconto scritto, video e podcast.

Nel contesto di Fattore I, l’Istituto di credito veneto ha già pubblicato 3 edizioni del Marketwatch PMI, l’osservatorio permanente a cura dell’Ufficio Studi della Banca, che già da qualche anno indaga i trend del mondo delle imprese.

I risultati dell’ultimo web listening condotto da Banca IFIS in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, saranno presentati e commentati il 6 febbraio a Bologna, presso la Sede di Confindustria, con inizio alle ore 16,30.

L’incontro, dal titolo “Fattore I: quale innovazione per il futuro delle PMI?”, è organizzato in partnership con il Sole24Ore.

A aprire i lavori sarà il Presidente Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi. A seguire il saluto del Direttore Generale di Banca IFIS Alberto Staccione.

Il Responsabile della Direzione Centrale Affari di Banca IFIS, Raffaele Zingone, nel corso della tavola rotonda “Il futuro è già presente: storie di eccellenza”, dialogherà con alcune aziende dell’Emilia Romagna partecipanti al progetto Fattore I.

I lavori dell’evento saranno moderati dalla giornalista di Radio24 Anna Marino. Previsti, tra gli altri, gli interventi di docenti universitari ed esperti del settore.

Ricerca, ascolto e narrazione sono gli strumenti che Banca IFIS utilizza per capire la “ricetta segreta” che c’è dietro al successo di quelle che si possono definire le PMI Stellari, analizzandone i trend, ascoltando e studiando le storie di eccellenza che hanno sviluppato modelli di business competitivi e individuando gli hot topic dei diversi settori produttivi tramite l’ascolto del web.

I risultati periodicamente vengono raccolti nel Marketwatch PMI, il report di Banca IFIS che studia ed analizza la realtà imprenditoriale italiana per conoscere quali sono le PMI che crescono nel mercato e quali sfide devono affrontare.

Nel corso del 2019, il Marketwatch PMI ha dato particolare rilievo alle tematiche riguardanti le PMI Stellari, con un occhio di riguardo per i trend della Grande Milano e del mondo Tech.

Su un ecosistema di circa 61.762 PMI, Fattore I ha individuato oltre 4.300 aziende che stanno crescendo in modo significativo. Di queste, quasi 1.100 hanno ritmi di sviluppo superiori al 20% all’anno. Sono queste quelle che Banca IFIS definisce PMI Stellari: aziende che investono da 3 a 5 volte in più rispetto alla media delle PMI.

Atlantica: il consolidamento dei server riduce la complessità delle infrastrutture IT

Nel campo dell’informatica i termini come consolidamento dei data center, virtualizzazione e cloud computing, sono diventati molto diffusi.

L’approccio al consolidamento delle risorse hardware è ormai il tema dominante di ogni investimento aziendale che ha come obiettivo il contenimento dei costi e uno sfruttamento più efficace delle risorse disponibili.

‘Consolidare i server’ significa ridurre il numero di computer della sala macchine lasciando invariati i servizi offerti tramite la tecnologia di virtualizzazione. In pratica ogni computer fisico può ospitare diverse macchine virtuali completamente indipendenti l’una dall’altra.

Virtualizzazione e consolidamento portano comunque vantaggi. Consolidare riduce i costi e può aumentare la produttività, portando a lavorare in un modo nuovo, molto più trasparente, semplice e veloce.

“Consolidare più applicativi su pochi server fisici – osservano gli esperti IT di Atlantica Digital S.p.A, società leader nella progettazione e realizzazione di sistemi mission critical – riduce la complessità delle infrastrutture IT, consentendo lʼerogazione di servizi di qualità con meno risorse economiche ed aumentando il livello di affidabilità dell’azienda”.

Atlantica sviluppa soluzioni personalizzate per il consolidamento attraverso l’utilizzo delle più evolute tecnologie di virtualizzazione oggi presenti sul mercato.

“Il consolidamento di più server applicativi eterogenei – aggiungono – in unʼunica piattaforma hardware attraverso la virtualizzazione consente che le attività di business siano completamente supportate contenendo i costi per lʼhardware e il consumo di energia elettrica per lʼalimentazione e il raffreddamento dei server”.

AICOM investe nella Divisione Security

“Da oltre 10 anni AICOM si è dotata di una Divisione di Security, certificata secondo i principali standard internazionali di settore, in grado di sviluppare e coordinare progetti su larga scala, facendo affidamento sulla propria organizzazione interna e su un qualificato network di specialisti”.

A raccontare in una intervista l’importante realtà di cui si è dotata la società di ingegneria privata, sono Daniele Viticchi e Lorenzo Pagliazzi, che guidano aziendalmente la Divisione Security e Telecomunicazioni.

“La divisione Security – spiegano – si rivolge ai Primari Gruppi Italiani in ambito Industriale, Civile, Difesa, Finanza, Logistica, Oil&Gas. La natura dei servizi forniti in questo settore consente di poter intervenire su ambiti quali Porti, Aeroporti, Siti Industriali, siti Civili e Militari, Infrastrutture Critiche in genere, Tower Building, Main Building Direzionali. L’esperienza di AICOM porta a ritenere che l’interlocuzione con le funzioni aziendali più adeguate a poter trattare i temi legati alla Security, debba avvenire con Corporate Security, Chief Security Officer, Security Manager, Building Manager, Safety Manager”.

Centrale in AICOM, nata all’inizio degli anni ’90 per volontà dell’ing. Mauro Tanzi, il settore della cybersecurity, riflettori accessi da anni in quanto in AICOM è emersa l’esigenza di offrire alla propria Clientela dei “servizi di consulenza e progettazione nell’ambito della sicurezza che non fossero più disgiunti tra fisica e logica”.

Dal momento che AICOM vuole perseguire una visione olistica capace di considerare le interrelazioni e le interdipendenze funzionali tra le due parti, ha partecipato e sta partecipando come azionista sia di maggioranza che di minoranza a società di consulenza di alto livello attive in tale ambito le cui visioni sono complementari e sinergiche con quelle della società.

“Attualmente – dichiarano Viticchi e Pagliazzi – AICOM è shareholder della società Cybaze, una realtà nata nel 2019 dalla convergenza di talenti e professionalità di alto livello nel settore della Cyber Security integrata, attraverso la messa a fattor comune di due società storiche e due start up eccellenti dell’arena della cyber security italiana: Yoroi, @Mediaservice.net, Emaze, CSE Cybsec. Attraverso questi rapporti, AICOM è in grado di approcciare la materia della Security in un modo innovativo, integrato e di profonda competenza”.

Infine un accenno alle competenze dell’ingegneria delle telecomunicazioni, dove AICOM – dalla sua nascita – collabora con i principali gruppi industriali operanti in Italia per l’implementazione dei sistemi strategici e di ultima generazione, sia in ambito civile (ad es. TIM progetto 5G) che militare (ad es. LEONARDO progetto TETRA).