Le Banche Centrali rimangono al centro dell’attenzione

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 I mercati finanziari hanno chiuso il 2013 e iniziato il 2014 sostenuti da dati economici sempre più positivi provenienti dagli Stati Uniti. Siamo convinti che nel nuovo anno l’economia globale continuerà sulla strada di una moderata ripresa grazie agli aiuti delle Banche Centrali, in fase di accelerazione grazie al miglioramento nel più lungo termine dell’economia statunitense che sta diventando più sostenibile dopo anni di debolezza.

Nonostante lo scenario positivo, crediamo che gli investitori debbano comunque essere preparati ad affrontare il perdurare della financial repression, che si accompagna alla riduzione del debito pubblico attraverso i bassi tassi di interesse nei paesi sviluppati. Questi saranno i f attori che continueranno ad influenzare i mercati finanziari nel 2014.

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Questa prospettiva è confermata dagli ultimi sviluppi in America, dove la costante ripresa del mercato del lavoro ha spinto la Federal Reserve ad annunciare una lieve riduzione degli acquisti mensili di titoli obbligazionari, da 85 a 75 miliardi di Dollari americani a partire da gennaio 2014 spiegaAndreas Utermann, Global CIO di AllianzGI . Inoltre, gli indici manifatturieri negli Stati Uniti nel mese di dicembre riportano i dati migliori dallo scorso gennaio, a conferma della solidità dei nuovi ordini e del livello di occupazione.

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Nel contempo, la Fed si è premurata di sottolineare la distinzione tra il “tapering” e la “stretta monetaria” (ovvero il rialzo dei tassi), per reagire al miglioramento dell’economia del paese senza provocare un tracollo attraverso una sospensione troppo rapida dello stimolo monetario.

È proprio questo che intendiamo quando diciamo che la politica monetaria sarà “più accomodante e più lunga”, a prescindere dai pr imi cauti tentativi di tapering da parte della Fed. Siamo convinti che il ruolo delle banche centrali diventerà ancor più determinante per i mercati in futuro. Non solo le banche centrali devono gestire un processo di transizione senza intoppi, dall’immissione di liquidità a buon mercato sui mercati alla graduale chiusura del piano di Quantitative Easing, ma devono anche offrire previsioni delicate e tempestive sulla nuova politica monetaria (es. possibili incrementi dei tassi di interesse) a fronte del rafforzamento dell’economia globale.

 

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