Borsa: cosa frena gli investitori?

 Gli investitori sono sempre più spaventati. Colpa delle vendite che hanno gravato sui listini azionari, specialmente a Piazza Affari e nei pressi delle banche collegate al borsino milanese. Così, qualcosa frena gli azionisti. Molti operatori hanno nuovamente scelto di liberarsi dei Btp, già dalla giornata di ieri lunedì 3 febbraio. Nel contempo hanno iniziato ad acquistare bund.

Come si sviluppa un ciclo economico

 L’analisi delle fasi del ciclo economico serve ad individuare i momenti salienti dello sviluppo di un’economia e per questo, conoscere un ciclo economico, è fondamentale per avere idea di quello che sta succedendo ad un paese o alla borsa.

Lo schema classico di un ciclo economico è fatto di espansione, poi di contrazione e poi ancora di ripresa. E per determinare in che fase si è, si prendono in esame l’andamento del Prodotto Interno Lordo o della disoccupazione.

Cosa sostiene la teoria del mercato efficiente

Per esempio, se c’è una fase di espansione conclamata, allora il PIL è in crescita e in modo inversamente proporzionale diminuisce il tasso di disoccupazione. Nella fase di recessione, invece, accade il contrario, cioè cresce il tasso di disoccupazione e si riduce il volume della produzione dei un paese.

Per essere corretti, però, bisogna dire che esistono quattro fasi e non tre: la prima è una fase di espansione che raggiunge un secondo stadio, ovvero il picco massimo, per poi avviarsi verso una fase di contrazione e raggiungere il livello minimo.

La teoria del prospetto

La recessione, che è un termine molto usato negli ultimi mesi, si ha quando l’economia di un paese rallenta, c’è un calo di tensione nell’attività economica. Il rallentamento diventa recessione vera e propria quando ci sono due trimestri di calo del PIL. Negli altri casi di flessione si parla di depressione.

Cosa sostiene la teoria del mercato efficiente

 Per sapere in ogni momento come comportarsi e come reagire nel mercato che cambia, è bene avere a mente alcune teorie economiche corroborate da anni di esperienza nel settore finanziario. Una delle teorie di cui recentemente si sente parlare è quella del mercato efficiente, elaborata da Eugene Fama, un ricercatore americano.

Secondo Fama, le agenzie di brokeraggio, per condurre i loro studi economici a livello micro e macro, hanno la necessità di disporre di un numero di risorse superiore a quelle presenti sul mercato e per questo gli analisti utilizzano un portafoglio di titoli generico con un livello di rischiosità analogo a quello da analizzare.

La teoria del prospetto

L’analista, però, così facendo, agevola il mercato e fa in modo che questo sia sempre efficiente. Tutti gli investitori che hanno un portafoglio precostituito di titoli, traggono vantaggio dalla situazione. Se poi i trader si spostano in massa verso i vantaggi offerti dal mercato efficiente, questi vantaggi scompaiono e si deve ripartire da zero.

Come e dove si acquistano i BTp Italia

Enunciato il funzionamento della teoria, è chiaro che chi vuole trarne beneficio deve scoprire l’efficacia della valutazione e monitorare l’evoluzione delle condizioni macro-economiche sia nei contesti nazionali, sia negli scenari internazionali. Sicuramente il livello di circolazione delle informazioni può fare la differenza.

La teoria del prospetto

 La teoria del prospetto è sempre stata considerata antitetica alla teoria dell’utilità ma in fondo il suo obiettivo è soltanto quello di descrivere i comportamenti che si discostano dalle aspettative degli analisti. Un modo per dare un senso alle “eccezioni che confermano la regola”.

La teoria dell’utilità attesa e del comportamento razionale dicono che un investitore, in genere, agisce valutando in maniera sistematica una serie di variabili economico-finanziarie. Se fosse sempre vera la teoria dell’utilità, perché tanti analisti si ritrovano con frequenza davanti a comportamenti inaspettati?

Per spiegare tutto è stata portata in campo la teoria del prospetto formulata nel 1979 da Kahneman e Tversky. I due psicologi israeliani sostengono che gli individui, per scegliere un investimento, si basano soprattutto sul loro status quo.

In poche parole, al momento di scegliere un investimento, hanno una rilevanza particolare sia l’effetto contesto, sia l’avversione alle perdite.

Per contesto s’intende il panorama entro cui l’individuo deve scegliere considerato il suo punto di partenza e i possibili esiti delle azioni finanziarie.

Per quanto riguarda l’avversione alle perdite c’è da considerare che in generale gli investitori vogliono evitare la perdita più di quanto sono motivati ad ottenere un guadagno. Il tutto, probabilmente, è legato allo spirito di sopravvivenza.