Arrivano i tagli per la Sanità

 Entro la fine dell’anno le regole applicate decise dal Ministro Balduzzi si potrebbero trasformare in provvedimenti, ma i governatori sono già sul piede di guerra.

I tagli previsti dal Ministero – 18/20 mila posti letto, reparti poco funzionali e, cosa che più di tutte potrebbe essere causa di scontro, il taglio di alcune poltrone importanti – hanno lo scopo di riorganizzare la sanità pubblica e privata italiana, sia per garantire assistenza adeguata a tutti i pazienti del territorio italiano sia per una più fruttuosa gestione delle risorse disponibili.

«Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera». E’ questo il titolo del programma di revisione proposto dal ministero, che prevede la divisione degli ospedali italiani in tre categorie in base al bacino di utenza, attraverso il quale si dovranno decidere gli standard minimi delle prestazioni.

Dall’analisi delle prestazioni effettuate da ogni ospedale, arriverà poi il programma di dieta per ogni centro – un programma che si baserà su tre punti principali: volume delle prestazioni effettuate, soglie di rischio degli outcome e, ancora, il bacino di utenza – sul quale le regioni avranno comunque la possibilità di intervenire in relazione alle specificità territoriali e di utenza e, come già previsto e successo in diverse parti di Italia, anche in raccordo con la popolazione che sicuramente si mobiliterà per il mantenimento delle strutture che potrebbero essere eliminate.

Comuni in difficoltà economiche, Governo e maggioranza si scontrano

 Governo e maggioranza ancora contro sul decreto per ridurre gli stipendi dei politici negli enti locali.

La Camera propone il cancellamento di alcuni emendamenti che la Commissione Bilancio aveva approvato in assenza di adeguate coperture finanziarie.

Di contro l’assemblea ha optato per il rinvio del decreto. In commissione, però, non vi è stato alcun accordo. Oggi si ritorna in Aula per riparlarne.

Ordine del giorno: la contesa riprenderà con la richiesta della maggioranza all’indirizzo del Governo di giustificare il suo rifiuto con le relazioni della Ragioneria sugli emendamenti in discussione.

Il Governo è pronto a chiedere la fiducia.

Intanto, magra consolazione, Governo e maggioranza sono in sintonia per quanto concerne il salvataggio dei Comuni le cui sorti finanziarie sono fortemente in bilico. Molti sono i sindaci che hanno chiesto e ottenuto tale norma. Uno su tutti? Il “napoletano” Luigi De Magistris. Il capoluogo campano registra un buco di 850 milioni e il suo primo cittadino non sa dove trovarci. Messina, Catania e Parma versano nelle stesse condizioni di difficoltà.

Governo e maggioranza, pertanto, hanno cancellato le normative appena introdotte con i provvedimenti attuativi del federalismo fiscale che prospettavano, per fronteggiare il disagio, l’arrivo di un commissario, incaricato di agevolare il pagamento dei creditori e, in casi estremi, l’arrivo di nuove tasse per i cittadini, nonché l’ineleggibilità degli amministratori ritenuti responsabili.

Esodati, dietrofront Fornero: fondi cancellati

 La Commissione Bilancio della Camera  ha bocciato l’emendamento in favore degli esodati, votato all’unanimità dalla Commissione Lavoro. Il Ministro Fornero, nella giornata di ieri, aveva promesso una copertura finanziaria. Oggi le cose sono cambiate.

Tale copertura avrebbe posto fine in maniera positiva al periodo di disagio vissuto da circa 10.000 lavoratori privati di reddito e pensione. La copertura, in verità, era stata trovata pensando a prelevare il 3% dei redditi su oltre i 150mila euro. Pdl e Udc, tuttavia, hanno risposto con un secco “No”.

Di nuovo punto e a capo: la decisione torna in mano al Parlamento. I relatori della Legge di Stabilità chiedono al Governo numeri ufficiali. Così Renato Brunetta:

“Non possiamo fare miracoli. Fornero ci deve dare dati esatti sulla platea. Solo così infatti si possono poi valutare le risorse necessarie”

Torna dunque in auge la diatriba inerente ai lavoratori che si sono licenziati o che avevano accettato di perdere il posto di lavoro facendo affidamento sulle possibilità di andare in pensione offerte dal Governo. Speravano nella riforma della Fornero, la quale non ha però mantenuto le promesse.

La situazione al momento: il Ministro Fornero è tra l’incudine e il martello. Governo e Parlamento sono al centro di un’accesa discussione. Ne viene fuori che Esecutivo e Ministero del Lavoro non hanno intenzione di accettare la proposta parlamentare di restaurare, riproponendole, le vecchie regole pensionistiche. Con tali norme 130.000 esodati erano stati “sistemati”. Di contro, però, il Parlamento non sa come trovare le risorse. L’emendamento, dunque, è attualmente fermo al palo.

 

Tributi erariali: +3,8%

 E’ il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ad annunciare l’aumento delle entrate erariali del periodo gennaio-settembre del 2012, rispetto alle cifre che sono state registrate lo scorso anno, con una percentuale del 3,8%.

In pratica, le entrate da tributi sono passate da 281.899 milioni di euro a 292.526 milioni.

Ad aumentare le imposte dirette (+6.359 milioni di euro), le ritenute dei lavoratori dipendenti pubblici (+0,6%) e dei dipendenti privati (+1,4). Il gettito IRES rimane sostanzialmente invariato (-0,3%).

Anche per le imposte indirette si rileva un sostanziale aumento (+4.268 milioni di euro), a parte per il gettito derivante dall’IVA per il quale si registra una lieve flessione, dovuta in modo particolare al calo delle importazioni e degli scambi nazionali.

Aumentata anche l’imposta di bollo, che registra un incremento record rispetto allo stesso periodo del 2011: un più 136,9%, che si deve alle imposte di bollo introdotte per conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari a partire dalla seconda metà del 2011 e, soprattutto, all’anticipo dell’acconto sull’imposta, che si è sentito particolarmente sulle attività finanziarie scudate.

A fronte di questi aumenti, va registrata la flessione del gettito sul gas metano (-21,8%), dovuto al calcolo del conguaglio dell’anno precedente, riequilibrato, però, dall’aumento del gettito dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (+23,5%) e sulle accise, aumenti decisi soprattutto per far fronte all’emergenza terremoto in Emilia Romagna.

Il Made in Italy non conosce crisi

 Le aziende del lusso e della moda italiano continuano ad avanzare e non risentono della crisi che ha colpito tutti gli altri settori.

E’ la PPR (Pinault-Printemps-Redoute), la multinazionale fondata dall’imprenditore François Pinaul, che sta cercando nuove acquisizioni da fare in Italia per allargare il suo giro di affari. La PPR, che, dopo l’acquisizione del marchio Bottega Veneta, che è riuscita a portare il suo fatturato da 30 milioni a 1 miliardo di euro stimati entro la fine del 2012, vuole acquisire nuove società italiane attraverso azioni mirate sul mercato dei titoli.
L’intenzione è quella di allargare il portafogli di griffe con marchi complementari, che saranno i portabandiera, nel mondo, dell’artigianalità delle produzioni che esiste solo in Italia e non si trova in altri Paesi a cominciare dalla Francia. 
Proprio per questo sono state annunciate delle nuove Ipo previste per il 2013, sicuramente tra i marchi ci saranno Yamamay e Carpisa. Ma anche altre firme importanti del Made in Italy vedono delle ottime prospettive per il futuro.
Per primo il gruppo Peuterey, che intravede grosse prospettive di internazionalizzazione soprattutto verso la Cina, e Moncler che, dopo aver rinunciato alla quotazione in borsa nel 2011, sta intraprendendo la strada della separazione dei marchi interni in altrettante società.

Bankitalia: prospettive nere per le imprese italiane

 I dati del sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d’Italia sulle imprese industriali e dei servizi  in questi ultimi mesi ha rilevato una situazione molto pesante per il mondo delle imprese italiane: il 2012 vedrà una impresa su tre chiudere l’anno con i conti in rosso e con notevoli tagli della forza lavoro.

Oltre a questo, il sondaggio ha evidenziato anche una forte contrazione della domanda di credito, data la riduzione del saldo (confrontando i dati con quelli della scorsa primavera), tra le aziende che hanno richiesto un prestito e quelle che, invece, non lo hanno fatto.

Nello specifico il 30,2% delle imprese hanno già annunciato una chiusura in rosso per la fine del 2012, una percentuale nettamente maggiore delle stime dello stesso periodo dello scorso anno, quando le aziende in questa situazione erano il 23,6% del totale. Le aziende che hanno riscontrato maggiori difficoltà negli utili sono quelle del terziario e dei servizi, con un picco per i settori della ristorazione e alberghiero.

Stessa situazione anche per i dati che riguardano l’occupazione: anche in questo caso un terzo delle aziende italiane ha fatto registrare un calo, aziende che si concentrano nella classe dimensionale tra i 20 e 49 addetti.

Questi dati mettono in evidenza una perdita di competitività delle aziende italiane rispetto a quelle straniere e, secondo le voci che arrivano dagli imprenditori stessi, le motivazioni principali di questa situazione risiedono nel costo del lavoro e nella pressione fiscale.

 

Sindacati minacciano ricorsi per le decisioni della Fiat a Pomigliano

 Ha parlato prima Susanna Camusso, ospite da Fabio Fazio, della decisione presa dal Lingotto di licenziare 19 operai della Fiat di Pomigliano per far rientrare i lavoratori iscritti alla Fiom precedentemente tagliati.

Dopo di lei sono Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri a chiedere che l’apertura di un tavolo di discussione per rivedere la direzione della strada che la Fiat di Pomigliano ha intrapreso per rispettare la sentenza della corte di roma.

“In apertura dell’incontro, abbiamo formulato la nostra contrarietà sulla decisione dell’azienda di mettere in mobilità 19 operai a Pomigliano, per rispettare la sentenza del tribunale di Roma. Per noi è una decisione profondamente sbagliata, anche alla luce degli accordi che abbiamo preso nel luglio 2011 con l’azienda, che prevedono la riassunzione di tutti gli operai entro luglio 2013” ha sottolineato Ferdinando Uliano, responsabile auto della Fim, a Torino.

Dello stesso avviso anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, che ha minacciato di fare ricorso se la Fiat non ritirerà i licenziamenti messi in atto. Secondo il segretario, infatti:

 Le sentenze si rispettano e non si discutono. O l’azienda ci rassicura o faremo ricorso anche noi.

Puntando il dito soprattutto sulle istituzioni che dovrebbero fare un’opera di mediazione più produttiva e proficua per i lavoratori e per le aziende.

 

Polemiche ancora accese tra Marina Berlusconi e De Benedetti

 Domenica sera alla trasmissione Che Tempo Che Fa, l’ingegner Carlo de Benedetti ha ribadito le sue posizioni per quanto riguarda il caso del Lodo Mondadori, accusando di nuovo e apertamente Silvio Berlusconi di corruzione.

De Benedetti ha definito la vicenda che lo ha visto coinvolto in prima linea insieme a Silvio Berlusconi per il possesso della Arnoldo Mondadori Editore come «la corruzione del millennio» e attribuisce il successo giudiziario del Cavaliere solo ad una difesa basata sulla corruzione dei giudizi preposti ad decidere sulla vicenda.

A parlare, dopo questa ennesima e dura accusa di De Benedetti, è la Marina Berlusconi, figlia del Cavaliere e attuale presidente di Fininvest, la quale ribadisce che non si sono mai verificati episodi di corruzione nei confronti di nessun giudice, come già visto nei precedenti dibattimenti (risalenti al 2001) in cui Silvio Berlusconi fu prosciolto, con formula piena, da ogni accusa a suo carico.

Ma marina Berlusconi si spinge oltre e chiede, in sostanza, all’ingegnere di accontentarsi di quello che ha già ottenuto (due sentenze grazie alle quali De Benedetti ha ottenuto 564 milioni di euro) e di sperare che la giustizia continui ad essere miope come in precedenza. Anche se, la presidente del Gruppo Fininvest, è fiduciosa nella sentenza della Corte di Cassazione, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, che metterà fine alla vicenda.

Attendiamo ora – ha detto Marina Berlusconi – con estrema fiducia che la Cassazione ci renda finalmente giustizia, perché non vi fu alcun danno e neppure un euro da parte nostra è dovuto.

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Governo ripristina fondi a favore dei malati di Sla

 Il Governo pensa all’eliminazione delle franchigie sulle detrazioni e sulle deduzioni fiscali per mutui, istruzione e spese sanitarie. Le novità non finiscono qui: probabilmente tetto massimo e soglia minima resteranno soltanto come voci a minor impatto sociale, al pari quelle veterinarie.

Ad affermarlo è il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli, fiducioso:

«Volevo rassicurare, non c’è né una dimenticanza né un’assenza di risorse».

Inoltre verranno ripristinati i fondi a favore dei malati di Sla, Sclerosi laterale amiotrofica. La cifra messa a disposizione si aggira intorno ai 900 milioni di euro.

Il Governo ha inoltre confermato di voler rinunciare alla riduzione delle aliquote Irpef e che il blocco dell’Iva non salirà all’11%. Ad oggi, dunque, la legge di Stabilità procede mutando le sue forme ancora prima di essere messa ai voti della commissione Bilancio della Camera.

Bilancio che per ora è arrivato in maniera parziale durante la giornata di ieri, in merito alle entrate tributarie: Sino ad oggi, nei primi nove mesi dell’anno queste ammontano a 292.526 milioni di euro. Si registra pertanto un aumento del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Procede anche la lotta all’evasione fiscale. L’incasso di questo segmento sale del 6,5%. Male, invece, l’incasso dei giochi, che scende di 8,3 punti.

 

 

Miracolo – Benzina: torna sotto l’1,80

  Gli italiani tirano un piccolissimo sospiro di sollievo. Oggi la benzina è scesa sotto la soglia di 1,8 euro al litro. Non accadeva da febbraio scorso.
L’attuale scia di ribassi ha fatto si che il prezzo medio della benzina verde scendesse a 1,794 euro al litro nei distributori TotalErg.
In base alle rivelazioni di Staffetta Quotidiana possiamo affermare che il brand con il prezzo più basso al momento è questo. Ma sotto la quota di 1,8 euro troviamo anche Q8, stabile a 1,799 euro.
Avranno fatto effetto le ultime decisioni prese dall’Eni?
Questa è un ottima notizia per gli automobilisti italiani ai quali va il consiglio di approfittare di questo primo e importante calo dei prezzi al litro, onde risparmiare in un periodo in cui il rincaro generale del costo della vita non esista a fermarsi.
I ribassi nel dettaglio: Occorre sottolineare che nel mentre le quotazioni internazionali in euro hanno effettuato una sorta di piccolo rimbalzo, quelle nazionali hanno iniziato a muoversi sui prezzi raccomandati. Parliamo, di preciso dei seguenti marchi:
IP (- 2,5 cent euro/litro sulla benzina e – 2 sul diesel);
Shell (- 2 per entrambi i prodotti);
TotalErg e Q8 (- 2 sulla “verde” e – 1,5 sul diesel);
Tamoil (- 1 per entrambi i prodotti);
Esso (- 1 e – 0,5 rispettivamente).