Il piano di stimolo dell’economia giapponese

 Il Giappone deve fare tutto il possibile per far ripartire la sua economia. Dopo anni di primato economico, il Paese del Sol levante, infatti,  sta attraversando una grave crisi, resa peggiore anche dalle catastrofi che l’hanno colpita negli ultimi tempi.

► Le prospettive economiche del Giappone

La soluzione, almeno per ora, l’ha proposta Shinzo Abe, il primo ministro giapponese, che ha deciso un piano di stimolo all’economia pari a 10.300 miliardi di yen (90 miliardi di euro) in cui sono compresi sgravi fiscali per favorire gli investimenti e una serie di progetti per la realizzazione di grandi infrastrutture (soprattutto nel Nord e nell’Est del Paese, le aree devastate dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011) che dovrebbero creare 600 mila posti di lavoro.

Abe è stato chiaro: è vero che il debito pubblico del paese è alle stelle, ma la necessità primaria è quella del rilancio dell’economia, e deve essere il Governo ad occuparsene

 Industria europea in allarme per l’accordo con il Giappone

E’ il Governo che deve prendere per primo l’iniziativa per creare domanda e dare impulso all’intera economia.

Il piano deciso dal Primo Ministro Abe dovrebbe portare ad una crescita del Pil pari al 2%, ma se il paese vuole davvero uscire dalla sua grave situazione i problemi da risolvere sono anche altri. I principali sono, da un lato, i rapporti con la Cina (le dispute territoriali tra i due paesi hanno fatto contrarre l’export nipponico verso questo paese) e, dall’altro, è necessaria una semplificazione delle regolamentazioni interne.

► Nel 2030 la Cina sarà la prima superpotenza mondiale

Perché Apple punta sulla Cina

Sono giorni di fermento in casa Apple. Senza ombra di dubbio l’azienda sta studiando ogni tipo di contromossa per prevenire una nuova offensiva da parte di Samsung.

► Dal 2013 la produzione Apple torna in America

I recenti cali nelle vendite di alcuni prodotti della brand-line della mela morsicata fungono da ‘alert’ per il 2013.

Ma tutto lascia presagire che l’anno è partito con il piede giusto e finirà bene. Basti pensare che iWatch, iOs 7, iPhone Mini, iPhone 6, iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013.

Una produzione che dunque crescerà a dismisura, si amplierà e cambierà anche quello che è il primo mercato di riferimento.

Non più gli Usa, bensì la Cina. Lo ha rivelato il Ceo Tim Cook, che proprio in questi giorni sta visitando il Paese asiatico. Per il Ceo si tratta della seconda ‘visita’ in meno di 12 mesi.

Durante un’intervista, Cook ha esplicitamente affermato che “La Cina sorpasserà gli Stati Uniti, diventando il primo mercato per Apple”.

Al momento la Cina è il secondo mercato di riferimento per il colosso guidato da Cook, che aggiunge: “Diventerà il primo, ne sono certo”.

Perché Apple punta sulla Cina?

L’analisi è e deve essere approfondita. Apple sta monitorando minuto per minuto le vendite effettuate dal gruppo nella ‘Grande Cina’, e cioè in Taiwan e ad Hong Kong. I dati sono confortanti. Le vendite in Cina sono seconde solo alle vendite negli States.

Rimarranno molto alte e non si focalizzeranno sul lancio dell’iPhone Low Cost, che non approderà nel Paese asiatico, pieno zeppo di telefonini a basso costo che invadono anche gli altri mercati emergenti. Nessun spreco di risorse, dunque, e nessuna concorrenza in cui si perde sin dall’inizio.

Apple punta sulla Cina in maniere diverse e più efficaci. Le modalità le ha spiegate lo stesso Cook al portale Sina.com, affermando che il gruppo prevede di aprire un totale di più di 25 Apple Store nel Paese, a fronte degli 11 negozi complessivi presenti ora in Cina e Hong Kong.

 

American Express licenzia 5.400 dipendenti

Un maxi taglio dell’8,5% del personale che costerà 400 milioni di dollari in termini di liquidazioni. AmericanExpress, con l’avvento del 2013, manda a casa 5.400 dipendenti.

Il gruppo di carte di credito colpito dalla crisi testimonia che quella americana è così profonda a non risparmiare neanche un emblema della finanza.

► La crisi economica europea nel 2013

Basti pensare che è il taglio di costi più lacerante dell’ultimo quinquennio.

A cosa è dovuto il Maxi Taglio di American Express?

La decisione arriva alcuni mesi dopo il raggiungimento dell’intesa da 127,5 milioni di dollari (compresi quei 85 milioni finalizzati al rimborso-clienti) trovato con il Consumer Financial Protection Bureau, con la Federal Reserve e con altri regolatori del settore bancario, il base al quale il gruppo aveva commercializzato in modo errato alcuni prodotti, attuando procedure illegali.

Ma il taglio dei dipendenti è dovuto anche ai risultati preliminari del quarto trimestre, rilasciati in attesa di quelli definitivi che saranno annunciati il prossimo 17 gennaio.

In base ai dati erogati si evince che gli utili di American Express sono in netto calo del 47%.

Ora, tra liquidazioni dei dipendenti e spesse connesse, l’azienda dovrà sborsare una cifra che si aggira sui 400 milioni di dollari.

Non solo. Nell’ambito delle operazioni in uscita, American Express dovrà rimborsare la clientela per un totale 153 milioni di dollari e dovrà poi sborsare 342 milioni legati al programma fedeltà.

Global Travel: la divisione più colpita è quella Global Travel, con il conseguente trasferimento dei servizi sul canale digitale, così da migliorarne l’efficienza.

 

La crisi economica europea nel 2013

 Per la previsione di questo studio l’inizio dell’anno sarà caratterizzato dal fatto che la crisi continuerà, mentre in seguito ci sarà la crescita della domanda mondiale.

In particolare, si parla di ripresa economica debole nella seconda parte dell’anno. Il Pil sarà in ripresa in questo 2013 anche se la stessa sarà debole e concentrata sulla seconda parte dell’anno. La ripresa del Pil nell’Eurozona è prevista allo 0,2% e dipenderà dall’aumento della domanda mondiale.

► Per Standard & Poor’s Europa fuori dalla crisi nel 2013

L’Istat, l’Ifo e l’Insee affermano che la ripresa, anche se debole, è

trainata dall’accelerazione della domanda mondiale dovuta a un maggior dinamismo dei mercati emergenti e dal recente accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti, che dovrebbe limitare possibili effetti negativi sulla ripresa dell’economia americana.

► Situazione critica per i prestiti bancari dell’Eurozona

Si prevede anche il fatto che il debito sovrano dei Paesi allenti le tensioni dei mercati finanziari e stabilizzi gli investimenti.

Per quanto riguarda la produzione industriale, nel quarto trimestre del 2012 si prevede una contrazione, mentre nel 2013 ad una prima parte di diminuzione dello 0,4% seguirà una ripresa dello 0,2% per la crescita del mercato mondiale e per la stabilizzazione della domanda interna.

 

iWatch iOs 7 iPhone Mini iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013

Dopo l’annuncio del lancio dell’iPhone Low Cost 2013, Apple svela tutte le novità per il 2013. E c’è da divertirsti. Oltre al lancio del nuovo melafonino studiato per catturare le fasce con il reddito più basso, infatti, l’azienda di Cupertino medita di inserire interessantissimi prodotti sul mercato.

Ipotesi avveneritiche, che a prima vista rasentano la fantasia, ma che in realtà sono la testimonianza del fermento nel Quartier Generale diretto da Tim Cook.

TUTTE LE NOVITA’ APPLE DEL 2013

Andiamo dunque a vedere quali sono tutte le novità in casa Apple per quest’anno.

iPhone Mini

► Dal 2013 la produzione Apple torna in America

Fonti vicine all’azienda sostengono che il tanto atteso iPhone 5s (modello di raccordo tra il 5 e il 6, come vuole la lettera ‘s’) potrebbe non arrivare mai sul mercato. Sembra infatti che il colosso di Cupertino stia meditando di lanciare direttamente  sul mercato il 6. Nel frattempo, come accennato in precedenza, si parla tanto di un arrivo dell’iPhone Mini per fare breccia nei mercati emergenti, incentrato su un prezzo collocabile nella fascia tra i 250 e 300 euro.

Tablet più leggero e con più potenza

Il 2013, inoltre, potrebbe essere l’anno dei phablet, una sorta di dispositivo a metà tra smartphone e tablet.

iPad Mini con display retina

L’iPad Mini con display retina è un’altra delle news provenient da Apple. Con il lancio dei nuovi phablet, l’applicazione della retina al display del Mini viene interpretata come una strategia di diversificazione dell’offerta.

Nuovi iMac pro

Come tutti sanno, la gamma iMac è stata rinnovata a fine 2012. Nel 2013, però, dovrebbero essenzialmente essere rifiniture tecniche e l’inserimento di un Wifi “Gigabit”, più veloce dell’attuale.

iTv & Apple Tv

Un’altra ghiotta novità riguarda la Apple smart Tv, in relazione alla quale circolano diverse voci da molto tempo. Che l’apparecchio sia nei programmi della casa di Cupertino è ormai noto ai più. La piattaforma Tv è spesso una delle allusioni di Tim Cook, alle quali vanno aggregate quelle dei dirigenti di Foxconn.

Ancora la data di lancio è segreta. Potrebbe comunque rientrare tra i progetti da portare a termine entro l’anno.

iWatch

Ecco un’altra mossa per battere su un fronte nuovo, quello della tecnologia indossabile, Google e Samsung . Con molta fretta, Cupertino sarebbe già disposta a lanciare entro la prima metà dell’anno in corso un orologio intelligente. Si tratterebbe di uno smartwatch, che con ogni probabilità dovrebbe chiamarsi iWatch. Un modello a metà tra smartphone e orologio, che godrebbe degli stessi format di produzione attualmente utilizzati per l’iPod Nano.

iOs 7

Superati i 40 miliardi di download per il 6, è tempo di fare l’upgrade del sistema operativo. Il 2013 porterà in casa Apple anche la versione 7 di iOS, tra i dispositivi mobili. C’è già un’idea sul periodo dell’anno all’interno del quale il nuovo Os potrebbe essere mostrato. Dovrebbe accadere prima dell’estate, in occasione della conferenza mondiale degli sviluppatori.

Per Standard & Poor’s Europa fuori dalla crisi nel 2013

Fuori dalla crisi del debito già nel 2013? Per Standard & Poor’s, agenzia di rating tra le più note, si può.

Il 2013 potrebbe essere un anno fondamentale per l’Eurozona. Molti dei suoi problemi potrebbero trovare una soluzione, a patto che le politiche attuate per riequilibrare i bilanci già da qualche anno, continuino su questa linea.

In tale contesto, sarà importantissimo il voto in Italia e Germania. Molto dipende, pertanto, dall’esito delle elezioni in questi due Paesi.

Standard & Poor’s afferma che i prossimi 12 mesi potrebbero risultare decisivi al fine di superare la fase di volatilità nonché la frammentazione dei mercati che si è vista negli ultimi anni con il ritorno di alcune Nazioni come Irlanda e Portogallo “a un più sostanziale ricorso” a emissioni di titoli di Stato sul mercato primario. Gli analisti hanno poi aggiunto che “Ciò nonostante crediamo che la fiducia degli investitori ritornerà solo se gli Stati membri continueranno a fare progressi nel riequilibrare le loro economie, sia stabilizzando in modo strutturale il loro debito sia riducendo il deficit”.

 Sfida Irlanda – Ue su debiti bancari

La premessa per questa visione ottimistica rispetto alla ripresa è dunque che l’Italia, citata come esempio, prosegua il cammino di riforme avviato dal governo Monti. Standard & Poor’s ne è convinta: “Con la chiave di una soluzione della crisi di successo nelle mani dei governi, il calendario elettorale rimane un fattore vitale nella valutazione del corso futuro delle politiche, nonchè dei progressi nella soluzione della crisi”, si legge nello studio diffuso dall’agenzia.

Sfida Irlanda – Ue su debiti bancari

L’antefatto: due anni fa, nel 2010, la Bce ha fatto un prestito di 32 miliardi di euro al Governo d’Irlanda, affinché potesse ricapitalizzare le banche AIB e Bank of Ireland.

Il presente: Fresco di incarico di responsabile dell’Unione Europea, il governo irlandese inaugura il suo turno di Presidenza a Bruxelles cercando di fare in modo che l’Europa renda più leggeri i debiti delle banche, che da molto tempo gravano sul Paese. Un Paese, l’Irlanda, in piena crisi finanziaria.

Proprio oggi Herman Van Rompuy , Presidente del Consiglio europeo ha confermato seppur in maniera indiretta di voler perorare la causa del primo ministro Enda Kenny durane una visita a Dublino.

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Nel frattempo i Paesi membri dell’Unione europea stanno ancora trattando circa i dettagli per una quasi impossibile unione delle banche. Non si direbbe che Van Rompuy sia un campione di opportunismo, insomma.

Torniamo all’antefatto: il prestito del 2010. Oggi, Dublino vorrebbe quantomeno cambiare i tempi del rimborso del debito.

La stampa irlandese dice che le trattative sono in corso, ma che sono complesse per via della paura della Banca Centrale europea di concedere il finanziamento monetario.

Intanto, il Ministro Enda Kenny ha dichiarato: “Per uscire in modo efficiente dal programma di assistenza europeo dobbiamo poter contare sull’aiuto dell’Europa”. L’Irlanda ha dunque bisogno dell’appoggio europeo per tornare a finanziarsi sui mercati entro la fine del 2013.

Prima riunione Bce 2013

Durante la prima riunione dell’anno nuovo, la Banca Centrale europea ha confermato i dati degli ultimi giorni del 2012. In primo luogo, il tasso di riferimento della Zona Euro è ancora allo 0,75%.

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Nel contempo, restano invariati tanto il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento, all’1,50%, quanto il tasso sui depositi, a zero.

RIDUZIONE SPREAD

Si registra un’ulteriore riduzione dello spread tra BTp e Bund, il quale durante l’ultima seduta di borsa torna a più riprese sotto la soglia dei 260 punti base. Fondamentali per il raggiungimento di questo risultato sono state le parole del presidente della Bce Mario Draghi, in merito alla crescita economica europea del 2013. Lo spread tra i decennali benchmark di Italia e Germania si attesta così a circa 20 punti in meno della chiusura di ieri e ai minimi da luglio 2011. In grande calo c’è anche il rendimento dei decennali italiani che va sotto il 4,16%, raggiungendo minimi da oltre due anni.

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BORSE

Intanto, nella giornata di oggi, brilla Piazza Affari. E’ stata una seduta tutto sommato variegata per le Borse Europee, con Milano in grande ascesa.

Piazza Affari chiude la seduta con un +0,72%. Bene anche Madrid. Chiusura sotto la parità, invece, per Parigi, Francoforte e Londra. Wall Street procede invece maluccio.

 

AIG non farà causa al governo degli Stati Uniti

 E’ di ieri la notizia che Hank Greenberg, ex-a.d. della Aig ora alla guida della società Starr International, società che compare tra le principali azioniste della compagnia assicurativa American International Group, avrebbe voluto chiedere un pesante rimborso (intorno ai 25 miliardi di dollari) al governo degli Stati Uniti.

► AIG farà causa al governo americano?

La motivazione della richiesta di Greenberg era molto semplice: le condizioni applicate al prestito erano troppo onerose e il governo degli Stati Uniti ha ottenuto un ottimo guadagno dalla vendita delle azioni della compagnia al momento della sua nazionalizzazione.

In molti hanno storto il naso. Il prestito fatto dalla Casa Bianca è stato il mezzo attraverso il quale la compagnia ha potuto salvarsi da un sicuro fallimento e le condizioni per la restituzione erano state concordate da entrambe le parti. E così è stato e il consiglio di amministrazione di American International Group ha rifiutato in toto la proposta di Greenberg di partecipare alla causa.

► Altri guai per Obama: le compagnie assicurative aumentano i prezzi

Il commento di Robert “Steve” Miller, presidente del consiglio di amministrazione di AIG, è stato molto chiaro e deciso: il prestito fatto dalla Casa Bianca ha salvato il posto di lavoro ai 62 mila dipendenti di AIG e solo grazie a quel prestito è stato possibile ricostruire una grande società.

A oggi AIG ha restituito all’America 205 miliardi di dollari, comprendenti un utile di 22,7 miliardi di dollari. Noi continuiamo a ringraziare l’America per il suo sostegno.

Indagato per Frode Ministro Francese Fisco

Paradossale. Eppure è vero. Jérôme Cahuzac è nella bufera. Cahuzac, ministro francese che detiene la responsabilità del Budget e del Fisco è incredibilmente indagato per  frode fiscale. Proprio lui, che è l’uomo che ha proposto, senza alcun successo, la famosa tassa del 75% contro i ricchi. Ora, quasi come se fosse uno scherzo del destino (o una manovra?) Cahuzac è accusato di avere tenuto per vent’anni un conto segreto in Svizzera, e di avere nel 2010 trasferito i fondi in una più lontana banca di Singapore.

Jérôme Cahuzac  ha sessant’anni. Ha un fisico aitante essendo appassionato di boxe, ciclismo e sci ed era cardiologo convertito alla politica e al più conveniente mercato dei trapianti per capelli. Cahuzac ha accolto il comunicato della Procura di Parigi dimostrandosi forte è sicuro di sé. Questa la sua dichiarazione: “Finalmente potrò provare la mia completa innocenza”.

In Francia lo sperano. Lo sperano soprattutto François Hollande e il Presidente del Consiglio Jean-Marc Ayrault, costretti da trenta giorni ad affrontare le lamentele contro le tasse con un responsabile sospettato di frode che qualsiasi accertamento fiscale potrebbe facilmente verificare. Il problema è che, sembra uno scherzo, solo Cahuzac può mettere nei guai Cahuzac.

Ora, però, sono i magistrati a aprire un fascicolo, con buona pace dei giornalisti di Mediapart esultano, i quali il 4 dicembre scorso hanno svelato il dossier, diffondendo nel giorno seguente una registrazione audio. In questo file si sente un uomo (similissimo al ministro dal punto di vista vocale, come conferma l’accusa), dire al telefono frasi tipo la seguente:

«Mi scoccia troppo avere un conto aperto là (Ginevra, ndr), l’Ubs non è certo la più imboscata delle banche».

Staremo a vedere.