Crescita Italia, Fmi riduce le stime

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I tagli più drastici alle previsioni di crescita sono per l’Italia, ma anche gli altri grandi Paesi del Vecchio Continente. Paesi nei quali la politica monetaria risponde con molta lentezza. Paesi che dunque crescono meno di quello che si aspettava durante gli ultimi mesi dello scorso anno.

Il Fondo monetario ha pubblicato in giornata le sue nuove previsioni economiche (l’aggiornamento del World Economic Outlook) e, malgrado il vistoso calo dei prezzi del petrolio e il miglioramento degli Stati Uniti, la crescita globale appare inferiore alle stime di ottobre 2014 come sostiene Olivier Blanchard, capo economista dell’organizzazione di Washington:

Nuovi fattori a sostegno della crescita, come il calo dei prezzi del petrolio, ma anche il deprezzamento dell’euro e dello yen, sono più che compensati dal persistere di forze negative, compresa l’eredità della crisi e la crescita potenziale più bassa in diversi Paesi. Per l’Italia, l’Fmi ha tagliato le stime di mezzo punto percentuale sia quest’anno sia l’anno prossimo e prevede ora una crescita dello 0,4% nel 2015 (in linea con quanto prevede Bankitalia) e dello 0,8% nel 2016 (Bankitalia invece prevede un +1,2%), dopo una contrazione dello 0,4% nel 2014 e dell’1,9% nel 2013.

L’area dell’euro dovrebbe, al pari deli altri Paesi industriali, giovarsi del petrolio basso, oltre che della svalutazione della moneta unica europea, dell’allentamento della politica monetaria e di una politica fiscale meno restrittiva, secondo l’Fmi, ma la sua crescita è inferiore al previsto, in questo caso dell’1,2% quest’anno e dell’1,4% il prossimo. Sono cifre più o meno coerenti con quelle della Germania, ma sia le une sia le altre sono state ridimensionate rispetto alle stime di ottobre. L’unico dei grandi Paesi dell’Eurozona che resiste ai tagli degli economisti dell’Fmi è la Spagna, che dovrebbe crescere quest’anno del 2%, un +0,3% in più rispetto alle stime di tre mesi fa.

 

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