Età pensionistica, le differenze tra uomini e donne

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 L’equiparazione dell’età pensionistica fra uomini e donne è stata, come hanno sostenuto in molti si tra sindacati che tra forze politiche, un’ingiustizia sociale e oggi, ci si aspetta che qualcosa cambi con l’avvento del nuovo governo e il piano di Renzi di presentare un nuovo decreto legislativo che contenga una riorganizzazione degli ammortizzatori sociali.
A cominciare dalla presentazione del nuovo sussidio di disoccupazione chiamato Naspi. Volendo, infatti, presentare un nuovo decreto legislativo, si pensa che possano dare un apporto le diverse forze politiche che sicuramente proporranno modifice anche in materia di pensioni.

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Oltre, infatti, a trovare una soluzione per l’iniquità dell’equiparazione dell’età pensionabile per tutti, il governo Renzi deve anche risolvere il problema posto dall’Unione Europea sulla differenza di trattamento contributivo tra uomini e donne, differenza che agevola l’uscita delle donne dal lavoro.

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Ma questo sistema non va bene. L’Ue ha infatti messo in risalto che la legge 214 del 2011, che fissa gli anni minimi di contribuzione per raggiungere la pensione prima di arrivare all’età massima a 41 anni e 3 mesi per le donne e 42 anni e 3 mesi per gli uomini non è corretta.

Secondo i servizi che fanno capo al commissario Ue alla giustizia Viviane Reding, titolare del dossier, la norma italiana non rispetta l’articolo 157 del Trattato sul meccanismo dell’Unione europea che decreta la parità di trattamento tra uomini e donne. Sarà compito del nuovo governo tentare di risolvere il problema sociale e, quasi certamente, bisognerà alzare l’età pensionistica per le donne come chiesto dall’ Ue.

 

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