Gli investitori temono la crisi dei mercati emergenti

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 Il sentiment delle piazze finanziare è stato soggiogato nell’ultima settimana dalle paure di una escalation della crisi dei Paesi emergenti, dopo che in Argentina si è ritornati a pronunciare la parola default a 12 anni dal crack del 2002 e in previsione di una nuova possibile diminuzione del programma di acquisti di asset finanziari da parte della FED.

Come funziona il piano a lungo termine di rifinanziamento della Banca Centrale Europea

In particolare appare evidente come qualora gli Stati Uniti dovessero continuare a fornire alla Banca Centrale indicatori sulla crescita e l’occupazione sufficientemente buoni, il tapering verrà completato presumibilmente entro la fine del terzo trimestre dell’anno, spiega il report di Rbs Bank. In risposta, la BCE resterà vigile sui pericoli di una deflazione, contrastando in modo determinato l’importazione di condizioni monetarie fortemente restrittive dagli Stati Uniti e impegnandosi a rimettere in funzione il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

Mercati azionari, intervengono le Banche Centrali

Dopo l’incontro tenutosi a Davos, il Presidente Draghi ha nuovamente ribadito la disponibilità della BCE ad intervenire con qualsiasi strumento, inclusi tassi negativi sui depositi, qualora ce ne sia immediato bisogno, ad esempio se i mercati del denaro dovessero fermarsi e qualora si avvertisse un serio rallentamento della situazione economica. Nonostante Draghi abbia poi riconosciuto come il denaro iniettato con le LTRO si stia muovendo molto bene sul mercato, non arrivando tuttavia in maniera diretta all’economia reale, gli analisti si attendono come prossima mossa dei vertici dell’Eurotower una nuova dose di fondi a basso prezzo per le banche, condizionati proprio all’incremento dell’attività creditizia. Per quanto riguarda l’inflazione, la domanda molto debole dei Paesi del Sud Europa crea inevitabili pericoli deflattivi. Secondo quanto riferisce Olivier Blanchard, capo economista del Fmi, ci sono circa il 10% di possibilità che l’inflazione possa diventare negativa sulla spinta, fra l’altro, di una ulteriore contrazione delle attività economiche.

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