Il fisco alle prese con le insalate miste

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 Il fisco classifica gli alimenti e poi applica un certo carico d’Iva alle diverse categorie. Talvolta, però incontra delle difficoltà nella classificazione dei cibi e tra queste difficoltà c’è anche quella d’inquadrare correttamente le “insalate miste”.

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FiscOggi spiega che stanno prendendo piede nel nostro paese i pranzi pronti, quelli che mescolano il gusto, con il colore, la genuinità e la comodità. In pratica le vaschette con ortaggi e verdura pronti da mangiare o pronti da cuocere. La conservazione dei vegetali, in tal senso, ha fatto davvero progressi. Eppure non è quello che interessa al fisco, quanto piuttosto la classificazione dei prodotti in questione.

Per questi generi alimentari, dice il fisco, è necessario applicare l’Iva agevolata al 4 per cento. E’ tutto scritto nella risoluzione 23/E dell’8 aprile 2013. In generale possiamo classificare queste “vaschette” miste come prodotti ortofrutticoli di IV gamma, classificabili difficilmente sia dal punto di vista merceologico, sia dal punto di vista fiscale.

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Fino a qualche anno fa il problema non si poneva perché esistevano in commercio prodotti alimentari che appartenevano a generi diversi, erano venduti insieme, ma nel contenitore erano separati tra prodotti freschi e prodotti cotti. Adesso, invece le insalate sono diventate miste e assortite, per cui contengono sia l’insalata vera e propria, sia altri prodotti vegetali, sia prodotti non freschi e secchi come noci ed olive, sia prodotti di natura non vegetale, per esempio salumi, formaggi, tonno o pollo.

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