Non solo sui prodotti finanziari. Il Belpaese può vantare l’ esistenza di uno spread, di un “differenziale” anche sui prodotti alimentari. Una recente ricerca condotta dalla Coldiretti ha infatti dimostrato come in Italia gli alimenti più consumati e diffusi, anche quelli di prima necessità, abbiano un prezzo medio più alto di quello che presentano negli altri Paesi europei.
>L’ export alimentare traina il Made in Italy
Il caro spesa italiano, a quanto pare dunque, investe l’ intero paniere della spesa. Fare la spesa in Italia comporta dei prezzi medi più alto dell’ 11% rispetto alle altre nazioni dell’ Unione Europea. E gli alimenti che figurano in cima alla lista dei beni dorati dell’ alimentare italiano sono, ad esempio, uova e prodotti caseari, che nel nostro Paese costano il 26% in più che negli altri.
> Ulteriore calo dei consumi ad aprile 2013
Ma non solo. Anche altri beni di prima necessità hanno un prezzo di circa il 15% più alto delle medie europee: carne e pane, ad esempio, sono più economici in Europa. Le ragioni del caro spesa italiano, battuto solo da quello danese, secondo la Coldiretti sono da ricercare in una serie di fattori, tra cui l’ esistenza di un modello di sviluppo del settore agroalimentare non efficiente, che costringe un Paese come il nostro ad importare il 25 – 40% dei beni alimentari.