La Borsa di Londra non garantirà più per le banche italiane

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 Nel mese di agosto, anche se in maniera molto silenziosa, nel mondo internazionale del credito è avvenuto un vero e proprio terremoto. A Londra, infatti, nella City, dove opera la cosiddetta “controparte centrale“, ovvero il grande intermediario che si pone fra chi offre e chi richiede titoli di Stato – o denaro – e garantisce che nessuna delle parti perda soldi se l’altra fallisce, è stato stilato un documento che afferma che tutti gli operatori del credito internazionale non avranno più la copertura della controparte centrale in caso di default delle banche italiane.

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Il documento in questione è stato redatto in gran segreto il 5 agosto scorso e la sua esistenza ha trovato risonanza maggiore solo in questi giorni. Questo significa, per tutti coloro che vogliono o erano interessati ad offrire credito e liquidità alle banche italiane, che queste attività non troveranno più garanzia da parte di chi fino ad oggi gliela aveva fornita, come la London Clearing House Clearnet (Lch), la piattaforma centrale controllata dal London Stock Exchange, la cosiddetta Borsa di Londra o LSE.

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Tradotto in termini concreti, dunque, questo provvedimento del grande intermediario inglese potrebbe mettere ancora più in ginocchio la situazione delle banche italiane, già messe a dura prova dal problema della crisi della liquidità e dell’aumento delle sofferenze bancarie. Ma senza la controparte italiana del Lch, la Cassa compensazione e garanzia, le banche del nostro paese potrebbero incontrare serie difficoltà a compiere le loro operazioni quotidiane, perché abbandonate anche da quelle internazionali.

 

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