Novità sulle detrazioni per i mutui

 Fino all’anno scorso di potevano detrarre dalle imposte le spese sostenute per il pagamento degli interessi passivi del mutuo, le spese per le assicurazioni e i figli a carico, singolarmente. Con la prima bozza del decreto di stabilità sembra che queste detrazioni siano state messe da parte.

O meglio, la prima versione del documento che ha generato diverse perplessità tra i cittadini, prevedeva che fosse ridotto il tetto massimo di detrazioni e fossero unite tutte le spese, in modo tale che oltre agli interessi passivi del mutuo, non si potesse “scaricare” alcunché.

Oggi si apprende che in tal senso il Governo ha fatto un passo indietro o meglio ha perfezionato la normativa sulle detrazioni relative ai mutui. Il testo non è ancora definitivo, quindi è necessario attendere una conferma ufficiale dei dati che stiamo per elencare.

La buona notizia per i mutuatari è che è stato abolito il tesso massimo sulle detrazioni, che era stato inserito nella prima versione della legge di stabilità. Per cui, chi ha acceso un mutuo, potrà continuare a fare come l’anno scorso, quindi a detrarre il 19 per cento su un importo massimo di 4000 euro che vuol dire avere uno sconto di massimo 760 euro.

E’ stata poi ristretta la base sulla quale calcolare le detrazioni ed ora i mutui fanno di nuovo storia a sé e non sono compresi nell’insieme di assicurazioni, figli a carico e altri costi.

Buy su Telecom Italia: il titolo piace

 Tra ieri ed oggi sono passate all’attenzione degli investitori almeno tre titoli italiani: Enel, Mediaset e Telecom Italia. Le prime due hanno visto incrementare il valore delle azioni mantenendosi sulla scia positiva tracciata dal Ftse Mib, mentre per Telecom Italia i guadagni sono anche più consistenti.

Tutto parte dalla considerazione delle borse europee dei dati positivi giunti da Wall Street. Una scia positiva che ha visto poi divergere i risultati dei due mercati, quello americano che ha chiuso in rosso, e quello europeo che al contrario ha visto un aumento debole, ma comunque aumento, di tutti i titoli maggiori.

Passiamo quindi alla considerazione di quel che è successo a Telecom Italia. Si sono scatenati gli acquisti su questi titoli. L’avvio della giornata di contrattazioni di oggi, tutto sommato, può essere considerato debole ma in pochissimo tempo sono arrivati i guadagni.

Il titolo è giunto ai massimi livelli intraday, è aumentato dell’1,93% e si sono registrati scambi per circa 16 milioni di azioni. La tensione sul titolo Telecom Italia è tenuta alta dall’appuntamento di giovedì prossimo, giorno in cui si riunirà il Cda per discutere dello scorporo della rete.

In pratica Telecom ha in mente il lancio di nuovi servizi tutti legati alla banda larga e questa opportunità piace anche agli investitori. 

 

Consumi in calo a Natale

Il Natale 2012 potrebbe passare in sordina in termini di regali e compere. Lo dice Confesercenti-Swg, dopo aver proposto un sondaggio agli italiani. Secondo i dati in possesso dell’ente, sotto le feste natalizie questi ultimi spenderanno 2,8 milardi in meno rispetto all’anno passato. Il 2011 aveva fatto segnare, infatti, un 3% in più.

Così la ricerca commenta il trend di consumi annuale:

“Il dato è frutto di uno stato emotivo che vede salire la speranza nel Paese, ma allo stesso vede crescere anche il numero di coloro che temono sia il peggior Natale del triennio.Il 54% degli italiani (era il 51% nel 2011) si affida alla speranza per definire il prossimo Natale ed in tal modo cerca di contrastare gli incubi della crisi e del futuro. Ma cresce anche in modo netto il numero di coloro che non si fanno illusioni: per 19 milioni di connazionali, infatti, questo sarà il peggior Natale dal 2010 (si sale dal 25% del 2011 al 38% di quest’anno). Venti milioni non vedono differenze con l’anno passato, mentre una consistente minoranza, 11 milioni, crede in un miglioramento. L’altalena fra ottimisti e pessimisti vede dunque quest’anno in aumento i secondi ed in calo i primi. Le donne sono quelle che con più determinazione difendono le ragioni dell’ottimismo, fra i pessimisti prevalgono invece gli uomini”.

I consumi sono dunque in calo, ma soprattutto è in picchiata anche “l’effetto Natale”. Con esso si intende l’insieme di spese stimolate dall’arrivo delle festività dell’ultimo mese dell’anno: nel 2012 sono intorno ai 10,7 miliardi. 300 milioni di euro in meno rispetto al 2011.

Confesercenti riflette anche sulla recessione e sulla tredicesima:

“Cala di 2 miliardi la quota destinata agli acquisti (ora a 17 miliardi e 787 milioni) ed in particolare ci saranno 700 milioni di euro in meno per i regali. Una parte consistente della tredicesima, 11 miliardi e 739 milioni, andrà invece a rimpinguare i risparmi erosi dalla difficoltà economiche: gli italiani, insicuri sulla possibilità di una rapida ripresa, preferiscono accantonare quasi 2 miliardi in più rispetto al 2011. Circa 12 miliardi provenienti dalle tredicesime, invece, verranno usati per far fronte ai mutui e pagare i debiti (+641 milioni sul 2011), mentre quasi 13 miliardi e mezzo saranno impiegati per affrontare le necessità della casa e della famiglia (in calo di 1 miliardo e 314 milioni)”.

Dalla Spagna all’Italia, Mediaset vola

 Piazza Affari, nella giornata di ieri, si è entusiasmata con i dati che sono arrivati in riferimento al PMI cinese e alla decisione della Grecia che intende riacquistare i bond emessi per ottenere gli aiuti europei. Lo stesso “colpaccio” non è riuscito a Wall Street, affaticata dal mancato accordo sul fiscal cliff.

Nel frattempo in Europa quasi tutte le borse chiudono in positivo anche se il leggero aumento degli indici di ieri non è paragonabile alle buone performance della scorsa settimana. Piazza Affari vede scendere lo spread sotto i 300 punti e assiste anche al calo dei rendimenti dei Btp.

Gli analisti parlando di un Ftse Mib trainato dai bancari ma anche altri titoli hanno fatto sorridere di soddisfazione gli investitori. Si tratta ad esempio delle azioni Enel che grazie alla considerazione di Santander hanno guadagnato terreno.

E’ andata bene anche la giornata di Mediaset su cui è pronta a scommettere la JP Morgan, riservando uno sguardo particolare a quello che sta succedendo in Spagna. Cosa c’entra il Biscione con Madrid?

Sembra che a scatenere gli acquisti sui titoli Mediaset sia stata una notizia relativa alla controllata Mediaset Espana che dovrebbe iniziare a breve la vendita di pubblicità soltanto per internet, offrendo spazi multipli per contenuti di marca, giochi, trailers e altro ancora.

Fiat 500 alla conquista degli Usa

Un pezzo di storia dell’automobile italiana sbarca negli Usa, per far breccia nel cuore degli americani. Non stiamo parlando di un’utilitaria qualsiasi, ma della Fiato 500, che arriva otreoceano. Fiat scommette sulla 500, un’auto dalle dimensioni piccole che però è adatta al mercato americano.

La storica vettura, un vero e proprio marchio di fabbrica per il Lingotto, approfittando della crisi e delle nuove tendenze, sbanca i botteghini statunitensi, nella versione ‘standard’ e nella versione decappottabile.

La crescita delle vendite del brand Fiat negli Usa è esponenziale. In novembre ha toccato il +123%.

Si segnalano in particolar modo le vendite della Fiat 500 Berlina, aumentate del 143%. Fiat 500 Cabrio, invece, ha fatto registrare un incremento del 41% delle vendite.

Per il nono mese consecutivo Fiat tocca dunque livelli record. Tra i marchi interni al Chrysler Group è il brand che più sta ottenendo successo.

Reid Bigland, amministratore delegato del marchio Dodge e responsabile delle vendite Usa ha sottolineato:

“Nonostante tutte le incertezze derivanti dall’imminente fiscal cliff, Chrysler group è ben posizionato per concludere l’anno in forte crescita. Occorre evidenziare che l’industria dell’auto prosegue nella sua ripresa a seguito dell’uragano Sandy e i clienti stanno rispondendo in modo favorevole alle nostre offerte di fine anno, fattori che ci rendono fiduciosi di potere registrare vendite elevate anche in dicembre”.

Bigland ha fornito anche importanti dati relativi alle vendite generali del Gruppo Chrysler:

“Il colosso di Detroit, controllato da Fiat, ha registrato un rialzo delle immatricolazioni pari al 14% a 122.565 unità, facendo segnare il miglior novembre dal 2007 e il 32esimo mese consecutivo di aumenti delle vendite. Buona performance per i marchi Chrysler, Dodge, Ram truck e Fiat che hanno registrato aumenti delle vendite su base annuale. Il mese scorso sono appunto state vendute 122.565 vetture, contro le 107.172 Dello stesso periodo del 2011, mentre nei primi 11 mesi dell’anno sono stati acquistati 1,499 milioni di vetture, il 22% in più rispetto agli 1,231 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Vari modelli hanno registrato vendite eccellenti: sono state immatricolate 3.603 Fiat, aumento del 77% per la Dodge journey, un record per novembre, +42% per la Dodge Grand Caravan, il miglior novembre dal 2007, e rialzo del 17% per la Chrysler 300”.

Tobin Tax, lobby cercano esenzione sul trading

Uscita dalla Camera nella forma contemplata nel Ddl sulla Stabilità, la Tobin Tax non convince l’opinione pubblica.

Su questa tassa si è scatenato un putiferio nelle ultime settimane. Segnaliamo, nello specifico, una forte azione di lobbyng. Le banche voglio ottenere l’esenzione in relazione ad alcune fonti di entrata. Si tratta delle commissioni sull’attività quotidiana di trading. Parliamo dei trader che utilizzano le loro piattaforme per le operazioni on line. Le banche richiedono inoltre l’esenzione su:

obbligazioni (in questo contesto le banche svolgono il ruolo di intermediari e di emittenti)

derivati delle obbligazioni.

Nel contempo il Ministro dell’Economia è d’accordo con il ragionamento delle banche.

L’ipotesi è che si arriverà a pochi minuti prima dalla scadenza dei termini per evitare discussioni superflue. Con ogni probabilità il Governo (sulla base delle politiche francesi) farà pagare l’iposta soltanto sul saldo unico, evitando day trading e fast trading, lasciando esenti obbligazioni e derivati (quasi tutti).

Nel contempo il governo potrebbe aumentare la tassazione sugli scambi azionari per preservare il gettito.

Se le cose dovessero andare così, il ddl sulla Stabilità arriverà alla Camera dopo essere stato modificato. I tempi però sono molto stretti e si prevede un ricorso alla fiducia.

Enel guadagna il 2 per cento

 L’avvio della settimana di contrattazioni è stata molto interessante per il versante europeo dove tutti i mercati, tranne quello spagnolo, hanno chiuso in terreno positivo. Parecchie le azioni che hanno seguito la scia del Ftse Mib e sono riuscite ad ottenere buoni risultati. Tra queste c’è anche Enel.

Piazza Affari parte bene forse seguendo l’entusiasmo di Wall Street (che a fine giornata però chiuderà in negativo) e con l’incedere del Ftse Mib, spicca il volo anche il titolo Enel che aveva chiuso la scorsa settimana di contrattazioni perdendo un punto percentuale.

Ieri, invece, Enel ha recuperato terreno portandosi al +2% con azioni vendute per 2,968 euro, prezzi in rialzo dell’1,85%. Nel primo pomeriggio, dunque, Enel aveva assistito allo scambio di circa 21 milioni di sue azioni.

Enel, nel suo recupero di valore è stata aiutata molto anche dalle indicazioni della banca Santander. L’istituto di credito in question, infatti, ha migliorato la cosiddetta raccomandazione sul titolo Enel che dall’essere considerato “hold” ha finito la giornata con lo status di “buy”. Anche il cosiddetto prezzo obiettivo è aumentato passando da 2,85 a 3,85 euro.

Il cambio di giudizio di Santander si lega alla valutazione data di Endesa che si è basa sul target prince e non sui prezzi di mercato. Nel futuro prossimo Enel dovrà prender una decisione su Endesa.

Fabbisogno pubblico dimezzato rispetto al 2011

 A parlare sono i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze che confermano il trend di quest’anno per quanto riguarda i conti pubblici: nei primi 11 mesi del 2012 il fabbisogno pubblico scende a 62,9 miliardi di euro, contro i 69,4 miliardi di euro necessari per il 2011.

Questi i dati annuali, che sono ribaditi anche da quelli mensili. A novembre del 2012 i dati mostrano un fabbisogno dimezzato rispetto a quello dello stesso mese dell’anno precedente: il fabbisogno statale di questo mese si è attestato, infatti, a circa 4,3 miliardi, poco più della metà del novembre 2011, quando il disavanzo ammontò a 8,5 miliardi di euro.

Nella nota del Ministero dell’Economia e della Finanza si legge:

il risultato del mese di novembre, rispetto allo stesso mese del 2011, registra un ulteriore miglioramento complessivo delle entrate fiscali. Il fabbisogno del mese tiene conto del riversamento in tesoreria unica delle risorse detenute dalle istituzioni scolastiche ed educative statali.

Si tratta di un ottimo risultato che è coerente con il trend ipotizzato per il raggiungimento dell’obiettivo annuo.

 

Uno sguardo alle borse di ieri

 La giornata di ieri è stata molto interessante per le borse e soprattutto per Piazza Affari che ha assistito ad un incoraggiante calo dello spread sotto i 300 punti. La borsa di Milano ha poi chiuso la giornata di contrattazioni con in leggero rialzo, al +0,43% trainata dalle performance dei titoli bancari. Andiamo con ordine.

Partiamo dalla borsa di Wall Street che ha chiuso in negativo e non è riuscita ad approfittare dei dati sul PMI cinese e della decisione di Atene di avviare il buy-back sui titoli. Il Dow Jones, dunque, dopo aver aperto in rialzo ha iniziato la sua caduta che lo ho portato a fine giornata in territorio negativo con il -0,46%.

Il fatto che Wall Street abbia comunque aperto la seduca in modo entusiasmante, ha infuso una buona dose di coraggio alle borse europee che – con la sola eccezione di Madrid – hanno chiuso tutte in positivo. I dati sulla lenta ripresa cinese fanno piacere agli indici ma sono controbilanciati dalla preoccupazione per l’America che nel Congresso non è riuscita ancora a trovare un accordo sul fiscal cliff. 

Interessante anche l’effetto ottenuto da Angela Merkel con la sua dichiarazione riguardo la possibilità di estinguere in futuro il debito greco. 

A Piazza Affari vanno molto bene le azioni di Mediaset, Mediobanca e va bene anche Telecom Italia anche se il margine di guadagno è contenuto.

Mercato dell’auto in picchiata

 La contrazione del mercato dell’automobile in Italia che si è verificato in questo 2012 è il più pesante dal dopoguerra: si è tornati a livelli analoghi a quelli del 1979 con un calo del 44% rispetto al periodo prima della crisi.

La caduta delle immatricolazioni e delle consegne è stata costante per tutto l’anno: le immatricolazioni, a novembre, sono state 106.491, con una flessione del 20,1%. Il 2012 si chiuderà con sole 1,4 milioni di auto immatricolate.

Tra i primi rinunciatari all’acquisto di una nuova autovettura sono le famiglie, che, dopo cinque anni di contrazione continua del potere d’acquisto, non solo non possono permettersi di fare un nuovo acquisto, ma hanno delle difficoltà anche a sostenere i sempre crescenti costi di gestione dell’automobile (assicurazioni, bollo, carburante, etc).

Sul mercato regge bene il Lingotto: il gruppo Fiat a novembre ha consegnato 31.666 vetture riuscendo a contener la flessione al 16,60%, con Fiat e Jeep che perdono meno del mercato, mentre Lancia-Chrysler, Alfa Romeo e Ferrari registrano flessioni superiori al 20% e la Maserati arriva fino ad un -83%.

Le stime per il prossimo anno non lasciano ben sperare: infatti,  a meno di interventi mirati e concreti a sostegno della capacità di spesa delle famiglie e del rilancio dei consumi, le immatricolazioni rischiano di scendere sotto i valori di quest’anno (circa 1.360.000).