Gli strumenti alternativi del risparmio gestito: materie prime

 Chiamate anche commodity, le materie prime sono uno dei più importanti strumenti finanziari di investimento. La loro caratteristica principale è di essere dei beni per i quali l’offerta non prevede delle differenze qualitative sul mercato, in quanto le materie prime (vedi, ad esempio, i metalli o il petrolio) sono sempre le stesse indipendentemente dal produttore.

Inoltre, le materie prime, per definizione, devono essere facilmente stoccabili e conservabili nel tempo (non perdono le loro caratteristiche o il loro valore nel tempo). Le commodities più comuni sono i prodotti agricoli o i prodotti non lavorati come oro, sale, caffè e zucchero.

Le commodity,  che si dividono in alcune tipologie principali a cui appartengono, poi, le varie materie (agricole, coloniali o tropicali, metalli, energetiche e carni) sono negoziate principalmente attraverso i contratti futures in appositi mercati (i più famosi sono New York Mercantile Exchange Chicago Board of Trade e, in Europa, il London Metal Exchange).

I fondi che investono in materie prime sono solitamente caratterizzati da attività scarsamente correlate fra di loro. Questo rende l’investimento in commodity uno dei principali metodi per la stabilizzazione di un portafogli finanziario di investimenti.

Gli strumenti alternativi del risparmio gestito: private equity

 Private equity è un temine di ampio respiro che racchiude al suo interno tutti i tipi di investimento azionario che, per le loro caratteristiche, non possono essere scambiati nei mercati azionari comuni. Sono fondi gestiti a cui si ha accesso solo mediante sottoscrizione di quello che è chiamato fondo di private equity, ceh sono generalmente organizzati come general partner.

Chi decide di parteciparvi deve avere un ingente capitale da investire (le quote sono fisse e in genere sono anche molto alte). Le quote degli investitori, chiamati generalmente limited partner del fondo, sono raccolte e amministrate dal fondo.

Si tratta di fondi di investimento chiusi, per questo l’investitore, una volta sottoscritto, non può gestire liberamente le sue quote, ma può disporne, per la liquidazione o per la vendita, solo a scadenze predeterminate, ecco perché i private equity sono dei fondi ad elevato rischio di liquidità.

Un altro rischio a cui si sottopone chi sottoscrive un fondo di private equity è quello della aleatorietà del rendimento, in quanto la gestione del patrimonio è totalmente affidata al general partner e alle sue capacità decisionali e di competenza nel settore degli investimenti.

La maggior parte di questi fondi ha una durata massima di dieci anni e le quote degli investitori sono sfruttate per investire in società non quotate, ognuno dei quali non può superare un ammontare massimo al 10% del totale da investire.

La trappola del bollettino Imu

Il saldo dell’Imu continua a tenere visibilmente banco. La decisione dei comuni di aumentare le aliquote fa si che l’Imposta municipale unica costerà agli italiani 5 miliardi in più. A dirlo è il Sole 24 ore, il quale afferma:

“Il conto finale della nuova imposta, il cui saldo dovrà essere versato entro il 17 dicembre, sale a 23 miliardi rispetto ai 18 previsti se si fossero applicate le aliquote nazionali utilizzate per l’acconto. Nel passaggio dall’acconto al saldo  i rincari più pesanti riguardano le città del Centro e del Sud dove per 100 euro sborsati a giugno se ne dovranno sborsare 160 al saldo. La fetta più grossa del gettito arriverà comunque dal Nord dove si trova il maggior numero di immobili e di contribuenti”.

Ecco come si è svolta l’Analisi del quotidiano:

“L’elaborazione del Sole 24 Ore è stata effettuata partendo dai dati dell’Agenzia del Territorio e di quelli del dipartimento delle Finanze. Se i comuni avessero lasciato le aliquote invariate il totale dell’Imu sui fabbricati sarebbe arrivato a poco piu’ di 18 miliardi, il doppio dell’acconto. La realtà, però, è che quasi tutte le città hanno alzato l’asticella del prelievo portandola ben al di sopra dello 0,4% previsto per l’abitazione principale e dello 0,76% per gli altri immobili. Ed è proprio partendo dalle aliquote medie decise dai comuni e applicandole agli edifici che risultano iscritti in catasto che si puo’ ricostruire la stime totale del gettito”.

Cosa ne viene fuori?

“Dalla tabella del Sole 24 Ore emerge che dalle abitazioni principali e dalle pertinenze l’acconto ha fruttato 1.680 milioni mentre il saldo richiedera’ 2.660 milioni, 980 in piu’ (+58,3%). Il conto sulle seconde case e’ ancora piu’ salato: si passa dai 2.330 milioni dell’acconto ai 3.860 del saldo, con un incremento di 1.530 milioni (+65,7%)”.

 

 

Luois Vuitton assume in Italia e all’estero

 Sono 220 le posizioni aperte da Louis Vuitton, per le quali è richiesta, oltre a tanta voglia di imparare e di crescere a livello professionale, il diploma di scuola media superiore o la laurea e la conoscenza della lingua inglese.

Luois Vuitton è una casa di moda francese nata alla metà dell’Ottocento. Da allora il marchio ha sempre continuato a crescere e ad aumentare la sua fama nel mondo, grazie soprattutto alla qualità dei suoi prodotti e delle sue creazioni, sia per quanto riguarda la pelletteria, che per le altre linee che sono state create negli ultimi anni, come i gioielli, i profumi e il pret-à-porter.

Lavorare da Luois Vuitton in Italia

Le posizioni aperte nel nostro paese sono:

Sales Associate (Milano e Firenze): richiesta laurea o diploma, esperienze di vendita e conoscenza del giapponese  o del cinese;

Sales Manager (Venezia);

Responsabile acquisti: richiesta laurea in Ingegneria;

Store Planning Maintenance Manager;

Regional Trainer (Milano);

stagisti per Risorse Umane a Roma e Milano.

Lavorare da Luois Vuitton all’estero

Le sedi di lavoro in cui sono disponibili dei posti sono Belgio, Francia, Germania, Austria, Inghilterra, Svizzera, Ungheria, Cina, USA, Messico, Brasile, Canada, Kuwait, Emirati Arabi e Arabia Saudita.

Per la candidatura a una delle offerte di Louis Vuitton, sia in Italia che all’estero, consultare il sito dell’azienda alla sezione Carriere.

 

A Gennaio la riforma delle pensioni

Sarà attiva tra un mese la riforma delle pensioni. Chiesta dall’Unione europea nel 2011, la riforma entrerà in vigore all’inizio del prossimo anno, sulla base dei miglioramenti già avvenuti negli ultimi mesi.

In virtù della riforma lo Stato italiano risparmierà una cifra che si aggira intorno ai 22 miliardi di Euro dal 2013 al 2020. Un ottimo presupposto per alleggerire la crisi.

Gli esperti spiegano così le principali modifiche in seno alla legge:

“Alla base della riforma, che porta quindi molti soldi allo Stato, ci sono l’allungamento dell’età pensionabile e il passaggio al sistema contributivo, mentre prima c’era quello retributivo. Dal 2013, quindi, i lavoratori andranno in pensione con le nuove regole, a parte gli autonomi che hanno aspettato 18 mesi per la finestra mobile. Dal 2013 si andrà in pensione a 66 anni e 3 mesi per gli uomini e a 63 anni e 3 mesi per le donne, che diventano 63 anni e 9 mesi nel caso di lavoratrici donne. Per la pensione anticipata ci vogliono 42 anni e 5 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne”.

Lo Stato tira dunque un sospiro di sollievo, gli  italiani no, come si legge dall’analisi degli esperti:

“Per le donne l’età pensionabile crescerà fino al 2018 per arrivare a essere uguale a quella degli uomini. Per il futuro è previsto anche l’adeguamento della pensione alle statistiche della vita media”.

Volotea cerca assistenti di volo

Volotea ha aperto le selezione per l’assunzione di nuovi assistenti di volo e figure di staff da impiegare all’interno dei suoi aeromobili. Volotea è una compagnia giovane ma in forte espansione, anche grazie all’esperienza dei suoi fondatori, Carlos Munoz e Lázaro Ros, già fondatori della compagnia Vueling, che utilizza per le sue tratte solo aerei Boeing 717, equipaggiati con motori Rolls – Royce.

Le caratteristiche distintive di Volotea sono il comfort offerto ai passeggeri e i prezzi competitivi, disponibili per più di cinquanta destinazioni dell’Europa Meridionale.

La ricerca è diretta a persone che hanno una forte passione per questo tipo di lavoro e che, soprattutto, abbiano voglia di crescere all’interno dell’azienda. le figure ricercate sono:

Assistenti di volo

I requisiti minimi per partecipare alle selezioni sono: età superiore ai 18 anni, conoscenza fluente della lingua inglese, capacità natatorie, disponibilità a spostamenti sulle diverse sedi della compagnia. Il possesso di un titolo ufficiale di Assistente di Volo costituisce titolo preferenziale.

Staff

Le sedi di lavoro sono Palermo e Bordeaux. Il titolo di studio minimo richiesto è il diploma di scuola superiore con ottima conoscenza della lingua inglese.

Per candidarsi a una delle due offerte o per mandare una candidatura spontanea per le altre posizioni aperte, visitare il sito di Volotea alla pagina posizioni aperte e inviare il proprio curriculum vitae attraverso il form a disposizione.

Il secondo volto della disoccupazione

 Parlare di occupazione e disoccupazione è molto importante per chi investe in opzioni binarie perché aiuta a percepire i possibili trend economici a partire dal mercato del lavoro. Per questo non è sufficiente far riferimento all’incremento della disoccupazione per avere un quadro generale più chiaro.

Diversi articoli cercano di spiegare che molte aziende, nonostante la disoccupazione in crescita, non riescono a trovare personale adatto a ricoprire alcuni ruoli specifici. Manca la formazione dei lavoratori o manca una formazione specifica. Molto cambia da regione a regione.

In generale il 16 per cento dei 65500 posti di lavoro messi a disposizione dalle aziende, è rimasto vacante. Si fa riferimento a posti di lavoro non stagionali.

Per esempio, a nord, mancano informatici e tecnici, oppure anche addetti ai servizi. I tecnici, poi, sono praticamente indisponibili anche al centro e al sud. Per quanto riguarda gli addetti ai servizi è sufficiente ricordare il dato del Trentino Alto Adige dove mancano il 62% dei camerieri non stagionali.

Nel Lazio, invece, il mercato cerca inutilmente tecnici ed idraulici, oppure gli artigiani che, se hanno una certa professionalità, sono ricercati anche nel resto d’Italia.

In tutto lo Stivale, i laureati più cercati sono i progettisti di sistemi informatici, i progettisti meccanici e gli ingegneri chimici. Per i profili non laureati, invece, le richieste sono numerose nei settori dell’artigianato, delle telecomunicazioni e nell’amministrazione e contabilità.

Gas e Luce, bollette sempre più care

Il trend negativo italiano in merito al carovita delle bollette di luce è gas prosegue. L’Italia è prima in Europa per quanto concerne il costo pro-capite dell’energia. La tassazione elevata contribuisce a mettere in scacco aziende e famiglie.

Gli imprenditori italiani, infatti, pagano a un prezzo salato l’elettricità: intorno al 36,4% in più rispetto alla media dell’Ue. Sborsano inoltre 5,8% in più rispetto ai colleghi europei. Le famiglie spendono tra carburanti, luce e gas, il 5,6% rispetto alla media del resto dell’Eurozona.

I dati provengono da Confartigianato. Il costo dell’energia elettrica per uso industriale è cresciuto del 12,7% per gli imprenditori tra l’anno scorso e l’anno in corso. Rispetto ai rincari del 5,2% registrati nell’Eurozona, l’intensità è più che doppia.

Le tariffe energetiche a carico delle imprese hanno subito negli ultimi dodici mesi un aumento del 30,4%. Nella zona dell’Ue, invece, l’aumento si è fermato a 12 punti di percentuale. Per quanto concerne le imprese il rincaro complessivo tra l’ottobre dello scorso anno e quello in corso è del 13,6%. Nel resto d’Europa si è fermato all’otto per cento.

Rileva Confartigianato:

“Nell’ultimo anno, la bolletta dell’elettricità per usi domestici è cresciuta del 15,9% (a fronte di un rincaro del 5,9% nell’Eurozona), il gas utilizzato dalle famiglie è rincarato del 9,1% (+6,4% nella Ue) e i prezzi dei carburanti sono aumentati del 16,1% (+8,7% nell’Eurozona)”.

 

Il Pip misura i guadagni

 Le opzioni binarie sono gli strumenti d’investimento privilegiati da molti risparmiatori che vogliono monetizzare in modo facile i risparmi. Qualcuno li ha già messi in guardia dal fatto che il rendimento più alto è fornito dalle opzioni binarie più rischiose.

Moralismi a parte, è vero che chi investe in opzioni deve fare assolutamente attenzione ai trend definiti da particolari azioni o comportamenti del mercato. Per questo è fondamentale restare informati e conoscere approfonditamente il linguaggio economico.

Oggi per esempio, vogliamo introdurre un termine molto usato in finanza, nel settore ForEx: il Pip. Un acronimo che sta per Price Interest Point e simboleggia la più piccola unità d’incremento di prezzo in una valuta.

L’esempio più facile per capire di cosa parliamo e quello fatto con la coppia EUR/USD che  misura appunto il rapporto tra la moneta unica del Vecchio Continente e il dollaro americano. Se questo rapporto è dato a 1,4000 all’inizio della giornata e chiude il periodo di contrattazioni al 1,4005, vuol dire che c’è stato un incremento di 5 Pip.

Che vuol dire in soldi? Non è così facile dirlo visto che il Pip può essere fisso o variabile. In generale, per le valute che sono quotate in dollari, il valore del Pip è fisso ed è di 10 dollari per i lotti standard, oppure di 1 dollaro per i mini-lotti oppure ancora 0,10 dollari per i mini-lotti.

Opzioni binarie: sguardo alla borsa

 I binary trader in questi giorni possono trovare molto remunerativo l’investimento sul mercato borsistico, sollecitato dalla pubblicazione di alcuni indici e dal verificarsi di una serie di eventi. Per esempio, cosa ha mandato in panne la borsa sul finire del mese?

Ci sono almeno tre temi che hanno tenuto sulle spine i listini di mezzo mondo ed hanno inciso in modo particolare sulla borsa di Milano: il fiscal cliff americano, la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione e la crisi finanziaria del Vecchio Continente.

Partiamo dal fiscal cliff, la cui risoluzione, adesso, diventa sempre più urgente per l’amministrazione di Obama che spera di arrivare ad un accordo con il Congresso entro la fine dell’anno. La situazione va comunque sbloccata prima di far ripartire l’economia a stelle e strisce.

Per quanto riguarda la disoccupazione è data in crescita sia in Italia che nell’Eurozona e questi dati hanno sicuramente avuto un impatto maggiore sui listini italiani. Un po’ di respiro è stato dato soltanto dalle parole del ministro tedesco dell’economia che ha spiegato come un default della Grecia possa essere deleterio per la moneta unica in generale, quindi occorre evitarlo.

Non altrettanto buone le parole del direttore del FMI e di Mario Draghi. Christine Lagarde ha bocciato le misure anticrisi della Merkel mentre Draghi ha indicato nel secondo semestre del 2013, il periodo dell’effettiva ripresa europea.