Russia verso la stagnazione

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La Banca centrale ha fatto la sua previsione dopo aver aggiornato le stime sul Pil. La Russia e la sua economia vivranno tre anni di stagnazione del prodotto interno lordo.

Il Paese non crescerà durante il prossimo anno, crescerà di un misero +0,1% nel 2016 e avrà una leggera ripresa a +1,3% durante il 2017. La Banca centrale prevede inoltre che le sanzioni internazionali dureranno sino al 2017. Per quest’anno è previsto un +0,3 per cento.

Male anche i flussi finanziari. La fuga netta di capitali dalla Russia nel 2014 ammonterà, stando all’istituto, a 128 miliardi di dollari, più del doppio in confronto allo scorso anno: in precedenza la banca aveva previsto una fuoriuscita di 90 miliardi di dollari. Aggiornate al rialzo anche le stime per il prossimo triennio: la fuga dei capitali nel 2015 sarà pari a 99 miliardi di dollari (contro i 35 previsti), nel 2016 di 60 miliardi (contro 29) e nel 2017 di 38 (contro 18).

Il fenomeno ha portato ad un crollo del rublo, che a sua volta ha causato un’elevazione dei prezzi, agevolata dall’introduzione, lo scorso mese di agosto, di un embargo sulla maggior parte delle importazioni di prodotti alimentari occidentali. La Banca centrale ritiene che l’inflazione supererà l’8% tendenziale, di cui 3,5 punti legati ad imprevedibili fattori esterni.

In maniera tale da mettere una toppa importante su una possibile crisi valutaria la Banca centrale ha inoltre dichiarato sempre durante la giornata di oggi di aver abbandonato la banda di oscillazione per il rublo, autorizzando la valuta a fluttuare liberamente sul mercato. Il governatore della banca centrale, Elvira Nabiullina, fa sapere che l’istituto interverrà a supporto del rublo solo in caso di insidie che possono minacciare fortemente la stabilità finanziaria.

 

 

 

 

 

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