Il ministro dell’Economia Saccomanni spiega perché l’Imu non è stata abolita del tutto

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 L’Imu è al centro dell’interesse della politica e dei cittadini da diversi mesi. Se ne è parlato tanto prima per l’abolizione e poi, una volta abolita, per il fatto che in alcuni comuni si pagherà ancora. In effetti, a gennaio si pagherà la mini Imu in quei comuni che hanno aumentato l’aliquota. Il governo garantirà il 60% mentre i cittadini dovranno colmare quel 40% che rimane. Tra le proposte del governo c’è quella della detrazione della mini Imu dalla Tasi che si pagherà il prossimo anno e questo emendamento discute nella Legge di Stabilità che si sta approvando in Parlamento.
Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha spiegato i motivi che hanno portato a mantenere una parte dell’Imu sulla prima nel corso dell’audizione in Commissione Finanze del Senato sul decreto Imu, Bankitalia, dismissioni. Saccomanni ha affermato: “Non vi erano alternative per individuare solide coperture dopo la decisione di abolire la seconda rata dell’Imu per il 2013”. Il ministro ha poi detto: “Molti comuni hanno deciso di intervenire sulle aliquote in prevalenza con un aumento dell’aliquota per salvaguardare i bilanci”, ha detto il ministro, spiegando che il gettito a gennaio sarà sui “400 mln”.
Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha spiegato che il motivo per cui il governo non ha abolito del tutto l’Imu sulla prima casa è per non sforare il tetto del 3% del deficit/Pil. Il ministro ha affermato: “Un completo sgravio richiedeva risorse aggiuntive da recuperare per mantenere il deficit sotto la soglia del 3%. Per finanziare un completo sgravio sarebbe stato necessario reperire risorse aggiuntive da contabilizzare nel 2013 al fine di mantenere il disavanzo entro la soglia del 3% del Pil. La scadenza per il versamento è stata fissata il più tardi possibile compatibilmente con la necessità di contabilizzare le entrate nel 2013”.

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