Samsung regina della telefonia mobile

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Dopo 14 anni di strapotere da parte di Nokia, il 2012 si chiude con Samsung in testa alle classifiche di gradimento e di vendita. Il colosso coreano sale al primo posto nella produzione mondiale per quanto riguarda la telefonia mobile. Un altro segnale della fine dell’impero finlandese. Le unità vendute dall’azienda coreana nel 2012 sono superiori.

L’imposizione di Samsung nel campo dei cellulari è solo un altro tassello dopo le ottime virtù nel settore dei televisori e negli altri settori dell’elettronica di consumo.

A decretare l’enorme successo di Samsung è la società di ricerca IHS iSuppli, la quale ha pubblicato in anticipo il consuntivo di fine anno. Da esso si evince che Nokia ha visto la sua quota di mercato scendere dal 30% al 24%. Samsung ha invece guadagnato ben cinque punti perentuali. Ora è al primo posto nella classifica di vendita degli Smartphone, con una quota di mercato del 29%.

Gli analisti, tuttavia, non credono che questa sia una situazione definitiva. Le due aziende hanno sempre avuto alterne fortune nel settore degli smartphone, vero e proprio traino dell’industria hi-tech. Il settore è soprattutto guidato dalla vendita di cellulari, che rappresentano il 47% delle vendite. Si registra a tal proposito un incremento del 35% rispetto all’anno precedente. Nel 2013, inoltre, la quota complessiva su base annua arriverà a raggiungere il 56% del mercato della telefonia mobile.

I SEGRETI DEL SUCCESSO DI SAMSUNG

Samsung è dunque regina della telefonia mobile. Ma perché? I segreti del successo coreano stanno nella capacità di aver portato sul mercato esemplari tecnologicamente all’avanguardia. Parliamo in particolar modo dei modelli Galaxy SII e Galaxy SIII, adatti per tutte le fasce di utenza.

PERCHE’ NOKIA PERDE COLPI

Nokia ha virato troppo lentamente verso il sistema operativo Windows Phone creato da Microsoft, applicandolo tardi ai device di alta gamma. Il colosso finlandese ha preferito spingere ulteriormente i prodotti della vecchia gamma, puntando su un target più variegato, piuttosto che attuare e realizzare programmi innovativi di crescita dal punto di vista tecnologico.

 

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