Monti e Merkel si incontrano per parlare del bilancio UE

 Il nostro premier Mario Monti uscente e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono incontrati a Berlino in vista delle prossime riunioni del Consiglio Europeo.

Un incontro fruttuoso nella quale i due leader -i cui paesi sono legati a filo doppio nelle questioni economiche- hanno parlato del bilancio dell’Unione Europea e dei suoi possibili effetti sull’economia dei due paesi. E’ stata la stessa Merkel a sottolineare quanto siano difficili gli incontri all’UE ma, allo stesso tempo, però, si è dimostrata anche particolarmente sicura che l’Italia riuscirà a risolvere tutte le sue problematiche.

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Dal canto suo anche il premier Monti ha ribadito l’importanza per l’Italia di un quadro finanziario orientato a sostenere la crescita economica, che deve essere compreso in un bilancio comunitario trasparente ed equo. Discorso nel quale il premier ha anche voluto difendere il suo operato in Italia, in questi ultimi tempi messo in discussione sia a livello nazionale che internazionale.

► Con la crisi generale rallenta anche la Germania

Un incontro che è stato particolarmente fruttuoso e mette le basi per una rinnovata collaborazione tra i due paesi che -si spera- possa continuare anche nei prossimi giorni quando si arriverà agli incontri europei durante i quali si discuterà dei contributi dovuti dai paesi membri dell’Unione:

Negli ultimi dieci anni, l’Italia è diventato un contribuente netto e ha pagato via via più di quanto fosse giustificato dal suo livello di prosperità relativa, al punto di essere nel 2011 il primo contribuente netto al bilancio dell’Unione. Questo non è giustificato.

Con la crisi generale rallenta anche la Germania

 La crisi economica che ha interessato da vicino il nostro paese nel 2012, non sembra allentare la presa in questo avvio d’anno. Eppure per il 2013 le prospettive sono ottimiste sia all’indirizzo dell’Italia che in relazione all’Europa in generale.

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Eppure il fatto che siamo lontani dal tunnel, secondo molti, si evidenzia dalla condizione della Germania che è stata interessata dalla crisi, per contagio, proprio sul finire dell’anno scorso. Adesso il governo Merkel tira le somme e si scopre che il PIL è sceso dello 0,5% nell’ultimo trimestre del 2012. Tutto è peggio di come se lo aspettavano analisti e investitori.

Se il paese che è considerato il pilastro dell’UE, si ferma, tutti pensano che presto ci sarà un nuovo ciclo di “perdite” anche per gli altri paesi membri dell’Eurozona, soprattutto per quelli periferici, tra i quali c’è anche l’Italia.

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In Germania, per quanto riguarda il flusso inport/export, si nota che all’aumentare delle esportazioni, cresciute del 4,1%, non è seguito un aumento analogo delle importazioni che si sono fermate invece al +2,3%.

Quel che comunque è da tenere d’occhio è il rallentamento degli investimenti nell’impiantistica e nei macchinari, perché vuol dire che nonostante le condizioni vantaggiose dei finanziamenti siano vantaggiose, nonostante l’indice di disoccupazione resti al di sotto della media,la crisi del debito inizia a farsi sentire. La Germania, tra l’altro, da sola accumula il 28% del PIL dell’Eurozona.

Record di occupati in Germania

 L’Ufficio federale di statistica tedesco ha reso pubblici i dati sull’occupazione tedesca per il 2012: il numero medio di occupati in Germania è di 41,5 milioni di unità, con un aumento di 416 mila unità rispetto all’anno precedente. Numeri che si trasformano facilmente in percentuali: il tasso di disoccupazione della Germania per il 2012 si è assestato al 5,3%, segnando un -0,2% rispetto al 2011.

La Germania è l’unico paese in questa fetta di Europa che è riuscito a segnare un punto positivo nella lotta contro la disoccupazione che sta flagellando altri paesi come la Grecia, la Spagna e, anche se in misura, per ora, minore, l’Italia.

La Germania si conferma essere ancora la prima economia europea, quella che la crisi l’ha solo sfiorata, e che, a dispetto di tutte le altre, continua a crescere. Questo è il sesto anno consecutivo che la Germania fa registrare dati occupazionali positivi: le statistiche sottolineano come dal 2005 la popolazione attiva è aumentata del 6,8% (2,66 milioni di persone) e quella inattiva è la metà di quella del 2005 (2,34 milioni nel 2012).

Le elezioni tedesche sono sempre più vicine e per la Cancelliera questo è un ottimo risultato che la porta molto vicino ad una rielezione, soprattutto se i dati sull’occupazione si mettono in confronto con gli altri indicatori: l’inflazione nel 2012 è cresciuta del 2,1% rispetto al 2011, con un aumento dei prezzi su base mensile di solo l’1%.

Successo per il buy back della Grecia

 L’operazione di riacquisto dei titoli di debito da parte del governo ellenico ha avuto gli effetti sperati. Nelle casse dello stato ellenico erano disponibili solo 15 miliardi di euro per per acquistare un ammontare della sua esposizione pari a 45 miliardi e l’unica soluzione era quindi di proporre un acquisto dei titoli di stato ad un valore minore di quello facciale (tra il 30 e il 40%).

L’operazione è partita lunedì mattina e si è conclusa ieri nel pomeriggio e l’obiettivo è stato raggiunto. Ora che il buy back si è concluso bene, le tensioni sulla Grecia si stanno allentando e, nei prossimi giorni, si attende il vertice tra Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea per decidere le modalità di aiuto per il paese. La riduzione del debito era la conditio sine qua nonper ottenere gli aiuti, ma rimane ancora da vedere se la Germania manterrà la sua promessa.Infatti, lo zoccolo duro per il rilascio degli aiuti internazionali alla Grecia è proprio la cancelliera tedesca, poco favorevole in quanto i costi di questa misura di emergenza potrebbero essere maggiori dei benefici per la Germania. E’ stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble in un’intervista a ‘Bild am Sonntag’ a rilanciare i dubbi sugli aiuti, dopo che Angela Merkel aveva dato un primo consenso.

Infatti sia nel caso che la Germania rinunci agli interessi o alla sua quota di partecipazione ai profitti della BCE, il costo per il paese sarebbe comunque alto (130 miliardi di euro nel primo caso e 2,7 nel secondo). Il ministro comunque ribadisce che

i vantaggi che abbiamo dalla moneta unica sono molto più grandi del costo di tutte le misure di aiuto.

Berlino: sì agli aiuti alla Grecia

 La Camera bassa del parlamento tedesco ha finalmente sciolto le riserve sulla questione greca e con grande soddisfazione da parte dei mercati che ora tirano un sospiro di sollievo, i deputati del Bundestag hanno approvato gli aiuti europei da inviare ad Atene per salvare la Grecia dal default.

I deputati tedeschi non erano stati convinti dalla liceità della terza tranche di aiuti alla Grecia perché avrebbe comportato un ulteriore sforzo economico anche per la Germania che risulta sull’orlo della recessione. Invece, quando si aspettava soltanto il sì della coalizione di governo formata da Cdu-Csu e Fdp, la situazione si è sbloccata con un’approvazione ad ampia maggioranza sostenuta anche da Verdi e Spd.

Il sì di Berlino, come spiega bene il ministro delle finanze Schaeuble, arriva dalla presa di coscienza che il fallimento di Atene porterebbe alle estreme conseguenze la crisi del debito nell’Eurozona. Ecco le sue parole:

I potenziali effetti di un default greco in altri stati potrebbe essere grave, anzi a dire la verità potrebbe aver conseguenze imprevedibili.

La similitudine usata dal ministro tedesco è quella della Grecia come i paesi dell’Europa dell’Est dopo la fine dell’URSS, ma adesso è allo studio un programma con le misure utili a risolvere in tre anni la crisi del debito dell’Eurozona. Tutto in linea con quanto fatto anche da Angela Merkel in questi mesi

Proposta di tassa su Google in Germania

 

 Anche se la proposta di legge riguarda la difesa del diritto d’autore, il tutto si risolve in una questione di tasse. In sostanza, la proposta fatta dalla maggioranza di governo di centrodestra guidata dalla cancelliera Angela Merkel, è una difesa sì dei diritti d’autore, ma anche degli interessi economici dei media cartacei e tradizionali.

Se la legge, che oggi sarà al vaglio del parlamento tedesco, dovesse passare sarà previsto l’obbligo per i motori di ricerca e per qualsiasi aggregatore di notizie on line di pagare diritti o royalties per ogni contenuto dei media cartacei o tradizionali che i motori o gli aggregatori stessi mettano in rete.

La situazione dei media tradizionali in Germania è abbastanza difficile: sono molte le testate, anche storiche e di qualità, che hanno dovuto chiudere a causa del calo delle vendite e della pubblicità sui media tradizionali, con la conseguenza che centinaia di giornalisti sono rimasti senza lavoro.

Ma Google non ci sta e lancia una campagna mediatica al motto “Difendi la tua rete“. Google sostiene che questa legge, ancora non conosciuta dai cittadini tedeschi, è una limitazione alla libertà di ricerca di informazioni e contenuti gratuiti sul web, che è una unzione informativa costitutiva e basilare di internet, e chiede ai navigatori e ai cittadini di mobilitarsi in difesa dei loro diritti.

Il mondo dell’informazione tutto sta a guardare e attende gli sviluppi della proposta: comunque vada sarà un precedente da tenere in considerazione che avrà delle conseguenze a livello mondiale.

Aumento del rateo per i pensionati tedeschi

 Era il 2005 quando c’è stata, in Germania, l’ultima riforma del sistema pensionistico. Ora, dopo tanta attesa, il governo della cancelliera Merkel ha deciso di aumentare il reddito di coloro che percepiscono solo la pensione minima pubblica.

Si tratta di circa 20 milioni di persone che, entro il 2016, vedranno aumentare il rateo delle loro pensioni dell’8,27% nell’Ovest della Repubblica federale e dell’11,01% nella ex Ddr, la zona meno ricca della repubblica tedesca.

L’aumento del rateo delle pensioni è dedicato a coloro che percepiscono la pensione minima di anzianità, coloro, cioè, che hanno aderito a fondi pensionistici aziendali integrativi o a polizze private (un numero di persone particolarmente esiguo, quindi, dato che in Germania, come in altri paesi dell’Europa, i fondi pensione integrativi sono una comune forma di previdenza).

A darne notizia il Bild online, il quale pubblica il rapporto governativo: già dal prossimo anno i pensionati dell’est avranno un aumento del 3,49 per cento, mentre i pensionati dell’est dovranno accontentarsi, per il 2013, di un aumento dell’1%, che diventerà del 2,55% nel 2015.

Grazie a questo nuovo aumento, le pensione pubblica media dopo 45 anni di lavoro e senza aver sottoscritto nessuna forma di integrazione pensionistica sarà di di 1276 euro, circa il 48% della retribuzione percepita in età lavorativa.

 

Ulteriore rinvio per il bilancio UE

 I 27 capi di stato e primi ministri riuniti a Bruxelles per l’approvazione del bilancio UE per il 2014/2020 non sono ancora arrivati ad un accordo.

La bozza di bilancio presentata dal presidente Ue Herman Van Rompuy è passata solo di sfuggita tra le mani dei diretti interessati, troppo poco tempo perché si possa approvare un documento di una tale importanza. I leader torneranno a discutere oggi a mezzogiorno, ma la possibilità di un accordo in tempi brevi è molto lontana e c’è chi già parla di un possibile slittamento a febbraio o marzo del prossimo anno.

Per il primo ministro italiano questo slittamento non è un dramma, e assicura che farà tutto ciò che è possibile per evitare delle soluzioni non accettabili per il nostro paese. L’Italia ha il diritto di veto, ma Monti non è ancora giunto a questo passo estremo, più per esigenze diplomatiche, fino ad ora, che per reali motivazioni economiche.

Mario Monti, però, apre anche uno spiraglio: nella bozza di bilancio c’è stata una maggiore attenzione alle esigenze del nostro paese, soprattutto per quel che riguarda i fondi di coesione e quelli per l’agricoltura, ma si tratta di un documento troppo lungo e complesso per essere vagliato in tempi ristretti, soprattutto pensando al passato, quando, dopo l’approvazione del bilancio UE precedente, l’Italia non fu certo tra i paesi che ne uscirono meglio.

Angela Merkel, dal canto suo, è molto meno ottimista del premier italiano: secondo la cancelliera di ferro non si arriverà ad una accordo, in quanto le posizioni dei diversi paesi sono ancora troppo distanti.

La Merkel apre alla Grecia, lunedì la decisione

 L’ultimo vertice dell’Eurogruppo per le decisioni sulle modalità e l’ammontare degli aiuti che l’Europa dovrebbe mandare alla Grecia non ha portato a nessun accordo, se non quello di rinviare il tavolo di discussione a lunedì prossimo.

Ma, durante la presentazione del bilancio 2013 al parlamento tedesco, la Merkel ha anche parlato del problema della Grecia e ha annunciato, a sorpresa, che entro lunedì si spera di riuscire a giungere davvero ad un accordo, anche se

Decenni di inadempienze non si risolvono di certo in una notte, ci vuole calma e pazienza. Dire che la Grecia deve restare nell’euro non vuol dire che non dobbiamo prestare attenzione a che le riforme siano applicate per il benessere della gente in quel Paese.

La cancelliera di ferro ha proposto le sue soluzioni. La prima è quella di aumentare la disponibilità del fondo salva-stati Efsf messo a disposizione della Grecia di almeno 10 miliardi di euro, in modo che il paese possa iniziare di nuovo gli acquisti sul proprio debito. La seconda possibilità è quella di tagliare i tassi che Atene paga sul suo debito.

Due soluzioni difficili che faranno sicuramente discutere gli altri membri dell’Eurogruppo e che, forse, ritarderanno ancora la decisione.

Jacques Attali parla di Francia ed Europa

 L’investimento in opzioni binarie dipende molto dalla capacità degli investitori di prevedere un trend e le buone previsioni, a loro volta, dipendono dall’individuazione delle fonti informative più affidabili. Per capire come scommettere sull’Europa riportiamo l’opinione di Jacques Attali intervistato dall’Economist.

Questa rivista, nell’ultimo periodo, ha dimostrato di saper anticipare i trend, facciamo l’esempio della Francia, definita prima una bomba ad orologeria dall’Economist e poi declassata da Moody’s. Jacques Attali prova a ribaltare il punto di vista sulla Francia.

Il declassamento di Parigi, infatti, non è così preponderante se si pensa alla patata bollente rappresentata dalla Grecia. Sicuramente Moody’s ha dato un’indicazione importante a François Hollande invitando il neo Presidente e il suo staff ad intraprendere la via delle riforme.

Questo però, secondo Attali, non vuol dire che la Francia stia sbagliando strategia, anzi, Hollande sembra muoversi nella direzione corretta, quella dell’applicazione delle raccomandazioni arrivate dall’UE.

E’ facile quindi arrivare ad una considerazione finale, proposta sempre da questo economista, che addita la Germania come vera bomba ad orologeria del Vecchio Continente. Sembra infatti che il paese guidato da Angela Merkel abbia due grandi problemi da risolvere: la composizione demografica del paese ed un sistema bancario a pezzi.

Gli attacchi che arrivano dall’esterno all’Europa, secondo Attali, non mettono in luce i reali problemi dell’economia internazionale dove anche America e Regno Unito arrancano come non mai.