Brasile, una crisi che non conosce fine

Quest’estate ospiterà i Giochi Olimpici, un business che darà ossigeno alle casse dello Stato. Ma, al momento, il Brasile sta attraversando uno dei più brutti periodi della sua storia punto di vista economico, e continua ad affondare nella crisi. Una crisi che non sembra avere mai fine.

Baby pensionati, Brasile al bivio

Le finanze pubbliche carioca non sono in buona salute. Come se non bastasse, sta piovendo sul bagnato dal momento che sono messe in crisi dai baby pensionati. Il Paese, si sa, fino a poco tempo fa era sul podio delle economie emergenti.

Investire in Brasile, un’economia molto promettente

 Un’economia pronta ad accelerare al rialzo potrebbe essere proprio quella emergente del Brasile. A sostenerlo Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas  che rileva come nei prossimi mesi ci potrebbero essere sorprese positive sul Real brasiliano, la valuta locale del Paese.

Gli Stati Uniti saranno il primo produttore mondiale di petrolio entro il 2015

 Gli USA si apprestano a diventare, entro il 2015, i nuovi signori dell‘oro nero a livello mondiale. Entro quella data, infatti, gli Stati Uniti saranno il primo produttore di petrolio presente sul globo. La ragione di questo nuovo record deve essere individuata nella scoperta, negli States, dei nuovi giacimenti di materia prima. 

Problemi per Samsung in Brasile

 La Samsung è un’azienda che sta dando del filo da torcere alla Apple e a tutti coloro che decidono di avviare un business nel settore della tecnologia. Nonostante la crisi delle vendite di smartphone e tablet, infatti, la Samsung si tiene a galla ed ha praticamente vinto una serie di guerre di brevetti contro Apple che ne hanno accresciuto il rating.

Record di utili e calo delle vendite per Samsung

Adesso, però, anche Samsung vacilla come la Mela Morsicata, sotto gli attacchi dei lavoratori. Per l’azienda di Cupertino, ad esempio, è stata fondamentale la storia della Foxconn, per Samsung i guai arrivano invece dal Brasile. Questo paese sudamericano, inserito tra i BRICS, ha accusato i coreani di trattare molto male i lavoratori.

Apple contro Samsung ma vince la seconda

Sotto la lente d’ingrandimento ci sono finiti gli operai della fabbrica brasiliana di Manaus dove i lavoratori sono costretti a fare turni di 15 ore per 27 giorni di fila. In alcuni casi, per la mansione che ricoprono, questi lavoratori devono stare anche 10 ore in piedi. La Samsung non ha reagito negando questo disagio ma si è detta disposta a collaborare con chi ha denunciato la situazione.

Sicuramente non ci sarà una rinuncia agli stabilimenti in Brasile visto che dalla delocalizzazione delle attività produttive è stato ottenuto un buon vantaggio economico nel corso degli anni. E’ necessario, però, non entrare in collisione con il governo brasiliano e per questo si andrà verso l’accordo nel più breve tempo possibile.

In Brasile si teme il crollo economico

 Quando un paese attraversa un momento di crisi o di instabilità, il primo indicatore a farne le spese è sicuramente la moneta. Basta pensare a quello che è successo in Giappone, dove la vittoria alle elezioni dell’Assemblea del partito conservatore del premier Abe, ha determinato un ribasso importante dello yen.

Vince Abe e cala lo yen

Qualcosa di analogo sta succedendo anche in Brasile dove la situazione economica del paese emergente va approfondita. In questo momento, almeno a livello mediatico, le proteste dei cittadini brasiliani stanno avendo un’eco profondo visto che hanno trovato risonanza nelle telecamere della Confederations Cup.

Il Brasile, a livello economico, è in una fase difficile, in parte dovuta anche all’instabilità politica che si traduce in una serie di difficoltà economiche. Il governo guidato da Dilma Rousseff ha sostenuto delle spese che alla popolazione non sono piaciute affatto, in relazione a due eventi sportivi: la Confederations Cup e i Mondiali di calcio del 2014.

Pronta una banca mondiale per gestire l’ascesa

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’aumento dei prezzi dei biglietti del trasporto pubblico che ha portato in piazza la popolazione. Adesso, riguardo questo incremento dei costi, il governo sembra voler fare un passo indietro. Certo è che la crescita esponenziale che s’immaginava propria di un paese emergente, è messa a dura prova.

Dopo il crollo della Cina, questo è un ulteriore segnale della vastità della crisi. Il real brasiliano, di conseguenza, ha perso il 10 per cento del suo valore nei confronti del dollaro. Il Banco do Brasil sta già pensando ad una strategia per evitare la discesa irreparabile della moneta locale.

Fiat investirà 7 miliardi in Brasile

 Il Gruppo Fiat è pronto ad ampliare il paniere degli investimenti oltreoceano. Questa volta si tratta del Brasile, per il quale sarebbe già pronto un piano dal valore di 7 miliardi di dollari.

Sempre più giù il mercato dell’auto

L’ Agenzia di stampa brasiliana Agencia Brasil ha infatti diffuso oggi la notizia che l’  amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha inviato al Presidente brasiliano Dilma Rouseff il resoconto di un piano di investimenti che prevede, entro il 2016, un impegno del Gruppo – sia su Fiat Spa che su Fiat Industrial – per circa 7 miliardi di dollari.

Il nuovo piano, in realtà, sviluppa una precedente strategia aziendale relativa al triennio 2011 – 2014, per la quale erano previsti già 4 miliardi di dollari, di cui costituisce una sorta di implementazione.

FIAT Industrial ripensa ai suoi conti

Gli investimenti previsti serviranno a finanziare non solo la costruzione del nuovo stabilimento industriale di Pernambuco, che entrerà in attività nel 2014, ma anche la produzione di motori e veicoli industriali.

In seguito a questa manovra, dunque, il gruppo Fiat aumenterà nel Paese il numero degli addetti diretti, che saliranno di 7.700 unità, mentre l’ indotto subirà un incremento per 12 mila posti di lavoro:  del resto il Brasile è il più grande mercato Fiat presente fuori Italia e il quarto più grande al mondo per il settore delle automobili.