Nuovo contratto a termine, la guida – II parte

 Tre le novità più importanti che Matteo Renzi ha predisposto per il contratto a termine, che riguardano tre pilastri fondamentali di questa tipologia di lavoro: la casualità, la possibilità di proroga e il limite massimo di contratti stipulabili all’interno della stessa azienda.

Le novità che spiegheremo di seguito sono entrate in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n. 34 del 20 marzo: “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”.

Nuovo contratto a termine, la guida

 La disoccupazione in Italia sta raggiungendo dei livelli allarmanti, come mostrano gli ultimi dati rilasciati dall’Istat che parlano del 13% di senza lavoro per il mese di febbraio 2014. Una situazione che potrebbe continuare a peggiorare se non si interverrà nell’immediato con interventi specifici e mirati per dare la possibilità alle aziende di assumere personale.

Contratti a termine, cosa cambia con la riforma di Renzi

 L’arrivo di Matteo Renzi e della sua squadra di Governo dovrebbe essere il punto di svolta per far tornare l’Italia ad essere un paese dall’economia fiorente. Tra i punti cardine del programma che si è dato l’ex Sindaco di Firenze trova uno spazio di tutto rispetto la questione dei contratti di lavoro e delle loro tante, troppe, tipologie.

Il punto della questione allo studio dei tecnici e degli addetti ai lavori è trovare una soluzione che dia alle aziende e alle imprese lo stimolo ad assumere nuovo personale, così da dare lavoro ai tanti, e soprattutto giovani, disoccupati italiani.

Lavoro accessorio, gli importi 2014

 L’Inps ha diramato oggi una circolare, la n. 28 del 26 febbraio 2014, in cui indica i nuovi importi relativi al lavoro accessorio per il 2014 definiti in base alla rivalutazione annuale dell’Istat.

Lavoro: due su tre in attesa di rinnovo del contratto

 Circa nove milioni di dipendenti, ovvero il 66% dei lavoratori, sono in attesa del rinnovo del contratto. Una quota altissima, che non si registrava da gennaio del 2008 e che in soldoni equivale a dire che due lavoratori su tre sono in attesa.

l’Istat ha rilevato i suddetti dati, affermando che solo il pubblico impiego pesa di suo per 3 milioni di lavoratori e quindici contratti.

Le misure approvate dal governo per il pubblico impiego

 Il Decreto per le Pubbliche Amministrazioni approvato in data 26 agosto 2013 dal Consiglio dei Ministri, prevede delle nuove norme per il pubblico impiego, che hanno l’obiettivo di contrastare il fenomeno dei precari nella Pubblica Amministrazione.

Con una nuova stretta, il Governo vuole eliminare l’abuso di contratti ultra-flessibili e temporanei negli enti statali e locali (esclusi i 200 mila precari delle scuole assunti a termine), sia per le nuove assunzioni che per in contratti già in essere.

► Retribuzioni pubblico impiego bloccate fino al 2014

I nuovi contratti delle PA saranno tutti a tempo indeterminato

Per le nuove assunzioni il Decreto PA prevede che il contratto da utilizzare sia sempre quello a tempo indeterminato, con possibilità di in quadramento del personale con contratti a termine e atipici solo in caso di esigenze di carattere temporaneo o eccezionale.

Le PA che contravverranno a questa regola dovranno risarcire il lavoratore e il contratto stipulato sarà considerato nullo.

E per chi è già un precario delle PA?

Una seconda importante novità del Decreto PA è il censimento dei precari del pubblico impiego nei vari enti per riservare a chi, tra loro, ha maturato un’anzianità di servizio di almeno 3 anni negli ultimi 5.

► Le misure per le pubbliche amministrazioni approvate dal Governo

Gli esclusi

Dal Decreto PA rimangono esclusi i circa 200 mila precari della scuola, per i quali non sono valide le norme di questo nuovo pacchetto, e anche i precari involontari, un esercito nel pubblico impiego, i pubblici dipendenti con part-time involontario e gli altri lavoratori flessibili (consulenti e collaboratori, dipendenti di cooperative e ditte esterne).

 

Riforma del Lavoro – Nuove norme in vigore per disoccupazione e start up

 E’ entrata in vigore il 23 agosto 2013 la Riforma del Lavoro voluta dal Governo Letta (pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge n.99/2013) che apporta nuove modifiche alla legge 92/2012, la Riforma Fornero, per correggerne alcune imprecisioni e colmare le lagune al fine di creare una normativa per il rilancio dell’occupazione in Italia.

La Riforma del Lavoro è entrata in vigore: tutte le nuove norme

La Riforma del Lavoro aggiunge delle nuove norme e prevede ulteriori incentivi e facilitazioni all’assunzione dei disoccupati e per la stabilizzazione dei precari rispetto a quelle già contenute nel Decreto Occupazione, entrato in vigore il 28 giugno 2013 con la pubblicazione in Gazzetta del testo del decreto 76/2013.

Occupiamoci delle nuove norme per la disoccupazione e le start up.

Riforma del Lavoro 2013:  Disoccupazione

I disoccupati che lavorano ma non percepiscono redditi annui superiori a 8.000 euro in caso di lavoro subordinato e 4.800 in caso di lavoro autonomo, manterranno lo status di disoccupazione e i relativi ammortizzatori.

Riforma del Lavoro 2013:  Start Up

La Riforma del Lavoro prevede anche degli incentivi per l’autoimprenditorialità. A beneficiarne le star up, per le quali sono state allentate le maglie della burocrazia e delle restrizioni:  i soci non dovranno più essere obbligatoriamente persone fisiche e mantenere la maggioranza del capitale sociale per almeno 2 anni, mentre la percentuale di spesa in R&S diminuisce al 15% e i 2/3 degli impiegati possono avere una laurea magistrale.

Riforma del Lavoro 2013

Le nuove norme in vigore per contratti a tempo e intermittenti 

Nuove norme in vigore per contratti a progetto, apprendistato e associazione 

Nuove norme in vigore per disoccupazione e start up

 

Riforma del Lavoro – Nuove norme in vigore per contratti a progetto, apprendistato e associazione

 Il 23 agosto 2013 è entrata in vigore la Riforma del Lavoro voluta dal Governo Letta, voluta per incentivare la ripresa del mercato del lavoro in Italia con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile.

La Riforma del Lavoro è entrata in vigore: tutte le nuove norme

Con questa legge, e con la precedente legge di conversione del Decreto Sviluppo (decreto n. 76/2013), sono state apportate delle piccole ma importanti modifiche al testo della tanto discussa Riforma Fornero (legge n.92/2012), che mirano a stimolare l’assunzione dei disoccupati e la stabilizzazione dei tanti lavoratori precari, sia con incentivi all’assunzione che all’imprenditorialità.

Vediamo nello specifico quali sono le nuove norme entrate in vigore con la Riforma del Lavoro 2013 in materia di contratti a progetto, di apprendistato e di partecipazione.

Riforma del Lavoro 2013: Contratti a progetto

I contratti a progetto non possono essere utilizzati in caso di lavori esecutivi e ripetitivi (nella precedente normativa si parlava di lavori esecutivi o ripetitivi) e le mansioni del lavoratore devono essere specificate per iscritto nel contratto di assunzione.

Riforma del Lavoro 2013: Contratti di apprendistato

Rimangono invariate le tipologie di apprendistato definite dalle precedenti normative ma con la possibilità di convertire, una volta conseguito, l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, in apprendistato professionalizzante e contratto di mestiere.

Riforma del Lavoro 2013:  Associazione in partecipazione

I datori di lavoro che hanno sul loro libro paga un associato in partecipazione ha la possibilità di assumerlo come apprendista o con contratto a tempo indeterminato con una serie di interessanti incentivi.

Riforma del Lavoro 2013

Le nuove norme in vigore per contratti a tempo e intermittenti 

Nuove norme in vigore per contratti a progetto, apprendistato e associazione 

Nuove norme in vigore per disoccupazione e start up

Riforma del Lavoro – Nuove norme in vigore per contratti a tempo e intermittenti

 Con l’entrata in vigore della Riforma del Lavoro (dopo la pubblicazione del testo della Legge n.99/2013 in Gazzetta Ufficiale il 23 agosto 2013), sono entrate in vigore nuove norme per la regolamentazione del mercato del lavoro italiano con lo scopo di incentivare l’occupazione nel paese, con misure atte all’assunzione e alla stabilizzazione dei giovani.

La Riforma del Lavoro è entrata in vigore: tutte le nuove norme

Poche le modifiche rispetto alla precedente normativa in vigore, la Riforma Fornero (legge n.92/2012), ma piccoli interventi mirati a facilitare l’assunzione dei disoccupati italiani.

Riforma del Lavoro 2013: Contratto a tempo determinato

Due le modifiche principali apportate dalla nuova normativa del lavoro in Italia:

1. il periodo di sospensione tra un contatto e l’altro è stato ridotto a 10 giorni (da 60) per i contratti a termine di durata inferiore ai 6 mesi e a 20 (da 90) per i contratti di durata superiore;

2. il contratto acausale diventa prorogabile fino ad una durata massima complessiva di 12 mesi.

Riforma del Lavoro 2013: Contratto intermittente

I contratti intermittenti possono avere una durata massima di 400 giornate lavorative presso lo stesso datore di lavoro in 3 anni. Sorpassato questo limite, il contratto intermittente diviene automaticamente un contratto a tempo indeterminato. Esclusi da questa norma i contratti di lavoro del settore turistico, dello spettacolo e dei pubblici esercizi.

Riforma del Lavoro 2013

Le nuove norme in vigore per contratti a tempo e intermittenti 

Nuove norme in vigore per contratti a progetto, apprendistato e associazione 

Nuove norme in vigore per disoccupazione e start up