Gli Stati Uniti rallentati dal freddo e in ripresa

 La crescita economica degli Stati Uniti è stata probabilmente frenata bruscamente nel primo trimestre per l’inverno insolitamente freddo e dirompente, ma l’attività sembra già essere ripresa.

Il Prodotto interno lordo probabilmente è cresciuto a un tasso annuo dell’1,2 per cento.

 

► Produzione industriale in crescita negli Stati Uniti e in Europa

 

La Federal reserve (Fed) pensa che il rallentamento della crescita sarà spazzato via considerando che i dati si riferiscono a fattori temporanei e si concentra sui dati recenti che suggeriscono una maggiore forza verso la fine del trimestre. La performance di crescita non eccellente del primo trimestre è stata in parte cancellata e questo dimostra che era soprattutto causata dalle avverse condizioni atmosferiche. La dinamica di fondo rimane favorevole e si continua a prevedere una ripresa significativa nel secondo trimestre.

 

I funzionari della Fed dovrebbero annunciare un’ulteriore riduzione della quantità di denaro che stanno pompando nell’economia attraverso l’acquisto di obbligazioni mensili. La prospettiva è che l’economia è pronta ad accelerare e quindi dovrebbe esserci una mossa di questo tipo.

 

Il maltempo potrebbe aver tagliato fuori più di1,4 punti percentuali di crescita del Pil. Ciò ha portato i produttori a ricevere un minor numero di ordini con le merci che si sono accumulate. I fondamentali dell’economia, tuttavia, sono

probabilmente rimasti solidi. Una misura della domanda interna che mostra le esportazioni e le scorte è previsto che sia cresciuta dal ritmo tiepido dell’1,6 per cento del quarto trimestre.

 

La spesa dei consumatori, che rappresenta oltre i due terzi dell’attività economica statunitense, ha probabilmente rallentato dal 3,3 per cento del quarto trimestre a causa delle temperature che hanno ridotto il traffico nei centri commerciali.

In Germania il tasso di disoccupazione scende più del previsto

In Germania il tasso di disoccupazione è sceso più del doppio di quanto previsto nel mese di aprile, confermando che la più grande economia in Europa continuerà a guidare la ripresa nella zona euro.

 Il numero di persone senza lavoro è diminuito per il quinto mese e di 25 mila, sopra appunto alle previsioni degli economisti. Il tasso di disoccupazione rettificato è rimasto invariato al 6,7 per cento, il livello più basso in due decenni.

 

La Germania verso una riforma per abbassare le tasse

 

La Germania ha beneficiato dei tassi di interesse estremamente bassi nell’area dell’euro e dalla ripresa dalla più lunga recessione vista in Europa. La Bundesbank ha affermato questa settimana che il sentimento e la domanda di costruzione di alloggi nel Paese rimangono eccezionalmente favorevoli.

La Germania è ben nota per le sue esportazioni, ma i dati mostrano anche un trend molto buono per la domanda interna. Questo ha portato al miglioramento del mercato del lavoro del Paese ed è utile anche per l’economia di tutta la zona euro.

L’economia tedesca è cresciuta dello 0,4 per cento negli ultimi tre mesi dello scorso anno, due volte più velocemente dell’area dell’euro. I dati del Prodotto interno lordo per il primo trimestre saranno pubblicati il 15 maggio.

La Volkswagen, la casa automobilistica più grande d’Europa, ha registrato un guadagno del 22 per cento del risultato operativo del primo trimestre, aiutata da vendite record di auto di lusso come la Porsche e di marchi l’Audi.

Tasso di disoccupazione della Germania contrasta con il resto dei Paesi dell’Eurozona. La disoccupazione nella regione sarà probabilmente all’11,9 per cento a marzo e quindi quasi il doppio di quello della Germania.

Per il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi lo stato dell’economia della zona euro è piuttosto grave. La sua più grande paura è che una stagnazione prolungata porti ad alti tassi di disoccupazione che diventino strutturali. La Bce ha mantenuto il punto di riferimento del tasso di interesse invariato a un record basso dello 0,25 per cento.

L’attività industriale in Cina si riduce anche in questo mese

 L’attività industriale della Cina si è ridotta per il quarto mese consecutivo nel mese di aprile, segnalando debolezza economica nel secondo trimestre. Il ritmo della diminuzione trova però di contro le misure politiche per arrestare il rallentamento. In effetti, gli analisti vedono i primi segnali di stabilizzazione dell’economia a causa di interventi mirati del governo per sostenere la crescita, ma ritengono che più sostegno politico può essere necessario in quanto le riforme strutturali mettono ulteriore pressione sull’attività.

L’indice HSBC/Markit Flash Purchasing Managers (Pmi) del mese di aprile è salito a 48,3 dal 48 di marzo, ma è ancora al di sotto della linea 50 che separa l’espansione dalla contrazione. Le aspettative sono di una dinamica di crescita che si sta stabilizzando. Con la crescita economica annuale che è scesa al 7,4 per cento nel primo trimestre rispetto al precednte anno.

 

In Cina la crescita rallenta

 

Il governo ha già presentato misure per accelerare la costruzione di ferrovie e di case a prezzi più accessibili e per tagliare le tasse per le piccole imprese per sostenere la crescita. I segni di un rallentamento nel primo trimestre sono stati evidenti in una serie di indicatori economici, spingendo il governo a svelare una serie di misure per promuovere la crescita anche se non ha escluso un grande stimolo.

Il governo cinese ha anche detto che il suo obiettivo principale è la creazione di posti di lavoro e che non è importante se la crescita nel 2014 sarà leggermente al di sotto dell’obiettivo ufficiale del 7,5 per cento. L’ente di pianificazione economica del Paese ha ribadito il messaggio, affermando che l’economia andrà bene senza la necessità di alcuno stimolo pesante.

In Gran Bretagna c’è crescita e rischio bassa inflazione

 La ripresa economica della Gran Bretagna sta guadagnando slancio, ma la Banca d’Inghilterra ha proposto diversi punti di vista circa l’economia e le prospettive di inflazione a medio termine. La BoE si aspetta che l’economia sia cresciuta dell’1 per cento nei primi tre mesi di quest’anno rispetto al quarto trimestre dello scorso anno, in lieve aumento da una precedente previsione di crescita dello 0,9 per cento. Gli economisti della Banca d’Inghilterra prevedeno un leggero rallentamento nel periodo tra aprile e giugno.

I membri del comitato di politica monetaria hanno anche affermato che è possibile un aumento sostenibile dei salari reali che sarebbe coerente con una ripresa duratura.

 

In Gran Bretagna l’inflazione scende

 

La questione è però la crescita che genera inflazione. L’incertezza è circa le prospettive per l’inflazione nel medio termine. L’inflazione britannica è scesa all’1,6 per cento in marzo dall’1,7 per cento di febbraio, il livello più basso da ottobre 2009. Prima di dicembre dello scorso anno, l’inflazione annua ha superato l’obiettivo della banca centrale ogni mese dal dicembre 2009, erodendo la capacità di spesa delle famiglie. Ma l’inflazione è stata in forte calo in tutta Europa negli ultimi mesi, con quella della zona euro che è arrivata al livello più basso in più di quattro anni a marzo con lo 0,5 per cento.

Il tasso di disoccupazione della Gran Bretagna è sceso inaspettatamente nei tre mesi a febbraio sotto il livello del 7 per cento originariamente fissato dalla BoE per considerare un aumento dei tassi di interesse. Il mercato del lavoro della Gran Bretagna ha spiazzando la BoE che ad agosto si è detta pronta a pensare di aumentare i tassi di interesse ai minimi storici, quando la disoccupazione è scesa al 7 per cento.

La Francia cresce ma si teme non rispetti il limite del 3%

 Il governo francese sta lavorando per definire la propria tabella di marcia per la riduzione del disavanzo e per mantenere l’impegno con l’Ue. Le previsioni di crescita ottimistiche spingono il Paese, ma l’Europa si aspetta che la Francia si conformerà alle norme di bilancio entro la fine del prossimo anno.

La Francia è in ritardo nel rientrare nei parametri europei di deficit – Pil. Essa ha già ottenuto una proroga di due anni sul termine iniziale per riportare il disavanzo sotto il limite che il trattato dell’Ue ha stabilito nel 3 per cento del Prodotto interno lordo (Pil).

 

La Francia farà dei tagli per raggiungere il 3%

 

I partner europei temono che potrebbe saltare anche la scadenza del prossimo anno, e nel frattempo il governo sta lottando per riuscire a fare i tagli dolorosi. Il primo ministro francese Valls, nominato a fine marzo dopo che i socialisti sono stati sconfitti alle elezioni locali, ha promesso nel suo primo discorso di dare priorità alla crescita, alimentando il timore che la Francia potrebbe non essere in grado di raggiungere gli obiettivi dell’Europa. Ma dopo le parole severe da Bruxelles e da Berlino, il governo ha affermato di volere aderire ai suoi impegni, svelando i termini di un pacchetto di risparmio da 50 miliardi di euro che congela le pensioni e le prestazioni sociali per un anno e si basa su un giro di vite sulla spesa pubblica. Valls presenterà i dettagli del pacchetto in commissione finanze del Parlamento prima di inviarlo alla Commissione europea, che sorveglia le finanze pubbliche degli Stati membri. Il piano dovrebbe mostrare la Francia raggiungerà l’obiettivo di deficit – Pil al 3%, ma attraverso un percorso leggermente più lento.

Il governo francese ha aumentato le sue previsioni di crescita all’1 per cento nel 2014, all’1,7 per cento nel 2015 e al 2,25 nel 2016, contro lo 0,9 per cento, l’1,7 per cento e il 2 per cento.

La Germania cresce più del previsto e sostiene la ripresa dell’Europa

 La Bundesbank ha affermato che l’economia della Germania si è probabilmente rafforzata all’inizio dell’anno e il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi prevede una ripresa per la valuta del blocco di 18 nazioni. Il settore del manifatturiero e dei servizi tedesco si è  rafforzato più di quanto gli economisti prevedevano questo mese, aggiungendo elementi che dimostrano che la Germania sta sostenendo il recupero dell’Europa.

L’indice sulla produzione industriale è salito a 54,2 da 53,7 di marz, come ha mostrato Markit Economics. Gli economisti avevano previsto un dato del 53,8. Una lettura superiore a 50 indica espansione. Un indicatore di servizi separato è salito a 55 da 53 superando anch’esso le previsioni. Nello stesso tempo, la crisi in Ucraina e la bassa inflazione pongono dei rischi. L’indice mostra che l’economia tedesca è impostata sulle fondamenta di una solida crescita dello scorso trimestre.

 

La Germania guida la ripresa economica dell’Ue

 

L’ euro è salito dopo che gli indici sono stati rilasciati ed è stato scambiato a 1,3815 dollari in crescita dello 0,1 per cento.

L’indice composito del settore manifatturiero e dei servizi in Germania è salito a 56,3 in aprile da 54,3 di marzo. Secondo tale indagine, i costi di produzione sono rimasti invariati nel mese di aprile, che termina un periodo di aumento dei prezzi di nove mesi. I costi delle società di servizi sono aumentati nel modo più lento in 44 mesi, mentre i produttori hanno visto i prezzi d’ingresso scendere di più da luglio.

L’inflazione della zona euro è scesa allo 0,5 per cento in marzo dallo 0,7 per cento del mese di aprile. La Banca centrale europea (Bce) terrà la sua prossima riunione di politica monetaria l’8 maggio e potrebbe prendere delle decisioni per cercare di aumentare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% scongiurando il rischio che rimanga troppo bassa per un periodo di tempo prolungato. Parlando a Washington questo mese, il presidente della Bce Mario Draghi ha detto che i responsabili politici sono risoluti nella loro determinazione a mantenere la politica monetaria allentata e unanimi nel loro impegno a ricorrere a strumenti non convenzionali nell’ambito del mandato della Bce se necessario.

La crescita in Germania rallenta dopo il primo trimestre

 La crescita economica della Germania rallenterà nel secondo trimestre, come ha mostrato il rapporto mensile del ministero delle Finanze, dopo un inverno insolitamente mite che ha dato una spinta nei primi tre mesi del 2014.

Il ministero ha affermato che i dati recenti suggeriscono che la Germania ha avuto un’ottima performance tra gennaio e marzo, aggiungendo che probabilmente questo impulso è venuto dall’espansione industriale e dalle attività di costruzione che hanno beneficiato dell’inverno mite .

 

La Germania guida la ripresa economica dell’Ue

 

Le previsioni dicono che il dato destagionalizzato per il trimestre successivo sarà più debole. Il ministero ha affermato che questo effetto tecnico non deve essere interpretato come un segno di rallentamento del ritmo economico, in quanto permane la tendenza al rialzo dei dati economici e l’ottimismo tra le imprese sul futuro e della crescita economica.

I dati recenti hanno dimostrato che gli ordini e la produzione industriale sono in aumento mentre il settore privato è in espansione. Anche se l’umore tra gli investitori e le imprese è peggiorato per la crisi in Ucraina, questi rimangono relativamente ottimisti.

Il ministero ha detto che i dati recenti fanno credere che l’economia sta vivendo una ripresa che potrebbe diventare sempre più ampia durante il corso dell’anno. Il governo prevede una crescita dell’1,8 per cento quest’anno, grazie soprattutto a un forte aumento dei consumi privati ​​in quanto i consumatori beneficiano di un mercato del lavoro forte, di salari decenti e di un’inflazione moderata, mentre i tassi di interesse bassi scoraggiano il risparmio.

Il ministero delle finanze tedesco si aspetta che l’inflazione resti moderata, con i prezzi al consumo che dovrebbero aumentare dell’1,4 per cento quest’anno e dell’1,9 per cento l’anno prossimo. Non si vedono rischi di deflazione.
Le entrate fiscali della Germania sono aumentate del 7,2 per cento su anno a marzo, aiutate da una maggiore presa dall’imposta sul reddito e dall’imposta sulle vendite. Nel primo trimestre, le entrate fiscali sono pari a circa 140 miliardi di euro, il 3,7 per cento più alte rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

In Europa cresce il settore privato e rimane il problema inflazione

 Il settore privato della zona euro ha iniziato il secondo trimestre nel modo migliore da quasi tre anni, con la rapida crescita di nuovi ordini sostenuti soprattutto dal taglio dei prezzi delle imprese. Il settore dei servizi in Europa ha fatto meglio delle previsioni.

I dati sono incoraggianti considerando quello che si è visto per anni. L’economia cresce, ma la preoccupazione principale sono sempre le forze deflazionistiche ancora molto evidenti. Un aspetto che preoccupa la banca centrale europea (Bce) che sta lottando per portare l’inflazione all’obiettivo del 2 per cento. L’inflazione è scesa ad appena lo 0,5 per cento in marzo, il sesto mese consecutivo di quel livello che il presidente della Bce Mario Draghi ha definito una “zona pericolosa”, sotto l’1 per cento che mantiene la pressione della Bce su un possibile intervento.

 

La deflazione, il vero pericolo per i Paesi dell’Europa

 

La Bce ha già tagliato il suo tasso di interesse principale quasi a zero e ha lasciato invariata la sua politica monetaria di questo mese, ma ha aperto la porta a misure per rilanciare l’economia e riportare l’inflazione a un livello che non sia troppo basso. Tuttavia, l’indice composito Purchasing Managers di Markit, che è ampiamente considerato come un buon indicatore della crescita, ha suggerito che il sostegno economico potrebbe non essere necessario. L’indice è salito a 54 ad aprile dal 53,1 di marzo, al di sopra della soglia dei 50 che separa la crescita dalla contrazione per il 10° mese. La crescita è ancora una volta guidata dalla Germania con il resto dei Paesi europei che hanno fatto meno bene. La Francia ha mantenuto l’indice sopra 50 per il secondo mese consecutivo, ma il dato è minore della lettura precedente.

L’Italia potrebbe crescere più dello 0,8%

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera che la crescita nel 2014 potrebbe essere superiore allo 0,8 per cento, ma che non si è in grado di dire con maggiore precisione di quanto.

 Nell’intervista al Corriere della Sera, al ministro Padoan è stato chiesto se la crescita potrebbe essere più alta rispetto allo 0,8 per cento previsto all’inizio di questo mese nel documento di economia e finanza (Def) che contiene gli obiettivi per i prossimi anni. Padoan ha risposto “Penso proprio di sì, anche se non si può stimare di quanto” e riprende le affermazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che nella conferenza stampa aveva detto che il governo era stato cauto nella valutazione della crescita ma che si pensa che questa possa essere maggiore di quanto previsto nel documento di economia e finanza.

In Italia, l’economia si è ridotta nel 2012 e nel 2013 ed è tornata a crescere su base trimestrale, per la prima volta in più di due anni, durante gli ultimi tre mesi dello scorso anno. Per alcuni economisti, il Prodotto interno lordo (Pil) in Italia aumenterà solo dello 0,6 per cento nel 2014.

 

Il ministro Padoan al Fmi parla del rapporto tra riforme e crescita

 

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha anche affermato che la decisione del governo di abbassare le tasse sul lavoro aumentando di circa 80 euro al mese, dal prossimo mese, gli stipendi fino a 1.500 euro dovrebbe essere reso permanente al fine di avere effetto. Il ministro ha detto che se una misura del genere non è permanente non potrà essere credibile e non ci saranno più soldi da spendere per i cittadini. Il governo si aspetta che il mercato interno si possa riprendere.

Negli Stati Uniti meno richieste di sussidi di disoccupazione

 Negli Stati Uniti diminuiscono le richieste di sussidi di disoccupazioni più del previsto, con il mercato del lavoro che continua a rafforzarsi. Il numero di americani che hanno richiesto i sussidi di disoccupazione sono stati la scorsa settimana vicino al livello più basso in quasi sette anni, e la fiducia dei consumatori è migliorata mostrando che la più grande economia del mondo sta accelerando.

Negli Stati Uniti ci si prepara a vedere l’aumento delle vendite con l’economia che si rafforza. A questo si aggiunge un altro rapporto che mostra come la produzione industriale stia migliorando, aggiungendo un altro elemento che dimostra che l’espansione economica degli Stati Uniti si sta ampliando dopo un insolitamente duro inverno.
Il numero totale di persone che ricevono prestazioni per disoccupazione è sceso di 11.000 nella settimana conclusa il 5 aprile ed è arrivato al numero più basso dal dicembre 2007. C’è stato un rallentamento della cassa integrazione, ma anche del numero totale di persone che ottengono benefici statali.

 

Negli Stati Uniti vendite al dettaglio in aumento sostengono l’economia

 

Le maggiori opportunità di lavoro spingono i salari al rialzo e questo fornirà agli americani i mezzi per estendere la recente ripresa della spesa e sostenere l’economia. Negli Stati Uniti sia il mercato del lavoro sia la crescita si sono stabilizzati e la fiducia dei consumatori si è rafforzata sia sulle finanze individuali sia sullo stato dell’economia nazionale.

Il miglioramento della fiducia segue una ripresa della spesa con gli americani che trovano nella crescita di posti di lavoro e nel minor numero di licenziamenti più sicurezza sulla loro situazione finanziaria. Le vendite al dettaglio sono aumentate più del previsto dell’1,1 per cento nel mese di marzo a seguito di un progresso dello 0,7 per cento nel mese precedente.