Inizia il progetto di riforme di Renzi non senza ostacoli

 Da domani il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lancerà le sue riforme. Il più giovane primo ministro della storia in Italia si mostra ambizioso anche sfidando l’Europa ed è pronto a proporre il suo atteso programma di riforme.
Il programma che lo stesso Renzi ha chiamato di riforme molto importanti ha l’obiettivo di stimolare la crescita economica, creare posti di lavoro, riformare la pubblica amministrazione e migliorare le scuole obsolete.

Renzi ha osservato che il governo spenderà almeno 1,7 miliardi di euro per combattere la disoccupazione giovanile, ora al di sopra del 40%. Altri 2 milioni di euro dovrebbero essere spesi per l’edilizia scolastica.

 

Renzi si oppone al “dictat” dell’Europa

 

Gli analisti non sono sicuri di quanto possa essere efficace, nel senso di realizzabile, il progetto di Renzi e notano le difficoltà di portare un ordine del giorno in Parlamento che è notoriamente difficile in Italia. Ma sono quasi unanimi nel sottolineare che sta facendo un serio tentativo per affrontare alcuni dei problemi più endemici del Paese. Per Carlo Marletti, esperto di scienze politiche presso l’Università di Torino , queste proposte sono molto importanti perché possono essere i primi passi per ridefinire il rapporto tra politica e economica in Italia. Renzi deve affrontare diverse sfide importanti con riforme che vanno dalla crescita economica stagnante alla scarsa fiducia dei consumatori.

A rendere la situazione più difficile ci ha pensato la Commissione Europea che questa settimana ha messo l’Italia nella sua lista di controllo a causa della mancanza generale di competitività economica, del debito pubblico alle stelle e della burocrazia onerosa. Il processo delle riforme sarà seguito da vicino dalla Commissione europea, che potrebbe emettere multe salate se le modifiche avverranno lentamente.

Ma il più grande ostacolo di Renzi può essere il Parlamento , che è diviso in blocchi di voti contrapposti. Il livello di approvazione di Renzi tra gli italiani cresce con le persone che chiedono le riforme del lavoro e così è rischioso per un parlamentare opporsi a queste riforme ora.

La Bce mantiene invariato il tasso di interesse e rivede le stime di crescita e di inflazione

 La Banca centrale europea (Bce) ha mantenuto il suo tasso di interesse di riferimento al suo minimo storico dello 0,25%. La Bce ha leggermente alzato le sue previsioni di crescita all’1,2% nel 2014 , ma ha abbassato la sua stima sull’inflazione.

I tassi di interesse dell’Eurozona sono rimasti invariati dal novembre 2013, quando la banca ha detto di aspettarsi un periodo prolungato di bassa inflazione. Nel mese di febbraio, l’inflazione della zona euro era allo 0,8% , ben al di sotto dell’obiettivo del 2% della Bce, che ha spinto le preoccupazioni di deflazione. Tuttavia, la Bce è fiduciosa che le economie della zona euro si stanno riprendendo dalla recessione.

 

I motivi della politica economica della Bce

 

Il Presidente della Bce Mario Draghi ha affermato in una conferenza stampa a Francoforte che ha deciso di lasciare invariato il tasso anche se ci sono stati continui segnali di ripresa. Draghi ha detto che le possibili minacce alla crescita non mancano inclusi i rischi geopolitici quali le tensioni in Ucraina. Il pericolo per il Presidente della Bce sono gli sviluppi imprevedibili e potenzialmente di grande importanza. Tuttavia, la banca ha leggermente alzato la sua proiezione di crescita dell’Eurozona nel 2014 dal 1,1% al 1,2%. La Bce si aspetta anche un graduale aumento della crescita al 1,5% nel 2015 e 1,8 % nel 2016.

Per Draghi, le eventuali ripercussioni dalla crisi Ucraina sulla crescita della zona euro possono essere presenti in un prossimo futuro, ma possono essere molto gravi in un anno e mezzo.

La Bce ha leggermente ridotto le sue stime di inflazione all’1% nel 2014 dalla sua previsione dell’1,1 % fatta alla fine dello scorso anno. Draghi ha affermato che l’inflazione dovrebbe aumentare gradualmente fino al 2016 verso il 2%.

I mercati si aspettavano l’azione della Bce per iniettare liquidità nel sistema finanziario dell’Europa.

La Cina ha l’obiettivo della crescita del 7,5%

 La Cina ha fissato un obiettivo del 7,5% per la crescita economica nel 2014. Un ritmo che può rendere più difficile raggiungere gli obiettivi di contenimento dei rischi di credito e di arginare l’inquinamento soffocante delle più grandi città della nazione.

L’obiettivo di crescita, che è lo stessa dello scorso anno, aumenterà la fiducia dei mercati e protegge l’occupazione, come ha affermato il premier Li Keqiang alla riunione annuale a Pechino. L’obiettivo del premier è mantenere lo sviluppo economico come compito centrale e mantenere un tasso di crescita economica adeguata.

 

La Cina potrebbe rallentare e creare contagio

 

Il governo si è impegnato a non ricercare la crescita a tutti i costi considerando di ripulire l’aria e l’acqua e controllare l’aumento del debito.

L’economista di Societe Generale a Hong Kong Yao Wei ha detto che non è semplice realizzare tutto ciò che è promesso nel rapporto, come l’accelerazione delle riforme, la lotta all’inquinamento, la gestione del rischio del debito e mantenere lo stesso obiettivo di crescita. Alcuni di questi obiettivi non possono essere raggiunti e, in un certo senso, bisogna considerare quali sono quelli più importanti.

Il presidente cinese ha affermato che il target del 7,5% è in linea con l’obiettivo di finire la costruzione di una società moderatamente prospera in tutti gli aspetti e di rafforzare la fiducia dei mercati promuovendo l’adeguamento economico strutturale. L’aspetto importante sottolineato è che la crescita stabile garantisce l’occupazione. L’agenzia economica di pianifiicazione ha affermato che i governi locali non devono ricercare la crescita più veloce o la concorrenza tra di loro per avere il tasso di crescita più elevato.

Tornare a investire in Europa

 Per circa tre anni si è parlato della possibilità del collasso dell’euro, in mezzo a una crisi finanziaria dell’Europa che sembrava inghiottire tutto. Dopo questi tre anni consecutivi di revisioni al ribasso del Pil, nel 2014 è prevista la ripresa dei Paesi europei anche se leggera.

L’Eurozona è stata comunque la regione mondiale maggiormente preferita per gli investimenti negli ultimi cinque mesi, secondo un sondaggio della Bank of America Merrill Lunch. Inoltre, i Paesi periferici, i più colpiti dalla crisi, stanno suscitando molto interesse.

 

In Europa crescono le Pmi

 

A gennaio in Grecia il Purchasing Managers Index è tornato in territorio di crescita per la prima volta da agosto 2009 e vi è la sensazione tra alcuni esperti che si potrebbe uscire dalla recessione quest’anno. La notizia è buona anche per gli altri Paesi che hanno economie difficili come l’Italia e la Spagna. In questi Paesi c’è la crescita della produzione e degli ordini. Secondo Markit, questo è un segnale importante di come anche le economie più difficili tra gli Stati membri dell’euro stanno tornando alla crescita.

Di recente, Barry Norris, responsabile degli investimenti presso Argonaut Capital Partners, ha aumentato il suo peso nella regione e lascia pensare che potremmo essere all’inizio di un periodo di rendimenti eccezionali dai mercati azionari dell’Europa meridionale.

L’Europa sta diventando quindi un buon mercato come molti affermano? Ci sono più opportunità nei Paesi periferici che nei mercati più sviluppati?

C’è il rischio che la crisi dell’euro stia entrando nella sua seconda fase, più dificile. La realtà emergente della deflazione preoccupa e la Banca centrale europea (Bce) continuerà a tergiversare su nuovi stimoli.

In Europa crescono le Pmi

 La ripresa del settore manifatturiero ha continuato a crescere in Europa con i dati di febbraio. Emere un minore affidamento sulla Germania e una più radicata crescita in altre parti della zona euro, come la Gran Bretagna e l’Europa centrale.

L’attività nell’Eurozona è stata nel mese di febbraio superiore alle stime, anche se ha rallentato rispetto al mese precedente. Tale rallentamento è stato causato in gran parte dalle fabbriche tedesche, con l’attività che è aumentata a un ritmo più veloce nei Paesi Bassi, in Irlanda e in Spagna, mentre il calo dell’attività in Francia è stata la più bassa da cinque mesi. In altre parti d’Europa, l’attività è cresciuta in Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Polonia, anche se ha rallentato in alcune nazioni nordiche.

 

Pmi: gli imprenditori non conoscono i benefici fiscali

 

Complessivamente, le indagini suggeriscono che c’è la modesta ripresa economica in Europa e che questa ripresa dell’attività sta cominciando a tradursi in nuovi posti di lavoro. L’Italia, in questo caso, è ancora un’eccezione. I produttori della zona euro hanno assunto personale per il secondo mese consecutivo, mentre le fabbriche inglesi lo hanno fatto al ritmo più veloce dal maggio 2011. La ripresa nel settore manifatturiero della zona euro sembra destinata a proseguire nei prossimi mesi, con nuovi ordini in aumento per l’ottavo mese consecutivo, anche se a un ritmo meno alto rispetto a gennaio.

Le prestazioni in Europa contrastano con quelle in Asia, dove le piccole e medie imprese manifatturiere hanno mostrato dati in calo nel mese di febbraio, anche se la maggior parte ha continuato a mostrare una crescita marginale in attività. Ciò suggerisce che un rallentamento della crescita in Cina sta pesando sulla regione, e deve ancora essere compensato da una ripresa delle spedizioni verso l’occidente.

Presi insieme, i dati europei e asiatici sottolineano la fragilità della ripresa economica globale. Nell’incontro del mese scorso a Brisbane, in Australia, i ministri delle finanze e i banchieri delle banche centrali delle 20 principali economie hanno affermato che l’economia globale “resta lontana dal raggiungere una crescita forte, sostenibile ed equilibrata”.

Moncler, le vendite in forte crescita

 Bilancio sempre in maggior crescita per il marchio Moncler. I conteggi del 2013, i primi post di quotazione in Borsa, sono stati chiusi con ricavi in netto aumento pari al 19% a 580,6 milioni di euro e con profitti pari a 96,3 milioni.

Quali politiche attuare per crescere nei prossimi anni

 Nel G20 è stato raggiunto un accordo per mettere in atto politiche e riforme che mirino ad accelerare la crescita economica globale di un ulteriore 2%, rispetto all’attuale percorso di crescita, nei prossimi cinque anni.

Draghi, Bce: ” ripresa lenta del Pil Eurozona”

 La Bce si attende “un lento recupero del prodotto nell’area euro”. Quindi una ripresa lenta, con i rischi per le prospettive di crescita che “continuano a essere orientati al ribasso”. È nel bollettino mensile della Bce dove sottolinea quanto pesino le incertezze dei mercati mondiali, in particolare soprattutto dei Paesi emergenti, ma anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le aspettative.

La Cina potrebbe andare in default?

 La piazza finanziaria di Shanghai è scesa ai minimi da luglio. I principali settori che hanno provocato forte delusione sono quello settore manifatturiero e quello dei servizi, anche se l’enorme problema rimane il processo di creazione di credito fuori controllo nel sistema bancario collaterale.

In crescita il fatturato delle aziende

 Stando agli ultimi dati Istat gli ordinativi dell’industria a novembre, dopo 22 mesi, hanno registrato un aumento del 2,3% rispetto ad ottobre e del 3,0% su base annua grazie alla trazione giunta dal mercato nazionale, in controtendenza riguardo a quanto accade di solito.