Possibili rincari nell’ energia e strategie di risparmio

 A partire dal prossimo mese di luglio il mercato italiano dell’ energia potrebbe subire dei rincari dell’ 1 – 2% per quanto riguarda la somministrazione dell’ energia elettrica, mentre ci potrebbe essere una leggera diminuzione delle tariffe del gas di circa lo 0,8%.

A Luglio aumento della luce dell’1,2 %

 Una notizia sicuramente poco piacevole. A partire dal mese di luglio la bolletta della luce aumenterà per effetto di alcune complicazioni connesse alle leggi sulle rinnovabili.

Vi saranno, pertanto, aggiustamenti di uno-due punti percentuali al fine di tenere conto delle componenti legate al dispacciamento che si porranno come una compensazione dei cali sulla borsa elettrica.

Di conseguenza ecco che arriverà un aggravio di spesa all’anno di circa dieci euro a famiglia. Ad annunciarlo è stato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, intervenuto a “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai. Per quanto cocnerne il gas è previsto invece un calo dello 0,8%.

Risparmi per le imprese

Il taglio da oltre 500 milioni di euro per le bollette previsto dal ‘decreto Fare’ si tradurrà “per una famiglia-tipo in una riduzione di circa 1 o 2 cent di euro a kw/h, che tradotto su base annuale vuol dire solo circa 5 euro di risparmi a famiglia su una spesa media di 550 euro annuali”. A calcolarlo è ancora il presidente di Nomisma Energia, sempre nel corso del suo intervento a “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai

Il risparmio per le imprese, a seconda dei consumi può arrivare anche a toccare quota diecimila euro.

La burocrazia italiana frena gli investimenti stranieri per le rinnovabili

 Con gli ultimi incentivi predisposti dal Governo per le energie rinnovabili si è assistito ad un iniziale boom di investimenti che sono andati man mano scemando fino all’esaurimento dei fondi messi a disposizione.

► Finiti i fondi per il fotovoltaico

Tanti gli italiani che ne hanno approfittato, ma pochissimi gli stranieri. Il problema? La regolamentazione italiana in materia che, secondo il decimo rapporto annuale Ernst & Young “Renewable energy country attractiveness index”, è troppo burocratica, costosa ed inaffidabile e, quindi, non attrattiva per i capitali esteri.

Dal terzo posto di tra anni fa all’11° del maggio di quest’anno: un tracollo imputabile ai costi aggiuntivi – burocrazia e regole inaffidabili – che rendono vani i finanziamenti e i sussidi. Ad abbassare ancora di più il livello di attrattività dell’Italia nel campo delle rinnovabili ci sono poi il del credit crunch, i requisiti di Basilea 3 e la rivisitazione dello schema degli incentivi.

► L’Ue vuole creare un unico mercato per l’energia

La situazione italiana, comunque, è in linea con quella europea: il vecchio continente continua a perdere centralità, con solo Germania e Gran Bretagna che continuano ad essere meta degli investitori, a favore di paesi come Stati Uniti e Cina che si sono imposti come leader del settore, seguiti da economie in crescita come Brasile, Giappone, Canada e India.

Energia elettrica più cara del 75% rispetto al 2000

 Il caro bollette torna a colpire pesantemente le tasche e i consumi degli italiani. Anzi, sulla base degli ultimi rilevamenti effettuati dalle associazioni dei consumatori, nel giro di addirittura dieci anni i rincari non hanno mai abbandonato la presa sui costi finali dell’ energia elettrica, del gas, dell’ acqua e dello smaltimento dei rifiuti

Finiti i fondi per il fotovoltaico

 Lo ha annunciato l’Autorità per l’energia: il 6 luglio si esauriranno i 6,7 miliardi che il governo Monti aveva predisposto per incentivare l’installazione e la manutenzione degli impianti fotovoltaici.

► I costi nascosti della bolletta della luce

Gli addetti ai lavori erano già preparati all’arrivo di questa notizia dato che dopo il boom iniziale gli investimenti per il fotovoltaico si stavano già ridimensionando: si era partiti con grandi investimenti per gli impianti più vecchi per passare poi a lavori più piccoli, per lo più interventi di manutenzione.

Oltre al raggiungimento del tetto massimo imposto per il Quinto Conto Energia il settore delle rinnovabili potrebbe ulteriormente contrarsi se il governo deciderà di inserire nelle bollette di chi ha un impianto fotovoltaico la voce ‘onere di sistema‘, che sarebbe una sorta di contributo per gli investimenti fatti per l’adeguamento della rete di distribuzione di energia.

► Energia: come funzionano gli sconti sulle ristrutturazioni

Le aziende del settore chiedono al governo di fare chiarezza sulla normativa e sugli incentivi per le energie rinnovabili, in quanto rappresentano una grande risorsa per il paese. Solo nel 2012, infatti, grazie alle energie rinnovabili si è prodotta in casa il 7% dell’energia necessaria la fabbisogno italiano, riducendo di 2 miliardi di euro le spese per l’acquisto di gas dall’estero.

 

Calano il fatturato e gli utili di Enel

 In Italia il primo trimestre del 2013 si è chiuso con una netta diminuzione delle vendite di energia elettrica, che hanno comportato, di conseguenza, un calo del fatturato e degli utili del gruppo Enel.

Le vendite di energia elettrica in questi ultimi tre mesi hanno infatti subito un decremento del 7,1% in relazione al mercato italiano, francese e spagnolo, mentre gli utili netti (852 milioni di euro) hanno visto una diminuzione del 26,2%, accompagnato da una perdita del’ 1,5% nel fatturato.

Cresce l’utile di Enel Green Power

Al calo della domanda di energia in Italia e in Spagna ha fatto poi seguito anche un calo della produzione della stessa pari all’ 8,9% , sia per quella estera che per quella italiana, e  un calo della distribuzione.

> Enel Energia cerca agenti

La situazione che sta interessando il gruppo Enel può essere dunque letta in questo modo: il calo dei ricavi del gruppo è imputabile principalmente al calo dei ricavi dalla vendita di energia che non sono stati sufficientemente compensati dai ricavi del trasporto dell’ energia e da quelli derivanti dalla sua produzione.

Infine l’ Ebitda, cioè il margine operativo lordo del primo trimestre del 2013 (4.077 milioni di euro) segna una contrazione del 4,2% rispetto all’analogo periodo del 2012 e riflette la riduzione del margine di generazione in Italia e Spagna.

Rischio rincari sulle bollette secondo l’Authority

 Mentre in Italia il dibattito politico è totalmente concentrato sulla questione dell’ IMU, l’ Authority per l’ energia solleva un altro grave problema che potrebbe abbattersi sulle spalle dei consumatori italiani.

Per questi ultimi c’è, infatti, il rischio concreto che ricadano presto in bolletta, sui costi dell’ energia a carico dei consumatori finali, i cosiddetti “oneri generali di sistema”, che potrebbero far lievitare, di una percentuale compresa tra l’ 1,5% e il 2%, la tariffa dell’ elettricità elettrica.

>  Pronta la proroga per i bonus energia

Gli “oneri generali di sistema” ammontano per il 2013 ad un totale di 13 mliardi di euro e sono versati per gli incentivi alle energie rinnovabili. Ma proprio alcuni mesi fa, l’ ex Ministro Passera ha consentito alle aziende maggiormente utilizzatrici di energia uno sgravio fiscale che ammonta a 600 milioni di euro, euro che ricadranno a breve sui consumi degli utenti finali. Ecco quindi spiegata l’ origine del rischio del possibile rincaro.

Il nuovo periodo regolatorio per il trasporto del gas svaluta Snam

Il presidente dell’ Autorità dell’ energia, Guido Bortoni, propone dunque, per non penalizzare ulteriormente le famiglie in questo periodo di crisi, di ridurre in maniera selettiva il monte degli oneri generali di sistema e di far presente al più presto il problema al nuovo Governo.

Il nuovo periodo regolatorio per il trasporto del gas svaluta Snam

 A partire dal prossimo gennaio 2014 entreranno in vigore nuove norme e nuove tariffe in relazione alle attività di trasporto e distribuzione del gas naturale. Lo ha reso recentemente noto l’ Autorità per l’ Energia, che ha pubblicato un documento di consultazione relativo ai particolari dell’ intera faccenda.

>Scatta dal 1° aprile la diminuzione delle bollette

A partire dal prossimo gennaio, dunque, entrerà in vigore e inizierà il nuovo periodo regolatorio di trasporto del gas, periodo che avrà una durata di 4 anni come avvenuto anche in passato.

La truffa alla Snam sarà pagata in bolletta?

L’introduzione e l’applicazione delle nuove norme, tuttavia, potranno produrre non poche modifiche in termini di fatturato alle società il cui business è rappresentato dal trasporto e dalla distribuzione del gas naturale. Fra queste, ad esempio, vi è Snam, che è saltata per un attimo sotto la lente di ingrandimento degli analisti e degli esperti di settore, che hanno analizzato il documento pubblicato dall’Autorità per l’ Energia individuando una possibile perdita di fatturato per Snam Trasporto di circa 20 miliardi di euro su un totale di 1,8 miliardi.

In seguito a questo calo di fatturato le azioni Snam, secondo gli analisti di Websim-Intermonte, potrebbero perdere circa il 10% ad unità. Di conseguenza è bastata la diffusione di questa notizia a Piazza Affari per far perdere al titolo un totale del 3,47% a partire da agosto scorso.

Il carbone è la materia prima più richiesta

 I dati sono quelli dello studio del World Economic Forum che mette in evidenza la discrepanza tra l’attenzione mediatica e non solo allo sviluppo e implementazione di fonti di energia rinnovabili e l’effettivo andamento della domanda, che vede il carbone al primo posto della classifica delle materie prime più richieste.
► Quanto costeranno i contributi per le energie rinnovabili?

Un aumento da capogiro per il carbone che negli ultimi dieci anni è stata la materia prima più richiesta in assoluto, con una domanda ben dieci volte superiore a quella delle fonti rinnovabili, il cui peso non supera l’1,6%, due volte quella del gas e tre volte quella del petrolio.

L’abbandono delle fonti fossili, secondo lo studio del WEF, non potrà avvenire prima di altri 20 anni, un periodo in cui le diverse fonti di energia giocheranno ruoli diversi, ma saranno comunque presenti. Come evidenziato da Roberto Bocca, responsabile per il World economic forum del settore Energy Industries:

Il convincimento generale è che si vada verso un mondo dominato dalle rinnovabili. Invece, sorprendentemente, la transizione sarà differente rispetto al passato e si andrà da un mix di poche fonti a un mix di molte fonti e molto differenziate tra loro.

A chiedere di più il carbone sono soprattutto i paesi emergenti, e il motivo è presto spiegato: rispetto alle altre fonti di energia il carbone ha un costo nettamente inferiore. E sarà proprio il fattore costo a determinare quale sarà la fonte di energia che useremo nei prossimi decenni.