E’ arrivato il terzo decreto esodati

 Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 123 del 28 maggio 2013 del decreto interministeriale 22 aprile 2013 che disciplina le modalità di attuazione dell’art. 1, co. 231 e 233, della L. 24  dicembre  2012,  n. 228 (cd. Legge di stabilità 2013), sono state individuate da parte del governo le modalità e i tempi di salvaguardia per la terza tranche di esodati.

► Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

Il decreto individua il limite massimo di lavoratori e la ripartizione dei soggetti interessati alla concessione dei benefici.

Il tempo per poter far richiesta dei benefici per i lavoratoti che rientrano nei requisiti previsti c’è tempo 120 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta (quindi entro e non oltre il 30 settembre 2013) per la presentazione dell’apposita istanza che deve essere consegnata alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio.

Ad aver diritto alla salvaguardia sono i lavoratori cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità ordinaria o in deroga a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011 che abbiano il possesso dei requisiti utili al trattamento pensionistico.

Stesse condizioni anche per i lavoratori cessati entro il 30 giugno 2012 per effetto di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011, che non siano stati assunti a tempo indeterminato e con un reddito annuo lordo non superiore a € 7.500, se in possesso dei requisiti pensionistici entro il dicembre 2014.

► Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Allo stesso modo si devono comportare i lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2012 per effetto di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011, se non assunti poi a tempo indeterminato e con un reddito annuo lordo non superiore a € 7.500, in possesso dei requisiti per il pensionamento entro dicembre 2014.

15 milioni di euro per i politici lombardi

 Quando si lavora in politica, almeno in Italia, non ci si deve preoccupare né di essere dei precari né, tantomeno, di finire tra le lunghe file di esodati.

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E a poco serve il dibattito e il lavoro che sta facendo il governo per abbattere i costi della politica: in Italia c’è il federalismo e, quindi, la Regione Lombardia può decidere di stanziare 15 milioni di euro per gli ex consiglieri della precedente legislatura.

Un fondo, questo, che servirà per il pagamento del trattamento di fine mandato, 4,5 milioni di euro, e per la restituzione dei contributi già pagati, 10 milioni di euro, per i consiglieri che rinunceranno ad avere il vitalizio.

L’assemblea legislativa della Lombardia si sta già preparando alle possibili polemiche che nasceranno da questa variazione di bilancio, dichiarando che questo atto non è un privilegio per pochi, ma si tratta di quanto previsto della legge.

Sicuramente è così, ma sarà difficile spiegarlo alle migliaia di esodati che, pur avendo pagato i contributi regolarmente, difficilmente riusciranno a vederseli tornare indietro sotto forma di trattamento di fine rapporto o di pensione: nel caso dei comuni cittadini, infatti, la soglia minima contributiva per vedersi restituito qualcosa dalla previdenza, in qualsiasi forma esso arrivi, è di almeno 20 anni.

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Per i politici questa soglia si abbassa in maniera sensibile: per loro di anni di anzianità contributiva ne bastano 5.

 

 

Modifiche alla riforma Fornero per risolvere il problema esodati

 Già da alcuni giorni l’ esecutivo – i tecnici del Ministero del Lavoro in particolare –  è a lavoro per risolvere in via definitiva il problema degli esodati, coloro che, in seguito alla riforma Fornero, si sono trovati nella scomoda posizione di non percepire più un reddito, ma di non poter accedere neanche ai contribuiti pensionistici.

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Il Governo Letta avrebbe quindi intenzione di apportare delle modifiche al testo  della riforma in modo da permettere la risoluzione del problema e di favorire un migliore turn over generazionale.

Per Giovannini è necessario ragionare ancora su risorse e misure per il lavoro

Le modifiche alla riforma Fornero riguarderebbero, in particolare, il limite dell’ età pensionabile, che vorrebbe essere abbassata all’ età  di 62 anni, prevedendo, però, delle penalizzazioni sul calcolo dell’ assegno per chi usufruisce dell’ anticipo.

Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini avrebbe infatti allo studio una versione del sistema che prevede 62 anni e 35 di contributi, e per quanto riguarda l’ entità delle penalizzazioni per chi volesse lasciare prima, si parla dell’ 1% per ogni anno di anticipo e del 2% per ogni anno superiore ai primi due. 

Nell’ attuare queste modifiche, tuttavia, l’ obiettivo rimane quello di trovare soluzione al problema degli esodati e di cercare, al tempo stesso, di incidere il meno possibile sul problema della disoccupazione giovanile. Ma la strada delle soluzioni è ancora lunga.

Il piano del Governo per pensioni ed esodati

 Nella giornata di oggi, come annunciato nei giorni scorsi, il Governo aprirà un tavolo per discutere con le parti sociali. All’ ordine del giorno ci sono essenzialmente due temi, che aspettano di trovare soluzione nel minor tempo possibile. Il primo, il più urgente, riguarda la risoluzione definitiva della questione degli esodati, coloro che pur non percependo più lo stipendio non possono neanche beneficiare dei contributi della pensione.

Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

Il secondo, invece, riguarda le modifiche da applicare alla riforma delle pensioni firmata pochi mesi fa dalla Fornero e oggi in vigore.

Per quanto riguarda la questione degli esodati, dunque, il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha annunciato la chiusura definitiva della questione entro la fine del 2013, e oggi si discuterà di un possibile ampliamento della platea degli esodati ammessi al beneficio della salvaguardia – circa 20 – 25 mila persone, tra cui gli autorizzati alla contribuzione volontaria entro il 4-12-2011, i lavoratori cessati dal servizio, e una parte dei lavoratori in mobilità ordinaria.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Per quanto riguarda invece le modifiche alla riforma delle pensioni, la proposta del Governo sarebbe quella di anticipare l’ accesso alla pensione all’ età di 62 anni invece dei 66-67 previsti, ma con delle penalizzazioni rispetto la quota dell’ assegno pensionistico che si va poi a percepire. Le modalità specifiche, tuttavia, sono ancora in via di definizione.

L’INPS fa il punto della situazione sugli esodati

 Alla giornata di ieri, 9 Maggio, risale la notizia che l’ INPS ha ufficialmente accolto le richieste di salvaguardia presentate dai primi 62 mila esodati,  su un totale di 65 mila casi previsti, di cui più di 7 mila sono già stati formalmente “liquidati”.

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A seguito di questa operazione, che era stata presentata come della massima urgenza anche dal neo Governo Letta, ha fatto quindi seguito, da parte dell’ INPS, la pubblicazione dei dati ufficiali e di una circolare, la Circolare Inps n. 76/2013, che ha fatto il punto generale sulla situazione e ha riepilogato le condizioni delle operazioni di salvaguardia che, a mezzo di una serie di appositi decreti, saranno messe in atto nel prossimo futuro.

Per Saccomanni le priorità sono gli esodati e la Cig

Il primo decreto di salvaguardia, quello appena attuato, riguarda dunque un totale di 65 mila lavoratori, oltre i 62 già salvaguardati, tra i quali ancora 3 mila dovranno essere sottoposti ad accertamenti dei requisiti.

Il secondo decreto, invece, prevede la reintegrazione di un secondo contingente da 55 mila lavoratori, che dovranno però presentare istanza di accesso al beneficio della salvaguardia entro il 21 Maggio 2013.

Il terzo decreto di salvaguardia riguarderà, infine, 10.130 ulteriori lavoratori, che dovranno aspettare però la futura pubblicazione dello stesso per l’ inoltro delle domande entro 120 giorni.

Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

 Sul sito dell’ INPS sono stati oggi pubblicati i dati ufficiali relativi alla prima operazione di salvaguardia messa in atto per risolvere l’ increscioso problema degli esodati, ovvero di coloro che si sono ritrovati a non avere né lavoro, né pensione.

> Per Saccomanni le priorità sono gli esodati e la Cig

E sono dunque risultate essere 62 mila le domande di salvaguardia ritenute formalmente valide, cioè contemplanti tutti i requisiti previsti dalla legge, anche se attraverso il primo decreto sul problema degli esodati il target era stato quantificato in circa 65 mila lavoratori.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Questo significa che il 4,6% delle persone individuate in precedenza come aventi diritto sono rimaste fuori dagli attuali conteggi – ora, tra l’ altro, che sono scaduti i termini per la presentazione delle domande di accesso – ma l’ INPS assicura che si procederà presto anche ad un riesame dei profili scartati.

Le domande ricevute dall’ Istituto, tuttavia, sono state più di 65.ooo e al momento sono già state liquidate le pensioni di oltre 7 mila persone.

Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha infine assicurato che entro la fine della prossima settimana saranno disponibili i dati definitivi, dal momento che il problema esodati rappresenta una delle priorità del Governo.

Per Saccomanni le priorità sono gli esodati e la Cig

 Replica prontamente il Ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni alla pubblicazione dell’ ultimo rapporto Ocse sull’ economia italiana e alle previsioni, di certo non positive, in esso contenute.

> Le stime Ocse sull’ economia italiana

Secondo il Ministro, infatti, i dati riportati dall’ Ocse sono troppo cupi rispetto alla reale situazione del Paese che è sicuramente ormai entrato in una nuova fase che gli permetterà di superare il precedente periodo di incertezza politica e la paralisi istituzionale che aveva reso la crisi economica ancora più acuta.

Meno tasse e più crescita per Saccomanni

Le previsioni Ocse, del resto, non tengono affatto conto dell’ impatto che avrà il decreto per la restituzione dei debiti della Pubblica Amministrazione che avrà luogo a partire dal 2013 e nel 2014.

Ora l’ Italia, secondo Saccomanni, deve uscire dalla crisi il prima possibile, proseguendo, proprio come si è iniziato a fare, sulla strada delle riforme strutturali, che sono un sicuro passo avanti verso la crescita. Una delle prime necessità – magari entro il mese di giugno – in questo senso sarà quella di chiudere la questione della procedura dell’ Unione Europea per eccesso di deficit.

Per quanto riguarda invece le priorità di governo, servono provvedimenti urgenti anche se non improvvisati per la risoluzione del problema degli esodati e per il rifinanziamento della CIG.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

 Il messaggio che l’Inps ha diramato a proposito dei due decreti sugli esodati, con i quali sono state garantite le coperture per 120.000 lavoratori, è il nr. 6645 del 22 aprile 2013. Con questo messaggio l’Istituto vuole chiarire alcuni punti delle condizioni di accesso alla salvaguardia.

► Firmato il terzo decreto esodati: lista dei salvaguardati

Ciò che in sostanza l’Inps vuole comunicare con questa nuova nota è che per accedere al pensionamento con le regole previgenti la legge n. 214 del 2011 (la legge di stabilità che contiene la riforma delle pensioni a causa della quale tutti questi lavoratori si sono trovati senza impiego e senza pensione) devono permanere fino al momento di decorrenza della pensione, compreso il periodo necessario per l’apertura della cosiddetta finestra mobile.

Inoltre, l’Inps chiarisce che i lavoratori cessati dal rapporto di lavoro per accordi individuali o collettivi, le cui domande di accesso fossero state accettate dalle Commissioni delle Direzioni territoriali del lavoro competenti ma che fossero rimasti esclusi dal beneficio, devono presentare nuova istanza per l’accesso al benefici alle stesse DTL entro il 21 maggio 2013.

► Terzo decreto esodati: criteri di assegnazione e adempimenti

Anche tutti i lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo che non hanno presentato domanda di salvaguardia per la prima tranche di copertura, ossia quella relativa ai primi 65.000 esodati, possono – sempre se in possesso dei requisiti necessari – fare istanza di salvaguardia entro e non oltre il 21 maggio 2013 alla Direzione territoriale del lavoro competente.

Terzo decreto esodati: criteri di assegnazione e adempimenti

 Nella tarda serata di ieri è arrivata la notizia che il Ministro del Welfare Elsa Fornero ha firmato il terzo decreto esodati che garantisce la copertura, ossia la possibilità di andare in pensione con le vecchie regole, ad altre 10.000 persone.

► Firmato il terzo decreto esodati: lista dei salvaguardati

Per l’esattezza saranno 10.130 i lavoratori che potranno beneficiare di questa copertura – contando anche i primi due decreti il totale degli esodati salvaguardati sale a 130 mila persone – ai quali lo Stato assegnerà l’assegno pensionistico secondo alcuni criteri di precedenza.

Criteri di assegnazione della pensione

1. per i lavoratori in mobilità il criterio di assegnazione è la data di cessazione del rapporto di lavoro;

2. per i lavoratori che sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria  del pagamento dei contributi, la pensione sarà assegnata in base alla data di cessazione del rapporto di lavoro precedente all’autorizzazione ai versamenti volontari;

3. i lavoratori cessati in base a rapporti collettivi o individuali vale la data di cessazione del rapporto di lavoro, data che deve risultare da documenti attendibili.

Cosa è necessario fare per richiedere la copertura stabilita dal terzo decreto esodati

1. I lavoratori in mobilità devono fare istanza alla Direzione Territoriale del Lavoro di competenza allegando l’accordo di mobilità;

2. i lavoratori cessati per accordi individuali presentano istanza alla Dtl di competenza per residenza, mentre i cessati per rapporti collettivi la presentano alla Dtl dove hanno sottoscritto l’accordo.

3. IN tutti gli altri casi la domanda va presentata all’Inps.

Firmato il terzo decreto esodati: lista dei salvaguardati

 E’ da tempo che si aspettava che il Ministro del Welfare Elsa Fornero apponesse la sua firma anche sul terzo decreto di salvaguardia per gli esodati. Dopo i primi due provvedimenti di salvaguardia, infatti, mancavano all’appello ancora un discreto numero di persone che si stava legittimamente chiedendo se, anche per loro, sarebbero arrivate le coperture che permettessero di andare in pensione secondo le vecchie leggi.

Il decreto è stato firmato a fronte del parere delle commissioni parlamentari competenti e d’intesa con il ministro dell’Economia.

► Guida alla richiesta di tutela per gli esodati all’Inps

Il provvedimento rientra nella Legge di Stabilità 2013 (legge 228/2012, articolo 1, commi 231-235) e prevede che altri 10.130 lavoratori possano andare in pensione in base ai criteri anagrafici e contributivi in vigore prima della riforma del ministro stesso. In questo modo il numero delle persone che potrà accedere alla pensione sale a 130mila.

Per l’operatività del provvedimento di salvaguardia sarà comunque necessario attendere la registrazione presso la Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Chi sono i salvaguardati del terzo decreto di salvaguardia

1. i 2.560 lavoratori che sono stati collocati in mobilità (ordinaria o in deroga) entro il 31 dicembre 2011 e cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012, che matureranno i requisti per la pensione entro la fine della mobilità, o comunque entro il termine ultimo del 31 dicembre 2014.

2. i 1.590 autorizzati al proseguimento volontario dei contributi entro il 4 dicembre 2011, che al momento dell’entrata in vigore della riforma  (28 dicembre 2011) avevano già versato almeno un contributo. Possono accedere anche se hanno continuato a lavorare, solo se non con contratto dipendente a tempo indeterminato e senza aver guadagnato, alla data del 4 dicembre 2011, una cifra superiore ai 7.500 euro annui lordi. In questo caso il requisito per la pensione deve essere maturato entro il 36esimo mese successivo all’entrata in vigore della Riforma (entro il dicembre 2014).

3. 850 autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi e collocati in mobilità alla data del 4 dicembre 2011. In questo caso si dovrà attendere fino al termine della mobilità prima di effettuare il versamento volontario, ma solo se i requisiti per l’accesso alla pensione vengano maturati entro fine dicembre 2014.

5. 5.130 lavoratori che hanno concluso il rapporto di lavoro per accordi individuali o collettivi stipulati entro il 31 dicembre 2011 (il rapporto deve essere stato cessato entro il 30 giugno 2012). Anche nel caso abbiano continuato a lavorare, hanno diritto alla salvaguardia se, al 30 giugno, non hanno guadagnato più di 7.500 annui lordi e se hanno perfezionato i requisiti richiesti entro fine dicembre 2014.