Le imprese chiedono al governo regole più semplici per il lavoro
Ciò che chiedono le imprese al governo è semplice: semplicità delle regole del mondo del lavoro e meno restrizioni contrattuali. Se ne discute domani
Ciò che chiedono le imprese al governo è semplice: semplicità delle regole del mondo del lavoro e meno restrizioni contrattuali. Se ne discute domani
Un settore in controtendenza. La crisi sembra non aver affossato l’agricoltura che quest’anno ha segnato un nuovo record di assunzioni tra i giovani.
Una maggiore diffusione della banda larga in Italia potrebbe contribuire a creare 200mila nuovi posti di lavoro e favorire il recupero di 15 miliardi di euro da reinvestire.
I giovani italiani usufruiscono supporto finanziario delle famiglie fino ad età abbastanza avanzata e non possono permettersi un alloggio proprio.
La recessione e la crisi hanno talmente fiaccato le aspirazioni dei giovani italiani, che pur di lavorare sarebbero ormai disposti alle mansioni più umili, agli stipendi più ridotti e addirittura all’ espatrio.
Contratti a tempo determinato, apprendistato, Partite Iva e licenziamenti saranno materia di discussione per gli interventi a costo zero del nuovo piano occupazione.
Misure a costo zero e interventi più pesanti da realizzare forse attraverso una futura manovra. Ma intanto da domani si discute con sindacati e imprese.
Generazione senza futuro. Sono i bambini di oggi in Italia che, a causa di crisi e recessione, non hanno possibilità di migliorare la loro condizione.
Il mercato del lavoro lascia fuori, o quasi, ben 9 milioni di italiani. I dettagli dello Studio Ires sulla sofferenza lavorativa in Italia.
In tempi di recessione l’Italia ha bisogno di ammortizzatori sociali, piuttosto che di flessibilità nei contratti a tempo determinato.