Tares, scadenza 16 dicembre. Le cose importanti da sapere

  Nelle ultime sedute  del Governo, sono state discusse le nuove imposte. Ma c’è troppa confusione sulle tasse che i contribuenti italiani dovranno pagare per le tasse sugli immobili. A dicembre va pagata la Tares sui rifiuti. Il Ministero dell’Economia ha ricordato ai Comuni, attraverso una risoluzione, che la scadenza del versamento della rata di conguaglio Tares non può andare oltre il termine del 16 dicembre 2013 .

30 settembre 2013, il giorno dell’ingorgo fiscale

 30 settembre 2013. Data infausta per tutti coloro che sono alle prese con le scadenze fiscali, in quanto si tratta dell’ ultimo giorno del mese e del terzo trimestre dell’anno, una giornata da dedicare al fisco e alla presentazione dei documenti che certifichino l’avvenuto pagamento di tasse e tributi.

E’ stato calcolato che oggi sono in media 49 le scadenze fiscali alle quali adempiere, ma ci sono alcuni comuni italiani nei quali la cifra è anche più alta.

In pratica, oggi 30 settembre 2013, gli italiani si trovano a dover fare i conti con la dichiarazione Irap annuale, che deve essere presentata solo per via telematica con un apposito modello distinto dall’Unico in via telematica. C’è poi presentazione dell’Unico 2013, anche questa da effettuarsi esclusivamente in via telematica da parte di persone fisiche, società di persone, enti e società di capitali.

Oggi 30 settembre 2013 scadono anche i termini per la dichiarazione dell’Iva e per la dichiarazione Imu, che spetta a quei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione per gli immobili per i quali c’era l’obbligo nel 2012.

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C’è anche chi oggi si confronterà con il pagamento in una unica rata della Tares sui rifiuti urbani. Tra le città coinvolte c’è anche Milano.

Ultima delle scadenze fiscali più importanti previste per oggi 30 settembre è il versamento dei contributi volontari Inps relativi al secondo trimestre 2013. Inps anche per i datori di lavoro che devono denunciare i pagamenti effettuati nel mese precedente a dipendenti e collaboratori.

Se in tutto questo vi siete accorti di essere in ritardo con il pagamento di uno dei tanti tributi da pagare, oggi è anche l’ultimo giorno utile per avvalersi del ravvedimento operoso.

IMU IVA e Service Tax – Il gioco delle tre tasse – II

 In un post pubblicato prima di questo abbiamo visto come in questi giorni si stia facendo sempre più spinosa la questione rappresentata dal reperimento delle coperture per le imposte come l’IMU, che sono state da poco cancellate, o l’IVA di cui si vorrebbe bloccare l’aumento. Il governo, intanto, nel Consiglio dei Ministri che si terrà venerdì, sarà costretto a varare una manovra economica da tre miliardi di euro per risolvere i recenti problemi connessi con lo sforamento del rapporto deficit – PIL. Che situazione devono quindi aspettarsi gli italiani in merito alle grandi tasse dell’ultimo periodo?

IMU IVA e Service Tax – Il gioco delle tre tasse

 Più passano i giorni, più la situazione diventa spinosa e incandescente. All’interno della compagine di Governo, infatti, ancora non si sono trovate soluzioni possibili, sia politiche che economiche, per far quadrare due cose di cui l’Italia ha assolutamente bisogno in questo periodo: la solidità dei propri conti pubblici e la stabilità politica.

Stangata Tares: le ragioni dell’aumento

 Con l’avvento del nuovo anno cambierà ancora la situazione fiscale degli italiani. Via Imu e via Tarsu e Tia, arriva la Service tax, che le sostituirà entrambe. Ma, come sempre accade in questi casi, è molto probabile che l’importo che i cittadini si troveranno a pagare potrebbe essere di più rispetto alla somma dei due tributi.

La Service tax racchiuderà, quindi, la tassa comunale sugli immobili  – nella Service Tax sarà la Tari – e la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti – la Tasi – ma prima di allora, le famiglie e le aziende italiane dovranno pagare il conto della Tares.

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Secondo il numero uno della CGIA di Mestre, la Tares sarà una vera e propria stangate, soprattutto sulle attività produttive che, nonostante abbiano visto ridurre le loro attività e, di conseguenza, anche la produzione dei rifiuti, si potrebbero trovare a pagare anche fino al 22,7% in più. Gli aumenti toccheranno anche le abitazioni e i negozi, ma in maniera minore.

Se per le aziende, infatti, l’aumento potrebbe essere di 1.133 euro, un negozio medio di circa 70 mq potrà subire un aumento del 19,7%, pari a 98 euro, mentre per le abitazioni, se si prende in considerazione un’abitazione di 114 mq, l’aumento della tassa per i rifiuti sarà del 29,1%, circa 73 euro.

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La CGIA di Mestre ha anche voluto dare alcune spiegazioni per questo aumento, che sembrerebbe davvero ingiustificato. Secondo l’istituto, infatti, l’aumento è da far risalire al maggior gettito necessario per la copertura della Tares, ossia sia i costi di raccolta che di smaltimento dei rifiuti, e la maggiorazione di 0,3 euro a m/q su tutti gli immobili per finanziare le spese per i servizi indivisibili dei Comuni, come la manutenzione delle strade o l’illuminazione pubblica.

 

 

Criteri per il calcolo della Service Tax

 Vita breve per la Tares che dopo la sua entrata in vigore all’inizio dell’anno e il pagamento dell’ultima rata previsto per dicembre, sarà inglobata,  a partire dal 1° gennaio 2014, dalla Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che sostituirà l’Imu e le imposte sui rifiuti.

 Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

Questa nuova imposta sarà gestita dai Comuni che dovranno calcolarne le aliquote in base a dei determinati criteri che faranno variare l’importo da pagare in base alla superficie dell’immobile e alla capacità di produrre i rifiuti in base a determinate categorie che saranno meglio identificate con la Legge di Stabilità.

La Service Tax sarà composta da due diverse imposte, una specifica per i rifiuti e una per i servizi indivisibili necessari al mantenimento delle aree residenziali (illuminazione, strade, aree verdi, etc.).

A pagare entrambe le componenti della Service Tax saranno i proprietari e gli occupanti, a qualsiasi titolo, dell’immobile.

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Per quanto riguarda la componente della Service Tax dovuta per la gestione dei rifiuti, le aliquote saranno calcolate in base alla superficie dell’immobile, alla quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti in relazione agli usi e alla tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti.

Per quanto riguarda la componente per i servizi indivisibili, anche questa pagata da proprietario ed eventuale usufruttuario dell’immobile, ogni Comune potrà scegliere se applicare le aliquote in base alla superficie o alla rendita immobiliare.

Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

 La novità principale del testo del Decreto Imu così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale è la clausola di salvaguardia che si è riservata il governo, la quale prevede che, nell’eventualità che non si riesca a recuperare l’extra gettito – 1,5 miliardi di euro – previsto dall’Iva sui pagamenti delle Pubblica Amministrazione e dalla sanatoria sulle slot machines, subiranno aumenti gli acconti ai fini dell’Ires e dell’Irap e le accise.

 Cancellazione prima rata dell’Imu: ecco dove sono stati trovati i fondi

Per questo secondo punto, il Governo si pronuncerà di nuovo dopo la pubblicazione della Legge di Stabilità, se questa lascerà margini di manovra per le esenzioni.

Decreto Imu – I principali provvedimenti entrati in vigore

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Imu il 31 agosto 2013 – un testo che comprende 16 articoli – sono entrate in vigore delle importanti novità fiscali per gli italiani, oltre alla nota abolizione della prima rata dell’Imu. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.

Riduzione della cedolare secca dal 19 al 15%, che inoltre non dovrà essere pagata dai costruttori per gli immobili rimasti invenduti o sfitti.

Istituzione del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. I bandi per la concessione degli aiuti saranno definiti dai singoli comuni.

► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

Stanziamento di 2,3 miliardi di euro per 2013 e di 75.706.718,47 euro a partire dal 2014 per compensare le amministrazioni locali del minor gettito derivante dall’abolizione della prima rata dell’Imu.

Stanziamento di 500 milioni di euro per il finanziamento della cassa integrazione in deroga. Confermata la tutela per altri 6.500 esodati, che costerà all’o Stato 151 milioni di euro nel 2014; 164 nel 2015; 124 nel 2016; 85 nel 2017; 47 nel 2018 e infine 12 nel 2019. Le risorse sono state reperite dall’abbassamento del tetto di detraibilità delle polizze vita.

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Le polizze vita potranno essere dedotte se non superano i 630 euro per il periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013 e 230 euro per quello 2014.

Reintroduzione con un abbattimento del 50% della cosiddetta Irpef fondiaria sulle abitazioni non locate, norma che era stata eliminata con l’introduzione dell’Imposta Municipale sugli Immobili. Il governo ha specificato che la norma vale per l’anno fiscale in corso al 31 dicembre 2013, ossia sull’Irpef e sulle addizionali dovute per quest’anno.

Ultimo provvedimento del Decreto Imu riguarda la Tares. Il testo definisce i criteri per il calcolo della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che sostituisce le vecchie Tarsu e Tia, e che sarà incorporata nella service tax che entrerà in vigore nel 2014 al posto della Tares, appunto, e dell’Imu, dalla quale saranno sicuramente esclusi gli immobili destinati alla ricerca scientifica e quelli per le attività sanitarie.

► Quanto si pagherà di Tares?

Criteri di calcolo della Tares

Il principio di base che i Comuni italiani dovranno adottare per calcolare la Tares da far pagare ai loro cittadini è ‘chi inquina paga’, come prevedono le direttive europee, e l’inquinamento prodotto da ogni immobile sarà misurato in base ai seguenti parametri:

quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte

costo del servizio sui rifiuti;

– la determinazione delle tariffe per ogni categoria o sotto categoria omogenea sarà ottenuto moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti;

– riduzioni ed esenzioni per le categorie svantaggiate.

Calendario fiscale – Gli appuntamenti di ottobre e dicembre 2013

 Autunno caldo per le famiglie italiane. Appena tirato  un bel sospiro di sollievo per l’abolizione della prima rata dell’Imu, il governo ha annunciato che l’abolizione della seconda è ancora incerta e che, se il fisco non riuscirà a trovare le risorse da altre fonti, sarà costretto anche ad aumentare l’aliquota, non solo dell’Iva ma anche delle altre tasse.

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Non dimentichiamo poi la Tares, che debutta a dicembre. Vediamo quindi quali sono due più importanti scadenze fiscali di questa ultima parte del 2013.

15 ottobre 2013: Legge di Stabilità

Sapremo solo il 15 ottobre 2013 se anche la seconda rata dell’Ima sarà cancellata, con l’arrivo della Legge di Stabilità, dalla quale dovrebbero emergere le coperture per la cancellazione definitiva dell’Imposta Municipale sugli Immobili.

30 novembre 2013: termine ultimo per la definizione delle aliquote Imu e Tares

Al 30 novembre i comuni devono deliberare il bilancio annuale di previsione 2013 – la scadenza, che era già stata prorogata al 30 settembre, è ulteriormente differita al 30 novembre 2013 – e stabilire le aliquote che saranno applicate per il calcolo di Imu e Tares, che, soprattutto il secondo tributo, potrebbe riservare dei considerevoli aumenti.

► Quanto si pagherà di Tares?

16 dicembre 2013: la seconda rata dell’Imu e la Tares

Con il Consiglio dei ministri del 28 agosto è stata abolita la prima rata dell’Imu, ma se non si trovano le risorse necessarie, i proprietari di immobili che usano lo usano come abitazione principale, di immobili assimilati e di terreni agricoli, dovranno pagare quanto dovuto al Fisco entro il 16 dicembre.

Anche la Tares si pagherà a dicembre e sono previsti dei consistenti aumenti rispetto alla Tarsu e alla Tia, le tasse sui rifiuti precedentemente in vigore.

Quanto si pagherà in più con la Tares?

 La cancellazione della prima rata dell’Imu è stata un sospiro di sollievo per molte famiglie italiane e per chiunque possiede un immobile, anche commerciale. Ma a dicembre ci si deve preparare all’arrivo della Tares, la tassa comunale sui rifiuti e sui servizi, che già al suo debutto si configura come un nuovo salasso, con aumenti fino al 29% rispetto alla vecchia Tarsu o alla Tia, le tasse precedentemente in vigore.

► A quanto ammonterà la nuova Service Tax

In questi aumenti è compresa anche la maggiorazione di 30 centesimi a metro quadro, che porta questa ultima rata della Tares a delle cifre davvero proibitive per tutti coloro che saranno tenuti a pagarla. Secondo la CGIA di Mestre a subire di più l’effetto della maggiore incidenza della Tares rispetto alla Tarsu e alla Tia, saranno le attività produttive, che dovrebbero essere protette in quanto tessuto economico del paese, che potrebbero arrivare a pagare anche fino a 1.133 euro per un capannone dalle dimensioni di 1.200 metri quadrati.

Si tratta del 22,7% in più rispetto a quanto pagato nel 2012. Aumenti consistenti anche per le attività commerciali: il proprietario di un negozio di circa 70 metri quadrati – dimensione della maggior parte dei negozi italiani – l’aumento sarà di 98 euro (il 19,7% in più).

► Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

I proprietari di immobili ad uso abitativo, appena sollevati dal pagamento della prima rata dell’Imu, invece, si troveranno un esborso per la Tares superiore del 29,1% rispetto al 2012, pari a 73 euro.