Banca Popolare di Bari: passaggio a Spa e poi altre cartolarizzazioni di Npl

Il 2018 sarà un anno molto importante per la Banca Popolare di Bari. In particolar modo, lo sarà il mese di settembre, dato che finalmente entro tale data dovrebbe essere il passaggio definitivo alla forma di Spa. Non solo, dal momento che tante altre operazioni di primaria importante per tutto il Gruppo pugliese sono in programma.

Entro la fine dell’anno, infatti, verrà portata a termine un’altra operazione di cartolarizzazione per qualcosa come un miliardo di Npl. E si intravedono tanti spiragli positivi anche in merito a partnership distributive, che sono veramente prossime ad essere definite con player internazionali di livello assoluto.

Probabilmente l’assemblea dei soci che si è riunita poche ore fa per l’approvazione del bilancio 2017 sarà anche l’ultima con la forma cooperativa dell’Istituto pugliese, dato che dopo la pausa estiva ci sarà il definitivo passaggio alla Spa, come previsto dalla riforma Renzi stanziata nel 2016, ma a cui la Popolare di Bari non si è ancora adeguato per via dei vari ricorsi al Consiglio di Stato. L’ok arrivato dalla Consulta lo scorso 21 marzo ha permesso di sbloccare la situazione di forte incertezza che stava perdurando, con conseguenze molto negative, da diversi mesi.

Adesso, con la trasformazione in società per azioni, l’obiettivo dell’Istituto pugliese, come evidenziato dallo stesso presidente Marco Jacobini, è quello chiaramente di aumentare la redditività, senza però che questo possa andare a discapito del legame con il territorio. Chiaramente c’è un po’ di rammarico nelle parole del presidente dell’istituto pugliese per tutti i ritardi che si sono susseguiti nella trasformazione in spa, soprattutto in relazione all’incertezza che ne è derivata che, sommata alla crisi economica che dura da più di 10 anni, ha danneggiato notevolmente la Banca Popolare di Bari.

Come detto, tra i programmi della Popolare di Bari c’è anche un’operazione di cessione di altri Npl per una cifra che si aggira intorno al miliardo di euro. In questo modo, si ridurrà anche il livello totale di gruppo, visto che si passerà dal 25% a quasi il 15%.

Banca Popolare Spa Bari: a settembre la definitiva trasformazione

Banca Popolare di Bari SPA: tutto pronto! Una notizia davvero molto positiva arriva dall’assemblea sul bilancio 2017 della Popolare di Bari: a settembre verrà completata la trasformazione in Spa. Ormai è certo e anche la prima banca del Mezzogiorno potrà finalmente adeguarsi ad una delle principali riforme che sono state volute dal Governo Renzi.

Banca Popolare di Bari Spa: adeguamento alla riforma varata dal Governo Renzi

L’istituto pugliese, nel corso dell’assemblea sociale che ha portato all’approvazione del bilancio ha finalmente dato il via libera anche dal punto di vista dell’adeguamento alla riforma. Il futuro, d’altronde, è dietro l’angolo e anche tutte le varie rettifiche che hanno portato alla riduzione dell’utile d’esercizio a solamente un milione di euro sono passate in secondo piano.

Gli occhi di tutti non potevano che essere rivolti all’iter di trasformazione da società cooperativa a spa, adeguandosi alla riforma avallata dal Governo Renzi. Un processo che era stato bloccato per colpa dei vari ricorsi al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale: e alla fine proprio dalla Corte è arrivato l’ok per poter procedere con l’adeguamento alla riforma.

Obiettivo far crescere la redditività per la Banca Popolare di Bari Spa

Proprio per questo scopo è stata convocata un’assemblea dei soci che si terrà durante il mese di settembre, esattamente dopo le vacanze estive. In questo modo si potrà finalmente giungere ad una delibera circa la definitiva trasformazione in società per azioni. Interessante sottolineare come, per forza di cose, dovranno variare anche le varie strategie della banca: una trasformazione che, però, non andrà indubbiamente ad incidere sul legame con il territorio. Lo scopo ultimo è quello di riportare in primo piano la crescita della redditività, cercando di garantire maggiori vantaggi a tutti i soci. Sempre in relazione a questa importante novità e alla decisione di fissare la delibera circa il definitivo passaggio a società per azioni, ma anche con l’ingresso di nuovi soci, l’assemblea ha scelto di non deliberare sul sovrapprezzo delle azioni.

Un’altra interessante novità riguardante la Banca Popolare di Bari Spa è certamente l’ingresso tra i membri del Cda di Giulio Sapelli.

Banca Popolare Spa di Bari: a settembre la svolta decisiva per diventare società per azioni

Banca Popolare di Bari SPA – La prima banca del Mezzogiorno a settembre definirà finalmente il passaggio verso la forma di spa. Una degna conclusione di un iter che è andato avanti fin troppo tempo, anche per colpa dei ricorsi al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. È stata proprio quest’ultima, tra l’altro, a dare il via libera.

Ebbene, l’assemblea dei soci della Popolare di Bari Spa si è riunita poche ore fa e ha provveduto all’approvazione del bilancio 2017. Nonostante ci siano state delle partite non ricorrenti, che hanno condizionato poi l’utile di esercizio, con le rettifiche che lo hanno ridotto solamente ad un milione di euro, c’è stato comunque un altro rafforzamento a livello patrimoniale da parte della Banca guidata dal presidente Marco Jacobini.

Banca Popolare Spa: la trasformazione dopo l’estate

L’istituto pugliese, che può contare su più di 70 mila soci, adesso guarda ovviamente con grande interesse a tutto il processo di trasformazione in spa, da ottemperare in nome della riforma che è stata caldamente voluta dal Governo Renzi. Proprio per questa ragione si è scelto di convocare un’altra assemblea nel mese di settembre, poco dopo la fine dell’estate. L’obiettivo è quello di deliberare non solo sulla trasformazione definitiva dell’istituto pugliese in società per azioni, ma anche per sentenziare come le modifiche che verranno attuate da parte dei vertici non comporteranno lo smarrimento del legame con il territorio che da sempre contraddistingue questa Banca.

Nel cda di Banca Popolare di Bari Spa entra anche Giulio Sapelli

La strategia della Banca Popolare Spa di Bari dovrà necessariamente passare per rimettere in primo piano la questione relativa alla redditività, soprattutto a favore dei soci. Proprio in virtù del fatto che a settembre verrà deliberata la definitiva trasformazione in Spa e in previsione dell’arrivo di nuovi soci, l’assemblea ha scelto di non deliberare in riferimento al sovrapprezzo delle azioni.

Un’altra novità degna di nota è l’entrata del famoso storico dell’economia Giulio Sapelli nel cda della Banca Popolare di Bari Spa.

Banca Popolare di Bari: sempre vicini al territorio, nonostante le difficoltà

Gli ultimi due anni l’hanno messa a dura prova, ma nemmeno in un momento l’hanno abbattuta. Stiamo parlando della Banca Popolare di Bari. Nelle parole del suo presidente, ma nei fatti dimostrati anche dal Vice Direttore Generale Luigi Jacobini e dal resto dei vertici del Gruppo pugliese, la determinazione e la voglia di continuare a restare al fianco del territorio con cui è cresciuta in questi anni è stata più forte di tutto.

Solamente nel 2016 l’istituto pugliese è stato oggetto della bellezza di quattro ispezioni della Banca d’Italia, a cui si è aggiunto anche un accertamento della Procura di Bari. Una situazione non semplice che, però, è stata affrontata con grande maturità ed equilibrio dai vertici dell’istituto pugliese, tra i quali anche il Vice Direttore Generale Luigi Jacobini. I movimenti della Popolare di Bari sono avvenuti nel massimo rispetto delle norme, cercando anche di compensare la competitività della Banca.

Un ottimo segnale di tale direzione intrapresa è arrivato proprio nello scorso anno, con la felice conclusione dell’operazione di collocazione degli Npl, trovando un rendimento che ha fruttato addirittura il 30%. Dopo l’incorporazione di Banca Tercas e come gruppo nel 2017 l’istituto pugliese ha fatto registrare un rapporto di Npl su crediti complessivi pari al 25%. Ebbene, tale cifra è in previsione di scendere notevolmente nel prossimo biennio: nel 2019, infatti, si ridurrà al di sotto della soglia del 10%.

Nonostante il passato e anche il presente spesso e volentieri siano stati costellati da molta incertezza, c’è sempre la voglia di puntare in alto e crescere. In un ventennio, infatti, la Popolare di Bari ha portato a termine positivamente la bellezza di 28 fusioni tramite incorporazione. La strada che è stata segnata e intrapresa è quella giusta, soprattutto ora che si è sbloccato anche l’iter che porterà alla trasformazione in Spa.

 

ILVA, ecco gli esiti del biomonitoraggio sui lavoratori di Taranto: valori inferiori a quelli di riferimento

Importanti novità in merito agli esami diagnostici, riguardanti l’impatto dei metalli pesanti sulla salute dei lavoratori, che sono stati svolti da ILVA. Infatti, sono stati diffusi gli esiti delle indagini legate al biomonitoraggio effettuate sui lavoratori dello stabilimento di Taranto e risultano inferiori in confronto ai valori di riferimento.

Una riunione di ILVA in Amministrazione Straordinaria aveva commissionato lo scorso anno uno studio per capire quale fosse l’esposizione dei lavoratori ILVA dello stabilimento di Taranto nei confronti dei metalli pesanti.

Così è iniziato il progetto di biomonitoraggio a cui hanno preso parte ben 856 dipendenti che si sono dovuti sottoporre a diverse analisi del sangue e delle urine. Chiaramente, i dipendenti sono stati testati in merito all’esposizione a metalli pesanti come mercurio, zinco, piombo, manganese, rame, arsenico, cobalo, cadmio nichel e cromo. I lavoratori sottoposti agli esami diagnostici sono quelli che lavoravano presso otto specifiche aree aziendali, di cui ben sette (Servizi Acciaierie, Sbarco Materie Prime, Parchi Minerali, Altoforno 1 e 4, Acciaieria 2, Officina di manutenzione centrale e Agglomerato) ritenute esposte ai metalli pesanti e solamente una (Imbarco prodotti finiti) considerata, al contrario, non esposta.

Stando a quanto è emerso dagli esiti del biomonitoraggio, solamente 24 lavoratori hanno presentato delle concentrazioni di arsenico, all’interno delle urine, di poco oltre rispetto ai valori assunti come limite. Una situazione che, però, non sarebbe legata all’esposizione ai metalli pesanti in azienda (tutti e 24 i lavoratori operano nella zona meno esposta, ovvero Imbarco prodotti finiti), ma più che altro, come riportato da successivi specifici riscontri medici, alle abitudini a tavola di ogni singola persona.

Notizie particolarmente confortanti che lo studio mette a disposizione anche degli stakeholder. Si tratta di valutazioni di carattere scientifiche che hanno come obiettivo primario quello di proteggere sotto ogni aspetto la salute dei lavoratori. Inoltre, i valori che sono stati presi come limite sono stati fissati da enti accreditati come ACGIH, SIVR e SCOEL. Non solo, visto che sono stati scelti come indici di riferimento anche i valori del Laboratorio di Tossicologia Occupazionale dell’Università di Brescia, ancora più rigidi.

Banca Popolare di Bari: la Spa è avviata, si farà entro settembre

Banca Popolare di Bari

Secondo il “Sole 24 Ore” la Banca Popolare di Bari ha deciso: niente progetto holding, meglio puntare tutto sui fondi per la Spa. Ormai il percorso è tracciato e prevede la trasformazione lineare in società per azioni entro il mese di settembre. È stata smontata la possibilità di prendere delle scorciatoie: non verrà formata nessuna holding di controllo in cui trasportare i soci attuali.

Banca Popolare di Bari, il programma di rilancio

Sarebbe, quindi, molto ben delineato il programma di rilancio della Banca, condizionato ovviamente anche da quanto arrivato dalla Vigilanza. Non si può accedere a nessuna scorciatoia, ma è necessario trasformarsi direttamente in società per azioni. Un monito che ovviamente i vertici del Gruppo pugliese hanno colto al volo. Tra l’altro, ogni possibile operazione in merito alla costituzione di una holding di controllo sarebbe stata impossibile per via dei medesimi regolamenti di Banca d’Italia.

Parallelamente, la Banca Popolare di Bari ha già fatto intendere quelle che saranno le prossime mosse dal punto di vista operativo. Tra gli obiettivi che sono stati messi nel mirino troviamo il rilancio della gestione, ma al tempo stesso un occhio attentissimo al bilancio. In questo modo, rimarrebbe solamente un problema, in prospettiva, con cui fare i conti: ovvero, quello di trovare un potenziale investitore che possa portare nel Gruppo una somma importante.

Le ipotesi che sono state fatte sono le più svariate, alcune più fattibili altre meno. Nella prima categoria rientrano certamente i fondi di investimento, che sono una delle possibili soluzioni al problema, ma non è da escludere del tutto nemmeno l’ipotesi che porta ad una banca straniera. Nella seconda categoria, invece, possiamo inserire con i crismi della certezza più totale un aumento dell’impegno garantito da Aviva. Il Gruppo assicurativo ha un accordo che scade nel 2021 e, con ogni probabilità, non verrà rinnovato. Scende inesorabilmente anche l’ipotesi legata ad una banca italiana, in un momento in cui da Francoforte non arrivano miti consigli sulla solidità patrimoniale.

Banca Popolare di Bari, l’esercizio 2017 è ok: attivo complessivo in aumento

L’esame di maturità per la Banca Popolare di Bari ha dato esito positivo. Il Cda, infatti, ha “promosso” il progetto di bilancio 2017. Un esercizio piuttosto complicato, caratterizzato dall’attesa circa la conclusione delle vicende legate alla legge di riforma delle banche in cooperative, che ha di fatto influenzato notevolmente tutte le principali linee guida.

Da un punto di vista generale, l’esercizio 2017 è stato dedicato al raggiungimento di vari obiettivi industriali. Inoltre, la Banca Popolare di Bari ha cercato anche di rafforzare sempre di più le sinergie di Gruppo che derivano dall’incorporazione, avvenuta intorno alla metà del 2016, del polo abruzzese.

Per quanto concerne i dati consolidati, l’attivo complessivo ha subito un ottimo incremento pari al 6,1%, visto che è passato dai 13,6 miliardi della fine dell’esercizio 2016 agli attuali 14,4 miliardi. Un bel balzo in avanti anche per la raccolta complessiva, che è salita del 10,2% attestandosi intorno ai 14,9 miliardi di euro. La componente diretta è quella che ha fatto registrato il tasso di crescita più alto (+14,7%).

Un calo del 6,3% ha, invece, caratterizzato i costi operativi, che si sono attestati intorno a 319,8 milioni di euro. Insieme alla rettifica di avviamenti per 18,5 milioni di euro, da qui deriva un abbassamento del risultato netto consolidato relativo al 2017, pari a circa 1 milione di euro. Un dato negativo rispetto ai 5,2 milioni di euro dell’esercizio precedente, ma bisogna anche considerare come, senza la rettifica, sarebbe stato pari a 13,4 milioni di euro.

Il Gruppo pugliese ha fatto registrare, allo scorso 31 dicembre, 3062 dipendenti, dislocati su ben 353 filiali, diffuse in tredici regioni italiane. Un’ulteriore notizia positiva che la BPP ha ricevuto nelle ultime settimane è stata quello del pronunciamento della Corte Costituzionale dello scorso 21 marzo, in merito alla trasformazione in Spa. Da qui, sono partite ovviamente tutte le operazioni necessarie a raggiungere nel più breve tempo possibile il riallineamento.

Banca Popolare di Bari: via libera dalla Consulta, c’è soddisfazione

Una vera e propria svolta, che permette finalmente alla Banca Popolare di Bari di guardare con maggiore fiducia al futuro e fare tutto il possibile per riallinearsi con tempistiche piuttosto brevi alle altre ex cooperative che hanno già messo in atto la riforma di trasformazione in Spa.

La Banca Popolare di Bari, al termine del 2014 in cui aveva terminato tra l’altro anche l’acquisto della Tercas, aveva provveduto alla sospensione di tutto il procedimento di trasformazione in spa, aspettando proprio questa decisione della Consulta. Ora è arrivata e i vertici dell’istituto barese possono sorridere. Il periodo di incertezza, d’ora in poi, sarà semplicemente un lontano ricordo. Adesso è arrivato il momento di riallinearsi con i principali obiettivi.

Una situazione che pesa fin dal dicembre 2016: tutte le varie decisioni di importanza strategica per la Popolare di Bari in questo periodo sono state chiaramente influenzate in modo notevole da questa situazione di incertezza. Un problema che si è riflesso fin da subito anche sugli stakeholders, che hanno manifestato più di una volta la propria preoccupazione in merito all’esito del pronunciamento.

Il comunicato che è stato diffuso da parte della Banca Popolare mette in evidenza come il pronunciamento della Suprema Corte ha sbloccato una situazione che stava condizionando tutti piani dell’istituto. Finalmente, la conferma del rispetto della Costituzione da parte della normativa di riforma permette alla Popolare di Bari di mettere in atto i primi adempimenti dal punto di vista pratico. Il processo che porterà l’istituto pugliese a riallinearsi alle altre ex cooperative che hanno già ultimato la trasformazione in spa partirà a breve. D’ora in avanti, però, sarà certamente maggiore la serenità che caratterizzerà l’intero procedimento, che porterà indubbiamente a perseguire anche obiettivi di crescita più vasti. E soprattutto permetterà di rendere più stretto anche il legame con quei territori in cui la banca è storicamente presente.

Banca Popolare di Bari, il Gip archivia l’indagine per la vicenda Tercas

Svolta nel procedimento legato all’acquisizione del Gruppo Bancario Tercas. Infatti, il Gip ha disposto l’archiviazione per i vertici della Banca Popolare di Bari. Questi ultimi erano stati indagati in riferimento a due operazioni ben specifiche legate ad aumento di capitale che miravano proprio all’acquisizione del Gruppo Tercas.

Così, l’accusa di associazione a delinquere in riferimento all’acquisizione di Tercas, che sarebbe stata messa in atto, dalle alte cariche della Banca Popolare di Bari, è stata archiviata. Il Gip del Tribunale di Bari, Francesco Pellecchia, ha accolto, ma solo parzialmente, la richiesta da archiviazione che era stata presentata da parte di Roberto Rossi, procuratore aggiunto della Repubblica.

La situazione è parsa fin subito chiara al Gip, che ha messo in evidenza come tali aumenti di capitale non potessero essere ritenuti strumentali alla commissione in maniera indiscriminata di diversi delitti di truffa aggravata. Quindi, non esiste nessuna condotta a delinquere perpetrata da parte dei vertici della Popolare di Bari nel corso dell’acquisizione della Cassa di Risparmio di Teramo, ovvero il Gruppo Tercas.

È stato il Procuratore della Repubblica Roberto Rossi a richiedere l’archiviazione parziale del procedimento. Tutto questo dopo aver studiato in modo approfondito la possibile applicazione degli elementi del reato associativo alla fattispecie dedotta in giudizio. Nessuna associazione a delinquere: anzi, non si sono potuti configurare nemmeno in via astratta gli estremi per una prospettiva accusatoria del genere.

L’inchiesta si conclude rafforzando di fatto la posizione della Banca Popolare di Bari. La vicenda era partita in seguito ad una denuncia verso l’istituto pugliese proveniente da un ex funzionario (licenziato per giusta causa) della Cassa di Risparmio di Teramo. Accuse motivate unicamente da rancore secondo la Popolare di Bari che, però, non ha voluto permettere che rimanessero prive di risposta. Da qui la richiesta di fare chiarezza tramite un’indagine, denunciando a sua volta l’ex funzionario.

La Flat Tax è una soluzione sostenibile nell’economia italiana?

La proposta politica del centrodestra potrebbe davvero funzionare? Secondo gli esperti, la flat tax potrebbe portare benefici all’intera economia italiana, anche se l’opposizione ne contesta l’efficacia.

Non esistono tuttavia prove certe in merito all’effettiva bontà del sistema fiscale basato su una tassa forfettaria unica.

Storicamente la prima flat tax fu inventata nel 1956 dall’economista americano Milton Friedman; nelle versioni più recenti, hanno introdotto dei sistemi di progressività basati sull’esonero sotto una determinata soglia di reddito.

Negli anni 2000, la flat tax è stata introdotta nelle economie emergenti di alcuni Paesi dell’est europeo, come gli Stati Baltici, la Lettonia, l’Estonia, l’Ucraina e la Russia. Negli Usa cinque Stati hanno adottato un’aliquota unica sulle persone fisiche.

Pur non essendoci prove certe sull’efficacia, chi è favorevole alla flat tax ha evidenziato come gli ex Paesi comunisti dell’est europeo hanno avuto, dopo l’adozione della flat tax, un periodo di evidente crescita economica. Tuttavia, in alcuni casi (Repubblica Ceca, Slovacchia e Islanda) tale tipo di imposizione non ha sortito gli effetti desiderati ed è stata abbandonata.

Berlusconi e il centrodestra hanno introdotto la flat tax (promossa anche dall’Onorevole Fabrizio Bertot) al centro del proprio programma politico, quasi facendo eco alle soluzioni economiche introdotte da Donald Trump a tutela dell’economia americana. Le critiche non sono mancate, anche se sono state soprattutto concentrate ad evidenziare l’impossibilità di attuazione a causa di mancanza di coperture finanziarie. Inoltre, secondo i più scettici, colpirebbe in particolare la classe medio bassa del Paese che rappresenta la spina dorsale di molte economie nazionali, aumentando la disuguaglianza sociale.

Ciò che sembra certo, però, è che l’Italia necessita di una veloce ed efficace riforma fiscale, con un fisco che possa diventare meno aggressivo, lasciando meno spazio ad interpretazioni e limitando ogni possibilità di evasione ed elusione. “Pagare meno, pagare tutti” è stato lo slogan di diversi politici negli ultimi anni. Tuttavia, la pressione fiscale attuale è diventata insostenbile e non consente quella ripresa economica che sta lentamente coinvolgendo tutte le economie occidentali.