Credito agevolato per le PMI nel Decreto del Fare

 Nei giorni scorsi ha trovato la sua approvazione da parte della Camera il Decreto del Fare, un decreto che comprende una serie di misure di diverso genere, molte delle quali con importanti risvolti economici. Il Governo, infatti, ha da sempre inteso il provvedimento come il primo passo verso la possibile ripresa economica del Paese. Ora si attende la sua conversione in legge. 

Prorogati i finanziamenti dell’ABI per le PMI

 Fino al 30 giugno 2014 tutte le piccole e medie imprese italiane potranno accedere a ulteriori possibilità di ottenere un finanziamento. L’ ABI, l’ Associazione Bancaria Italiana ha infatti prorogato fino a giugno prossimo i termini di scadenza per richiedere i finanziamenti relativi al progetto “Progetti Investimenti Italia” dedicato appunto alle PMI, per le quali è stato già accantonato un plafond da 10 miliardi di euro.

Le regole della Consob per il crowfunding: come si investe e quali sono le garanzie

 Grazie al crowfunding voluto dal governo Mondi per le start up innovative e appena regolamentato dalla Consob, i privati cittadini potranno decidere di investire i loro soldi a favore di imprenditori alle prese con la creazione di una nuova azienda.

 Il crowfunding cerca una disciplina

La regolamentazione della Consob prevede dei precisi requisiti ai gestori dei portali per il crowfunding che mirano alla tutela delle imprese e, soprattutto, dell’investitore.

Infatti, a chiunque decida di investire in una start up attraverso un portale di crowfunding, i gestori hanno l’obbligo di:

– sottoporre l’investitore privato ad un questionario per testare la consapevolezza dei rischi e dei benefici dell’operazione che sta per effettuare, in caso di versamenti fino a 500 euro;

– per investimenti superiori ai 500 euro, il gestore, con l’aiuto di una banca o di una sim, deve fare un profilo cliente e valutare se l’investimento è adatto o meno. Solo a questo punto l’investitore potrà decidere cosa fare.

► Le regole della Consob per il crowfunding: cosa è e le regole di condotta

Inoltre, la regolamentazione per il crowfunding delle start up innovative prevede un stretto controllo della Consob dei portali di investimento e dei loro gestori che, in caso di violazioni delle norme, potranno essere passibili di:

– sospensione delle attività per 90 giorni

– ulteriore sospensione da uno a quattro mesi;

– radiazione dal registro (nei casi previsti);

– sanzioni pecuniarie .

Le regole della Consob per il crowfunding: cosa è e le regole di condotta

 Uno dei maggiori problemi dell’economia del paese, e, soprattutto, della sua ripresa, è la mancanza di liquidità.

Una mancanza che non permette alle aziende esistenti di fare nuovi investimenti e che non dà la possibilità di fare impresa. Ma i tempi stanno cambiando e in Italia, all’avanguardia rispetto agli altri paesi, è stato istituzionalizzato il crowfunding, ossia il reperimento di capitale attraverso portali Internet.

 Il crowfunding cerca una disciplina

Grazie al crowfunding, tantissime imprese nascenti potranno reperire il capitale di rischio necessario alla loro nascita o, in caso di imprese già esistenti, avere il capitale necessario per gli investimenti o per l’acquisto di nuovi macchinari necessari al rilancio dell’impresa.

A regolamentare il crowfundig ci ha pensato la Consob che ha provveduto a stilare una normativa specifica che completa l’operazione iniziata dal Governo Monti con il decreto crescita bis.

La Consob ha pensato, prima di tutto, alle regole di condotta per chi gestirà i portali per il crowfunding, che dovranno soddisfare precisi requisiti di onorabilità, che consistono nell’assenza di condanne penali, e requisiti di professionalità ed esperienza.

Le offerte per il crowfunding dovranno essere accessibili per tutti allo stesso modo e i gestori hanno il dovere di fornire ai possibili investitori tutte le informazioni necessarie, in modo chiaro, trasparente ed aggiornato, per renderli consapevoli dei rischi e dei benefici dell’investimento.

Tutti i gestori sono obbligati a dare la possibilità di recesso dell’investimento entro 7 giorni.

Quali aziende possono accedere al bonus macchinari?

 Se siete degli imprenditori e avete la necessità di acquistare dei nuovi macchinari, dall’entrata in vigore del Decreto del Fare, voluto dal Governo per aiutare la ripresa economica in Italia tramite condizioni agevolate per l’accesso al credito e varie altre facilitazioni, è possibile richiedere un prestito o un finanziamento, anche mediante leasing finanziario.

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I requisiti per accedere al bonus macchinari

Per poter accedere al bonus macchinari, le imprese, che potranno utilizzare il finanziamento solo per l’acquisto di nuovi impianti, macchinari e attrezzature ad uso produttivo, devono soddisfare questi due requisiti:

1 avere un fatturato annuo – riferito all’ultimo esercizio contabile chiuso ed approvato precedentemente alla richiesta – inferiore ai 50 milioni di euro oppure un attivo patrimoniale inferiore ai 43 milioni di euro;

2 il numero dei dipendenti, esclusi quelli in cassa integrazione straordinaria, non deve superare le 250 unità.

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Come funziona il bonus macchinari

Ogni azienda che è in possesso dei requisiti per ottenere il bonus macchinari, potrà accedere ad un finanziamento di 2 milioni di euro per la durata massima di 5 anni. Il tetto dei due milioni di euro può anche essere suddiviso in più richieste in base alle esigenze di acquisto dell’impresa stessa.

Sono ancora in via di definizione le modalità di erogazione del bonus macchinari.

Microimprese finanziate dalla Regione Puglia

 Le imprese, soprattutto adesso che l’economia è in grossa difficoltà, sono alla ricerca di finanziamenti erogati da enti che non siano le “solite” banche. Per questo motivo attrae tanto l’annuncio di un finanziamento riservato dalla Regione Puglia alle microimprese del territorio.

La Puglia ha messo a disposizione delle piccole imprese presenti nella regione, un fondo di 19,5 milioni di euro cui si può accedere fino al 14 giugno del 2013. Il bando rientra nella denominazione “Piccoli sussidi 2013” ed è riservato alle imprese tenute in vita da ragazzi giovani che devono fare i conti con la crisi economica.

Per le imprese record di fallimenti e liquidazioni nel primo trimestre 2013

Le esigenze espresse dal territorio, tra l’altro, sono inequivocabili: le piccole imprese hanno difficoltà ad accedere alle linee di credito tradizionali e anche i prestiti di piccole dimensioni, spesso, sono da considerarsi delle montagne insormontabili.

La regione Puglia, sostenendo queste imprese vuole valorizzare l’iniziativa dei ragazzi disponibili a fare impresa, che abbiano uno scarso impatto ambientale. Saranno premiate soprattutto le imprese costituite da donne oltre che da giovani.

Le proposte delle imprese per il rilancio dell’occupazione giovanile

I beneficiari di questi interventi devono essere titolari di una ditta individuale, di una società in nome collettivo, di una società in accomandita semplice, di una società cooperativa, di una società a responsabilità limitata o di un’associazione tra professionisti. Il prestito minimo è di 500 euro e quello massimo di 25 mila da restitire in 60 rate con 6 mesi di preammortamento.

Banche ancora avare con le imprese

 La BCE si muovo come può per ridare slancio all’economia e alle imprese che ne sono le colonne portanti, ma, nonostante le immissioni di denaro liquido e l’abbassamento dei tassi – il costo del denaro ha raggiunto il suo minimo storico – le banche continuano ancora a non concedere prestiti alle imprese.
► Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese

Anzi, stando agli ultimi dati della Banca Centrale, i prestiti concessi alle imprese sono ulteriormente scesi ad aprile rispetto al periodo precedente. I prestiti concessi alle imprese non finanziarie hanno fatto registrare un – 1,9% rispetto a marzo 2012: segno che l’Eurozona è ancora molto debole, come dimostra l’ulteriore contrazione dello 0,2% del Pil.

Ma le cause di questa poca disponibilità degli istituti di credito nel concedere prestiti risiederebbero anche nei timori generati dal caso Cipro, come dimostrato dal fatto che i prestiti sono concessi di meno nei paesi che ancora sono in difficoltà.

► In calo le riserve depositate presso le banche centrali

Anche in Italia, infatti, anche se il paese è definitivamente e ufficialmente uscito dalla procedura di infrazione aperta dall’UE per deficit eccessivo, i depositi sono diminuiti dello 0,3% in aprile 2013 rispetto al mese precedente, anche se mantengono il trend positivo ( + 8%) sullo stesso periodo dello scorso anno.

Credit crunch? Le imprese rispondono con i Bond

 In Italia, ma anche nel resto d’Europa anche se in misura minore, le imprese sono schiacciate dal credit crunch, ossia dalla mancanza di prestiti e finanziamenti da parte degli istituti di credito.

► Calo vertiginoso dei prestiti alle imprese nel 2012

Questo comporta una crisi di liquidità per le imprese, che soprattutto quando sono molto piccole, rischiano di soffocare in questa stretta. Cosa si può fare allora?

Secondo gli esperti che hanno partecipato al Debitwire italian forum di Milano è necessario trovare elle fonti di liquidità alternative e quest non possono che arrivare dai bond. Le obbligazioni, quindi, si configurano come l’unica soluzione per il recupero della competitività delle medie imprese italiane.

Lo hanno già fatto in molte: a partire da novembre del 2012 sono state ben 10 le imprese italiane che hanno emesso obbligazioni, per un totale di 2,74 miliardi di euro. Tra loro ci sono ItalcementiGuala closures, Cerved, Rottapharm, Zobele e, per ultima, la Sisal.

Queste imprese, coadiuvate nell’operazione da una serie di banche molto attive in questo settore, hanno così trovato la soluzione alla stretta del credito. Queste emissioni, però, dopo quanto successo con la Cirio e Parmalat, sono riservate ai soli investitori istituzionali.

► Allarme per la chiusura di molte imprese italiane

Ma le strade per i piccoli risparmiatori non sono totalmente precluse, con le tante compagnie di assicurazione e i fondi comuni di investimento che si sono ampiamente rivolte al settore.

Cartolarizzazione dei crediti, la soluzione della BCE al credit crunc

 Le banche dei paesi del Sud Europa non concedono più crediti alle piccole e medie imprese. Un grave danno che si aggiunge ad una situazione già di profonda sofferenza e che rischia di portare al collasso l’economia reale, ossia l’economia fatta dalle persone e dai loro consumi.

► Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

La BCE ha concesso una bella iniezione di liquidità alle banche ma, dati alla mano, sembra che questi soldi non abbiano avuto, da parte delle banche, la destinazione voluta. Per risolvere questa problematica Mario Draghi, il numero uno dell’Euro Tower, propone la sua soluzione: la cartolarizzazione dei crediti.

In cosa consiste la cartolarizzazione del credito?

In gergo tecnico chiamata anche asset-back securities, la cartolarizzazione del credito prevede in caso di prestito di denaro da parte di un istituto di credito ad una impresa, che questo non verrebbe iscritto nel bilancio della banca perché sarebbe trasferito ad una società esterna –  a gestione pubblica o controllata dalla BCE – che emette delle obbligazioni pari al prestito concesso dalla banca.

► Calo vertiginoso dei prestiti alle imprese nel 2012

Le obbligazioni sarebbero pagate con le rate di restituzione dei debitori. In questo modo le banche potrebbero concedere prestiti a rischio zero, anche se tale rischio sarebbe trasferito sull’obbligazionista. Rischio che però si assottiglierebbe notevolmente se l’obbligazionista fosse un ente pubblico, come l’ESM, il Fondo salva-stati permanente, se non la BCE stessa.

Iniziare un’attività con il prestito d’onore

 Mettersi in proprio, di questi tempi, è difficile. Molti tentano di farlo, avviando un’attività e provando ad essere indipendenti. Per alcuni si tratta di un passo da ponderare a lungo, con cautela. Non si può improvvisare una professione dall’oggi al domani.

Il problema principale è quello di trovare fondi sufficienti per avviare un’azienda.

Una delle possibilità è quella di richiedere un prestito d’onore.

Tecnicamente si tratta di un’agevolazione al credito che viene attribuita a chi ha tra i 18 e i 35 anni ed ha voglia di intraprendere una nuova attività di natura imprenditoriale. Il finanziamento totale è suddiviso in due parti:

– per un 50% e’ concesso a fondo perduto;

– l’altra metà è stata erogata sotto forma di prestito a tasso agevolato.

Requisiti

Il finanziamento viene dato a seguito dell’approvazione dell’Agenzia Nazionale per l’Attrazione d’Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa (Invitalia), incaricata di verificare la rispondenza delle domande per il finanziamento ai requisiti necessari.

Non tutti possono aspirare al prestito d’onore. Ecco quali sono i requisiti: coloro che risiedono in Italia da almeno sei mesi:

– devono avere almeno 18 anni;

– devono essere cittadini extracomunitari;

– devono possedere carta o permesso di soggiorno valido almeno per l’anno successivo alla presentazione dell’istanza;

– devono essere in possesso dello status di disoccupato o inoccupato in cerca della prima occupazione;

– devono aprire un’attività in proprio in forma di ditta individuale e stabilirne la sede in Italia

– devono scegliere mantenere l’azienda viva per almeno un quinquennio dalla data di ammissione all’agevolazione, senza cederla e rinunciando a sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Oltre a ciò il finanziamento deve essere richiesto al fine di avviare un’attività nei seguenti settori:

– servizi;

– commercio;

– produzione di beni;

Saranno rifiutate le domande inerenti ad aziende operanti nell’acquicultura, dell’agricoltura e nel settore ittico.

Vantaggi

Coloro ai quali verrà assegnato il prestito godranno:

– di un contributo a fondo perduto sugli investimenti, pari al 50% degli oneri sostenuti , riconosciuto fino al raggiungimento del limite massimo pari a 15.500 euro;

– di un finanziamento quinquennale a tasso agevolato (il 70% in meno in confronto al tasso ordinario al momento della stipula del contratto), per far fronte a tutti gli oneri finanziabili;

– di un contributo a fondo perduto pari a 5,165 euro previsto per la gestione aziendale.