Come si chiede il rimborso fiscale – La guida dell’Agenzia delle Entrate

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 Solitamente quando si parla di Fisco e di rimborsi la prima cosa che viene in mente sono le lettere dell’Agenzia delle Entrate che invitano bonariamente il contribuente a pagare o, peggio, le buste verdi che arrivano direttamente da Equitalia, le tanto temute cartelle esattoriali, che di bonario non hanno nulla.

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Ma può succedere anche che un contribuente si trovi in credito nei confronti del fisco, ovvero può succedere che il cittadino abbia qualcosa da riscuotere. Come si fa allora?

In che modo si possono ottenere indietro i soldi versati ma non dovuti al fisco? A questa, e ad altre domande, ha risposto l’Agenzia delle Entrate.

Come si richiede un rimborso fiscale

Due sono le possibili procedure da attuare se ci si trova in credito con il fisco:

1. rimborso su istanza, da effettuare in carta semplice ma con tutta la documentazione che attesti il credito del contribuente: la richiesta deve essere fatta entro 48  mesi per i rimborsi di ritenute o versamenti diretti e entro 36 se si tratta di rimborsi relativi alle imposte indirette;

2. rimborso tramite dichiarazione dei redditi se il credito risulta dalla dichiarazione stessa, con procedure differenziate se si usa il Modello Unico (si dovrà compilare il quadro RX o chiedere la compensazione) o il Modello 730 (il rimborso può essere richiesto direttamente in busta paga).

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Come avviene il rimborso?

Le modalità attraverso le quali i contribuenti vengono rimborsati dall’Agenzia delle Entrate, dopo che la stessa avrà effettuato i dovuti controlli, variano in base alla somma che vantata a credito dal contribuente:

– credito inferiore ai 1.000 euro: rimborso in contanti recandosi presso gli Ufficio postali;

– credito dai 1.000 ai 51.645,69 euro: vaglia della Banca d’Italia;

– credito oltre i 51.645,69 euro: accredito su conto corrente bancario o postale.

Guarda il video guida messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate

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