La relazione tra lo spread e il fabbisogno statale

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 La discesa dello spread e la conseguente diminuzione degli interessi sul debito pubblico italiano danno risultati materiali che rappresentano una diminuzione del fabbisogno dello Stato di 6,2 miliardi da gennaio. Ad aprile il fabbisogno è stato di 10,1 miliardi rispetto agli 11,3 miliardi dello stesso periodo del 2013. Lo ha annunciato il Tesoro chiarendo che nei primi 4 mesi dell’anno, il fabbisogno si è collocato a 41,8 miliardi con un progresso di circa 6,2 miliardi riguardo allo stesso periodo del 2013. Dopo mesi di segno negativo, cambia in meglio anche il gettito Iva che fa registrare nei primi quattro mesi dell’anno una crescita del 6,2% e comprovando così un trend positivo.

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Considerando i dati sul fabbisogno, il Tesoro evidenzia che l’andamento si dimostra così positivo così come quello, sempre inerente al primo quadrimestre dell’anno, degli incassi fiscali. Il gettito totale è infatti risultato “sostanzialmente in linea” con quello registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, “nonostante  lo slittamento del versamento dei premi Inail da febbraio a maggio per un importo pari a circa 3 miliardi”.

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Nello specifico, il Tesoro chiarisce che il progresso del fabbisogno ad aprile “è ascrivibile  da un lato, ad un aumento degli incassi fiscali, tra i quali gli introiti dell’imposta di bollo sugli strumenti finanziari, dell’Iva e delle accise; dall’altro, ad una flessione dei pagamenti per interessi sul debito pubblico e delle spese delle amministrazioni statali. Fra le poste peggiorative del saldo si segnalano maggiori prelevamenti dai conti di Tesoreria intestati alle amministrazioni locali legati presumibilmente al pagamento di debiti pregressi”.

 

 

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