Reverse charge: cos’è e a cosa serve

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 Che cos’è il reverse charge?

Con il termine reverse charge si indica l’inversione contabile, ossia un meccanismo che permette di far ricadere l’assolvimento dell’Iva sul destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, quando questi è soggetto passivo nel territorio dello Stato, e non sul del cedente o prestatore del servizio in questione.

Il cedente o il prestatore del servizio emette la fattura senza l’addebito dell’Iva che verrà invece integrata nella fattura da parte del ricevente o del destinatario del servizio in base alla relativa aliquota, che si aggiunge poi all’imposta e alla registrazione del documento nell’apposito registro delle fatture emesse o dei corrispettivi, e degli acquisti.

Qual è lo scopo del reverse charge?

La normativa che regola l’applicazione del reverse charge ha lo scopo di evitare che i due soggetti in causa nella transazione – il cedente o prestatore e il destinatario – non frodino l’Erario non versando l’Imposta sul valore aggiunto o richiedendone il rimborso.

Trasferendo il compito dell’assoluzione del pagamento dell’Iva sul destinatario l’Erario ha una maggiore possibilità di controllo sugli adempimenti.

Applicato all’inizio solo nel settore edilizio, il regime del reverse charge è stato esteso anche alla cessione di telefonini e computer e al mondo di Internet, come nei casi nei quali un’azienda paghi dei siti internet per la pubblicazione della propria pubblicità.

Reverse Charge

Cos’è e a cosa serve

Indicazione in fattura e relative scadenze

 

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