Crisi, i problemi delle aziende a conduzione familiare

Il sistema imprenditoriale del nostro Paese è formato per la maggior parte da aziende a conduzione familiare. Questi nuclei resistono meglio alla crisi, soprattutto quando e se possono contare su budget provenienti dall’estero.

Le aziende in cui si lavora meglio nel mondo nel 2014

 Nel mercato del lavoro sono in genere abbastanza frequenti le classifiche delle aziende che costituiscono i migliori posti di lavoro per i loro dipendenti. E anche per il 2014 la classifica è stata stilata dai gestori di un social network americano,  24 – 7 Wall St, che ha a sua volta raccolto i dati presenti su un portale, Glassdoor, in cui i dipendenti delle grandi multinazionali americane rilasciano i propri commenti e le proprie impressioni. 

La Corte dei Conti indaga sulle “partecipate” che costano 26 mld agli italiani

 Tante le società che sono costate nello scorso anno soltanto alle casse dello Stato 26 miliardi. Si tratta delle partecipate pubbliche, imprese di un mondo ancora poco conosciuto e poco trasparente e che ha bisogno al più presto di “un disegno di ristrutturazione organico e complessivo”. E’ la Corte dei Conti che fa tale richiesta.

Le mafie aziende sempre più grandi che si espandono in Europa

 Varie piccole imprese della ristorazione ma alcune molto redditizie sparse per tutta Roma. Un ristorante a pochi metri dal Senato, un caffè in centro, una gelateria vicino al Pantheon. E anche un hotel non lontano dalla statua di Giuseppe Garibaldi, l’eroe dell’Unità d’Italia.

In una città in cui il turismo è tra i motori dell’economia, queste imprese sono state bloccate dalla polizia che li ha scoperte come attività di riciclaggio delle organizzazioni mafiose della n’drangheta e dei casalesi. Nei mesi di gennaio e febbraio, la guardia di finanza ha sequestrato immobili per un valore di circa 70 milioni di euro e altre attività a Roma, fornendo un piccolo assaggio degli interessi commerciali dei clan nella capitale.

 

Crisi economica? Non per la mafia

 

Le indagini e il sequestro a Roma hanno mostrato solo una piccola parte di un’economia sommersa che si è rapidamente estesa in tutta Europa. In un’epoca di austerità, con l’Italia inondata dal debito pubblico e che fatica a riprendersi, i gruppi della criminalità organizzata sono seduti su montagne di denaro contante. Hanno approfittato della crisi economica per accelerare la loro infiltrazione in attività legittime di fuori delle loro roccaforti e ora controllare gli interessi commerciali di Roma e Milano, così come in Francia, Germania, Olanda, Scozia, Spagna e oltre.

Delle aziende che producono soldi in grande quantità e che negli ultimi 20 anni hanno realizzato molta liquidità. Con i soldi realizzati, le organizzazioni mafiose possono investire su tutto in un processo che è l’opposto di ciò che accade agli imprenditori regolari. Un meccanismo perverso che porta gli imprenditori criminali ad avere sempre più soldi e più possibilità e quelli regolari ad avere difficoltà ad ottenere credito per rilanciare le proprie aziende.

L’Europa una volta pensava che la criminalità organizzata di tipo mafioso fosse in gran parte un problema italiano, e l’Italia pensava che il problema era limitato per lo più al sud. Le cose però sono cambiate e l’ampiezza del fenomeno e delle attività delle organizzazioni criminali in tutto il continente sta costringendo a una rivalutazione. Nel mese di febbraio, il Parlamento europeo ha approvato una nuova direttiva che rende più facile per le autorità nazionali la confisca dei beni criminali, in risposta alle prove questi gruppi criminali hanno inghiottito immobili e società di tutta Europa.

Il governo lavora alle nomine per le aziende partecipate

 Il governo Renzi sta lavorando anche alle nomine per le aziende partecipate pubbliche, che ha sempre una importanza nel panorama produttivo italiano. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha affermato che il ministero del Tesoro sta vagliando la lista dei candidati e che è importante rispettare i tempi.

Del Rio ha risposto alle domande dei giornalisti sui tempi, cioè sulla possibilità che le nomine vengano fatte entro metà aprile. La sua posizione sempre possibilista. L’indicazione delle candidature va fatta 25 giorni prima della convocazione dell’assemblea dei soci. Per aziende importanti come l’Eni e Finmeccanica, le prime scadenze sono rispettivamente il 13 e il 154 aprile. In effetti, l’assemblea dei soci di Eni è fissata per l’8 maggio, mentre per Finmeccanica sarà il 9 maggio.

 

Del Rio parla dell’arrivo delle riforme contro la burocrazia

 

Sulle nomine delle aziende partecipate torna la questione delle quote rosa. Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha affermato che il governo non potrà non tenerne conto. Il ministro ha detto che non gli piace che le donne siano protette come fossero animali in via di estinzione e che quindi ha visto con un po’ di sospetto la questione delle quote rosa negli ultimi anni. La Guidi ha però affermato “nel corso degli anni ho valutato che uno shock servisse”.

Nei prossimi giorni si dovrebbero quindi avere le nomine per le aziende partecipate alcune delle quali sono molto importanti. Il ministro Guidi ha comunque parlato anche della Fiat in questi termini: “Un’azienda privata può fare quello che vuole. La Fiat è un’altra azienda rispetto a quella che era negli anni ’80. Non voglio fare il difensore di nessuno e nemmeno della Fiat. Se pensiamo al percorso che il gruppo ha fatto dagli anni ’80 ad oggi è un’altra azienda, gli investimenti sono stati fatti. Occorre creare le condizioni perché qualunque azienda, italiana o straniera, ritrovi un valore aggiunto nell’investire nel nostro Paese”.

Le aziende francesi puntano su fusioni e mercato estero

 Il Presidente francese Francois Hollande probabilmente non aveva programmato l’ondata di fusioni e acquisizioni che sta avvenendo tra più grandi aziende del suo Paese. Questo è quello che sta succedendo se si guarda ai produttori di cemento Lafarge e Holcim che hanno accettato di creare un gigante di cemento a livello mondiale con più di 50 miliardi di euro di fatturato. Poi Vivendi che ha deciso di vendere la sua unità di telefonia Sfr per più di 23 miliardi dollari alle società di servizi informatici Sopra Group e Groupe Steria che pianificano una fusione. Nel frattempo, Peugeot ha raccolto 4,1 miliardi dollari che sta investendo con la cinese Dongfeng Motor come partner e azionista.

Le operazioni mostrano come le grandi società francesi prendono decisioni strategiche senza aspettare una ripresa economica. Lafarge e altre aziende sono alla ricerca di una crescita altrove, mentre Hollande si sforza di assicurare il suo impegno a tagliare le tasse sui salari di 30 miliardi di euro e a rendere più leggeri i regolamenti.

 

La Francia non avrà più tempo dall’Ue per arrivare al deficit-Pil del 3%

 

Le società francesi sono quindi orientate verso l’estero anche per le condizioni e il clima del Paese che è molto complicato. L’economia francese, la seconda più grande nell’Ue, è cresciuta poco negli ultimi due anni, mentre i partner commerciali, tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito, stanno aumentando la produzione europea. I francesi senza lavoro sono a un livello record di 3,35 milioni, con i consumi e la crescita dei salari che sono bassi.
Anche prima dell’operazione Lafarge – Holcim, la Francia è stata di gran lunga il Paese più attivo in Europa per le acquisizioni quest’anno con più di 60 miliardi di dollari di budget. Più del doppio del volume sia nel Regno Unito sia in Germania.

Con il mercato interno relativamente piccolo è altamente regolamentato, le aziende francesi hanno a lungo pensato a livello globale. Le imprese come il costruttore Alstom, la casa farmaceutica Sanofi e quella del lusso LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton hanno ottenuto la maggior parte delle loro vendite a livello internazionale.

La competitività delle imprese italiane

 L’Europa ha messo sotto osservazione l’Italia qualche settimana fa per il debito pubblico e per la scarsa competitività delle aziende. Questi due elementi insieme alla disoccupazione sono gli aspetti più critici dell’economia italiana. Il debito pubblico troppo alto è un elemento conosciuto da tempo e che è un problema che l’Italia ha difficoltà ad affrontare. Con la spending review si è messo in atto un meccanismo per cercare di limitarne il peso nei prossimi anni.

La scarsa competitività delle aziende è un altro elemento complesso che nasce da diversi aspetti.

 

Cresce la fiducia delle imprese

 

Da una parte c’è il peso dello Stato che non agevola l’impresa italiana. La pressione fiscale è tra le più alte d’Europa e la burocrazia rende difficile muoversi e svilupparsi. Questi due elementi sono spesso addotti dagli imprenditori italiani come quelli che frenano lo sviluppo e la competitività dell’impresa.

Dall’altra c’è la natura stessa dell’imprenditoria italiana, soprattutto composta da piccole e medie imprese. Molte di queste sono rimaste legate al mercato interno che è andato in crisi, mentre quelle che hanno risposto meglio alle difficoltà di questi anni sono riuscite ad aprirsi al mercato internazionale. Una caratteristica che differenzia le aziende è anche l’innovazione. In un mercato globale caratterizzato dalla concorrenza di molti Paesi, le imprese che hanno saputo puntare sull’innovazione e sulla qualità hanno trovato maggiori possibilità nel mercato.

Per lo sviluppo delle imprese italiane e per una loro maggiore competitività sono necessari quindi diversi aspetti collegati tra di loro. Una minore pressione fiscale, meno burocrazia, ma cneh più innovazione e qualità dei prodotti per differenziarsi in un mercato che offre possibilità.

Le aziende europee a rischio in caso di maggiori sanzioni alla Russia

 Gli Stati Uniti e l’Europa discutono di possibili nuove sanzioni alla Russia. La situazione potrebbe peggiorare in Ucraina, con Putin che potrebbe provocare altre azioni separatiste nelle zone russofone. Il Presidente degli Stati Uniti barack Obama ha affermato che in questo caso ci sarebbero nuove sanzioni che vanno a toccare le aziende russe, ma l’Europa sta pensando a quanto costerebbero queste sanzioni e ai riflessi per alcune aziende.

Tra le aziende che potrebbero essere interessate c’è la compagnia petrolifera britannica Bp Plc che detiene il singolo più grande investimento straniero in Russia, una quota del 20% di Oao Rosneft che ha acquistato l’anno scorso. Rosneft ha progetti di esplorazione con altri produttori di petrolio internazionali, tra cui una joint venture con Exxon Mobil per perforare la zona della Russia dell’oceano artico che ha una prospettiva di miliardi di barili di petrolio.

 

Obama parla di possibili nuove sanzioni alla Russia, ma si cerca il dialogo

 

Un’altra azienda è Caterpillar, il più grande produttore di macchine movimento terra, che ha più di 1.000 lavoratori in Russia presso lo stabilimento di produzione vicino a San Pietroburgo e un ufficio a Mosca.

Accenture Plc, la seconda più grande azienda tecnologica di consulenza al mondo, ha detto ieri che la crisi in Ucraina sta causando incertezza nel mercato. Le azioni sono scese del 5% a 78,80 dollari a New York, il più grande calo in un giorno dal 28 giugno dello scorso anno. La società con sede a Dublino è cresciuta nei mercati emergenti per contribuire a compensare la lenta crescita in Europa occidentale e negli Stati Uniti.

Il Consiglio di amministrazione del Fondo monetario internazionale (Fmi) deve ancora firmare il pacchetto di salvataggio finanziario per l’Ucraina per sbloccare 27 miliardi di dollari in aiuti internazionali. A Kiev, i legislatori ieri hanno approvato le modifiche di bilancio necessarie per l’accordo.

 

Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero

 Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è intervenuto con un commento sull’incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel dei giorni scorsi. Squinzi si è mostrato critico e ha affermato: “Devo sfatare il clima idilliaco descritto per l’incontro di lunedì tra la Merkel e Renzi. Lei è molto austera nei nostri confronti. Non è che ci abbia accolto a baci e abbracci”.

Il Presidente di Confindustria ha specificato che la Merkel ha detto di non derogare dalle regole e, quindi, chi commenta l’incontro come una maggiore apertura della Germania probabilmente si sbaglia.

 

Per Squinzi andiamo peggio del previsto

 

Giorgio Squinzi ha poi scherzato sul voto che darebbe a Renzi in questa parte iniziale del suo governo affermando: “Credo che sia ancora a casa a prepararsi. Quando risponderà alle interrogazioni, formeremo i giudizi”.

Il Presidente del Consiglio Renzi è sembrato irritato e ha detto: “Che ne sa Squinzi del mio colloquio con la Merkel? Lui non c’era”.

Il presidente dell’associazione degli industriali ha poi parlato delle difficoltà delle aziende in Italia facendo riferimento alla sua personale azienda: “Anche oggi mi hanno offerto il Canton Ticino per il nuovo Head quarter aziendale. Se le lungaggini burocratiche mi fanno aspettare 4 o 5 anni ci penso”. Squinzi si riferisce alla sua Mapei e ha fatto queste affermazioni in un incontro alla regione Lombardia. Il problema della burocrazia pesa molto per le aziende. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha risposto “Non ci pensare nemmeno” e Squinzi lo ha rassicurato “Dobbiamo creare le condizioni perché le imprese lombarde non vadano all’estero”.

 

La Leitner è un’azienda italiana di successo a Miami e a Berlino

 La Leitner di Vipiteno (Bz), leader mondiale nel settore degli impianti da neve e di trasporto a fune, si è aggiudicata due commesse, negli Stati Uniti e in Germania, per un valore complessivo di 85 milioni di dollari.

Nell’aeroporto di Miami, in Florida, l’azienda altoatesina realizzerà, in partecipazione con la Beauchamp Construction Company, una mini metropolitana ad alta tecnologia (del tutto simile a quelle già costruite negli aeroporti di Detroit, Zurigo, Il Cairo e Francoforte), che collegherà il Terminal E con il Terminal Satellite, lungo un percorso di 375 metri. Il people mover sarà costituito da due convogli con tre vagoni ciascuno, che viaggiando contemporaneamente in direzioni opposte, saranno in grado di trasportare 12 mila persone all’ora (complessivamente 30 milioni all’anno), ad una velocità di 40km/h e con una frequenza di tre minuti. L’impianto,che sarà ultimato entro due anni, ha un valore complessivo di 76 milioni di dollari. Alla Leitner è stata assegnata anche la manutenzione del sistema per i prossimi 15 anni.

 

Le dieci aziende europee dove si lavora meglio

 

A Berlino, invece, l’azienda ha ottenuto l’appalto per la costruzione e la gestione della cabinovia che sorvolerà i 100 ettari di superficie espositiva  dell’ Esposizione Internazionale dei Giardini (IGA)  programmata per il 2017 nella capitale tedesca. La funivia toccherà quota 102 metri e potrà trasportare fino a 3000 visitatori all’ora lungo un percorso panoramico di 1,5 km.

La Leitner, partner del Gruppo Leitner-Poma con sede a Grand Junction in Colorado (USA), tramite le associate Agudio, Leitwind e Prinoth è attiva anche nel settore dei battipista, dei veicoli cingolati multiuso e dei sistemi di innevamento. Nel 2013 ha registrato un fatturato di 700 milioni di euro.