Benzina KO per colpa della Siria

  I consumi di petrolio diminuiscono e con loro si flettono anche i consumi di carburanti, testimoniando un cambiamento importante degli stili di vita degli italiani. I nostri connazionali si spostano meno in macchina, cercano di evitare i pedaggi autostradali e se anche vanno in vacanza con la propria automobile, lo fanno per periodi più brevi che in passato.

A soffrire dell’incertezza relativa alla questione siriana non sono soltanto i consumi di oro nero ma di riflesso anche il fatturato delle pompe di benzina che sono “costrette” ad incrementare il prezzo dei carburanti, proprio quando l’acquisto di diesel e benzina sembra in forte contrazione.

Zanonato prova a ridurre il caro benzina

I rialzi dei prezzi dei carburanti hanno portato la benzina di nuovo verso i 2 euro al litro. Si apprende che la verde è arrivata fino a 1,880 euro. Non tutti i gestori, chiaramente, si stanno comportando allo stesso modo. L’ENI per esempio ha deciso di aumentare di un centesimo il prezzo del diesel e della benzina ma Shell e Q8 hanno optato per un ritocco inferiore, pari a 0,5 centesimi al litro per la verde e per il diesel.

Il tutto mentre a livello governativo, in un periodo di revisione della tassazione del Belpaese, si cerca di capire se è possibile incrementare l’accise in vigore per finanziare in qualche modo la manovra sull’IMU.

Troppo cara la benzina in Italia

 Le abitudini degli italiani cambiano, anche sul fronte degli spostamenti: si usa sempre meno la macchina, si acquista sempre meno un’autovettura e la scelta, qualora questo mezzo di trasporto fosse “inevitabile”, ricade sempre più spesso sulle auto alimentate a gas. Sembra quasi che gli italiani abbiano trovato una exit strategy per l’aumento del prezzo dei carburanti.

Benzina KO per colpa della Siria

Di recente, tra l’altro, si è tornati a parlare dei costi della benzina e del diesel che sono cresciuti, almeno nel nostro paese, per via delle tensioni in Siria che hanno gettato il panico nel settore delle materie prime e procurato l’aumento del prezzo del greggio al barile, e per via della nuova accise che si pensa d’introdurre per finanziare la riforma dell’IMU.

I consumi di petrolio diminuiscono

Di conseguenza il prezzo della benzina in Italia, appare il più alto d’Europa. Secondo le rilevazioni compiute in agosto, nella prima decade del mese, il prezzo medio della verde alla pompa era di 1,74 euro. In Polonia per un litro dello stesso carburante si pagano soltanto 1,29 euro. Il paragone, però, deve tener conto del fatto che in Polonia è ancora usata la moneta locale, lo zloty polacco.

Proviamo a considerare un altro paese, la Spagna, dove la situazione economica è critica almeno quanto quella italiana. Qui, il prezzo della verde alla pompa non supera 1,42 euro al litro.