Confesercenti torna a segnalare in questi giorni il grave problema rappresentato dalla continue chiusure degli esercizi commerciali. Secondo una ricerca condotta dall’ Osservatorio dell’ associazione, infatti, dall’ inizio del 2013 ad oggi si sono potute registrare ben 21 mila chiusure di imprese commerciali, che hanno fatto sprofondare tra i numeri negativi (-12.750 unità) il saldo tra le aperture e le cessazioni di quest’ anno.
Crisi
Solo nel 2036 l’ Italia recupererà il potere d’ acquisto perduto
Per uscire dalla crisi sono necessarie politiche nuove
Non ha affatto dubbi il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, in merito a ciò di cui il nostro Paese ha bisogno per uscire, una volta per tutte, dalla crisi economica. Serve infatti un cambiamento radicale delle politiche in Italia e in Europa, che permetta al Governo di agire tempestivamente e in profondità.
Terni guarda al piano Ue per la siderurgia
Una delegazione sindacale e istituzionale in visita a Strasburgo.
Giovannini parla di una revisione della riforma Fornero
Non solo, come ormai da tempo, l’ Unione degli Industriali, ma anche gli esponenti della Confartigianato chiedono ora al Governo di intervenire sulla legge 92/2012, ovvero la riforma del lavoro firmata da Elsa Fornero, che continua a scontentare i settori produttivi italiani.
> Confartigianato contro la pressione fiscale e la riforma Fornero
Confartigianato contro la pressione fiscale e la riforma Fornero
Nel corso della tradizionale assemblea annuale, il presidente di Confartigianato, Giorgio Meletti, ha lanciato l’ allarme contro i due grandi mali che travagliano la vita delle imprese artigiane italiane, rendendo quasi impossibile la loro esistenza: l’ altissima pressione fiscale e l’ ultima riforma del mercato de lavoro, ovvero la riforma Fornero.
Secondo l’ OCSE in Italia c’è una debole ripresa
L’ Italia verso l’ operazione golden rule
L’ Italia è da poco uscita in via definitiva dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo impostale dalla Commissione Europea, ma l’ attenzione sulle questioni di bilancio, con un rapporto deficit – PIL appena sotto la percentuale del 3% e un debito che comunque si attesta intorno al 130% del prodotto interno lordo stesso, non può essere allentata.

