A Tokyo il Nikkei riprende fiato

 Il recupero dell’economia giapponese è atteso da diversi investitori e dalle aziende che con il rallentamento della Cina sperano di non doversi spostare più di tanto. Gli ultimi indizi a riguardo parlano di un recupero del Giappone legato all’ottimismo delle aziende.

Si tratta del primo segnale positivo rilevato da settembre 2011 ad oggi. I mercati, in realtà, hanno più di un indicatore del quale gioire. A parte la stagnazione cinese e l’indice PMI correlato che è arrivato ai livelli minimi registrati negli ultimi 4 mesi, si registra un incremento dell’indice PMI manifatturiero  europeo. Per quanto riguarda l’Italia si nota una leggera ma importante contrazione dello spread tra BTP e Bund.

Le borse crescono grazie a Draghi

L’avvio della settimana finanziaria, la prima del terzo trimestre, è contraddistinta da segnali di diverso tipo. Da un lato troviamo la preoccupazione degli investitori per quel che sta succedendo in Cina e dall’altra ci sono le preoccupazioni per la situazione della Germania che in futuro potrebbe subire gli strascichi della crisi.

BCE critica sull’atteggiamento tedesco

Intanto la borsa di Tokyo guadagna terreno e il Nikkei risale dell’1,2 per cento. Gli indici sono in rialzo come la fiducia degli imprenditori che intervengono con i capitali in Asia e in questo momento iniziano a pensare che forse, nonostante le critiche, quanto fatto da Shinzo Abe, avvantaggia l’economia giapponese.

Vince Abe e cala lo yen

 Questa in corso è l’ottava settimana di performance negative per la borsa di Tokyo che ha iniziato l’ultimo periodo di contrattazioni con un ribasso probabilmente legato alla vittoria elettorale del partito di Shinzo Abe. L’indice Nikkei-225, per esempio, ha dovuto cedere l’1,3 per cento arrivando fino a 13.062 punti.

Le strategie giuste per evitare i rischi

Il calo della borsa giapponese ha fatto il paio con i ribassi dei maggiori listini asiatici. Si pensi soltanto che l’indice Msci Asia Pacific ha fatto registrare i livelli più bassi degli ultimi nove mesi. Molto di questa situazione si deve al risultato delle elezioni per l’assemblea metropolitana di Tokyo che ancora una volta hanno visto il successo del partito conservatore di Shinzo Abe.

Si tratta del partito del premier che fino a questo momento è diventato celebre per la sua politica economica e monetaria di stimolo al Giappone. Si pensa quindi che anche nelle elezioni della Camera Alta del Parlamento che si terranno il mese prossimo, ci saranno risultati analoghi alle urne.

La crescita di Svizzera e Giappone

Il che vuol dire, almeno a livello monetario, che si continuerà con la strategia di svalutazione che è stata portata avanti negli ultimi mesi. L’Abenomics, come la chiamano ormai tutti gli investitori e gli analisti, ha avuto infatti degli effetti ora visibili: ha rilanciato le esportazioni ed ha determinato un incremento del prodotto interno lordo. Lo yen ha subito invece un’altra svalutazione.

La crescita di Svizzera e Giappone

 Due notizie molto importanti per gli investitori riguardano la Svizzera e il Giappone che di recente, in un clima generale di crisi economica, hanno raggiunto dei traguardi importanti, in termini di rating e successi finanziari. Iniziamo dal Giappone, sotto la lente d’ingrandimento economica per la politica monetaria scelta dalla banca nazionale.

La bilancia commerciale del Giappone ha mostrato dei risultati molto interessanti visto che sono aumentate di notevolmente le esportazioni. Il deficit, parallelamente è cresciuto dai 907,9 miliardi di yen del 2012 ai 993,9 miliardi di yen del 2013 e le esportazioni, soltanto nel mese di maggio 2013, sono aumentate del 10,1 per cento.

Nessun accordo tra Svizzera e USA

Gli analisti finanziari avevano previsto un aumento delle esportazioni praticamente del 5 per cento quindi il risultato ottenuto è stato di molto superiore alle attese. A livello speculativo, si è approfittato di questi buoni risultati per rilanciare la bontà del programma finanziario, della cosiddetta Abenomics che aveva barcollato sotto il peso della volatilità della borsa.

Il franco svizzero presto in calo

L’altra buona notizia riguarda la Svizzera che al momento è considerato tra i paesi più affidabili del mondo per gli investitori. A dirlo sono le agenzie di rating che nel 2012 si sono scatenate nell’eliminazione dei paesi più “ricchi” dall’insieme delle triple A mentre hanno confermato un rating “AAA” alla Svizzera annunciato anche un outlook “stabile”.

Sale lo yen e crolla la borsa di Tokyo

 Lo yen, sottoposto ad una svalutazione forzata al fine di ritrovare la competitività sul mercato internazionale, adesso ha intrapreso un nuovo cammino al rialzo. La crescita della valuta giapponese, però, non fa bene ai mercati, o meglio non è considerato un buon trend della borsa di Tokyo che perde terreno. Il Nikkey, per esempio, accusa un nuovo calo superiore al 6 per cento.

Cala ancora la borsa di Tokyo

Il Nikkei ha perso quota e allo stesso tempo ad aggravare la situazione contribuisce l’apprezzamento dello yen che guadagna sia sull’euro, sia sul dollaro. I mercati europei, non tanto per reazione alla valuta giapponese, continuano il loro trend rosso e l’unica piazza a tenere è addirittura quella di Milano.

Tokyo, dunque, non ha di che gioire: a livello internazionale i problemi legati alla crescita economica sono ancora troppi. Di recente, poi, la Banca Mondiale ha spiegato che le stime di crescita globali vanno riviste al ribasso e ha messo paura agli investitori, preoccupati soprattutto della contromossa che ha in cantiere la Fed.

Il PIL giapponese cresce più del previsto

Il bilancio di questo periodo un po’ turbolento per il settore valutario e per quello finanziario è molto grave: sono stati mandati in fumo ben 2500 miliardi di capitalizzazione globale.

Oltre alla chiave di svolta della Fed resta da capire come si muoveranno le istituzioni giapponesi.

Cala ancora la borsa di Tokyo

 La borsa di Tokyo sembra essere indifferenze all’entusiasmo imperante negli altri mercati e continua il suo percorso sul piano inclinato. L’ultima seduta, dunque, si chiude in lieve calo. L’indice Nikkei-225 per esempio è stato dato in flessione dello 0,21 per cento fino a 13.289,32 punti che vuol dire che giornalmente l’indice ha perso circa 28,3 punti.

I trader che operano sul mercato giapponese e tengono d’occhio Tokyo da un po’, spiegano che questi cali sono legati al turbine di vendite che si è scatenato nelle settimane precedenti sui listini giapponesi. Adesso tali movimento sembrano essersi assopiti ma non si può evitare di considerare la decisione della BoJ.

Il PIL giapponese cresce più del previsto

La banca del Giappone, infatti, nonostante da più parti si sottolinei che la politica monetaria adottata non è sostenibile sul lungo periodo, ha deciso di continuare con le sue strategie monetarie ultra-espansive. Lo stesso Haruiko Kuroda non nutre alcun dubbio sulla riuscita dell’operazione.

La delusione dell’Abeconomic sui mercati

Peccato che gli investitori, adesso, siano consapevoli del fatto che non basta uno yen debole a mantenere alto il livello della crescita. E’ necessario invece che il paese trovi nuovi stimoli e nuovi strumenti per rilanciare la produzione. Una ristrutturazione da cogliere al volo, da interpretare come un’opportunità, nel momento in cui sta cedendo anche l’ultimo baluardo asiatico: la Cina.

Il PIL giapponese cresce più del previsto

 La Cina influisce sui mercati europei visto che la sua economia rallenta e tutti i listi occidentali sembrano essere zavorrati dai risultati del gigante asiatico. Tutti tranne il Giappone che rivela al mondo di essere cresciuto addirittura più del previsto.

Il prodotto interno lordo giapponese, infatti, è balzato ai livelli mai pensati finora, portandosi dietro anche il Nikkei. Molto in questo gioco al rialzo, è stato fatto dalla svalutazione dello yen, che risulta ancora in calo per effetto degli ultimi strascichi della politica monetaria espansiva.

La delusione dell’Abeconomic sui mercati

Le borse asiatiche, tanto per avere un quadro di quel che sta succedendo dall’altra parte del mondo, sono state trascinate verso l’alto dalla borsa di Tokyo che ha saputo cogliere i buoni frutti del primo trimestre dell’anno ed ha saputo sfruttare l’onda lunga dei risultati positivi arrivati dagli Stati Uniti. Negli USA, infatti, il mercato del lavoro appare in leggera ripresa.

Il Nikkei, chiaramente, segue lo stesso andamento del PIL e la prima saduta della settimana è archiviata con un rialzo del 4,9 per cento. A trainare la serie di risultati positivi ci pensa il PIL che cresce più del previsto. Nel primo trimestre del 2013, infatti, fa registrare un aumento del 4,1 per cento su base annua, mentre, in termini previsionali, si pensava soltanto ad un aumento del 3,5 per cento.

 

La proposta giapponese alla crisi della previdenza

 In un Giappone oramai lanciato sull’ onda aggressiva della politica economica varata dal Primo Ministro Shinzo Abe, che attraverso l’ applicazione di misure più che innovative ha intenzione di scuotere il paese dalla duratura deflazione che lo ha avvolto negli ultimi venti anni, ha fatto in questi giorni discutere la proposta per il risanamento della previdenza lanciata dal Ministro dell’ Economia giapponese Akira Amari. 

La delusione dell’Abeconomic sui mercati

 Il premier giapponese ha sempre detto di essere disposto a fare di tutto per stimolare l’economia del paese e per far sì che il mercato interno si vivacizzi. Il piano di crescita previsto determina l’iniezione nel mercato di altri 500 miliardi di dollari tra qualche mese.

Tutto in vendita sul mercato

Una tensione praticamente inversa a quella americana, visto che negli USA la Fed ha deciso addirittura di ridurre gli stimoli economici per eliminarli il prima possibile. In tutta questa situazione, i mercati sono in attesa della pubblicazione del beige book e della riunione della BCE che dovrebbe decidere del taglio dei tassi.

Sull’Eurozona, purtroppo, le previsioni non sono così rassicuranti. Per questo i mercati giapponesi e non solo, nella giornata di oggi risultano particolarmente colpiti dalla volatilità. I listini hanno raggiunto ancora una volta i massimi storici e continuamente ci sono dei rimbalzi.

Borse positive mentre Tokyo precipita

Il problema, almeno a livello finanziario, è che non si chiarisce bene la posizione degli investitori. Questi sanno che l’urgenza di alcuni provvedimenti persiste così come la debolezza della ripresa economica. Le borse non fanno che restituire nelle quotazioni questa sensazione d’incertezza. Con riferimento al caso particolare del Giappone, scopriamo che Shinzo Abe ha contribuito allo shock del mercato e con il programma economico annunciato ha fatto calare di 3,86 punti percentuali il Nikkei.

Tutto in vendita sul mercato

 Tutto, ancora una volta, è dovuto al rallentamento dell’economia cinese che oltre ad influire sulle quotazioni europee ed americane, incide profondamente anche sui listini azionari giapponesi. La borsa di Tokyo ha guadagnato parecchio nell’ultimo semestre e soltanto a maggio ha chiuso le contrattazioni in rosso.

Borse positive mentre Tokyo precipita

Si sono scatenate le vendite che in qualche modo influenzano anche l’andamento dei mercati europei. Per esempio lo spread tra Btp e Bund si è fermato a 265 punti, mentre sul fronte delle materie prime è in calo il prezzo del petrolio dopo le decisioni rese note dall’OPEC.

I mercati rischiano la bolla finanziaria?

Per quanto riguarda l’indice PMI del Vecchio Continente, siamo in una fase di ripresa, l’indice è in ascesa anche se l’economia resta comunque nel recinto della contrazione. Molti analisti hanno pensato che questo cambio di fronte nelle quotazioni fosse dovuto al cambio del mese.

Giugno, infatti, potrebbe essere un mese all’insegna della volatilità con una serie di correzioni su tutti i mercati. La borsa di Tokyo, in più, sembra davvero oscillare sotto il peso della politica espansionista a livello monetario, decisa da Shinzo Abe.

Il Nikkei è in calo del 3,7 per cento e gli analisti danno la colpa  sia all’economia cinese sia, sotto il profilo monetario, al rafforzamento dello yen rispetto al dollaro americano.

Adesso lo yen è troppo debole?

 I giapponesi, in questo momento, stanno riservando delle incredibili sorprese al mercato valutario. In un primo momento hanno “scatenato il panico” dicendo di voler insistere sulla svalutazione dello yen per far recuperare valore alla moneta locale. Poi, accusati di aver scatenato una guerra tra valute, hanno risposto dicendo che avrebbero insistito con la svalutazione per rilanciare l’economia giapponese, ribadendo il ruolo assegnato da sempre alle banche centrali.

Il mercato forex è ancora favorevole al dollaro

Peccato che alla lunga, dopo qualche mese a dire il vero, questa svalutazione sia sembrata eccessiva a molti analisti, tanto che anche in Giappone si pensa a fare un piccolo passo indietro. 

Per questo, all’inizio della settimana di scambi, il ministro dell’Economia Akira Amari, ha detto che la forza dello yen, così svalutato, sta diventando un problema per l’economia giapponese. Il tasso della coppia USD/JPY, infatti, è arrivato ai massimi livelli da quattro anni a questa parte.

Quale yen aiuta Toyota

La preoccupazione del ministro giapponese dell’economia nasce dal fatto che mentre ci sono delle aziende che sono avvantaggiate dalla svalutazione dello yen, per esempio la Toyota, ci sono poi settori che da questa situazione non traggono benefici, per esempio quelli che sono orientati all’importazione dei materiali. Si vadano i produttori di acciaio.